8 ristoranti romantici a Milano da provare assolutamente

Dai Navigli a Brera, i ristoranti romantici a Milano non mancano: ecco 8 ristoranti perfetti per una cena a due ad alto tasso d'amore
Quando si parla di ristoranti sono due le cose che contano. Ancora di più se si parla di ristoranti romantici: l'atmosfera e il menù.
Ecco perché nel fare una selezione tra i migliaia di locali di Milano abbiamo fatto caso a incrociare questi due elementi ad alto tasso di pathos.
Il risultato sono questi 8 indirizzi a cui abbiamo aggiunto un vezzo in più: il consiglio degli chef su quale sia il piatto più romantico per lei e per lui.
Per un primo appuntamento, un anniversario, un’occasione speciale, ecco i migliori ristoranti in città per trascorrere una serata romantica a base di sguardi e di chiacchiere a bassa voce, occhi negli occhi e, naturalmente, di buon cibo!
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Ristorante Mimmo Milano
Via Giuseppe Sirtori, 34
D'inverno un caminetto scoppiettante scalda l'ambiente e crea l'atmosfera.
D'estate, invece, è la terrazza riservata e illuminata con candele e lanterne l'angolo di pace e di relax nel cuore di Milano.
Da Mimmo Milano il menù cambia ogni tre mesi, per seguire la stagionalità dei prodotti offerti, tutti di alta qualità e selezionati con cura dal giovane chef Andrea Marinello. Ma in carta lo chef ha deciso di mantenere fisse due signature. Le stesse che consiglia alle coppie di innamorati che mangiano da lui.
Il piatto romantico per lei è il Tiramisù Milanese, preparato con savoiardi fatti in casa come vuole la tradizione e un’aggiunta speciale. Il tocco di milanesità è nel mascarpone, insaporito allo zafferano. Il dolce è servito scomposto.
Il piatto più romantico per lui è lo Spaghetto Alcalino, particolare perché a PH basico. La pasta è Cavalier Cocco, mantecata con una crema di pistacchi dolci al naturale, un pizzico di peperoncino e uno zester di lime.
Ristorante Il Mosto Selvatico
Via Cesare da Sesto, 13
A metà strada tra le Colonne di San Lorenzo e la Darsena, Il Mosto Selvatico è un ristorante grande nelle dimensioni, ma per natura intimo, raccolto e accogliente.
Con un'anima da trattoria milanese e una vocazione glamour. Ognuna delle cinque sale è realizzata con il suo stile di arredo e di decoro.
In tavola lo chef e titolare Nicola Colella porta la sua terra d’origine, la Puglia, reinterpretando con estro e creatività una cucina tradizionale a base di verdure e di prodotti semplici, di spezie per esaltare i sapori, di paste, risotti, zuppe, carni e pesce (sempre freschissimo). Il tutto accompagnato da una carta di vini che è il fiore all’occhiello di questo posto.
Il piatto più romantico per lei è un tris (afrodisiaco) di tartare di scampi, ricciola e tonno rosso con germogli di zafferano e foglie di ostrica.
Il piatto più romantico per lui i tagliolini di pasta fresca con gambero rosa di Gallipoli e polpa fresca di riccio di mare.
Ristorante Tre Cristi
Via Galileo Galilei, 5, Angolo Via Marco Polo
Ogni piatto porta il nome di una zona di Milano: da Brera a Isola, da Porta Nuova a Città Studi, senza dimenticare la periferia con il rione di Dergano.
In nome della tradizione e della qualità degli ingredienti, dell’ambiente e dell’eco sostenibilità lo chef Franco Aliberti utilizza in toto gli ingredienti, anche le parti meno nobili, trattandoli con la sua innata curiosità e voglia di sperimentare. L’ambiente elegante e raffinato offre “solo” 35 coperti.
Lo spazio ampio a disposizione fa si che ogni tavolo risulti adeguatamente separato dall’altro. Così da garantire riservatezza e intimità alle coppie che vogliono godersi la propria esperienza gastronomica in un tet-a-tet gustoso e stuzzicante.
Il piatto più romantico per lei è il Portanuova, a base di cavolo cappuccio viola, trota affumicata, panna acida Sarpi e ravioli. Un piatto ricco, completo e, assicura lo chef, il più elegante in carta.
Il piatto più romantico per lui è il Città Studi, un biancostato rosolato a fiamma alta sulla griglia a carbone, in seguito marinato e cotto al cartoccio il forno a 120° per una notte. Il giorno dopo è sgrassato, sfibrato, ricomposto e grigliato una seconda volta. Con le ossa si prepara la salsa che accompagna il piatto.
