Mal di schiena, mal di collo, mal di tutto: tra didattica a distanza e smart working senza scrivanie e sedie ergonomiche adatte a un uso prolungato, a risentirne è stata soprattutto la postura.
«Quello che all’inizio sembrava un’opportunità (finalmente lavoro da casa mia e decido io cosa fare e quando) si è rivelato una trappola: si lavora per più tempo di quanto si lavorasse in ufficio e in un ambiente lavorativo non ideale», ci conferma Paolo Parmi, fisioterapista e osteopata presso l'Osteo Studio di Voghera, in provincia di Pavia.
** 4 passi per tornare in ufficio dopo lo smart working (senza soffrirne troppo) **
«Ho notato un aumento dei livelli di stress generale; il non differenziare l’ambiente lavorativo da quello domestico non aiuta», aggiunge.
Gli abbiamo chiesto i consigli per lavorare da casa in maniera confortevole, ergonomica e professionale, perché non è mai troppo tardi per salvare la postura (e la qualità della propria vita).
6 regole per non rovinarsi la postura (e la vita) in smart working
(Continua dopo la foto)

Attenzione al mouse
Tra i disturbi che più stanno interessando coloro che da mesi si dedicano allo smart working, ci sono cervicoalgie con associata cefalea e capogiri, lombalgia, indolenzimento ai gomiti e ai polsi.
Questi ultimi «per via di una miriade di modi creativi dell’utilizzo del mouse e anche, da non da sottovalutare, un aumento dell’irritabilità: chi lavora in smart working da un po’ di tempo è nervoso, irrequieto e tutto ciò acuisce la sintomatologia dolorosa».
Il segreto? Fare pause frequenti e cercare di mantenere una posizione composta davanti al computer.
Vestitevi come per andare al lavoro
Il primo consiglio che l'esperto di fisioterapia e osteopatia offre è quello di vestirsi come se dovessimo andare in ufficio.
«Spesso chi lavora da casa lo fa in tuta da ginnastica, se non addirittura in pigiama; vestirsi, non necessariamente in giacca e cravatta o tailleur, permette di separare mentalmente il momento in cui si lavora dalla normale vita domestica».
Già solo il fatto di essere vestiti invece che in pigiama o in tuta ci porterà automaticamente a sedere in modo più ordinato.
Fate spesso delle pause
Fondamentale si rivela la pausa. Non solo la pausa pranzo e la pausa caffè, le tipiche pause di chi lavorava in ufficio prima dell'era dello smart working, ma proprio qualsiasi breve momento in cui si cambierà posizione.
«Fate delle pause: ogni ora od ora e mezza alzatevi dalla postazione e muovetevi, sgranchitevi per almeno cinque minuti».

Non lavorate da poltrone e divani
Da evitare assolutamente è la seduta non idonea al lavoro o allo studio, quella che di solito utilizziamo per il tempo libero (per guardare la televisione o leggere, ad esempio). Il divano, la poltrona, il letto così come qualsiasi pouf (o amaca, tanto per esagerare) non vanno nemmeno presi in considerazione.
«Lavorare seduti lì, con un pc portatile, vi porta direttamente nel mio studio«, assicura Parmi.
«Se non avete la fortuna di avere una sedia da ufficio in casa, posizionate un piccolo cuscino all’altezza dei reni quando utilizzate una sedia da cucina: servirà a scaricare la tensione dalla vostra colonna lombare».
Meglio usare un pc con monitor separato o una tastiera wireless
Se possibile, è sempre meglio preferire l'utilizzo di un pc con monitor separato oppure dotarsi di una tastiera wireless da collegare al proprio portatile.
«Il vostro collo vi ringrazierà».
Datevi degli orari ben definiti
Tanto dello stress indissolubilmente legato al lavoro da remoto è la reperibilità H24. Essere sempre a portata di computer non aiuta ad allentare la tensione, sia a livello psicologico sia a livello fisico (dato che mente e corpo sono tanto indissolubilmente legati quanto stress e smartworking).
Per arginare il disagio creato dalla coincidenza del luogo di lavoro con il focolare attorno cui ruota la nostra vita personale, gli orari fissi fanno al caso nostro.
«La cosa più importante è definire bene il tempo dedicato al lavoro: in ufficio abbiamo un orario? Perché non rispettarlo anche a casa? Nessuna deroga: a una certa si passa ad altro.
Ora che le palestre sono riaperte potremo dedicarci a qualsiasi attività, l’importante è spostare l’attenzione dalle incombenze lavorative a se stessi e un bel massaggio rilassante è un’ottima partenza», conclude il fisioterapista Paolo Parmi.
© Riproduzione riservata