Genderless fashion: quando la moda sfida gli stereotipi di genere

GUCCI - Runway - Milan Collections Men SS16GUCCI - Runway - Milan Collections Men SS16
Dall'invenzione della tuta alle prime collezioni unisex, ecco come la moda ha sfidato nel tempo stereotipi e categorizzazioni.

«La moda dovrebbe essere senza genere. Il modo in cui ti vesti è il modo in cui ti senti, il modo in cui vivi, ciò che leggi, le tue scelte».
Una riflessione quanto mai attuale quella che Alessandro Michele, direttore creativo di Gucci, porta avanti sin dal suo esordio nel gennaio 2015 al timone del marchio fiorentino, dopo l’uscita di scena di Frida Giannini.

A cinque anni da quella prima sfilata - la Fall Winter Uomo 2015 preparata a tempo di record, pochi giorni prima della Fashion Week - la tematica genderless continua a trovare sempre più spazio all’interno dell’ambito moda.

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(Nella foto: Sfilata Gucci Fall Winter 2015-16. Credits: Getty Images)

Lo dimostrano le numerosissime griffe e fashion houses che nel corso delle ultime stagioni hanno fatto della fluidità di genere il punto di partenza per la costruzione delle proprie collezioni. L’ultima in ordine di tempo è quella lanciata recentemente da Stella McCartney, “Shared”: una linea di pezzi unisex pensata in un’ottica di guardaroba condiviso - “shared” appunto - che interpreta «l'innata necessità di essere connessi con le future generazioni».

A giocare un ruolo fondamentale sono proprio i ragazzi e le ragazze di oggi - la cosiddetta Generazione Z - molto poco inclini a categorizzazioni e modelli di genere precostituiti. Non a caso, anche i colossi del fast fashion si sono adeguati per stare al passo, aggiungendo proposte ad hoc concepite per essere indossate indifferentemente da lei e lui, ma anche da chi non si riconosce in un’identità sessuale binaria.

 

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(Nella foto: La collezione Billie Eilish x Bershka. Credits: bershka.com)

Esempio ne sono i capi della linea Denim Wo(Man) di Zara o quelli dell’ultima collezione siglata da Billie Eilish e Bershka composta da pezzi basic e oversize, gli stessi che vediamo spesso indosso alla cantante e icona della Gen Z. Che tiene a specificare: «Indosso quello che mi va di indossare. Non ho regole prestabilite».

Il realtà l’interesse verso il genderless ha radici lontane e sono diversi i momenti in cui la moda ha sfidato gli stereotipi di genere. 

La tuta, il primo capo “senza sesso” della storia del costume contemporaneo

Un unico pezzo di tessuto tagliato a T, sette bottoni, una cintura e poche cuciture. Queste le caratteristiche di quello che può essere considerato il primo capo unisex della storia del costume contemporaneo: la tuta. Creata nel 1919 dall’artista futurista Ernesto Michaelles - in arte Thayaht - come “abito universale” con l’intento rivoluzionario di andare contro schemi prefissati e pregiudizi, ottiene persino una pubblicazione su “La Nazione”. Il giornale fiorentino inserì nelle edizioni del 17 giugno e del 2 luglio del 1920 le istruzioni e il cartamodello per permettere a chiunque di poterla confezionare con le proprie mani. «Tuta la gente sarà in tuta», profetizzerà l’artista, giocando con l’etimologia del termine da lui stesso coniato.

 

Jacques Esterel e la prima gonna da uomo

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«Per fare couture bisogna avere il coraggio di osare». Ne è sempre stato fermamente convinto il poliedrico stilista francese Jacques Esterel, ricordato, tra le altre cose, per aver disegnato l’abito da sposa di Brigitte Bardot nel 1959, ma soprattutto per il suo approccio alla moda estremamente avanguardista. Basti pensare alle sue presentazioni, degli show a tutti gli effetti in bilico tra moda, poesia e spettacolo dove poteva succedere di tutto. Anche di veder sfilare una serie di modelle con la testa completamente rasata, come accadde nel 1964. «Volevo provare a dare risalto al viso in modo nuovo», questa la dichiarazione del couturier, che qualche anno dopo introdurrà nelle sue collezioni gonne da uomo e capi d’abbigliamento in jersey unisex.

