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Grazia

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Lifestyle

Lily Collins: «Dovevo solo imparare ad amarmi»

Lily Collins: «Dovevo solo imparare ad amarmi»

foto di Armando Gallo Armando Gallo — 9 Maggio 2017
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Ha provato a uscire dall’ombra ingombrante di un padre famoso come il musicista Phil Collins. Poi ha vinto una lunga battaglia contro i disordini alimentari. Se si tratta di andare controcorrente, l’attrice Lily Collins non ha paura. Per questo, spiega a Grazia, è stata scelta per un film dove sfida tutti in nome dei sentimenti

Conosco Lily Collins praticamente da quando è nata e io seguivo i Genesis, la band di suo padre Phil Collins. L’ultimo film in cui recita ha un titolo perfetto per lei: L’eccezione alla regola. L’attrice britannica è infatti una delle giovani star che più escono dal cliché della “figlia di”.

Avrebbe potuto accontentarsi di essere una fortunata ereditiera, vivere un’eterna giovinezza da aspirante popstar, passare il tempo a brindare con i grandi nomi della musica con i quali è cresciuta. Invece questa ragazza di 28 anni ha preso la vita in mano, ha deciso di fare a modo suo e di scommettere, seguita a vista dalla madre Jill Tavelman, su una carriera a Hollywood.

Sì, non c’è dubbio, Lily incarna “l’eccezione alla regola”. Sulla sua strada Collins ha incontrato non solo le difficoltà comuni a tanti giovani interpreti, ma anche una crisi personale, culminata in una lunga battaglia contro i disordini alimentari: «Non ho avuto il ciclo per due anni, ero terrorizzata: avevo paura di aver compromesso per sempre la possibilità di avere figli», dice oggi, dopo aver raccontato la sua esperienza di bulimia nel libro Unfiltered: No Shame, No Regrets, Just Me (“Senza filtri: nessuna vergogna, nessun rimpianto, solo io”).

Lilly-Collins-book

Adesso Lily è guarita. Lo capisco guardandola radiosa nel suo abito di Giambattista Valli, ma anche osservando le sue recenti scelte artistiche: invece di scappare dai fantasmi del passato, presto la vedremo nei panni della ragazza anoressica protagonista del film To the Bone, con Keanu Reeves. Ora, però, siamo qui per parlare di L’eccezione alla regola, nelle sale.

Nel film Lily è Marla, un’aspirante attrice che per amore sfida le regole conservatrici della Hollywood degli Anni 60. Un ruolo che è valso a Collins la nomination al Golden Globe come migliore interprete di una commedia.

«Un giorno il mio agente mi ha detto che Warren Beatty avrebbe diretto il film. Mi passa un biglietto e mi dice: “Questo è il suo numero personale, chiamalo”» , racconta lei oggi, divertita. «Prendo il telefono, mi faccio coraggio e dall’altra parte sento gridare: “Quante volte devo dirvi di non telefonarmi a casa!”. Ero impietrita. Poi Warren scoppia a ridere: “Sto scherzando Lily, tutto bene?”».


Warren Beatty è una leggenda vivente, non sapevo gli piacessero gli scherzi.
«Lui ama spiazzarti. Anche sul set: all’inizio di una scena pretendeva che recitassimo il copione lettera per lettera. Poi, dopo il ciak, ci diceva: “Perché mi state ad ascoltare? Perché ripetete le battute senza metterci niente di vostro? Rifacciamo tutto”. All’inizio è stato difficile seguirlo, ma poi ho capito che un regista così è un dono per un attore».

Nel film lei è Marla, una giovane attrice di provincia che arriva a Hollywood alla fine degli Anni 50 per fare un provino con un eccentrico signore, il produttore Howard Hughes. Il suo personaggio lotterà per mantenere la sua integrità. E lei, ci è riuscita?
«Sì, grazie ai buoni consigli di mio padre e di mia madre. Lei, in particolare, è sempre con me. Ogni volta che la mia testa prende il largo o che sono troppo sotto pressione, lei è qui e riesce a riportarmi con i piedi per terra».