Ristorante Piazza Repubblica
Via Aldo Manuzio, 11
Per chi lo conosce bene e lo frequenta spesso, il Piazza Repubblica, a due passi dall’omonima piazza milanese, è un luogo familiare, che ha il profumo e l’atmosfera della cucina di casa.
Il suo plus è quel tocco unico e inimitabile di innata milanesità, che si svela e rivela nella sobria eleganza degli arredi e dei dettagli, nell’intimità creata dalle luci soffuse, nella musica d’ambiente, nel servizio estremamente curato e professionale. Il menù proposto dal giovane chef Alex Brambilla è vario e mixa piatti della tradizione lombarda e meneghina a proposte più ricercate e innovative.
Uno speciale menù a base di tartufo bianco è disponibile solo per un tempo limitato, quando la stagione lo permette.
Il piatto più romantico per lei è la capasanta planciata, polenta bianca, topinambur arrostito e acqua di melograno.
Il piatto più romantico per lui è un petto d'anatra arrostito, sedano rapa, cremoso di granoturco e barbabietola in cialda.
Osteria di Porta Ciccia
Ripa di Porta Ticinese, 51
La semplice e sobria eleganza di un ambiente curato nei dettagli, la buona cucina tipica delle osterie di una volta. E, in più, un tocco gourmet.
Le proposte della cucina sono moderne e innovative, i piatti sono leggeri e vivaci. Ricette regionali e ingredienti utilizzati raccontano la terra di provenienza della chef Tiziana Branca, la Puglia, da dove arrivano le cicerchie, le cime di rapa e i gamberi rosa di Porto Santo Spirito, i taralli tipici (sbriciolati negli Spaghetto aglio, olio e peperoncino), l’alloro.
La carne invece è piemontese e il risotto con pistilli di zafferano e dadolata di ossobuco in gremolada è un gentile omaggio a Milano, la città l’ha accolta.
Il piatto più romantico per lei è la Ceviche di Ricciola con riso Venere, Guacamole, Gazpacho ai Lamponi e Tropea in agrodolce.
Il piatto più romantico per lui sono i tagliolini di Barbabietola con Alici, pane croccante al Finocchietto e Cavolfiore.
Ristorante Valhalla
Via Gaetano Ronzoni, 2
Una cena romantica per coppie di guerrieri valorosi come vichinghi… almeno a tavola!
Valhalla è il primo ristorante vichingo italiano a Milano, a pochi passi dalla Darsena.
Dalla cucina lo chef Mauro Molon propone una scelta di selvaggina cotta alla brace o con la tecnica della bassa temperatura. Si pasteggia con idromele, birre artigianali e buon vino di piccoli produttori.
Ogni piatto ha un divertente nome vichingo, che richiama la mitologia di Odino, mentre l’ambiente è ispirato al mondo sensibile del Miðgarðr. Pelli, elmi e scudi alle pareti evocano le atmosfere dell'Ásgarðr, il Valhalla appunto, dimora eterna per gli eroi caduti gloriosamente in battaglia.
Il piatto più romantico per lei è la tartare d'agnello marinato al cassis e ribes nero, maionese affumicata e mandorle.
Il piatto più romantico per lui è lo Stinco di vitello e radicchio tardivo.
Ristorante Carminio
Via Del Carmine, 3
Magari non è esattamente il ristorante più romantico di Milano, ma di sicuro è un luogo che propizia l’amore: «qui sono nati (e nascono) molti nuovi amori, lo chef cucina con amore, gli ospiti mangiano condividendo i piatti», dice la titolare Adele.
Un po’ locanda e un po’ trattoria, un po’ bistrot e un po’ latteria, Carminio ha il fascino e il calore di una casa.
In cucina lo chef Giovanni Costantino usa prodotti degli orti, delle cascine e degli allevamenti appena fuori città, e con semplicità li trasforma in cibi sani e gustosi.
Il menu cambia spesso, in base alla stagionalità dei prodotti. Per innamorati o per innamorarsi lo chef consiglia…
Il piatto più romantico per lei gli gnocchi di barbabietola saltati con caprino fresco e baby spinach guarniti con granella di noci.
Il piatto più romantico per lui il bollito di biancostato accompagnato dalla sua salsa verde, una polenta alla curcuma e il lime.