(Nella foto: Collezione Jacques Esterel 1966. Credits: Getty Images)

Vivienne Westwood, la musa del punk

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Antesignana della contaminazione tra generi, l’eccentrica stilista inglese ha dato voce con i suoi capi controcorrente al punk così come lo conosciamo, capovolgendo le idee convenzionali. Dalle prime creazioni - vendute negli anni ‘70 nella sua boutique di Londra, al civico 430 di King’s Road - fino alle vere e proprie collezioni (un connubio di citazioni storiche, sperimentazioni sartoriali e inediti dettagli) portate in passerella a partire dall’inizio degli anni ‘80, Vivienne Westwood ha modificato radicalmente il modo in cui la gente percepisce la moda.

(Nella foto: uno scatto della prima collezione disegnata dalla stilista, la Fall Winter 1981-82 dal titolo "Pirates", con la quale lancia il look "New Romantic". Credits: Getty Images) 

Jean Paul Gaultier, l'Enfant Terrible che ha infranto cliché e categorizzazioni

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Da sempre portato a infrangere le regole, l’Enfant Terrible della moda francese - che ha dato il suo addio alle passerelle lo scorso gennaio con uno show che rimarrà negli annali - ha manifestato costantemente nel corso della sua carriera la volontà di andare oltre le categorizzazioni, rompendo cliché e confini tra i sessi, le razze, la sessualità. Tra le collezioni che hanno destato più scalpore, quella del 1988 intitolata “Un guardaroba per due”, un attacco tutt’altro che velato al guardaroba dei due sessi, parodiato attraverso busti con stecche a vista e smoking da donna, camicie da uomo dalle texture evanescenti e boxer indossati al posto degli shorts.

(Nella foto: Sfilata Spring Summer 1985 "Un guardaroba per due". Credits: Getty Images) 

I “maestri” giapponesi

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«Quando ho iniziato a disegnare, volevo realizzare abiti da uomo per le donne. Mi chiedo sempre chi abbia deciso che dovessero esserci differenze nell'abbigliamento di uomini e donne. Forse lo hanno deciso gli uomini». Ad affermarlo è Yohji Yamamoto nel 1983 - a pochi anni di distanza dal suo debutto a Parigi - durante un’intervista. Il designer nipponico annoverato dalla rivista i-D tra i creatori di moda più importanti e autorevoli della scena attuale, resta ancora oggi uno dei fermi promotori del gender neutral, insieme a due autorevoli colleghi: Rei Kawakubo, sua compagna degli esordi e fondatrice del brand Comme des Garçons (che con le sue creazioni concettuali ha sempre messo in discussione le idee della civiltà occidentale in merito alla forma del corpo e alla discriminazione sessuale) e Issey Miyake tra i primi stilisti giapponesi a presentare le proprie collezioni sulle passerelle europee, nel 1973. Miyake è anche il primo che ha “applicato” le nozioni dell’abbigliamento giapponese alle linee occidentali, come il concetto di taglia universale.

(Nella foto: Sfilata Yohji Yamamoto Fall/Winter 2020/2021. Credits: Getty Images)

Genderless contemporaneo: non solo Gucci

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(Nella foto: Sfilata Maison Margiela Spring Summer 2020. Credits: Getty Images)

Lo abbiamo detto all’inizio: sono sempre più numerosi i brand e le griffes che nel corso degli ultimi anni hanno messo al centro delle proprie collezioni la tematica della fluidità di genere. Tra questi c’è il controverso e geniale John Galliano, dal 2014 alla direzione di Maison Margiela che stagione dopo stagione ha assottigliato sempre di più il confine tra generi fino ad annullarlo. Lo stilista non si è limitato a lavorare sull’abbigliamento e ha lanciato la scorsa primavera “Snatched”, una borsa genderless che rende omaggio al gergo della nuova generazione e ai valori di diversità e inclusività: «Non ci sono regole. Sei tu a scrivere la tua storia».

A condividere il suo pensiero è l’inglese Jonathan Anderson, fondatore del brand J.W. Anderson che sin dagli esordi, nel 2008, non ha mai mostrato molto interesse per il divario tra l'abbigliamento maschile e quello femminile. «I vestiti sono solo vestiti. Chiunque può indossarli». A spingerlo a introdurre una linea femminile accanto al menswear sono state proprio le donne che compravano i suoi capi dallo stile rilassato già in tempi “non sospetti”.
E che dire di Stefano Pilati e delle sue Random Identities, la linea di abbigliamento agender e aseasonal lanciata su Instagram nel 2017? Come ha affermato lo stesso designer, «Random rappresenta la casualità dell’esistenza, e Identities è la risposta a quella casualità. I due termini definiscono lo spazio in cui le persone possono identificarsi non con i trend, ma con la personalità, la funzione, la qualità e il design». L’ultima collezione, che include scarpe e stivali con tacco realizzati in collaborazione con Birkenstock e con il brand di sportswear cinese Li-Ning è stata presentata a Pitti Uomo 2020.

