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Lifestyle

Come funziona il passaporto vaccinale per ricominciare a viaggiare

Come funziona il passaporto vaccinale per ricominciare a viaggiare

foto di Valentina Lupia Valentina Lupia — 14 Aprile 2021
aereoviaggiare
Dal codice alle lingue, passando per la privacy, ecco come funziona il passaporto vaccinale che potrebbe essere introdotto in Europa a partire dal 15 giugno

Da metà giugno un passaporto vaccinale digitale, o "green pass", potrebbe rilanciare il turismo tra Paesi in Europa.

Se ne discuterà il 26 aprile, ma dei prototipi sono già stati presentati dalla Commissione Europea, che per l'estate spera dunque in un pass per la circolazione sicura dei turisti.

Qualche informazione: è pensato sia cartaceo che digitale, con codice a barre o Qr code, nella lingua dello Stato membro e in inglese.

Volontario, eviterebbe però quarantene e restrizioni.

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Con un test rapido antigenico, invece, si permetterebbe comunque alle persone di viaggiare: d'altronde, almeno in Italia, solo la fetta della popolazione più anziana è già stata vaccinata in massa.

Per tutti gli altri, al netto di figure lavorative come sanitari, docenti e altre figure la cui vaccinazione è considerata prioritaria, ci sarà ancora da aspettare.

Ma è anche un modo per consentire di viaggiare senza dover essere soggetto a restrizioni anche chi non può o non vuole vaccinarsi, nonostante il pass possa anche costituire un incentivo.

Lo scopo della Commissione è, appunto, di salvare la stagione turistica estiva, mentre si continua a vaccinare, ma anche quello di limitare i contagi e la diffusione delle varianti.

Ecco qualche informazione per saperne di più.

Cos'è e come funziona il passaporto vaccinale

(Continua sotto la foto)

valigia

A cosa serve il passaporto vaccinale

Lo scopo dichiarato del pass è quello di rilanciare il turismo per non perdere una stagione mentre la popolazione si vaccina.

Chi sarà già vaccinato, oppure chi si sottoporrà a un test rapido prima di partire per certificare il proprio stato di salute, subirà meno restrizioni ed eviterà le quarantene.

Ma ci sono anche altri scopi, stavolta di carattere sanitario: evitare la proliferazione di contagi e la diffusione di varianti tra Paesi, ma anche incentivare a vaccinarsi.

(foto: Francesca Tirico, Unsplash)

Ecco come funzionerà

Sarà sia in formato cartaceo, che digitale, nella lingua del Paese di rilascio e in inglese, e avrà un Qr code o un codice a barre che indicherà i vaccini ricevuti, se si è stati o meno portatori della malattia, se si hanno gli anticorpi e ogni altra informazione utile come quelle anagrafiche, per esempio.

Sarà da richiedere e volontario.

Ciononostante alcune regioni d’Italia si stanno attrezzando per realizzarne uno: il Lazio, per esempio, dal 20 marzo, ha messo a disposizione a tutti coloro che hanno ricevuto la doppia dose di vaccino un proprio certificato digitale.

vaccino

E chi non può, non vuole o non si è ancora vaccinato?

Il pass conterrà anche l’indicazione di anticorpi in chi ha già superato il Covid-19.

Ma dovrebbe valere anche un test negativo (antigenico rapido): non sarà una precondizione per viaggiare, certo, ma consentirà di evitare quarantene o altro tipo di restrizioni.

(foto: Hakan Nural, Unsplash)

In quali paesi è riconosciuto?

Il codice Qr o a barre sarà riconosciuto da tutti i governi dell’Unione Europea, ma non solo: questi certificati povrebbero valere anche per Paesi, oltre al Liechtenstein, come Islanda, Norvegia e Svizzera, frequentate, turisticamente parlando, da tutta Europa.

aeroporto

Quando dovrebbe essere adottato

Il Parlamento Europeo voterà il provvedimento relativo al passaporto vaccinale il 26 aprile: bisognerà attendere quella data per scoprire se sarà ufficialmente adottato.

Dopodiché, qualora dovesse tutto filare liscio, si ipotizza di cominciare a utilizzarlo il prima possibile, già per metà giugno.

(foto: Jeshoots.com, Unsplash) 

E la privacy?

Così com'è stato pensato, il certificato non potrà essere registrato dai Paesi in cui si entra.

Saranno controllate solo validità e autenticità del certificato, verificando chi lo ha emesso e firmato.

Nessun problema, dunque, per la privacy, poiché tutti i dati sanitari rimarranno quindi nello Stato membro che ha emesso il pass.

© Riproduzione riservata

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