Luca Filippi: Al cinema torno sui banchi di scuola
Tra i giovani attori italiani Luca Filippi è quello con la faccia più da ragazzo. Ora nel film Classe Z rivive l’adolescenza. «Soprattutto», dice a Grazia, «la balbuzie da cui sono guarito recitando»
Abbonato a ruoli più estremi, come il malato mentale nel film In fondo al bosco o il carcerato nell’opera teatrale La prigione, il 25enne Luca Filippi oggi è al cinema con una parte che sembra modellata su di lui: Julian, il ragazzo timido dell’ultimo banco in Classe Z, di Guido Chiesa.
«Ho insistito che il personaggio avesse anche la mia balbuzie», dice. «Nella vita bisogna avere il coraggio di affrontare se stessi». Per questo ha deciso di recitare. «Mi piacciono gli attori che sfidano loro stessi, anche fisicamente. Ha in mente Elio Germano che fa Giacomo Leopardi nel film Il giovane favoloso? Ecco. È un mio modello: io punto a superare i miei limiti, dire addio alla timidezza che da sempre è una mia caratteristica. Julian è uno che si isola dagli altri. Mi rivedo nella sua sensibilità, nel suo parlare più con gli occhi che con la voce».
Com’è nata la voglia di stare sul set?
«Grazie a uno spettacolo al liceo, ero John Travolta in Grease. Avevo voglia di essere finalmente al centro dell’attenzione e poter comunicare con gli altri, superando ogni barriera. Sono partito da Rovereto, in Trentino, e sono arrivato a Roma, dove mi sono diplomato alla Scuola d’Arte Cinematografica. Lì ho incontrato Elio Germano, Valerio Mastandrea e il regista Daniele Vicari, a cui devo tanto. Una vera fortuna».
Come è stato tornare tra i banchi di scuola per Classe Z?
«Quella è un’età che sento ancora viva dentro. Il cast, poi, è pazzesco: non conoscevo la star di YouTube Greta Menchi. E oggi sono diventato videodipendente».
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