Fioraio Bianchi
Via Montebello, 7
Tra fiori che si possono acquistare e portare a casa, e sapori da gustare, nella vecchia Brera Fioraio Bianchi è un ristorante che somiglia a un bistrot parigino, con pezzi di arredamento originali in stile retrò, golosità ricercate, ma leggere.
I colori caldi e le pareti délabré creano un contrasto romantico, intimo e unico con il cotto a vista e i tavolini di ferro battuto. L’accento francese di René, il direttore di sala, e il tocco dello chef Robbie Pepin, pluripremiato braccio destro di Alain Ducasse, completano l’allure da bistrot di una volta.
Al Fioraio Bianchi Caffè si va a pranzo, a cena e per fare due chiacchiere in tutta tranquillità davanti a croissant e frolle accompagnate da un caffè prima di cominciare la giornata, o per condividere un calice di vino all’aperitivo a fine lavoro. Il menù varia ogni mese, le proposte sono un piacevole incontro di tradizione e materie prime italiane con un tocco internazionale.
Il piatto più romantico per lei gli involtini di spada del Fioraio.
Il piatto più romantico per lui è il carrè d’agnello, zucca rifatta e mandorle con sughino di zucca arrosto.
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A che ora cenare in inverno per restare in forma e in salute

Quando le giornate si accorciano e il buio cala già nel tardo pomeriggio, anche le nostre abitudini alimentari subiscono una sorta di mini rivoluzione stagionale. È il periodo dell’anno in cui ci sentiamo più stanchi, più affamati e spesso anche più inclini a spostare la cena sempre più tardi, complici giornate infinite e ritmi che sembrano non rallentare mai. Ma proprio mentre l’inverno ci invita a un passo più lento, la scienza suggerisce che dovremmo chiederci a che ora cenare in inverno per favorire il sonno, la digestione e persino il metabolismo.
Negli ultimi anni diversi studi hanno indagato il legame tra orario dei pasti, ritmo circadiano e salute metabolica, mostrando che cenare tardi può influire negativamente sulla qualità del riposo, sui livelli di zucchero nel sangue e sulla capacità del corpo di bruciare i grassi.
E se è vero che ognuno ha routine personali, è altrettanto vero che l’inverno modifica il modo in cui il nostro organismo funziona. Ecco allora perché, secondo gli esperti, anticipare la cena potrebbe diventare una delle abitudini più sane della stagione fredda.
**5 trucchetti per non arrivare affamati a cena**
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A che ora cenare in inverno?
Le ricerche concordano su un punto: quando fuori fa buio presto, il nostro ritmo circadiano (l’orologio interno che regola sonno, digestione, temperatura corporea e metabolismo) si anticipa.
Con l’arrivo del buio, infatti, il corpo inizia a produrre melatonina prima rispetto ai mesi estivi e questo manda un segnale chiaro al nostro organismo: è il momento di rallentare.
Ed è qui che l’orario della cena diventa fondamentale. Svariati studi mostrano che mangiare dopo le 21 comporta alcuni effetti molto concreti: si brucia fino al 10% in meno di grassi e i livelli di zucchero nel sangue possono essere fino al 20% più alti.
Inoltre, gli specialisti del sonno spiegano che cenare tardi invia al cervello un segnale contraddittorio: da un lato la melatonina dice che è ora di dormire, dall’altro la digestione chiede di rimanere attivi. Il risultato? Sonno disturbato, risvegli frequenti e una sensazione di fatica che si accumula giorno dopo giorno.
Quindi, a che ora cenare in inverno? L’orario ideale sarebbe tra le 17 e le 19, un intervallo di tempo che permette al corpo di digerire con calma prima di andare a letto e che si allinea perfettamente ai ritmi biologici invernali.
Anche sul metabolismo l’impatto è notevole. Secondo uno studio pubblicato su Cell Metabolism, mangiare presto aiuta a mantenere più stabili i livelli di fame e sazietà, riduce i picchi glicemici e può persino aiutare nella gestione del peso.
E non solo: cenare tre o quattro ore prima di coricarsi è un’abitudine particolarmente vantaggiosa per chi soffre di reflusso, digestione lenta o insonnia.
Come anticipare la cena senza stravolgere la giornata
Facile a dirsi, ma un po’ meno a farsi. Tra lavoro, traffico, impegni e routine familiari, anticipare la cena può sembrare un esercizio complicato.
In realtà, però, basta qualche accorgimento per trasformare questa nuova abitudine in un gesto naturale.