Ma l'edizione invernale del salone fiorentino ha visto protagonista anche Telfar Clemens, brand newyorkese amatissimo dai fashion insider che si è aggiudicato nel 2017 il prestigioso CFDA award (l’ambìto premio assegnato ogni anno dal Council of fashion designers of America), noto soprattutto per le sue borse che in tempi recenti hanno raccolto una foltissima schiera di addicted. In realtà si tratta di un marchio che da oltre 15 anni porta avanti un concetto di moda inclusivo e democratico, ben rappresentato dallo slogan "It's not for you, it's for everyone"

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Maglioni Fair Isle: i più belli da puntare quest'inverno (+ qualche idea su come abbinarli in modo chic)

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I maglioni Fair Isle tornano a conquistare il guardaroba invernale. Scoprite nella nostra mini selezione i modelli più belli da regalarsi ASAP.

Arriva dicembre e, puntualmente, gli Ugly Christmas sweaters tornano a fare capolino nel nostro guardaroba, ma c’è un altro capo che possiamo scegliere per entrare a pieno nel mood delle feste.

Parliamo dei maglioni Fair Isle: quei modelli in stile nordico, realizzati con un’antica tecnica di lavorazione a maglia, che si distinguono per i loro motivi geometrici multicolor. Un’alternativa sicuramente meno divertente e spiritosa, ma di certo molto più versatile.

Eh sì, perché come ci dimostrano quotidianamente le trend setter, i maglioni Fair Isle si prestano a infinite possibilità di styling e a differenza dei pullover natalizi possono essere sfruttati con più facilità anche dopo la fine delle feste.

Che siano modelli girocollo o a collo alto, anche solo abbinati a un paio di jeans dal fondo leggermente svasato e a delle pumps con il tacco possono diventare degli ottimi partner in crime anche in quelle occasioni che richiedono look stilosi e ricercati.

Ma per dare vita a mise ancora più confortevoli e calde, si possono provare, ad esempio, anche con dei pantaloni a gamba ampia, con degli stivaletti con il tacco largo, insieme a un paio di guanti in pelle e magari a qualche altro accessorio in maglia.

E se vi state chiedendo quali sono i modelli più belli da regalarsi adesso e sfruttare fino alla fine dell’inverno, non temete, abbiamo selezionato noi alcuni dei maglioni Fair Isle più trendy che si trovano adesso in circolazione.

In lana o in cashmere, dai colori neutri e delicati o dalle fantasie più accese: ecco una mini selezione di proposte a cui non saprete resistere.

Maglioni Fair Isle: 7 modelli da aggiungere alla shopping list

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MASSIMO DUTTI Maglione Fair Isle girocollo 

Credits: massimodutti.net

Zara

ZARA Maglia jacquard con scollo tondo

Credits: zara.com

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VERONICA BEARD Maglione Fair Isle in misto lana

Credits: mytheresa.com

Mango

MANGO Pullover jacquard con collo rotondo

Credits: shop.mango.com

Maje

MAJE Maglione Fair Isle a collo alto

Credits: it.maje.com

Levi’s

LEVI’S Maglione girocollo con motivo Fair Isle

Credits: levi.com

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POLO RALPH LAUREN Pullover girocollo in lana e cashmere

Credits: mytheresa.com

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"IN & OUT": 6 trend da lasciare nel 2025 e 6 da tenere d’occhio nel 2026

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Anno nuovo, nuove tendenze: scoprite quali sono i 6 trend del 2025 da salutare nel 2026 e con cosa li andremo a rimpiazzare

Avete presente il detto "anno nuovo, vita nuova"? Esprime un concetto che certamente possiamo applicare con facilità al guardaroba, luogo che spesso subisce, durante l'anno, diverse modifiche sull'onda di trend più o meno passeggeri.

Al giorno d'oggi infatti, epoca densa di stimoli provenienti da ogni dove, capita di innamorarsi di capi, accessori, forme e fantasie che si rivelano purtroppo destinati ad avere vita breve.

Nel 2025 ne abbiamo visti trionfare parecchi, dalle ballerine in rete ai pois, passando per l'egemonia del colore bordeaux e il dilagare dei pantaloni a palazzo.

