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Lifestyle

Alessia Marcuzzi: Non voglio più piacere a tutti

Alessia Marcuzzi: Non voglio più piacere a tutti

foto di Stefania Rossotti Stefania Rossotti — 10 Febbraio 2017

Si è presa una lunga pausa dalla tv, è stata in famiglia e ha avuto tempo per capire se stessa e le sue fragilità. Alessia Marcuzzi, la conduttrice televisiva più popolare, ora è pronta per la nuova stagione dell’Isola dei Famosi. Dove, anticipa a Grazia, ci saranno due grandi sorprese: prove più difficili e, soprattutto, un’Alessia senza freni

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Voglio fare ad Alessia Marcuzzi questa domanda: «Davvero non si è ancora stancata di condurre l’Isola dei Famosi?». Ma sono frenata dalla consapevolezza che lei potrebbe rigirarmela contro, chiedendomi: «E lei davvero non si è ancora stufata di intervistare me?». Corsi e ricorsi della vita e del lavoro. Comunque, la mia risposta sarebbe: no. Perché dopo, come minimo, cinque interviste, sono sicura che anche questa volta qualche cosa salterà fuori: una trasformazione, un’idea in più. Vedremo.
Come volevasi dimostrare: la sorpresa c’è stata. Quel che non avevo previsto, però, è il cambiamento di tono. Ho chiamato Alessia, 44 anni, con il pretesto della partenza della nuova edizione dell’Isola (dal 30 gennaio su Canale 5), ovvero il programma più pop, più discusso e discutibile della televisione italiana. Mi aspettavo di navigare a vista, parlando di tv e moda, dato che lei ha un blog seguitissimo: La Pinella. Prevedevo un ritmo incalzante, divertente e solare, perché questa è Alessia. Mi aspettavo di viaggiare leggere. Non è andata così.
Per quanto ci sforzassimo di tenere la rotta su argomenti soft, siamo finite spesso - e io dico anche volentieri - a sbattere contro questioni belle toste: l’educazione dei figli, la violenza sulle donne, il freddo dei terremotati senza casa. E sì, persino e soprattutto, la fame nel mondo. Perché, vedremo poi, Alessia è ambasciatrice di un progetto molto serio di un’organizzazione legata alle Nazioni Unite.
Comincio dal principio. Perché è proprio quello che, secondo me, ha dato il tono e il verso a tutta la chiacchierata. Sono partita con il consueto, mondanissimo: «Come sta?». La tipica domanda a cui di solito per brevità si ribatte con un “bene, grazie”. E invece la risposta è stata:
«Come sto? E insomma, sto bene, ma mica tanto. Ieri sera ho discusso moltissimo con mio figlio Tommaso (quasi 16 anni, ndr). E quando mi succede di litigare con lui, sto male. La sua è un’età difficile, faccio fatica a capire come prenderlo. Vorrei che comprendesse cose che non riesco a spiegare. Gli chiedo cose che lui non riesce a dirmi. I ragazzi di oggi sono complicati».
Lo sono tutti i ragazzi, sempre. Non crede?
«Forse sì. Ma certo oggi sono diversi da quello che sono stata io. Hanno un rapporto praticamente nullo con l’autorità, che non riconoscono. Usano il telefonino come una protesi. Navigano online e chissà dove finiscono. A 16 anni conoscono e fanno cose di cui noi alla loro età neanche sapevamo l’esistenza. In compenso, lo ammetto, conducono una vita blindata. Se non entrano a scuola, immediatamente arriva un’email ai loro genitori. Se escono la sera, grazie a un’app puoi controllare dove sono. Sono liberi con il guinzaglio».
Un gps per monitorare un figlio. Non è ansiogeno?
«Ho sempre bisogno della conferma che lui mi dice la verità. Vorrei sapere quel che gli passa per la testa, quel che gli piace, a chi vuol bene. Perché è così difficile parlare con i figli?».
Forse hanno bisogno di uno spazio segreto.
«Non lo dica a me, che non lo posso avere mai, non posso nemmeno sognarmelo».
Adesso ricomincia l’Isola dei Famosi, di nuovo. Ne ha ancora voglia?
«Dai, è solo la mia terza volta. Ne ho molta voglia e non ho quasi più niente da temere. Dopo le burrasche delle altre due edizioni che cosa può succedere? Sono contenta, carica. Manco dalla tv da mesi, una pausa lunga che non mi ero mai concessa prima».
Che cosa ha fatto per riposarsi?
«Mi sono occupata della mia famiglia. Ho seguito il mio blog. E ho lavorato a un progetto per il Programma alimentare mondiale, di cui sono appena diventata ambasciatrice. È un’organizzazione delle Nazioni Unite che assiste 100 milioni di persone in 78 Paesi, lottando contro la fame e la malnutrizione. E fornendo strumenti e competenze per permettere a intere popolazioni di procurarsi autonomamente il cibo senza dipendere dagli aiuti alimentari. È un progetto che seguo da tempo, grazie a mia cugina Francesca, che lavora al Programma da molti anni. Adesso ho deciso di occuparmene. Lo so che cosa diranno del mio contributo: “Troppo comodo essere ricchi e parlare di chi ha fame”. Oppure: “Tutta pubblicità”. Eccetera, eccetera».