Gli esperti suggeriscono innanzitutto di considerare la cena come un momento “fisso” della giornata, un appuntamento che ha un orario definito proprio come il lavoro o un allenamento. Preparare pasti semplici, pianificare in anticipo e ricorrere al meal prepping può essere di grande aiuto. Anticipare anche solo di mezz’ora ogni settimana l’orario di cena permette al corpo di adattarsi gradualmente senza stress.
È utile anche ascoltare i segnali del corpo: se d’inverno vi sentite affamati prima, assecondare quel ritmo non è un errore. Anzi, è una risposta naturale alla produzione anticipata di melatonina.
Tenete inoltre presente che la cena dovrebbe essere il pasto più leggero della giornata e che concentrando la maggior parte delle calorie tra colazione e pranzo si migliora la stabilità glicemica e il benessere generale.
Infine, ricordate questo: a che ora cenare in inverno non è una regola fissa e identica per tutti, ma una linea guida che si può adattare alla propria quotidianità. L’importante è mantenere coerenza: il corpo ama la regolarità e risponde meglio quando gli orari si ripetono ogni giorno.
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Ecco quali sono i panettoni artigianali più buoni del Natale 2025 (secondo noi)

Impasti ricchi e complessi, texture delicate e scioglievoli. Anche per questo Natale, tra classici e varianti creative tutte da gustare, l’universo dei panettoni artigianali si arricchisce.
Per la nostra selezione, come sempre, abbiamo tenuto conto della qualità degli ingredienti: solo burro di prima scelta, uova fresche, uvette e canditi morbidi e succosi, mai gommosi, l’uso di lievito madre rinfrescato e nessun conservante. E poi, della lavorazione artigianale, con tempi di lievitazione, maturazione e cottura che impiegano dalle 48 alle 72 ore.
Fino ad arrivare alla parte pratica: l’assaggio. Focus il gusto, la sofficità è non ultima, la digeribilità del prodotto, perché un grande lievitato dev’essere prima di tutto “leggero”, con la mollica filante che si scioglie in bocca. Una sezione dedicata riunisce i Magnifici Sette: sette panettoni artigianali gourmet, firmati da altrettanti Maestri, diversi per gusto e per ispirazione, ma accomunati da uno stesso fil rouge.
Non resta allora che scorrere la lista e scegliere quello che fa per voi.
I panettoni artigianali più buoni del Natale 2025
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Il panettone del ristorante IYO
Già al primo colpo d’occhio, la confezione nera, rigorosa ed elegante, che si apre a modi sipario svelando un lievitato avvolto delicatamente in carta velina sempi-trasparente, arriva tutta la cura e l’attenzione con cui nasce il panettone artigianale firmato dal pastry chef Kim Kyunjoon, del ristorante di cucina giapponese IYO, a Milano.
Tra le sue mani il dolce della tradizione milanese incontra l’Oriente. Al centro della ricerca dello chef, due agrumi poco conosciuti in Occidente, lo yuzu e l'halabong, originari del Giappone ma provenienti dalle coltivazioni dell’isola di Jeju, in Corea del Sud. Qui, grazie al terreno vulcanico e a un clima particolarmente mite, acquisiscono il loro aroma intenso e freschezza.
Il pastry chef li aggiunge all’impasto - fedele alla scuola milanese: soffice, alto, quasi aereo - in forma di canditi prodotti in Corea artigianalmente. In più, Kim unisce altri due ingredienti che trasformano il carattere del lievitato: un cioccolato al latte con sentori di caramello e un tocco di fava tonka. «Lo yuzu e l'halabong sono agrumi fragili, esigenti», spiega Kim, «i canditi che abbiamo scelto conservano l'essenza del frutto fresco, quella verità di sapore che cerco sempre». Info sul sito.
La collezione di panettoni artigianali (e le pizze lievitate) di Anna Belmattino
In attesa di aprire la sua pasticceria, Anna Belmattino non si annoia, anzi impasta e sforna per questo Natale una serie di panettoni (dolci) e di pizze lievitate. Tra queste, oltre alla margherita e alla marinara, in collaborazione con il Salumificio Carbone dà vita alla pizza lievitata con Peperoni Cruschi e Salsiccia Pezzente.
Sul versante dolce, come vuole la tradizione, la pastry chef propone il panettone Amarena e Cioccolato, contrasto tra dolcezza e acidità; I Tre Cioccolati, una vera tentazione; il panettone al Caffè, il Mela e Cannella e quello al Pistacchio e Frutti Rossi, insieme dolce e fresco.
