Intervista all'attore Billy Campbell, protagonista della serie TV Cardinal, in onda su LaF
Billy Campbell è un fiume in piena anche al telefono da un parcheggio in Colorado, dove è in vacanza con la sua famiglia. Mi sta raccontando quanto sia stato buffo per lui, sbarcato poco più che 20enne a Hollywood negli Anni 80, sostenere il provino per interpretare uno dei primi gay che arrivavano in tv nella mitica soap Dynasty.
«A quel tempo certi temi in una serie così popolare si affrontavano con le pinze», mi spiega, mentre in sottofondo cerca di calmare il figlio di tre anni che ha in braccio e che vorrebbe giocare col papà. «Ricordo ancora il colloquio davanti alla produzione. Nessuno di loro mi aveva detto niente. E io, intanto, mi facevo delle fantasie su quale delle magnifiche attrici del cast avrei dovuto corteggiare. E invece il mio personaggio si innamorava di Al Corley», conclude ridendo.
Oggi Billy Campbell, 59 anni, è il favorito agli International Emmy Awards del 19 novembre con la serie tv Cardinal, che sarà trasmessa dal 20 sul canale LaF di Sky (135) e presentata in anteprima al teatro Elfo Puccini di Milano il 17, nel corso di Book City.
È un traguardo al quale è arrivato con una consapevolezza: niente è scontato nel percorso di un attore che ha sempre interpretato ruoli molto precisi e spesso di rottura, sfiorando la celebrità senza, però, mai afferrarla del tutto.
Al cinema è stato The Rocketeer, uno primi super eroi tratti dai fumetti, ma ha anche intepretato il marito feroce e persecutorio di Jennifer Lopez nel film Enough, sul dramma di una donna abusata e maltrattata quando ancora la cronaca non registrava continuamente casi di femminicidio.
Eppure quando Campbell ha compiuto 40 anni, è successo qualcosa, c’è stato uno strappo: l’attore che per cinque anni è stato anche fidanzato con la diva Jennifer Connelly ed era considerato una promessa di Hollywood, a un certo punto ha deciso di mollare tutto, si è imbarcato su un veliero scandinavo, dedicandosi per anni più al mare che al set. Ha girato il mondo, ha sposato una ragazza norvegese e ha continuato a recitare, decidendo lui come e dove.
Ora la vita ha richiuso il suo cerchio. La miniserie canadese Cardinal, in patria ha avuto grande successo e agli International Emmy Awards che premiano le produzioni non americane, è stata segnalata soprattutto per il tema che propone. Tratta dal romanzo del giallista Giles Blunt Quaranta modi per dire dolore (Sperling & Kupfer) vede Billy nel ruolo di un detective solitario e insofferente delle regole che si ritrova tra le mani il cadavere di una ragazzina massacrata e sepolta nella neve.
« Fidanzato con la diva Jennifer Connelly e considerato una promessa di Hollywood, a un certo punto ha deciso di mollare tutto, si è imbarcato su un veliero scandinavo, ha girato il mondo, ha sposato una ragazza norvegese e ha continuato a recitare, decidendo lui come e dove »
È un tipo d’uomo che le assomiglia?
«Siamo entrambi complicati, ma io sono più espansivo, mi piace parlare ed esprimere i miei sentimenti. Anzi, spesso mia moglie mi prega di stare zitto».
Perché un attore come lei, che nel 2000 era anche nella classifica dei 50 uomini più sexy del pianeta, ha abbandonato tutto per andarsene per mare? Era stanco di recitare?
«Credo di aver avuto semplicemente una specie di crisi. Los Angeles è un posto che ti ammalia, ti risucchia e ti lega a sé. Io ci ero arrivato a 23 anni e, in un attimo, me ne ero ritrovati 40, sentivo di non vivere pienamente la mia vita. Però avevo anche una gran paura che, se me ne fossi andato via non avrei più lavorato. Guardi che non è sempre detto che gli attori maschi abbiano la strada facile. Hollywood può mangiarti vivo. Finché un giorno, leggendo un romanzo di mare di Patrick O’Brien, decisi di gettare il cuore oltre l’ostacolo e di imbarcarmi».
Si è preso un bel rischio.
«Eppure tutto ha cominciato a funzionare, proprio quando ho smesso di aspettare la telefonata che mi cambiasse la vita. Il lavoro non l’ho perso, anzi, si incastrava, ho fatto un viaggio di 14 mesi intorno al mondo per poi tornare nello stesso show che avevo lasciato. Navigando in Norvegia sulla Sørlandet, che è il più antico veliero ancora in funzione, ho conosciuto mia moglie, marinaio anche lei. Oggi abbiamo un figlio e una nostra goletta di legno in Canada, al largo della Nuova Scozia. Ragionare fuori dai soliti schemi per me ha funzionato».».
Con Enough, ha anticipato il tema degli abusi sulle donne, un argomento da cui Hollywood ha fatto partire un movimento importate.
«Credo che il dibattito aperto dal movimento antimolestie #MeToo abbia fatto bene anche agli uomini, imponendoci di riflettere su come maneggiamo il potere. Ci siamo fatti tutti delle domande. Io vivo la maggior parte dell’anno in Scandinavia, e lo considero un Paese avanti su queste tematiche: la maggioranza degli uomini non ha problemi a schierarsi davvero e con le battaglie femminili».
Che effetto le aveva fatto Jennifer Lopez?
«Quello di una donna molto concentrata, una specie di regina alla guida dell’impero che ha fondato».
Chi è, invece, un uomo che ammira a Hollywood?
«Il regista Francis Ford Coppola, con cui ho girato Dracula di Bram Stoker. Un artista incredibile, appassionato. Sul set una volta l’ho sentito chiedere al ragazzo che portava i cestini del pranzo che cosa ne pensasse di una inquadratura che stava preparando. Qualcuno rise, ma sapevamo che faceva sul serio, è un uomo disposto a imparare da chiunque».
Che cosa si aspetta ora dagli Emmy?
«Non ci penso mai. Mi sento come una persona che ha consumato un lauto pranzo e alla quale viene offerto il dolce. Sono già soddisfatto. Ma, chi può dirlo, forse ho soltanto un po’ di paura».
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