Fotogallery Nicolas Ghesquière da Louis Vuitton: sì o no?
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Nicolas Guesquière da Louis Vuitton: sì o no?
Si rincorrono voci discordanti sulla futura direzione creativa di Louis Vuitton . Il livello di trepidazione si è accresciuto nelle ultime ore, quando in molti hanno dato come sicura la successione di Nicolas Ghesquière, il più favorito negli umori e nelle simpatie degli addetti ai lavori. Molti, eccetto Bernard Arnault (Presidente e CEO, gruppo LVMH), che si è limitato a confermare la dipartita di Marc Jacobs e ha anzi smentito formalmente i pettegolezzi del web. Su Nicolas peserebbero ancora le vicende giudiziarie che l'hanno opposto al gruppo Kering, proprietario di quel marchio Balenciaga che ha diretto dal 1997 fino alla risoluzione del contratto nel novembre del 2012. A scatenare le ire degli ex-datori di lavoro, vale la pena di ricordarlo, la scomoda confessione che il designer avrebbe rilasciato alcuni mesi più tardi al magazine System . Un atto d'accusa sulle ragioni dell'improvvisa rottura, presto citato in causa per avere infranto la norma di riservatezza.
Tra le righe di quella denuncia un campanello di allarme per tutti i giganti del lusso. «Più si vende, più è difficile convincere la gente che si tratta di qualcosa di esclusivo». Nella competizione spietata con la moda della grande distribuzione ecco la smania di accelerare l'offerta, l'avvicendarsi di sei collezioni l'anno condite da edizioni limitate e collaborazioni speciali, il tracollo fisico e spirituale che segna la creatività e talvolta la stronca nel dramma (come nel caso di Alexander McQueen, John Galliano, Christophe Decarnin). Lo ha rilevato Suzy Menkes con l'acutezza della sua indagine, e ce lo confermano in qualche modo le attese febbrili che accompagnano ogni cambio al vertice.
Le ultime settimane, del resto, sono state interessate da acquisizioni di rilievo. LVMH si è assicurata la quota di maggioranza di Nicholas Kirkwood e ha nominato Jonathan Anderson da Loewe. François Pinault in tutta risposta ha puntato su Altuzarra. Alcuni, i più idealisti, potranno leggervi una generosa scommessa sul talento dei giovani e sul potenziamento di marchi recenti. Ma si fa strada il sospetto che l'ansia di diversificare il portafoglio non sia altro che una strategia di difesa. Il tentativo di suggerire il brivido del nuovo in una clientela sempre più attirata da altri scenari e la voglia di esorcizzare un meccanismo che sembra incepparsi sempre di più.
A farne le spese, con modalità e tempi diversi, è stato lo stesso Nicolas. Lui ha un fiuto naturale per gli accessori che sbancano nelle vendite, sa dominare la scena come una star avvezza ai riflettori, e disegna con la mano dei più geniali creatori di moda. Sarebbe perfetto per Louis Vuitton.
Peccato solo per quel suo vizio di rilasciare interviste.
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