Alla base della sua produzione, il lievito madre curato giorno dopo giorno, farine selezionate, burro di centrifuga, uova fresche e vaniglia pura, dosati con misura e armonia. Come lo zucchero, usato in quantità controllata e di diverse tipologie: dal miele al saccarosio, passando per gli zuccheri alternativi, questo ingrediente è per la pastry chef un elemento funzionale, mai protagonista assoluto. L’obiettivo? Creare un gusto pulito, elegante e mai stancante. Tutti i prodotti sono in vendita sul sito e nel temporary store ad Angri, Salerno.
Il Tarte Tatin e il panettone al Cioccolato e noci della Pasticceria Roberto
Quella della Pasticceria Roberto è una dolce storia di famiglia, nata con il papà di Giovanni Cavalleri, da cui prende il nome l’attività, che oggi prosegue insieme alla sorella Fabrizia, alla moglie Michela e al figlio Roberto, giovane pasticciere che ha deciso di seguire le orme del padre.
Fil rouge della collezione di lievitati 2025 è la leggerezza. «Quest’anno il panettone mantiene il suo sapore inconfondibile, ma regala una nuova leggerezza», racconta Giovanni Cavalleri, «Le lievitazioni sono state modificate per rendere tutti i lievitati più digeribili, morbidi e leggeri, senza penalizzare il gusto e la fragranza. Abbiamo inoltre modificato la percentuale di burro, per dare al prodotto più intensità e golosità. L’aggiunta sia nel panettone che nel pandoro di una nuova selezione di vaniglia del Madagascar particolarmente aromatica, dona un sentore ancora più avvolgente».
Tra gli altri gusti in carta, il Cioccolato e noci (foto a sinistra) ha l’impasto a base di cioccolato fondente al 62%, arricchito con le noci, che conferiscono al prodotto un delizioso aroma tostato. E poi, il Tarte Tatin (foto a destra), il cui sapore ricorda quello della torta di mele rovesciata. All’impasto base vengono aggiunte delle mele candite, lavorate in laboratorio, insieme a cioccolato e caramello. Info sul sito.
La Rotonda della pasticceria La Pasqualina
Di cartone liscio, color grigio tenue; un lettering sottile, elegante. La confezione svela un lievitato dedicato a un gioiello della Franciacorta: la Rotonda di San Tomè, chiesa romanica del XII secolo poco distante dal laboratorio di Almenno San Bartolomeo, dove tra colline e silenzi, nella quiete della campagna Bergamasca, si trova La Pasqualina.
Alla guida della pasticceria, Riccardo Schiavi propone un pandoro morbido, profumato, dove la vera protagonista è la pasta madre viva, utilizzata come unico agente lievitante. Gusto ricco e texture avvolgente, è pensato per essere gustato con una spolverata di zucchero a velo o accompagnato da una delle creme spalmabili del laboratorio (mandorle, pistacchi, zabaione, gianduia, fondente, nocciolata). Disponibile in solo mille pezzi, in pasticceria e sul sito (con spedizione gratuita in tutta Italia).
I panettoni artigianali dolce&salato di Portrait Milano
Burro di montagna, frutta candita profumata e un’ottima farina: questi gli ingredienti prìncipi del panettone del 10_11 Bar Giardino Ristorante del Portrait Milano. Soffice, profumato, non eccessivamente zuccherino e realizzato con un lievito madre, è fatto a regola d’arte, come tradizione impone, dal pastry chef Cesare Murzilli. Anche in questo caso, come spesso avviene al 10_11, nessuna rivisitazione di sorta, ma solo l’amore per le cose fatte bene e la volontà di portare avanti una tradizione dolciaria che nasce proprio a Milano. Acquistabile solo da 10_11 Bar Giardino Ristorante
L’altra proposta del lussuoso hotel di Milano è il Panettone salato Beefbar. Carattere ricco e deciso, l’inedito si distingue per l’impasto morbido, profumato di burro e uova freschissime, arricchito da grana, pecorino romano e pepe. A completare l’esperienza, un packaging iconico che richiama l’eleganza del marmo che contraddistingue il mondo Beefbar. Acquistabile solo da Beefbar Milano.
