Clare Waight Keller, la stilista che ha disegnato l'abito da sposa di Meghan Markle, ha rivelato qualche indizio sul perché Archie Harrison si chiami così
Clare Waight Keller, direttore creativo di Givenchy, è probabilmente conosciuta dai più soprattutto per aver disegnato l'abito da sposa di Meghan Markle per le nozze con il principe Harry.
Quello che non tutti sanno però è che da quel momento, da quel 28 maggio 2018, le due donne sono legate da una forte amicizia.
Così forte che si vocifera possa esserci un legame tra lei e la scelta di chiamare il royal baby Archie Harrison.
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Ecco cos'ha detto la stilista
Iniziamo da qui: il figlio della stilista di Givenchy si chiama Harrison, che è il secondo nome di Archie.
E in un'intervista per Grazia UK le è stato chiesto se le due cose sono in qualche modo collegate.
Lei non ha né confermato e né negato, ma ha invece confermato l'amicizia:
«Penso che la magia di quel momento così intimo e così personale che abbiamo condiviso sia stata incredibilmente speciale per entrambe. Abbiamo una sorta di legame indissolubile ora.
Il nostro rapporto si è evoluto da una relazione tra stilista e cliente in un'amicizia molto rapidamente: abbiamo un altissimo livello di confidenza l'una con l'altra e abbiamo condiviso così tanti momenti speciali».

Clare ha anche rivelato che durante i loro incontri per le prove d'abito la duchessa del Sussex è stata sempre molto aperta e personale:
«Abbiamo parlato della cerimonia, delle implicazioni del suo ingresso nella famiglia reale e di quale sarebbe stato il suo ruolo nel futuro.
Di ciò che voleva rappresentare, quali emozioni desiderava ritrarre, come voleva ritagliarsi una nuova idea di un modo di vestire per un reale, e anche la relativa influenza.
Era così eccitata per l'intera faccenda».
Alla stilista è stato chiesto anche se ha già incontrato il royal baby Archie Harrison Mountbatten-Windsor.
La risposta: «Non l'ho ancora incontrato, ma lo farò presto.
Non mi sognerei mai di imporrere la mia presenza.
So che Meghan ha una chiara idea di ciò che vuole, sempre, e sono sicura che sarà lei stessa a invitarmi per conoscere suo figlio».
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