Talented youth: Giungla e la melodia dei contrasti
Un nuovo talento della musica tutto da scoprire
Un caos selvaggio, una musica furiosa e al tempo stesso morbida. Parliamo di Emanuela Drei, in arte Giungla, ventottenne emiliana che nel 2016 ha debuttato come solista, dopo essere stata la voce della band rock Heike Has The Giggles e bassista per gli His Clancyness.
La musica di Giungla si focalizza sulla bellezza di quello che in genere viene recepito come ostile. I contrasti sono parte centrale del progetto, dai suoni al modo di presentarsi sul palco.
Siamo andati a conoscerla meglio e con lei abbiamo trascorso un intero pomeriggio, tra foto, chiacchiere e, ovviamente, tantissima musica di sottofondo. Ecco cosa ci ha raccontato e le foto che ne sono uscite.
Lo stile di Giungla
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Giungla è l’alter ego di Emanuela?
No. Non lo vivo come un alter ego, non è un personaggio, ma uno strumento che mi aiuta a fare quello che mi piace, quindi suonare, viaggiare e conoscere persone. Giungla mi fa scoprire cose che non sapevo di me: fino a qualche tempo fa non avrei mai pensato di mettermi sul palco da sola, con la mia chitarra, in contesti tutt’altro che intimi. È semplicemente qualcosa che mi completa.
Prima facevi parte degli Heike Has The Giggles, ora sul palco sei da sola. Hai deciso di cambiare pagina o è un processo di crescita e sperimentazione?
Di crescita, una cosa molto naturale di cui ho sentito il bisogno. Non è stato un voltare pagina, quanto piuttosto un bisogno di guardare a quello che facevo in maniera più ampia.
Il tuo Ep, Camo, ha avuto riscontri molto positivi, sia in Italia che all’estero. Tu come vorresti che venisse recepita la tua musica?
Non vorrei essere banale, ma a me interessa che passi come una cosa vera, profondamente legata a me. Quando ne parlo mi piace usare una parola che ho inventato io, camo-pop, perché è un pop che si mimetizza tra arrangiamenti minimali e suoni distorti.
Come nascono le tue canzoni?
Non ho un metodo, dipende dal pezzo. Il nucleo centrale deve essere dato dalla melodia, che per me è la prima cosa, mi deve rimanere in testa. Se dimentico tutto poco dopo vuol dire che, alla fine, non era affatto una buona idea.
E la melodia come ti viene?
È un processo alquanto strano. Posso essere in macchina, davanti al computer, o anche a letto, poco prima di dormire. Devo ancora scoprire come mai mi succeda.
Anche il tuo modo di presentarti live, con un look molto minimal, è in contrasto con la musica che suoni. È una cosa voluta?
In un certo senso sì. Il mio live è molto minimale, super diretto, e volevo uno stile che rispecchiasse questo aspetto. In più mi piaceva l’idea di poter creare qualcosa di “iconico” e riconoscibile: una silhouette, con la chitarra e i capelli lunghi. Per quanto riguarda la scelta dei vestiti, indosso quelli che mi piacciono.
Cos'è la moda per te?
È il modo in cui si portano i vestiti, indipendentemente dai capi stessi. È l'atteggiamento con cui li indossi a fare la differenza.
A chi pensi?
Trovo molto interessante MØ, che ha fatto di abiti sportivi, magari realizzati con tessuti tecnici propri di chi fa movimento, il suo stile. Ma mi diverte tantissimo anche Grimes, che riesce a indossare vestiti diversi tra loro e coloratissimi… e su questo ho da lavorare ancora molto.
C'è qualche capo che non indosseresti mai? Quello invece che metti sempre in valigia?
Essendo vegetariana, non indosserei mai pellicce vere. La prima cosa che metto in valigia, invece, è una varsity jacket a cui sono molto legata, piena di scritte cinesi. L'ho trovata per caso in un mercatino. In generale mi piace lo street style, anche per suonare, dato che mi muovo molto sul palco.
« È l'atteggiamento con cui indossi gli abiti a fare la differenza. »
Ora cosa succede? So che ci sono delle date importantissime all’estero, cosa ti aspetti da queste?
A gennaio suonerò all’Eurosonic in Olanda, poi a marzo sarò al SXSW in Texas e ad aprile al Canadian Music Week a Toronto. Per me è già bellissimo esserci, se arrivassero anche altri feedback positivi, poi, sarebbe il massimo. Per il futuro mi auguro tante cose e per cose intendo realizzare i classici sogni nel cassetto. Poi migliorare. Migliorare sempre.
Intervista: Sabrina Patilli
Fotografia: Claudia Zalla
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