Il matrimonio: il passo decisivo visto da lei e visto da lui
Se con la convivenza una coppia non scoppia, ci sono i presupposti per compiere il passo più grande per la storia di un rapporto: il matrimonio.
Le donne innamorate sono coraggiose e a fermarle non saranno certo degli stupidi calzini abbandonati sul pavimento, e nemmeno le lattine vuote lasciate in frigo di proposito. A pensarci bene, anche i panni sporchi dimenticati nella sacca di tennis non sono una tragedia.
In fondo, se c’è l’amore, qualche compromesso si dovrà pure accettare.
Ma proprio perché uomini e donne vivono in modalità diverse, parlare di matrimonio non è così semplice. Soprattutto per la condizione necessaria da cui lo stesso dipende: la proposta.
Senza la proposta, tutti i rapporti rimarrebbero in quel limbo, dove si continua a stare insieme, senza avere una fede al dito - e nessuna causa di divorzio.
La tradizione vorrebbe che fosse lui a inginocchiarsi ai piedi di lei per chiederle la mano. Preferibilmente con un anello di fidanzamento: il simbolo dell’unione eterna - anche se non si capisce perché si chiami solitario.
Ma scene così, oggi, si vedono giusto nei film di fantascienza: la realtà è molto diversa.
Il vincolo del matrimonio fa paura e parlarne è come attraversare un campo minato: tastare il terreno pare indispensabile, o salta tutto per aria.
Prima si comincia con leggeri messaggi subliminali, quasi impercettibili per l’esemplare maschio, ma indispensabili per carpire la sua opinione in merito.
Cose del tipo: inventare che un’amica sta per sposarsi, lasciare in giro per casa qualche rivista di abiti da sposa.
Chiedere un parere — puramente cinematografico — su Quattro matrimoni e un funerale.
Ma se questi test iniziali non funzionano, allora è necessario passare alla fase successiva: sfruttare quei momenti — quando lui dice sempre sì — per sussurrare domande come: mi ami davvero?
Perché il punto è proprio questo: dopo la convivenza, deve esserci un dopo, o la verità è che non ci si ama abbastanza.
E in una serata qualunque, davanti alla tv, succede che lei guarda lui e dice: Voglio la favola Edward.
Così: dopo aver appoggiato i pop-corn al centro del divano.
Lui la guarda tramortito.
Perché? Che motivo c’è di cambiare qualcosa che già funziona? È tutto perfetto.
E invece no.
Lei vuole di più: una chiesa, un kit di damigelle, un abito da sposa, ma soprattutto, vuole essere sicura che lui le sarà fedele sempre, finché morte non li separi.
Vuole una cosa seria: a tutti gli effetti.
E se davvero è una cosa seria, la domanda non è perché? ma perché no?
Prendere una decisione diventa indispensabile.
Spesso assomiglia più a un ultimatum: o mi sposi o ci lasciamo — quasi fosse la sola alternativa — e se uno dei due non è pronto, ‘vissero per sempre felici e contenti’ resta giusto il finale delle favole.
Ma anche gli uomini innamorati sono coraggiosi e a fermarli non saranno certo delle stupide formalità burocratiche, e nemmeno le faccende domestiche. A pensarci bene, anche i suoi sbalzi d’umore premestruali non sono una tragedia.
In fondo, se c’è l’amore, qualche compromesso si dovrà pure accettare.
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