Ogni anno la stessa storia: Capodanno sta per arrivare e con esso tutto il nostro dispiacere per dover affrontare ancora questa tortura
Arriva sempre quel momento dell'anno in cui tutte le persone che incontri per strada smettono di chiederti "Come stai?" e iniziano a torturarti con la domanda "Che fai a Capodanno?".
Sì, avete capito bene, torturare.
Perché, comparato con Capodanno, andare dal dentista per un ascesso sembra quasi divertente.
E più passano gli anni più ci viene la gastrite quando pensiamo a come passare la notte di San Silversto, per 5 motivi ben precisi.
Ecco perché.
(Continua sotto)

1. Dobbiamo per forza divertirci
A Capodanno dobbiamo per forza essere felici, divertirci, stare con gli amici, andare in qualche posto figo, e documentare tutta la nostra (magari anche finta) felicità con foto e video, che - ovviamente - allo scattare della mezzanotte dobbiamo postare sui social.
Impossibile non sentire l'obbligo di essere esageratamente felici.
Ma non era che "Stare a casa è il nuovo uscire"?

2. "Cosa fai a Capodanno?"
Una domanda peggio dei più brutti incubi.
Se anche voi la odiate è perché rientrate nella categoria di persone che resistono dal farsela fino al 30 dicembre, quando ci si ritrova semplicemente costretti dalle regole della convivenza civile.
Solitamente, chi fa questa domanda è condizionato dal punto 1 che già si angoscia per la sua inadeguatezza sociale e cerca di rimediarvi.

3. Non ci sono regali
Capodanno non è come Natale.
A Capodanno non ci sono regali.
Una festa si può davvero considerare tale se non ci sono pacchi e sorprese da scartare?

4. Il cenone
Dopo una settimana intera in cui non facciamo altro che riempirci di cose da mangiare l'idea del cenone la sera di San Silverstro ci distrugge.

5. I buoni propositi
Eccoli lì, arrivano puntuali ancor più di un orologio svizzero, ci guardano con la faccia da rimprovero quasi a dire "Mi raccomando, quest'anno è quello giusto. Deve essere quello giusto".
E alla fine ci ritroviamo sempre con gli stessi buoni propositi che avevamo già pianificato l'anno precedente, che dovevano avverarsi in quello prima e che avevo promesso tre anni fa.
Qualcosa deve essere andato storto negli anni.
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