Che ne sarà di questi must-have durante il prossimo anno? Scopritelo subito: date un'occhiata ai nostri in&out, ovvero ai 6 trend del 2025 che saluteremo per accoglierne altrettanti di nuovi e in linea con le passerelle Primavera-Estate 2026.

1. Monocromo vs Color Block

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Iniziamo con un tocco di colore, anzi con più di uno, perché il 2026 ci suggerisce di lasciare il monocromo dalla testa ai piedi per accedere il look con un delizioso effetti color block, ovvero a blocchi di colore. Un mix da realizzare con capi diversi o scegliendo fantasie molto definite e sfruttando anche gli accessori come scarpe e borse.


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Abito lungo senza maniche, H&M.
Credits: hm.com

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Vestito color block in cotone, OLTRE.
Credits: Oltre.com

2. Bordeaux vs Rosso

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Restiamo in tema colore con una nuance che ha dominato la scena negli ultimi 12 mesi (e forse più), il bordeaux. Colore raffinato e sempre piacevole, lascerà però il passo al rosso che già stiamo gustando sulle passerelle e sui look street style che spopolano sui social.


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Borsa Valérie piccola, JACQUEMUS.
Credits: Jacquemus.com

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Borsa Fendi Spy Mini in pelle, FENDI.
Credits: Fendi.com

3. Pois vs Principe di Galles

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Dai colori passiamo alle fantasie. I pois sono un grande classico che va e viene, forse non passando mai veramente di moda. Nel 2025 li abbiamo visti in tutte le salse e per il 2026 ci prepariamo a sostituirli con un pattern più formale e maschile, il Principe di Galles. Più misurato e forse serioso, conquisterà non solo capispalla e completi ma anche capi meno tradizionali, come ad esempio una jumpsuit.

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Tuta a pois, MANGO.
Credits: Mango.com

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Tuta con motivo a quadri Principe di Galles, NORMA KAMALI.
Credits: Mytheresa.com

4. Ballerine in rete vs "Sneakerine"

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Alaïa le ha lanciate e tutti, diciamolo, le hanno copiate a ruota: le ballerine in rete sono state un pezzo significativo di questo ultimo anno ma, come spesso accade per i trend più spammati, non saranno più uno dei pezzi più in voga durante il 2026.

Al posto loro, forse lo troverete strano, arrivano delle sneakers. A una seconda occhiata potete capire perché: con le ballerine queste "sneakerine" (il modello firmato Louis Vuitton porta proprio questo nome) condividono la leggerezza nella forma e nella calzata.

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Ballerine Fishnet, ALAÏA.
Credits: Mytheresa.com

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Calzatura Sneakerina scamosciata con elementi in Monogram, LOUIS VUITTON.
Credits: Louisvuitton.com

5. Pantaloni palazzo vs Balloon pants

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«Certi amori non finisco, fanno dei giri immensi e poi ritornano» canta Antonello Venditti: anche il vostro amore per i pantaloni a palazzo forse non finirà, ma andrà a farsi un giro altrove lasciando lo spazio a un modello nuovo e del tutto diverso.

Quale? Il modello balloon, ovvero a palloncino sul fondo, che può essere elasticato o dotato di coulisse.

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Pantaloni a palazzo in lana, WEEKEND MAX MARA.
Credits: Weekendmaxmara.com

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Pantaloni balloon effetto pelle, PINKO.
Credits: Pinko.com

6. Blazer oversize vs Blazer cropped

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Chiudiamo la rassegna con un pezzo ormai di casa in molti guardaroba, il blazer oversize. Quello con le spalline, le maniche, insomma tutto abbondante. Ecco vi è piaciuto, lo avete indossato (anche se non è esattamente il capo più "donante") e ora vi appresterete a salutarlo, per sostuirlo – ironia della sorte – con una versione agli antipodi.

Il nuovo blazer del 2026 sarà cropped, ovvero corto in linea con la vita o al massimo con la parte alta del fianco, e anche abbastanza giusto in fatto di linea e taglia.

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Blazer oversize boxy fit Bea, THE FRANKIE SHOP.
Credits: Luisaviaroma.com

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Blazer cropped doppiopetto con frange applicate, SISLEY.
Credits: Sisley.com

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I 10 fashion moments che non dimenticheremo di questo 2025

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Debutti, addii, novità e tormentoni virali: ecco quali sono i dieci momenti-moda che non dimenticheremo di questo 2025

In un mondo dinamico come quello della moda, riassumere un anno di avvenimenti selezionandone appena dieci di memorabili non è impresa facile. Per tirare le somme di questo 2025 e prepararci ad accogliere un nuovo anno però, abbiamo fatto un viaggio a ritroso nei dodici mesi appena trascorsi per rivivere quelli che sono stati effettivamente i momenti che difficilmente potremo dimenticare.

