Grace Coddington: una lezione che fa bene alla moda
Dopo 28 anni Grace Coddington lascia la direzione creativa di Vogue. Un cambio della guardia che coinvolgerà anche Anna Wintour? Tra i tanti scenari possibili resta il lascito di una delle figure più influenti della moda. Scoprite con noi perché
Grace Coddington
...
Più di centociquantamila seguaci su Instagram, a fronte di una trentina di post- e nessun profilo degno di essere seguito per ricambiare la cortesia, si capisce. La prima edizione del suo libro- Grace: Thirty years of Fashion at Vogue (rieditata da Phaidon qualche mese fa), si recupera online per poco meno di mille euro. Grace Coddington è un'icona assoluta. Non solo per la chioma ramata e la pelle tanto bianca da sembrare trasparente. Non solo perché resta una delle figure più longeve in uno scenario agitato da scosse telluriche come la moda recente.
L'ormai ex-direttrice creativa di Vogue America, braccio destro di Anna Wintour e di fatto la seconda donna al mondo più temuta dai designer, resta soprattutto un esempio da seguire per gli addetti ai lavori e per chiunque aspiri a diventarlo. Lei forse direbbe, anzi l'ha detto, che non ha niente da insegnare a nessuno. Eppure più volte ha sostenuto due verità fondamentali. La prima è che il lavoro di squadra trascende l'individualismo e annulla le gerarchie, sul set come nella vita. La seconda è che ci vogliono cuore e occhi sempre aperti per comunicare la magia di una collezione, di un accessorio, di un mood. Di quelli che non sono solo abiti ma qualcosa di più.
« Sogno molto? Sogno della moda? No, sogno soprattutto gatti »
Mai addormentarsi in macchina, le diceva infatti Norman Parkinson, guarda fuori dal finestrino e prendi ispirazione. E lei ha dato retta all'amico fotografo, uno dei tanti nomi eccellenti con cui ha maturato la sua estetica e fondato l'immaginario della rivista. Una sensibilità europea, romantica e colta, con larghe concessioni alla sperimentazione. «Sono molti i pazzi nel nostro lavoro. Ci sono anche quelli sani di mente, ma basta estirparli alla radice». Quasi un motto. Un'attitudine che le ha permesso di valorizzare la creatività dei disegnatori di moda americani e di erodere il monopolio di Parigi e Milano, come una volta le ha riconosciuto Calvin Klein.
Poco importa se ora è il momento delle congetture. Se la sua uscita di scena, mascherata con la formula di un ruolo dimesso all'interno dell'azienda, faccia da preludio a quella di Anna. Grace Coddington lascia un'eredità. Ci ricorda che per essere qualcuno nel settore non si può prescindere da una visione, da una fedeltà a se stessi che non esclude il proprio vissuto. «Sogno molto? Sogno della moda? No, sogno soprattutto gatti». Lei, che fino al clamoroso The September Issue era sconosciuta al grande pubblico e anche in questo ha molto da dirci: il successo è un bene fragile e ama esporsi; il potere resta dietro le quinte e dura a lungo. Anche mezzo secolo, come nel suo caso.
© Riproduzione riservata