Il nuovo "office style" di St. Vincent conquista Milano


St. Vincent, nome d’arte della polistrumentiesta e cantautrice Annie Clark, ha portato all’Alcatraz di Milano il suo nuovo tour, inaugurato con il lancio dell’acclamato album ‘All Born Screaming’.
Che sarebbero stati una serie di concerti in tutti i sensi ‘caldissimi’ si capiva già dal video del primo singolo uscito ‘Broken Man’ girato assieme al regista Alex Da Corte (e dalla cover dell’album) dove l’artista prende letteralmente fuoco come se le fiamme uscissero direttamente da lei, dalla sua voce e dalla sua chitarra elettrica.
Il video di Broken Man diretto da Alex Da Corte
Il fuoco è effettivamente centrale nel significato dell’album che parla di vita, morte e trasformazione, così come nei visual di questo tour e nello styling dei look che l’artista indossa sia sul palco che nei servizi moda che la stanno vedendo protagonista.
In effetti esiste un vero e proprio ‘book’ con le linee guida da seguire per ogni servizio fotografico e per tutto quello che riguarda l’immaginario legato ai diversi periodi e album. Lo racconta la stessa Clark alla giornalista Lori Majewsky del Los Angeles Magazine, che le ha dedicato la copertina e un bellissimo editoriale ed è davvero interessante notare come la precisione di Clark per la musica torni anche quando la moda entra in campo e come tutto abbia un senso e un significato nel suo mondo.

La cover dell'album di St. Vincent 'All Born Screaming'
Ma non è sempre stato così. Cresciuta negli anni 90, tra grunge e musica indipendente, Clark era convinta che nessuno l'avrebbe presa sul serio se avesse dato troppa importanza alla propria immagine. L'incontro e la collaborazione con David Byrne furono essenziali nel farle cambiare idea e prospettiva. Vedere quanto impegno e dedizione Byrne metteva nel preparare un vero e proprio spettacolo la portarono a voler esplorare anche questo lato di sé e a creare mondi e personaggi sempre nuovi da interpretare.
Il suo album 'Masseduction' che trattava temi come il potere, il sesso, la differenza tra i generi era perfettamente rappresentato dalla scelta del latex e di abiti “costringenti”, difficili sia da indossare (e da togliere) che da portare soprattutto su un palco, e che volontariamente limitavano i movimenti della cantante e puntavano sulla provocazione anche di colori shocking.

St. Vincent in latex per il tour di Masseduction
'Daddy's Home', invece, la vede nei panni di una bionda con ispirazioni anni 70 (rispecchiando le sonorità dell'album stesso) che indossa platform e jumpsuit colorate, mentre canta canzoni sull'essere figlia, sui ruoli familiari e riflette sul role-playing che lei stessa sta portando avanti con St. Vincent da anni.
St. Vincent in look anni 70 per l'album Daddy's Home
Per 'All Born Screaming' la palette colori riflette proprio l’idea delle fiamme che distruggono ma danno anche la possibilità di risorgere dalle ceneri e quindi dal nero al rosso, all’arancione ma anche fino al bianco e al blu, la parte centrale della fiamma.
E poi abiti utility, quasi delle uniformi da ufficio, ma rivisitate per renderle ironicamente sensuali, con lo slip a vita alta a vista (che ricorda i quadri di Balthus) portato sopra le calze e sotto cortissime minigonne. Non mancano i blazer o la camicia bianca abbottonata fino in cima. Una working girl sorprendente, che riesce a elevare anche l'ormai famosa estetica Tik Tok della office siren.

St. Vincent al Fabrique di Milano
E infatti non poteva mancare nei suoi look da palco la regina delle uniformi, Miuccia Prada che l’ha vestita per i suoi concerti a Napa, Los Angeles e New York, ma anche al MOCA Gala davanti a un parterre di artisti e colleghi con un tailleur nero decorato con bottoni argentati e collo bianco. Ma anche Thom Browne, per il quale si è esibita durante una cena privata alla New York Fashion Week, in miniskirt e camicia total white e calze velate nere.

St. Vincent in Prada SS24 a Napa
A Milano, in un Fabrique pieno ed estremamente caloroso, ha optato per una giacca nera portata aperta per mostrare il bra con uno scaldacollo, una minigonna nera, calze nere velate e strappate e ankle boots neri. E ovviamente gli immancabili slip bianchi protagonisti ormai dei suoi famosi stage diving (qui sulla hit New York).
Il fuoco prorompente dei pezzi più rock come Flea e la già citata Broken Man, si affievolisce e diventa tiepido e rassicurante nelle ballad come Violent Times, che ricordano l'intensità di Tori Amos (una delle ispirazioni costanti di Clark) e diventano strazianti quando il fuoco e la musica si spengono, lasciando solo la bellissima, imperfetta, voce di St. Vincent risuonare tra le pareti del locale, dove un pubblico adorante trattiene il respiro per non disturbarla.
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