Valentino Le Noir: la sfilata di Pierpaolo Piccioli è un’ode al nero
«La monocromia permette di vedere tutto meglio, di guardare in profondità». Lo ribadisce spesso Pierpaolo Piccioli. Il direttore creativo di Valentino ha sempre considerato il colore come un potente mezzo espressivo, immediato e diretto. Uno strumento in grado di dare un senso diverso e una prospettiva differente alle cose.
Per la collezione Autunno Inverno 2024-25, Valentino Le Noir, lo stilista riconsidera i codici della maison attraverso la lente del nero, rivelandone tutta la complessità.
«Mi sono accostato al nero come a una tela, un punto di partenza su cui costruire strati e strutture, silhouette che potessero muoversi in cerca delle luci intorno, per assorbirle e rifletterle. È più una composizione frutto di diverse individualità. Un'architettura corale che custodisce la luce come il segreto più prezioso. Solo quando si è al buio si cerca la luce», spiega a margine della sfilata, la più attesa di questo terzultimo giorno di Paris Fashion Week.
Uno show scandito da 62 look che ne esplorano l’infinita gamma di sfumature. «Vorrei che il nero fosse considerato un colore che apre a molte possibilità» aggiunge.
Uscita dopo uscita, prende forma la composita visione di Piccioli fatta di pesi e volumi diversi, di rigore e seduzione, di raffinatezza e forza. Ad aprire la passerella, un inedito completo sartoriale composto da casacca e shorts, seguito da mini abiti e cappotti dalle spalle oversize, bluse trasparenti e impeccabili gonne a ruota.
«Ricalibrare la percezione, rivalutare la forma». Questo il mantra che guida l’intera proposta, dove trovano spazio felpe con zip e cappuccio accostate a longuette preziose, montgomery bordati di rafia e piume di organza, jumpsuit e blazer dress con spacco. E ancora, lunghe cappe in chiffon portate su pantaloni maschili, abiti con bustier di paillettes, pellicce di lana e bomber in vernice.
I dettagli emblematici di Valentino - dalle rose ai fiocchi, dalle ruches alle balze - ci sono tutti, rieditati e modernizzati per raccontare una femminilità potente e libera, sottolineata anche dagli accessori: pumps e stivali d’ispirazione equestre, lunghi guanti da diva in pelle, borse a spalla portate a mano, a mo’ di pochette, earcuff scintillanti e maxi hoops dalle linee distorte.
Nero, dunque, dalla testa ai piedi. Una scelta inevitabilmente dettata anche dai tempi che stiamo attraversando. «Nei momenti difficili ci si rifugia nel passato che rassicura, così ho voluto dare forma a questo momento reazionario che il mondo sta vivendo. Charles Baudelaire diceva che il nero è l’uniforme della democrazia».
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