Il panettone artigianale (con brevetto) Soppa® (e gli altri) di Luca Porretto
L’ampia collezione di grandi lievitati firmati dal Maestro AMPI Luca Porretto include panettoni classici, proposte innovative con brevetto di unicità e una linea gourmet. Tra gli altri, il Sóppa (nella foto) si ispira alla Zuppa Inglese, celebre dolce bolognese, e lo reinterpreta in chiave natalizia. Tre diversi impasti: il primo al cioccolato arricchito da chunks di cioccolato fondente al 58%; il secondo, al centro, all’Alchermes con gelatina di Alchermes, che dona freschezza e un tocco leggermente liquoroso; il terzo impasto, esterno, è quello classico con chunks di cioccolato fondente, farcito con iniezioni di crema pasticcera a lunga conservazione. Un’esperienza multisensoriale complessa, completata da una glassa al cioccolato fondente e Alchermes.
Il Maestro Porretto propone anche Attesa, il Panettone classico con glassa di mandorle; Felicità, al cioccolato Fondente; Incontro, che unisce il sapore dell'amarena al carattere deciso del cioccolato fondente. E ancora, vantano un brevetto di unicità anche il Matrioska®, che racchiude un panettone all'interno di un altro; e Porretto®, dalla forma tonda. Irresistibili sono anche i panettoni salati Gourmet: dal Nobile, a base di carne, al Panmaré, con pesce, fino al Convivio, il panettone salato "terra e mare", una sintesi gastronomica di sapori. Info sul sito.
U Sibbaresi, il panettone artigianale di Daniele Campana
Celebra la Calabria attraverso materie prime locali. L’impasto, frutto di diversi anni di studio per affinare la tecnica, è aromatizzato con origano selvatico del Pollino e arancia candita, accompagnato da una boccetta di olio extravergine monovarietale per un’esperienza di gusto unica. La linea speciale, invece, propone gusti insoliti e divertenti, come Fichi, cioccolato e nduja - un gioco di contrasti; Amarena, cioccolato 75% e nduja - che amalgama acidità, dolcezza e pungenza; Cioccolato e fragole - un abbinamento classico; e Cioccolato Gianduia, albicocche e anice.
Già nella classifica 50 Top Pizza 2025 con la sua “Campana Pizza in Teglia”, Daniele Campana (nella foto) investendo anche sul panettone riconferma il suo ruolo di artigiano creativo del gusto e di protagonista nel quadro nazionale dell’arte bianca. I panettoni sono disponibili presso i punti vendita di Corigliano Calabro o scrivendo sulla pagina Instagram.
I panettoni artigianali dello chef Daniel Canzian (+ le tisane Spèziera)
Un abbinamento che scalda il cuore e le Feste. Il panettone MI.O, un impasto soffice, arricchito con pasta di arance arrosto preparata nella cucina del ristorante milanese dello chef Daniel Canzian, incontra la tisana in foglie Spèziera, un blend caldo e avvolgente con rooibos, scorzetta d’arancia e chiodi di garofano. Un connubio che valorizza le note agrumate e speziate del dolce.
Il secondo cofanetto, invece, contiene il panettone MassaBon, con albicocche arrosto, accompagnato dalla tisana in foglie Ciacola, fresca e delicatamente speziata con zenzero, melissa, anice stellato e mela. Un abbinamento leggero e armonico, perfetto per chiudere il pasto. Accanto ai due signature, debutta quest’anno il Tradizionale, un lievitato realizzato con un impasto in tre fasi, per una struttura ancora più soffice, fragrante e naturalmente equilibrata.
Il consiglio dello chef per una degustazione ottimale: Riscaldare il panettone in forno a 160 °C per 5–7 minuti prima dell’assaggio, un gesto che permette di esaltare la fragranza dell’impasto e la cremosità della frutta nel caso di MI.O e MassaBon. Info sul sito.
I Magnifici Sette
Diversi per gusto e per ispirazione, i Magnifici Sette condividono due aspetti fondamentali: un impasto che è il perfetto mix tra tecnica e creatività; e poi, un ingrediente comune, la farina Magistrale di Agugiaro & Figna Molini, azienda storica italiana, guidata dalla passione è dall'esperienza. La farina Magistrale condivisa dai 7 party chef - e tra le più utilizzate nel settore - è di tipo “00”, naturalmente robusta, senza additivi e glutine aggiunto, appositamente studiata per reggere strutture complesse, lunghe lievitazioni e impasti ricchi di burro, tuorli, zuccheri, mantenendo l’elasticità e la morbidezza dell’impasto.
Il Panettone Pain d'Épices di Andrea Tortora
Quattro spezie della tradizione francese: pepe nero, zenzero, noce moscata, chiodi di garofano. Tortora porta il panettone in Francia senza tradirlo. Il risultato è leggero, aromatico, elegante. Non è fusion, è dialogo: tra due culture della pasticceria, tra complessità e delicatezza, tra quello che conosci e quello che ancora non sai di volere. Info sul sito.