È comodo, Alessia? È davvero tutta pubblicità?
«È qualcosa che, comunque, costruisce del bene. Chi aiuta gli altri lo fa sempre almeno un pochino anche per se stesso. Per sentirsi utile, forse anche un po’ più buono. Che cosa c’è di male? E soprattutto: qual è il risultato? Io sono felice di pensare che il mio contributo aiuterà molti bambini ad andare a scuola, a uscire dall’ignoranza, a crescere cambiando il loro destino e, magari, quello della loro famiglia».
Che cosa vuol dire concretamente essere ambasciatrice del Programma alimentare mondiale?
«Usare la mia popolarità per far conoscere questo progetto, perché la gente abbia voglia di sostenerlo. Anche se sono consapevole delle difficoltà pazzesche che in tanti vivono anche qui in Italia. Non posso non pensare alla gente colpita dal terremoto: la neve, il freddo, la casa che non c’è più».
Alessia, oggi con lei si parla di cose maledettamente serie. Lo fa con il suo consueto tono lieve, ma gli argomenti che tocca sono tosti.
«In questo ultimo anno sono cambiata. Ho scelto chi essere. Ho smesso di pretendere di piacere a tutti. E ho deciso di non chiedere a me stessa di farmi piacere tutti. Sono molto più selettiva. Dico quello che penso, sono quella che sono».
Non ha più paura di ferire, oppure non teme più la solitudine?
«La solitudine non l’ho mai temuta. Anzi: l’ho fin troppo cercata. Mi è passata l’ ansia di fare del male, quella sì».
Che cos’altro ha conquistato, o perso, in quest’ultimo anno?
«Sono sempre una ragazzina, un po’ suonata, ma sono anche altro. Ho perso un bel po’ della mia impulsività. Ho smesso di pensare che la passione vince su tutto e risolve tutto. Ho sposato l’uomo che amo (Paolo Calabresi Marconi, ndr) e insieme con lui ho capito che il matrimonio è fatto anche di arrendevolezza, di riflessione, di tempo. Sono meno irruente. E sono molto grata: lui c’è talmente tanto per me e per i miei figli (oltre a Tommaso c’è Mia, 5 anni, ndr), da farmi venire la voglia di ricambiarlo con tutta la tenerezza che ho».
Insomma, si è sposata per davvero.
«Appunto. Sono sempre un po’ pazza, un po’ altalenante. Ho ancora bisogno di momenti miei, di stare da sola. So che chi sta con me rischia di sentire anche la mia mancanza, perché un po’ ci sono al massimo e un po’ sparisco. È così. Non va bene e io ci sto lavorando su. Ma tutti abbiamo le nostre fragilità. E questa è la mia».
Marcuzzi diversa, Isola identica? Oppure quest’anno qualcosa cambierà nel programma?
«Gli autori hanno studiato un approccio diverso, diciamo più psicologico. I concorrenti verranno messi alla prova non solo sulla fame e le difficoltà, ma anche sulle loro fragilità personali».
Un po’ sadico, non crede?
«Un po’ sì. Ma il sadismo è alla base di tutta la struttura della trasmissione che funziona perché al pubblico piace vedere gente che ha avuto successo e che adesso è pronta a tutto per riconquistarlo».
Un’ammissione sincera, niente giri di parole.
«Sto parlando di uno show televisivo, non di drammi veri. Prendersi troppo sul serio sarebbe ridicolo».
Mi aveva parlato di un suo desiderio: una trasmissione fra donne, per le donne. È diventato un progetto?
«No. È ancora un sogno. Mi piacerebbe tantissimo condurre un talk show in cui si parla di noi donne per davvero e lo si fa fra noi. La speranza remota è che gli uomini provino a capirci qualcosa. Questa sì è una questione seria: lo vede quante ragazze picchiate, umiliate, ferite, uccise? Uno spavento. Sarebbe bello fare qualcosa per dare parola al mondo femminile. E dare ai maschi l’occasione di ascoltare».
Che cosa ha a che fare questo suo desiderio con la realtà di un programma come l’Isola, fatto di eccessi e provocazioni?
«È un reality: i colpi di scena, le esagerazioni, tutto fa spettacolo. L’Isola è un’avventura, non è fatta per far dormire la gente sul divano. Io sono la conduttrice, ma anche un po’ una spettatrice di tutto quello che succede. Voglio divertirmi, voglio sorprendermi anch’io. Scommetto che succederà».

© Riproduzione riservata

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