Fotogallery «Lo Hobbit»: vi è piaciuto?
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Cos'è il 3D HFR e quanto ci è piaciuto Lo Hobbit di Peter Jackson
E così ieri sera ho visto « Lo Hobbit - Un viaggio inaspettato», e non senza un certo pregiudizio. Dagli Stati Uniti sono arrivate qualche giorno fa le prime critiche, tra cui figurano parole come «noioso», «stiracchiato» e «didascalico». Tanto è bastato per deludermi prima del tempo, perché come tutti i fan de «Il signore degli anelli» avrei voluto sentire un aggettivo soltanto: «incredibile». Davvero il film che avev(am)o aspettato per anni. Invece.
Invece niente, perché «Lo Hobbit» è tutto fuorché brutto o pesante ma mettiamola così: richiede qualche riflessione di contorno. Quindi passiamo in rassegna alcuni aspetti salienti che forse vi interesserà leggere, che decidiate di andare a vederlo oppure no.
L'HFR
Senza perderci in tecnicismi, diciamo che Peter Jackson ha voluto girare «Lo Hobbit» in un formato 3D (detto HFR, ossia High Frame Rate) inedito, che consiste di quarantotto fotogrammi al secondo anziché ventiquattro. Quando ho messo gli occhialini non avevo idea di cosa mi aspettasse e la reazione iniziale è stata di ilarità: avete presente «La squadra», la nostra fiction? Ecco, l'effetto iperrealistico, ma paradossalmente amatoriale, è lo stesso. Il film (che potrete vedere anche in 3D normale, qualora lo vogliate) è indissolubilmente legato a questa nuova tecnologia; oserei dire che ne è una parte vitale. L'HFR annulla la nostra conoscenza del codice cinematografico (montaggio, telecamere, movimento, etc) e i personaggi e gli eventi somigliano più a ologrammi materializzati davanti alle nostre lenti usa e getta. La realtà virtuale fa già parte del nostro bagaglio culturale, ma questo potrebbe essere - finora - il passo più significativo in quella direzione. Un'unica raccomandazione: evitate se soffrite di mal di mare o mal di testa, perché sono entrambi dietro l'angolo. Specie vista...
La durata
Il film dura quasi tre ore. Per molti questo è il limite principale: se la trilogia de «Il signore degli anelli» aveva in qualche modo diritto a essere resa - nella versione uncut - in oltre dieci ore, lo stesso non può essere detto de «Lo Hobbit», che è lungo quanto «La compagnia dell'anello». Era necessario sbrodolare così tanto? Forse no, a ben guardare.
L'eroe
Bilbo non è Frodo e per quanto bravo (molto) sia Martin Freeman, l'eroe de «Lo Hobbit» rimane secondario. In «Un viaggio inaspettato», in più, il Baggins originale è molto simile a uno spettatore in cui identificarsi del tutto: è stordito come noi, non sente di appartenere alla compagnia se non verso la fine, ha pochissime battute per una buona ora e mezza. Bilbo è spaesato e lo siamo anche noi: ce la farà a sostenere un'avventura del genere? È una persona e un personaggio forte abbastanza?
I comprimari
La risposta è «no». È per questo che «Un viaggio inaspettato» è dominato per la maggior parte del tempo dal Re dei nani Thorin. Fiero e caparbio (anche un po' presuntuoso ed egoista, via) per certi versi è lui il vero protagonista, un po' come Aragorn ne «Il ritorno del re». Anche Gandalf fa la sua parte, ma resta un po'... grigio.
Gli altri
Più di uno soffrirà la scarsa "varietà" di questa pre-compagnia dell'anello: sono tutti nani a parte due personaggi (Bilbo e Gandalf) e salvo qualche impresa ardimentosa nelle tre ore di film li si distingue scarsamente uno dall'altro. Menzione davvero speciale a Radagast il Bruno: i vostri figli lo adoreranno, ma anche voi.
La storia
Forse avrete l'impressione che «Un viaggio inaspettato» sia più una serie di sequenze spettacolari che un vero film con una trama solida. Ma...
La tecnica e la tecnologia
Come dicevo più in alto, l'HFR e gli effetti speciali sono il film. Hollywood ci ha tristemente (o allegramente) abituato ai giocattoloni senz'anima ma non è questo il caso. Il cuore de «Lo Hobbit» batte proprio qui, nello sforzo tecnologico, nell'impiego colossale di forze, nelle meticolosità del lavoro che è tutt'altro che asettico. Se lo chiedete a me, è magico.
Un film per ragazzi?
Tolkien ha scritto «Lo Hobbit» per i suoi nipoti e per buona parte del film avrete l'impressione di guardare un film per ragazzi. Almeno, finché non arriva Gollum: tenero, degenerato e folle come nessun episodio della trilogia precedente lo aveva reso.
Il viaggio inaspettato
In senso letterale. Guardare «Lo Hobbit» è come prendersi una droga pesante. Preparatevi a tre ore di psichedelia pura tra mostri che non siete mai riusciti a immaginare con altrettanto dettaglio e incarnazioni delle creature più selvagge concepite dai vostri incubi. No, sul serio: avrete la sensazione di essere in acido.
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