Il panettone artigianale Frutti di bosco e nocciola di Antonio Follador
Fragole, ribes, more, mirtilli. Poi un cuore cremoso di nocciola IGP e cioccolato monorigine 48%. Follador costruisce equilibri: la freschezza acida dei frutti rossi contro la rotondità burrosa della nocciola. Nessun eccesso, solo nitidezza. Un panettone che lascia il segno per precisione tecnica e pulizia dei sapori. Info sul sito.
Il panettone artigianale con farina integrale Mora del micro panificio di Giuseppe Mazzocca e Chiara Masino
Per il micro panificio dei giovanissimi Giuseppe Mazzocca e Chiara Masino, i lievitati sono un racconto che parla di sogni, energia e competenza. I loro panettoni artigianali nascono dalla cura del lievito madre e dalla scelta di ingredienti autentici. Come Mora, la farina integrale di Agugiaro & Figna Molini: calda e profumata come il Natale, con sfumature aromatiche che raccontano il grano nella sua interezza. Il chicco decorticato sprigiona dolcezza naturale e armonia, donando al panettone equilibrio, intensità e una struttura accogliente. Una farina che avvolge e rende ogni morso pieno, rotondo, sincero.
Felix, il lievitato al burro di bufala di Aniello Di Caprio
Pasta alle mandorle aromatizzata al limone, albicocca pellecchiella, cioccolato al gianduia salato. Di Caprio non fa panettoni, ma vere e proprie dichiarazioni d'identità. Il burro di bufala dà struttura cremosa e carattere campano. La frutta è canditura diretta, naturale, senza conservanti. Il Felix non assomiglia a niente: è un lievitato mediterraneo che sa di sole, acidità agrumata e complessità salina. Accanto, un Classico dalla canditura pura e un Panettone al Cioccolato costruito su tre emulsioni diverse, una delle quali a base di crema pasticcera. Info sul sito.
Bagolò, il lievitato di Andrea Tamagnini - Strabba
Cuore integrale. Pomodori semi-dry, speck, provola aZumicata, glassa all'aceto balsamico e crumble di Parmigiano Reggiano. Il Bagolò è un sabotaggio dolce: nasce dalla pasticceria ma vive nell'aperitivo, nel pre-dinner, nel momento in cui si vuole stupire senza dichiararlo. Tamagnini con il progetto PastryPop ha reso la pasticceria accessibile senza abbassare l'asticella. Il Bagolò è la prova: equilibrato, definito, ma volutamente indefinibile per natura.
Il panettone Sua Maestà di Francesco Elmi
Il Maestro Francesco Elmi presenta la nuova edizione di “Sua Maestà”, il panettone d’autore in edizione limitata che unisce alta pasticceria e arte contemporanea. Il grande lievitato, realizzato con lievito madre vivo e Mora, la farina integrale di Agugiaro & Figna, combina fichi, arancio e cioccolato in un impasto ricco e profondo, rifinito da una glassa al cioccolato. Sulla preziosa art box l’opera del celebre artista iraniano Navid Azimi Sajadi, tratta dalla serie “Pelagos”, simbolo di apertura e conoscenza. “Sua Maestà” diventa così un’esperienza da assaporare e collezionare, perfetta per celebrare il Natale. Info sul sito.
Il panettone Aroma vaniglia di Luca Diana
Il lievito madre, con oltre 30 anni di maturazione, la frutta candita, prodotta senza alcun conservante nei laboratori di Luca Diana. E ancora, il burro fresco della Latteria Brazzale dell'Altopiano di Asiago, le uova allevate a terra da Enrico Pavan, che vengono sgusciate una ad una per dare un alimento vivo al lievito. Da qui il colore naturale dell’impasto. Dagli alveari di Lorenzo Campagnolo arriva invece un miele capace di trasferire il profumo dei fiori al lievitato. L'uvetta proviene dall'essiccazione di uve rosse Thompson e Flame Jumbo, coltivate a pergola nei monti dell'Aconcagua, Chile, essiccate al sole senza sbiancamenti né trattamenti chimici. L'unico aroma naturale impiegato nel panettone del maestro Luca Diana è la vaniglia in bacche, che dà il tocco finale insieme alla pasta d'arancio, anch’essa di produzione interna per un'esperienza tutta naturale. Info sul sito.