L'anno che stiamo per salutare ci ha dato tanto e, per certi versi, tolto altrettanto. Un anno fatto di attesi debutti alla direzione creativa di grandi brand, ma anche di addii a posizioni di altrettanto rilievo oltre che a personalità che hanno disegnato in modo indelebile il fashion system.

Tra acquisizioni inaspettate (e che avremmo definito improbabili) e trailer che anticipano un 2026 non privo di adrenalina, scoprite con noi quali sono i 10 momenti che hanno definito il mondo della moda nel 2025 e che non smetteremo di ricordare.


I dieci momenti moda indimenticabili di questo 2025

1. Il trailer de Il diavolo veste Prada 2

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Iniziamo da uno momento destinato a figurare tra i più memorabili del 2026, l'uscita del sequel de Il Diavolo veste Prada. Il nuovo film, in uscita il 1° maggio in Italia, è stato anticipato da un primo trailer che non è certo passato inosservato e che ha visto prendere forma quello che, per quasi vent'anni, è stato il desiderio di molti fashion-cinefili: il ritorno di Miranda Priestly e Andy Sachs nei cinema.

2. La Birkin di Jane Birkin protagonista di un'asta da record

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Della Birkin, una delle borse più amate prodotte dalla griffe francese Hermès, se ne parla spesso, ma questa, appartenuta a Jane Birkin – e che rappresenta uno dei primi esemplari mai prodotti – è entrata ancor più di diritto sul podio delle notizie. Il motivo? Essere stata battuta all'asta, organizzata da Sotheby's a una cifra mai vista prima: oltre 10 milioni di dollari.


3. Prada acquista Versace

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Miuccia Prada e Donatella Versace.
Credits: Getty Images

Forse se ce lo avessero detto qualche anno fa non l'avremmo creduto possibile, ebbene il 2025 è stato l'anno in cui Donatella Versace ha lasciato, dopo 28 anni, la direzione creativa del marchio fondato dal fratello Gianni. E non solo: ad acquisirlo, in un'operazione del valore di circa 1,25 miliardi di euro, è stato il Gruppo Prada.


4. Matilde Lucidi, nuova stella delle passerelle

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Matilde Lucidi sulla passerella Primavera-Estate 2026 di Dior.
Credits: Getty Images

La passerella Primavera-Estate 2026 di Dior ha segnato il debutto alla direzione creativa di Jonathan Anderson. E non solo. Perché tra le modelle scelte per l'occasione c'era lei, Matilde Lucidi. Segni particolari? Figlia di Bianca Balti, grande nome italiano delle passerelle. Diciotto anni e attitudine decisamente all'altezza, Matilde è diventata subito uno dei volti del 2025.


5. L'esordio di Demna Gvasalia da Gucci (con un film)

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Da un esordio all'altro, questa volta siamo in casa Gucci con l'approdo di Demna Gvasalia alla direzione creativa. Un inizio, il suo, che ha coinvolto i divi del grande schermo. Demi Moore, Edward Norton, Ed Harris, Elliot Page, Keke Palmer, Alia Shawkat (e molti altri volti celebri) hanno dato vita alla collezione Primavera-Estate 2026 del designer in The Tiger, cortometraggio diretto da Spike Jonze.

6. Julia Roberts e il cardigan-tributo a Luca Guadagnino

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Julia Roberts a Venezia.
Credits: Getty Images

Tra i momenti memorabili entra di diritto anche la Mostra del Cinema di Venezia, ma non per un red carpet che non scorderemo. Il look che rimarrà nelle nostre menti è un look di arrivo: quello indossato da Julia Roberts e caratterizzato da un cardigan con ritratti del regista Luca Guadagnino che l'ha vista come protagonista.

7. Grace Wales Bonner nominata direttrice creativa di Hermès

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Un ritratto della designer Grace Wales Bonner.
Credits: Getty Images

Torniamo in ambito direttori creativi per citare una novità importante che ci ha portato questo 2025: la scelta di Grace Wales Bonner come direttrice creativa della linea uomo di Hermès. La nomina di Wales Bonner, che succede a Véronique Nichanian che ha ricoperto questo ruolo per 37 anni, fa di lei la prima donna afrodiscendente a occuparsi del design di una prestigiosa casa di moda europea.


