Talented youth: Joan Thiele, la musicista magnetica
Vi raccontiamo un nuovo talento della musica italiana, tra una domanda e una fotografia
Delicata, intima e al tempo stesso sperimentale, la musica di Joan Thiele è un insieme di tutti gli elementi che compongono la sua vita. Il viaggio, per esempio, la spinge a muoversi in continuazione, a cambiare ed evolversi.
25 anni e una vita frenetica trascorsa tra Londra e Milano, Joan ha scalato le classifiche con Save Me, singolo uscito nel 2016 che precede l'omonimo EP.
Da vicino Alessandra (nome di battesimo) conferma il suo magnetismo: parla dolcemente per far arrivare al destinatario il giusto messaggio. Proprio come con le sue canzoni.
Vi raccontiamo i sogni e lo stile di un nuovo talento della musica italiana.
Joan Thiele
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Chi è Joan Thiele?
Una ragazza che ama immensamente la musica e il ritmo.
Perché proprio la musica?
Perché è un modo estremamente diretto di comunicare. Anche molto naturale, non si può fingere, è una cosa vera.
Leggendo tue interviste in giro, ho notato che il viaggio è uno dei temi di cui parli più spesso.
Non posso vivere senza viaggiare, è una cosa che faccio da quando sono molto piccola, anche perché mio padre vive in Sud America, in Colombia. Mi piace conoscere nuove cose, farmi contaminare.
Anche oggi continui a spostarti?
Sì, vado spesso a Londra, dove ho una casa. È per me una boccata d’aria importante perché lì la musica la respiri per strada.
Quali sono i tuoi posti preferiti a Londra?
Adoro la zona di Bricklane e poi Portobello. Mi intrufolo nei mercatini, cerco in maniera istintiva e poi esco sempre con qualcosa che non mi sarei aspettata di trovare: dischi, vestiti, qualsiasi cosa.
Qual è il periodo storico che esteticamente ti piace di più?
Non ho dubbi, gli anni ’70. La mia icona di stile è sempre stata Robert Plant, sono sempre stata una hippie dentro.
Quanto è importante per te l’immagine che hai sul palco?
Per me l’immagine è importantissima, anche se mi piace mantenere la semplicità. Semplice ma elegante, diciamo. Poi ci sono anche quelle mattine in cui vorrei riempirmi di pailettes.
Come definiresti il tuo stile?
Etnico, legato alla natura e pieno di dettagli. Mi piacciono le frange e riempirmi di anelli.
Qual è il capo che hai nell’armadio a cui tieni di più?
Ho un poncho, una di quelle cose che ho preso in Columbia, lavorato a mano dagli Indios. È stupendo.
« La mia icona di stile è sempre stata Robert Plant, sono sempre stata una hippie dentro. »
Immagino che avrai anche dei marchi che ami particolarmente. Quali sono?
Missoni, Etro e Antonio Marras, trovo che lo stile sardo sia simile, per colori e sensazioni, a quello del Sud America.
Stai lavorando al nuovo disco. Cosa ti ha influenzato maggiormente per la scrittura dei testi?
I viaggi, di nuovo. In particolare un viaggio. Mi piace l’idea che il disco avrà una partenza precisa, ma non una fine. Nasce da un’idea, da un momento particolare e difficile della mia vita. Sono stupita da me stessa, perché mi sono ritrovata senza limiti nell’esplorare mondi.
Negli ultimi anni hai suonato molto in giro, qual è il posto più bello dove sei salita sul palco?
Uno dei festival che ricordo con più amore è il Siren, in Abruzzo. Ho suonato in un giardino stupendo, con vista mare. In generale, poi, ho suonato ovunque anche in posti molto schifosi! Formativo, comunque. Qualche tempo fa ho girato l’Italia in modo hardcore, in quattro su una Lancia. Suonare è la cosa più bella che ci sia, fai di tutto pur di salire su un palco. Oggi è tutto digitale e mi piace l’idea che il live sia un momento unico, finito.
Nel 2016 cos’hai imparato?
Una delle lezioni che mi sono arrivate con più forza è che se semini, raccogli. Anche se poco. Ho poi capito quanto sia importante essere parte di una tribù, composta da famiglia, amici.
E questo 2017 come lo vedi?
Sono in fermento. Mi sono resa conto che ho voglia di godere di più delle emozioni che mi arrivano tutti i giorni. Spesso passano inosservate, invece bisognerebbe fermarsi e viverle di più.
Words by Sabrina Patilli
Production: Sara Moschini
Fotografia: Paolo Colaiocco
Moda: Francesca Crippa
Grooming: Antonia Deffenu
A special thanks to Principe di Savoia Hotel Milano
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