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Regali di Natale da mangiare (o bere): tante idee regalo da mettere in tavola

I regali di Natale che passano da sotto l'albero a sopra la tavola sono un'ottima soluzione: si acquistano in fretta, non si rischia di sbagliare colore o taglia e fanno sempre piacere a chi li riceve.
** Per tutte le altre idee regalo cliccate qui **
Che si tratti di qualche golosità, di un buon vino o di bollicine per le prossime feste, la parte più difficile spesso è riuscire a incartarli senza nemmeno un assaggio.
Vi diciamo quali sono le nostre scelte per il Natale 2025, tra edizioni speciali e novità gustosissime.
I regali di Natale da bere (e mangiare) più buoni del 2025
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Regali di Natale da mangiare
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Come non ammalarsi questo inverno? 8 cibi per rafforzare le difese immunitarie

Quando arriva il freddo, inevitabilmente si riaffaccia quella domanda che ci facciamo ogni anno: come non ammalarsi dei soliti malanni di stagione? E mentre ci ripromettiamo di dormire di più, vestirci meglio, bere tisane calde e rallentare il ritmo, la verità è che spesso la difesa più concreta inizia dalla tavola.
Ci sono infatti dei cibi anti-influenza, un insieme di alimenti semplici e accessibili che possono aiutarci a sostenere il sistema immunitario quando virus e batteri circolano più facilmente.
Non si tratta di cercare soluzioni miracolose - nessun alimento può garantire l’invulnerabilità. Ma le ricerche più recenti mostrano che alcune scelte alimentari, se inserite con costanza nella dieta, possono migliorare la risposta immunitaria, ridurre l’infiammazione e favorire un miglior equilibrio dell'organismo.
**Influenza e raffreddore si tengono lontani con questi food e superfood**
Come non ammalarsi? 8 cibi anti-influenza per prevenire i malanni di stagione
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Agrumi
Arance, mandarini, pompelmi e limoni sono tra i cibi anti-influenza più noti, e non a caso. La vitamina C contribuisce al normale funzionamento del sistema immunitario e svolge un’azione antiossidante contro lo stress ossidativo. Consumare agrumi freschi ogni giorno è un modo semplice per dare al corpo ciò di cui ha bisogno nei mesi freddi. Ottimi da soli, nelle spremute o come ingrediente per insalate autunnali.
Yogurt
Gran parte delle nostre difese immunitarie nasce nell’intestino: ecco perché gli alimenti ricchi di probiotici, come lo yogurt, sono una scelta intelligente. Favoriscono un microbiota sano e un organismo più reattivo. Perfetto a colazione con frutta e miele o come snack pomeridiano.
Miele
Il miele è un calmante naturale per la gola, ma ha anche proprietà antibatteriche note da secoli. Un cucchiaino nel tè caldo può dare sollievo e aggiungere una piccola dose di benessere quotidiano. Meglio preferire un miele di qualità, come quello di acacia o di castagno, e consumarlo con moderazione.
Aglio
L’aglio contiene allicina, una sostanza che la scienza ha associato a proprietà antibatteriche e antivirali. Non sostituisce i farmaci, ma può sostenere il sistema immunitario soprattutto se consumato crudo o aggiunto a fine cottura.
Zenzero
Anti-infiammatorio naturale e ricco di antiossidanti, lo zenzero è perfetto per tisane calde, zuppe e piatti asiatici. Aiuta a lenire gola e vie respiratorie irritate, motivo per cui molti lo considerano uno dei migliori cibi anti-influenza. L’ideale è usarlo fresco, grattugiato o affettato, per sfruttarne tutti i benefici.
Funghi
Durante l’inverno la produzione di vitamina D cala drasticamente, e la carenza può influire sul sistema immunitario. I funghi - soprattutto champignon e shiitake - contengono naturalmente vitamina D e sono facilissimi da abbinare a primi, contorni e piatti unici.
Brodo di ossa o di verdure
Caldo, nutriente, ricco di minerali e facile da digerire: il brodo è un classico dell’inverno. Può aiutare a mantenere una buona idratazione e fornire sostanze utili a sostenere il corpo nei periodi più freddi. Ideale da gustare da solo, come base per le zuppe o come rimedio reidratante quando ci si sente “sotto tono”.
Frutta secca
Noci, mandorle, pistacchi e nocciole offrono una combinazione perfetta di grassi buoni, vitamine e minerali. Il loro contenuto di vitamina E, un potente antiossidante, aiuta a proteggere le cellule e a sostenere le difese. Da consumare come snack o aggiungere alle insalate per una dose extra di nutrienti.
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