Breve storia della vita bassa, il trend che ci riporta ai Duemila
Anche chi non mastica il linguaggio della moda, non segue i trend e non guarda religiosamente le sfilate, se ne sarà accorto: basta entrare in un negozio o sfogliare l'offerta di un e-shop per ritrovarsi davanti lei, la famigerata vita bassa.
Ebbene, dopo gli ultimi anni fatti di gonne e jeans a vita alta, talvolta scomodi e, in alcuni casi, antiestetici, i centimetri di tessuto sono tornati a ridursi, di nuovo. Sono passati poco più di 20 anni da quando l'ingrediente di punta per l'outfit perfetto era lei e soltanto lei. Celebrities di ogni tipo, sul palco e fuori, sfoggiavano questi modelli che ancora oggi noi che le copiavamo senza indugi ci chiediamo come ci permettessero di sederci in modo agevole senza dare sfoggio di tutto quello che viene celato da un "normale" paio di jeans.
La risposta ovviamente, è che non era affatto facile, o del tutto impossibile, e che ciò nonostante non solo li indossavamo allora, ma ce li ritroviamo tra le scatole pure oggi e, quasi quasi, finiremo per indossarli di nuovo.
Ma prima di arrivare a conclusioni affrettate contiamo fino a 10 e ripercorriamo insieme le origini, il boom e l'evoluzione di questo must-have: se non avremo il coraggio di farlo entrare ancora nel nostro armadio, avremo almeno percorso un delizioso viaggio tra i trash-ricordi più belli che ogni millennial non potrà mai rimuovere dal suo vissuto adolescenziale.
Le origini: dagli anni '60 a Kate Moss e Madonna
La vita bassa compare in realtà molto prima del 2000. Le prime avvisaglie del punto vita che scende le troviamo già a fine anni '60, inizio '70 addosso alle più grandi icone musicali dell'epoca, da Janis Joplin a Jane Birkin; nomi legati a una nuova libertà espressiva a livello artistico e anche in fatto di stile.
Da sinistra: una locandina dell'epoca - Jane Birkin nel 1966. Credits Pinterest/Getty Images
Dopo un periodo fortunato, il trend scompare fino ai primi anni '90. Non è ancora il momento dei Duemila, e la vita bassa fa capolino su Madonna, che appare sul palco con addome a vista e pantaloni più bassi rispetto agli anni precedenti, e nel 1993 su una giovane Kate Moss ritratta sulla copertina della rivista The Face con un paio di jeans insoliti per un'epoca fatta di quei modelli alti in vita, che tutto facevano tranne mostrare della pelle nuda.
Da sinistra: Kate Moss sulla copertina della rivista The Face - Madonna live a Wembley nel 1990. Credits Getty Images
Un caso? No, non diremmo. A metà anni '90 mostrare l'ombelico e spostare l'altezza di gonne a tubo e pantaloni un po' più giù diventa l'assoluta normalità.
Da sinistra: Madonna, fine anni '90. Credits Getty Images
Da questo momento l'ascesa anzi, la discesa del punto vita diventa inarrestabile: chi ha conosciuto da vicino il trend e lo ha indossato nei primi anni 2000 ricorderà, verso l'arrivo del nuovo millennio, girl band come le TLC, popstar emergenti come una tale, dolcissima ragazza americana di nome Britney Spears, indossare pantaloni ampi e bassi, abbinati spesso e volentieri a microtop e magliette cortissime.
Dall'alto: le TLC, e Britney Spears in due ritratti di fine anni '90. Credits Getty Images
Il boom: Britney, Xtina e le altre trendsetter
Ma quello che avete visto finora non è nulla, forse neanche un assaggio di quello che sarebbe accaduto negli anni successivi: tra il 2000 e il 2005 qualsiasi modello di jeans, pantalone, gonna mini o maxi che sia, è caratterizzato da un punto vita che sarebbe meglio ridefinire "punto fianco", visto che era difficle andassero più su di lì.
La distanza tra il cavallo e il bottone di chiusura, lo dice addirittura Wikipedia neanche fosse un fatto storico da imprimere sui libri di scuola, scende dai regolari 30 cm a 10 cm, spesso scarsi.
Da sinistra: Pink - Gwen Stefani - Christina Aguilera. Credits Getty Images
Christina Aguilera, nei panni del suo alterego Xtina, e Britney Spears, ma anche Mischa Barton (non solo quando vestiva i panni di Marissa Cooper); e lei, l'immancabile Paris Hilton: minimo comune denominatore un metro di addome a vista e una vita bassissima.
Da sinistra: Christina Aguilera - Britney Spears - Mischa Barton. Sotto: Christina Aguilera - Paris Hilton. Credits Getty Images
La cosa curiosa di quegli anni è che anche quando un look comprendeva dei maxi top o degli abiti, quindi niente jeans e pancia in vista, il punto vita o il semplice dettaglio di una cintura a contrasto era sempre e comunque a vita bassa!
Da sinistra: Kate Hudson e Lindsay Lohan nel 2004. Credits Getty Images
La vita bassa versione '22
Com'è possibile vi chiederete, tornare indietro a questa estetica per anni rinnegata e ritenuta trash? Bè, c'è chi dice che dalla storia alla fine non si impara ma che si finisce spesso per commettere nuovamente gli stessi errori quindi... eccoci 20 e qualcosa anni dopo a fare i conti con uno dei trend più spinosi.
L'avrete visto ovunque in queste ultime settimane, soprattutto sulle copertine dei principali magazine di moda, addosso a celebrities e influencer: il completo della collezione Spring-Summer 2022 di Miu Miu è diventato il pezzo del momento, con una minigonna a vita bassissima.
Ma la vita bassa è al centro di tutta la collezione di Miuccia Prada e Raf Simons (anche di quella AI 2022-23), è esaltata in ogni abbinamento e tutto questo successo non era certo difficile da prevedere.
L'estetica oggi è forte, provocatoria, portata agli estremi anche con curiosi esperimenti di stile, come quelli intrapresi ultimamente da Julia Fox, una delle più grandi fan della vita bassa.
Da sinistra: due look di Julia Fox. Credits Getty Images
La cosa che rende speciale però questo grande ritorno, è il fatto che si fa strada in un mondo che ha subito qualche cambiamento: se negli anni 2000 la vita bassa era per poche, per quelle se la sentivano di competere con i modelli che venivano propinati a mezzo stampa, con le Britney e Christina della situazione, fatte tutte di addomi piatti meglio se corredati da un delizioso piercing all'ombelico, e da fianchi spigolosi opportunamente evidenziati.
Oggi l'approccio è molto diverso, il trend è dedicato a tutte anzi, si è fatto portavoce di quella body positivity di cui sentiamo tanto parlare e che, lentamente e non senza difficoltà (perché c'è ancora chi alla tentazione di commentare e giudicare non riesce proprio a resistere) riusciamo ad ammirare intorno a noi. La vita bassa 20 anni dopo? Un simbolo di libertà al quale, se ci piace, non dobbiamo assolutamente rinunciare.
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