8. Anna Wintour lascia la direzione di Vogue America

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Anna Wintour, per 37 anni alla direzione dell'edizione americana di Vogue.
Credits: Getty Images

Non solo direttori creativi che lasciano la poltrona: una di quelle più ambite, quella della direttrice di Vogue America, ha visto un cambio inaspettato. Dopo 37 anni nel ruolo, Anna Wintour ha annunciato un passo indietro. Al suo posto (anche se con il ruolo, diverso, di Head of Content e riportando sempre a Wintour) Chloe Malle, volto di una generazione diversa pronta a guidare il celebre magazine verso nuovi orizzonti.

9. Il debutto di Matthieu Blazy da Chanel

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Un'immagine della sfilata Primavera-Estate 2026 di Chanel.
Credits: Getty Images

Da ricordare l'esordio di Matthieu Blazy da Chanel, un momento che segna più di un semplice debutto perché delinea un capitolo nuovo e molto importante per la Maison parigina. Grande successo per la sua prima sfilata, quella Primavera-Estate 2026, che si pone come un nuovo inizio ricco di legami con il passato, ma meno didascalici e più contemporanei.

10. L'addio a Giorgio Armani

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Giorgio Armani in passerella per il finale della sfilata Haute Couture 2023.
Credits: Getty Images

Al primo posto, nella lista delle cose che non dimenticheremo, c'è il fatto che questo 2025 ci ha portato via un uomo che ha dedicato la propria vita alla ricerca del bello e alla moda, divenendone il Re assoluto. Giorgio Armani, ideatore e fondatore dell'omonimo marchio, si è spento il 4 settembre all'età di 91 anni, lasciando spazio a molti tributi che ne hanno omaggiato la grandezza, come l'emozionante sfilata tenutasi a Palazzo Brera durante la Milano Fashion Week e regalandoci cinquant'anni di carriera unici nel loro genere.

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Come abbinare il rosso in questa stagione? 5 idee da Instagram (perfette per le feste e non solo)

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Avete una passione per questo colore ma non sapete mai come indossarlo al meglio? Ecco 5 idee su come abbinare il rosso in modo impeccabile.

Non solo a Natale, il rosso è il colore perfetto per rendere un po' più speciali anche i look quotidiani.

Certo, ciò non toglie che sia la nuance ideale per questi giorni di festa, ma limitarlo al solo periodo natalizio sarebbe un vero peccato.

Ma c'è un "però": seppur glamour e affascinante, questo colore può risultare difficile da portare ed è proprio per questo che sapere come abbinare il rosso può rivelarsi fondamentale per riuscire a valorizzarlo al meglio, anche nella vita di tutti i giorni.

E chi meglio delle trend setter può aiutarci a trovare gli spunti giusti e a scovare nuovi abbinamenti ad altissimo tasso di glamour da copiare alla prima occasione!

Noi scorrendo il nostro feed di Instagram abbiamo già trovato 5 idee interessanti su come indossare alla perfezione questo colore. Ecco 5 abbinamenti super da provare adesso o anche dopo la fine della stagione delle feste.

5 idee da Instagram su come abbinare il rosso

Il modo più furbo per indossare il rosso e ottenere un look da 10 e lode senza bisogno di impegnarsi troppo è uno solo: indossarlo con il nero. E anche un semplice outfit come questo, composto da mini abito in maglia rosso, stivali neri al ginocchio e mini bag coordinata, può diventare la scelta ideale persino in questi giorni di festa, non credete?

Una combo dal successo assicurato? Il mix “rosso + grigio” regala sempre grandi soddisfazioni e difficilmente ci stanca. Specialmente nelle giornate più fredde, serve solo un maglione rosso a collo alto, da portare con una gonna midi grigia in lana e degli stivaletti neri, per ottenere una mise comoda, calda e super stilosa.

Un altro abbinamento con cui non si sbaglia mai è quello che vuole il rosso abbinato al beige. E basta un maglione beige con lavorazione a trecce, una gonna midi rossa a stampa check e degli stivali al ginocchio marroni per avere un look versatile e adatto a ogni impegno in agenda.

Un’altra idea su come abbinare il rosso quest’inverno? Indossate una semplice maglia total red con un paio di pantaloni in velluto bordeaux e dei mocassini dello stesso colore: comfort e stile saranno garantiti h24.

E provate a indossare un lupetto rosso con una gonna in pelle marrone e delle Mary Jane argentate. Anche se a prima vista questo mix può sembrare un po’ azzardato, in realtà non è niente male e merita sicuramente una chance.