Questo film mostra quanto fosse diverso essere donna alla fine degli Anni 50. Lei che cosa ha imparato calandosi in quel ruolo?
«C’è ancora molto da lavorare nel campo delle pari opportunità, lo so, ma di sicuro abbiamo fatto tanti passi avanti. Trovo che le donne non accettino più di farsi trattare male. Tanto tempo fa il silenzio era la regola. Le relazioni tra colleghi, come accade al mio personaggio, non erano ammesse. Ora non è più così. A Hollywood, se una donna non si sente rappresentata da una casa di produzione o non si identifica in un progetto, può andare per conto suo, scrivere il suo film. Non solo possiamo provarci, sappiamo che ci riusciremo».

Un post condiviso da Lily Collins (@lilyjcollins) in data: 3 Mag 2017 alle ore 17:45 PDT

Ha sempre avuto un’indole da artista?
«Sin da piccola ho sempre amato raccontare storie. Come Marla, la ragazza che interpreto nel film, ho quella passione e quella fantasia che ti fanno mettere da parte tutto il resto: quando ami ciò che fai, qualunque cosa succeda, anche la più brutta, è superabile. Avrei dovuto impararlo prima: quando avevo 16 anni, invece, ogni difficoltà, ogni fallimento mi sembrava sempre la fine del mondo. E faticavo a fidarmi degli altri».

E adesso, invece?
«Mia madre dice sempre che, se qualcuno ti mostra chi è veramente, non puoi fare altro che credergli. Spesso, quando abbiamo una relazione, finiamo per convincerci di poter cambiare il partner, trasformarlo in qualcuno che ci piaccia di più. Invece non c’è niente di più ingiusto: se hai di fronte una persona che si presenta davanti a te senza maschere, l’unica cosa che puoi fare è accoglierla».

Stringiamo il campo all’amore: come deve essere il suo uomo, oltre che onesto?
«Non ho una grandissima esperienza in questo campo. Come tante ragazze spero d’incontrare qualcuno capace di accettarmi per come sono, in pigiama o in abito da sera».

E che ragazza scoprirebbe?
«Una che crede che ogni cosa nella vita accada per un motivo ben preciso. È facile avere dei rimpianti, oppure arrabbiarsi perché qualcosa non è andata nel verso giusto. Invece io credo che dopo ogni ostacolo, ci sia un bene più grande ad attenderci. Sapere che non puoi controllare tutto ti libera da un sacco di stress, questo posso garantirlo».

#TBT Definitely #Unfiltered. This is for anyone who's ever had an awkward stage. Proof you were never ever alone!...

Un post condiviso da Lily Collins (@lilyjcollins) in data: 26 Gen 2017 alle ore 12:26 PST

Lei è britannica, ma vive da quando era bambina a Los Angeles. Dov’è casa per lei?
«Sono cresciuta nella campagna inglese e per me quella sarà sempre casa: è il mio posto felice, quello dove trascorro sempre tutte le feste. Ma allo stesso tempo, essendo cresciuta in America, ho qui tutti gli amici e i ricordi più cari. Penso di far parte di entrambi i mondi, non voglio scegliere».

I suoi genitori hanno divorziato quando era piccola. Questo l’ha mai fatta dubitare del matrimonio?
«No, la storia della mia famiglia non ha mai alterato la mia idea dell’amore. A volte penso di non poterne ancora parlare con sicurezza, perché è un sentimento che s’impara strada facendo. Sono un’inguaribile romantica, però: per me è il più grande dono che una persone possa fare all’altro, ma anche a se stesso».

E lei questo qualcuno l’ha trovato?
«Per adesso amo solo me stessa. Sì, scriva pure che ho una storia con me stessa».

© Riproduzione riservata

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