Kanye West racconta: «Mi hanno diagnosticato un disturbo bipolare, ma è un superpotere». E nel suo nuovo album parla anche della crisi con Kim Kardashian
Kanye West lo si odia o lo si ama, per la sua musica, per il suo stile di vita e soprattutto per le sue dichiarazioni.
Ma di certo ora che ha ammesso di essere affetto da disturbo bipolare, in molti saranno perlomeno incuriositi dal modo in cui ha deciso di gestire la cosa.
E non solo perché ha detto pubblicamente di soffrire di una malattia mentale, ma anche perché ha voluto approfittarne per attirare l’attenzione su quanti si trovano nella sua stessa condizione, senza il vantaggio di essere dei personaggi pubblici, ai quali possono anche essere perdonati certi comportamenti sopra le righe.
L’uscita del nuovo album per Kanye si è quindi trasformata in un’opportunità per parlare di sé e per spiegare alcuni aspetti della sua vita, specie degli ultimi mesi.
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Il privilegio di essere Kanye West
In un’intervista a Big Boy Tv la star ha spiegato come la stesura del suo ottavo album in studio si sia rivelata in qualche modo una via di fuga e un’opportunità che altri nella sua stessa situazione non hanno.
«Pensate a quelle persone che hanno disturbi mentali e che non sono Kanye West, che non possono andarsene di qua e di là e far credere che sia tutto a posto.
Pensate a qualcuno che faccia ciò che ho fatto io da Tmz (cioè quando negli studi ha dato vita a un monologo piuttosto acceso sulla quantità di medicine che prende e sul fatto che la schiavitù sia stata una scelta, dichiarazioni che lo hanno fatto finire in una bufera mediatica, ndr), ma che lo faccia al lavoro.
Di certo il giorno dopo sarebbero licenziati e non potrebbero fare un passo indietro», spiega Kanye.

Non una disabilità, ma un superpotere
«Non mi era mai stato diagnosticato, fino ai 39 anni. Una diagnosi di disturbo mentale», specifica il rapper, che prosegue:
«Credo che tutti quelli che abbiano qualcosa di simile, come ho detto nell’album, non devono vederla come una disabilità, ma come un superpotere».
Nel brano Yikes, infatti, Kanye rappa: «That's my bipolar shit, n---a what/That's my superpower, n---a ain't no disability/I'm a superhero! I'm a superhero!».

L’album riscritto in poche settimane
Kanye ha anche rivelato di come abbia deciso di riscrivere gran parte dell’album dopo la controversa intervista rilasciata a Tmz, le cui dichiarazioni hanno fatto il giro del mondo.
Ma anche grazie alla bufera che lo ha travolto, il rapper ha capito di sentirsi parte di un’unica grande famiglia universale.
«Mi sento come un figlio del mondo e questa è la ragione per cui non mi mandano al diavolo, perché sono un membro della famiglia.
Possono non essere d’accordo con me su certe cose, ma sono di famiglia.
Sono qui da 15-18 anni e sento che la cosa migliore che possa fare sia sedermi qui o andare in studio e fare l’unica cosa che so fare e l’unica che io e la mia crew sappiamo fare meglio».

Il momento di crisi con Kim Kardashian
Nell’album trovano spazio temi recenti, dati i tempi ristretti con cui è stato riscritto.
Come il brano Wouldn’t Leave, in cui parla di come Kim stesse per lasciarlo per via delle sue ultime dichiarazioni, quelle sulla schiavitù e quelle sull’amore per Trump.
«Mia moglie mi ha chiamato gridando che avremmo perso tutto e io ho dovuto calmarla perché non riusciva a respirare.
Le ho detto che poteva lasciarmi, ma lei non se ne sarebbe andata. È questo che intendono con nel bene e nel male, no?», rappa Kanye.

Il successo del nuovo album
Sul perché abbia chiamato l'album Ye, Kanye ha spiegato: «Credo sia la parola usata nella Bibbia. E nella Bibbia significa "tu". Quindi io sono te. Sono io, siamo noi. È un bel momento per essere vivi», ha detto in conclusione a Big Boy.
Intanto i fan sembrano apprezzare, mossi dalla sincerità del rapper e dalla sua innegabile bravura oltre che dalla qualità dei featuring, che vedono la collaborazione, tra gli altri, di Kid Cudi, John Legend e Nicki Minaj.
Ye è schizzato subito in vetta alla classifica di iTunes in 63 Paesi e alla posizione numero 1 su Apple Music in 83 nazioni.
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