Secondo nuove statistiche, chi ha un volto meno amichevole è in realtà più bravo a comunicare e monitorare le emozioni: ecco cosa ne dice la scienza
Al contrario di quello che si potrebbe immaginare, le persone con la cosiddetta faccia da stronzo sono comunicatori migliori rispetto a chi ha una faccia amichevole.
Precisazione: intendiamo tutti quei volti le cui espressioni naturali trasmettono l'essere annoiati o infastiditi dal mondo interno; anche se magari non lo sono affatto.
Il termine specifico è in inglese: Resting Bitch Face.
E secondo nuove statistiche dirette da Rene Paulson, chi soffre di RBF impara di più sulla comunicazione rispetto alle persone con volti dall'impatto più dolce.
(Continua sotto la foto)

Il motivo va ricercato nel fatto che «Invece di comunicare per essere capito, devi comunicare per non essere frainteso».
Perché se le persone pensano che tu sia infastidito o turbato (come accade per tutti coloro che hanno la classica bitch face), devi imparare a monitorare le tue emozioni e quelle degli altri, per comunicare in modo efficace.
E quindi, come risultato, gli individui dal volto meno amichevole sviluppano un «forte senso di autocoscienza», cioè un'abilità sociale inestimabile in situazioni imprevedibili.
Inoltre, gli individui con RBF si concentrano più sulle parole delle persone che sul loro tono, sull'espressione facciale o sulla mimica del corpo, migliorando così il flusso di conversazione.
© Riproduzione riservata