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Ritrovare se stessi nel cuore di Roma con Sanctum

Ritrovare se stessi nel cuore di Roma con Sanctum

foto di Chiara Da Col Chiara Da Col — 4 Giugno 2024
Cover sanctum roma 2024 desktopCover sanctum roma 2024 mob
Abbiamo provato per voi uno dei retreat di Sanctum, community itinerante che mixa in modo innovativo training moderno e discipline antiche per allenare corpo, mente e spirito

Distaccarsi dal caos cittadino all’interno di una metropoli: sembra un paradosso, ma concedersi il massimo del relax e prendersi cura di sé non richiede necessariamente una fuga verso mete lontane. Almeno per noi, che abbiamo raggiunto in poche ore di treno il centro storico di Roma per vivere un weekend all’insegna della mindfulness con Sanctum, community itinerante che attraverso un metodo di allenamento innovativo punta a prendersi cura di corpo, mente e spirito.

Il tutto con un paio di cuffie alle orecchie, che mentre isolano dal caos esterno stimola il movimento e le emozioni, attraverso basi musicali, registrazioni vocali e suoni coinvolgenti.

Sanctum luuk melisse Roma

Sopra: Luuk Melisse, founder di Sanctum, durante una sequenza dell’ allentamento Sanctum a Roma. Courtesy Press Office.

Creato nel 2020 da Luuk Melisse e Gabriel Olszewski, il metodo Sanctum si può seguire in alcune classi fisse a Londra e Amsterdam (città natale di uno dei fondatori), conta una quindicina di istruttori ma è fortemente caratterizzato da questa voglia di fare community attraverso l’idea del retreat.

Da Ibiza a Dubai fino a Roma, città che ha ospitato una prima edizione nel 2023 e che ha replicato quest’anno, con una full immersion di tre giorni fatta di allenamenti e sessioni di respirazione, passeggiate tra le bellezze della Capitale, unite a momenti conviviali che spingono alla condivisione e alla conoscenza tra i presenti.

Una formula, quella del retreat, si svolge in partnership con Six Senses, catena alberghiera a 5 stelle che porta nel mondo un concetto di hôtellerie luxury ma eco-friendly, attenta alla natura e all’idea di inglobarla nei propri spazi per garantire agli ospiti, dalle dune dell’Oman alle nevi di Courchevel, un’esperienza fortemente connessa con il territorio circostante.

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A Roma, ospiti del nuovissimo Six Senses, primo urban hotel del brand in Italia, che unisce magistralmente design curato da Patricia Urquiola a elementi emblematici della città eterna, come l'esclusiva spa che ripropone lo schema degli antichi bagni romani, ci siamo stati anche noi e abbiamo avuto il piacere di provare il metodo e non solo, anche di farcelo raccontare dal suo fondatore.

Sanctum Roma 2024 2

Un momento dell'allenamento sul rooftop dell'hotel Six Senses di Roma. Courtesy Press Office

Di origini olandesi, non ancora trentenne, Luuk Melisse è un vulcano di idee e di energia, ma al contempo un ragazzo dallo sguardo dolce ed emozionato che, già alla prima occhiata, trasmette la sua grande passione per la cura degli altri, per il benessere fisico e mentale ma senza eccessi o fissazioni, seguendo semplicemente il ritmo delle proprie emozioni.

Luuk, ci racconti cos’è Sanctum e come nasce?

«Sanctum è il movimento mindful che ho creato, per raccontare cos’è parto dal perché l’ho fatto: sono sempre stato legato al mondo della danza e dello sport fin dalla giovane età; mia mamma era una medium, quindi per me l’espressione delle emozioni e del movimento è sempre stata una parte importante della mia vita. Ho voluto creare una community in cui usiamo il movimento, le emozioni e la mindfulness per creare una profonda connessione con noi stessi e con gli altri. Per l’esperienza che ho fatto finora in termini di benessere ho notato che è tutto molto concentrato su di sé, basato sul ricevere ad esempio facendo massaggi o trattamenti, e ho pensato fosse interessante creare un’esperienza di condivisione che allenasse non solo il corpo inteso come fisico ma tre livelli: il fisico, la parte emozionale e quella spirituale».

« Sanctum vuol dire abbracciare le proprie imperfezioni, ciò che ci fanno sentire meno belli o perfetti »

Il metodo è caratterizzato da una sequenza che unisce movimenti di diverse provenienze.

«Si tratta di una sequenza di movimenti basata su un mix tra metodi antichi e metodi moderni. Mi piace definirla come una montagna russa di movimenti ad alta intensità, tra arti marziali e yoga kundalini, uniti al potere della propria mente, il tutto con le cuffie addosso».

Sanctum retreat 2024roma

Courtesy Press Office

La musica è un elemento fondante delle sequenze di Sanctum.

«Si, la musica non è in sottofondo, la musica guida. La cosa speciale della musica utilizzata per Sanctum è che mixa tantissimi elementi, dalla techno alle voci di filosofi e scrittori, differenti frequenze e suoni».

Ogni playlist viene curata direttamente da voi?

«Siamo un team di 16 istruttori nel mondo che sono formati anche per creare le playlist che accompagnano le classi. Ogni classe è composta da sequenza e di movimento che hanno un tema unico e una playlist unica, su misura».

Come sei arrivato a creare questo metodo, c’è stato un evento particolare nella tua vita che ti ha portato alla sua concezione?

«Il motivo che mi ha portato a creare Sanctum è stato forse la scomparsa di mia madre: avevo 21 anni, lei era una donna con una forte spiritualità. Quando ero un teenager non la capivo, trovavo queste cose poco interessanti, ma quando se n’è andata ho capito quante influenze avessi ricevuto e ho iniziato a interrogarmi sulla mia spiritualità, volendo portarla però nei tempi di oggi. Ho pensato di rendere queste antiche filosofie più sexy, di dargli un twist moderno, mixando ad esempio lo yoga kundalini con le musiche di Madonna».

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Una delle principali caratteristiche di Sanctum è il suo lifestyle nomade: da cosa deriva questa scelta?

«Sanctum vuole essere un movimento globale: non importa da dove vieni, qual è il tuo livello di allenamento, se sei uomo o donna. Tutti possono prendere parte per di più nei posti più suggestivi del mondo (ndr. in autunno saranno all’Olympic Stadium di Londra), ogni retreat come ogni allenamento è diverso, un modo per trovare l'ispirazione, la connessione con se stessi anche attraverso il luogo in cui ci si trova». 

È la seconda volta a Roma, perché qui, che significato ha questa città? 

«Penso che Roma dia tanto a livello di cultura antica, è un luogo di culto e il nome stesso di Sanctum prende il nome da una parte presente all’interno delle piante delle chiese. Per questo credo che si incontrino molto bene Roma e il movimento Sanctum, per questa convivenza tra antico e moderno».

Oltre le classi e i retreat, come possiamo ottenere dei benefici anche a casa, nella nostra quotidianità?

«La cosa migliore che si può fare per se stessi è interrogarsi sulle proprie necessità in termini di allenamento ma anche di emozioni e spritualità. Chiedersi di cosa si ha bisogno, perché a volte ci focalizziamo solo su uno o due di questi punti, ma penso sia importante curarli tutti attraverso una routine quotidiana. Può trattarsi di meditazione, esercizio, alimentazione ma non solo: può anche voler dire andare a un party a divertirsi se questo è ciò che giova al nostro spirito».

Sanctum roma 2024 retreat

Courtesy Press Office

© Riproduzione riservata

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