L'invasione belga alla London Fashion Week
Fotogallery L’invasione belga alla London Fashion Week
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Tra l’eccessivo stile eccentrico inglese, fatto di colori fluo, maglieria psichedelica e abiti di plastica, è quasi sorprendente riuscire a trovare un po’ di pace per gli occhi nello showroom belga, che con il suo minimalismo contemporaneo, è un’oasi che si distingue nel panorama della fashion week londinese.
Il Belgio, un piccolo paese ma con identità ben definite, si è affermato nell’industria della moda attraverso stilisti quali Dries Van Noten, Martin Margiela e i restanti del gruppo chiamato i 6 di Anversa, che nel 1985 rivoluzionarono il modo di percepire la moda. Linee asimmetriche, look androgini, capi che possono facilmente essere mixati tra loro, tagli, colori e tessuti puri, questi i tratti distintivi del design belga.
A Londra, il Flanders Fashion Institute, presenta il lavoro di 4 promettenti giovani designer che sono già affermati nell’estremo oriente. Non sorprende quindi che l’ispirazione per il marchio a. Knackfuss siano gli origami giapponesi e la storia di Dako, una bambina di 7 anni che ne creò più di 1000 in soli due mesi. “Il pezzo che simboleggia al meglio la collezione è una calda maglia in lana sulla quale sono stati applicati infiniti pezzi di stoffa che ricordano proprio le miniature in carta dell’arte giapponese” ci racconta la stilista. Da abbinare a eteree bluse che sembrano dipinte da acquarelli nei toni del blu e del giallo e verde acido e capi spalla monocromo, come cappe, giacche e pantaloni dal taglio comodo.
L’ispirazione arriva dalle terre nipponiche anche per Niels Peeraer, che ci ha raccontato: “Le mie creazioni, sono copricapi in pelle che ricordano le acconciature delle geishe e piccoli zainetti che prendono spunto dalle cinte “obi” del vestito tradizionale”. Accessori originali e realizzati con estrema attenzione al dettaglio e materiali di qualità.
Cedric Jacquemyn porta a Londra invece i frutti di un lavoro concettuale molto complesso, il terzo ciclo di una riflessione sul futuro. Lo stilista ci racconta che “l’ultima collezione è ispirata al cambiamento, inteso nella sua accezione positiva di rigenerazione dopo l’annullamento della realtà come la conosciamo”. Nonostante l’ispirazione aulica, la collezione pensata per un cliente maschile ma destinata anche alle donne che preferiscono un look androgino, è estremamente portabile. I capi si discostano poco dal grigio, l’antracite ed il nero e si accordano alla visione dark dello stilista.
In ingegneria, il triangolo è tra le forme più usate, in quanto indeformabile. Ed adesso è l’elemento portante anche delle collezioni di moda, come quella di Sofie Claes, che lo incorpora in maglie di cotone felpato e giacche. “ Ho scelto il grigio e bianco per abiti in bouclé per riprendere la texture delle opere dei pittori suprematisti, come “quadrato nero” ci racconta la stilista “che riprendo anche negli accessori, con queste borse strutturate come una croce, spesso raffigurate dall’artista Kazimir Malevič”. Il mondo dell’arte incontra ancora una volta quello militare nell’attento lavoro è stato riservato agli accessori, dove compaiono targhette, proiettili e di nuovo anche il triangolo. Puri, in semplice argento, le creazioni di sofie, sono degli show stopper.
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