Stella Jean: Haiti incontra l'Italia tra stampe, colori e styling perfetto
Fotogallery Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto
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Intervista alla designer Stella Jean in occasione di Talking IED 2013
Occhi penetranti e un nome che riscuote sempre più successo. Stella Jean emana la stessa energia e profondità delle sue creazioni caratterizzate da colori, styling impeccabile e stampe su cotoni africani tinti a cera. Un effetto affascinante al quale noi di Grazia.it non abbiamo saputo resistere. Abbiamo incontrato Stella Jean in occasione del suo speech allo IED di Roma per il secondo appuntamento di Talking IED 2013, scoprite tutto quello che ci ha rivelato e le sue nuove collezioni.
Ciao Stella, sei l'ospite d'onore del secondo appuntamento di Talking IED 2013. Qual è la cosa più importante che secondo te dovrebbe sapere uno studente di moda oggi?
Di limitare il copia e incolla al pc... oggi esiste già tutto, e la globalizzazione ‘copiona’ arriva a toccare anche i settori di nicchia, tant’è vero che ogni grande catena sta realizzando collezioni ‘limited’ o di ricerca che dir si voglia . È inutile percorrere strade segnate da altri a nostra volta. Quello che di nuovo possiamo portare è la nostra storia, le nostre impronte personali, la nostra voce: questo non ci mette al riparo dalla riproducibilità ma aggiunge un senso al valore di mercato. Il nostro.
Non riusciamo a smettere di osservare le tue bellissime stampe. Puoi raccontarci cosa ti ispira maggiormente nel creare il mix&match di pattern e colori protagonista delle tue collezioni?
Il mix&match non è altro che il métissage che caratterizza la mia storia personale, riflesso nelle mie collezioni che interpretano la 'Wax & Stripes phylosophy'. É il risultato del viaggio e della ricerca più lungo ed interessante che io abbia mai intrapreso, poiché è quello che ho deciso di iniziare per trovare l’equilibrio tra due culture tanto distanti e differenti quanto prepotentemente radicate, quali quella italiana e quella haitiana.
Le mie collezioni allegorizzano il punto d'incontro tra il rigore accademico del vecchio continente e l'esuberanza spontanea e solare della civiltà creola che affonda le sue radici in Africa. Il viaggio continua attraverso altre culture e crea un dialogo finalmente paritario tra colonizzatori e colonizzati, tra conquistatori e vessati.
Da modella a stilista, come ha influenzato il tuo lavoro precedente quello attuale?
É stata la mia scuola: iniziare come indossatrice mi ha permesso di compiere un ‘furto con destrezza’ dei vari modi di sentire e di riflettere la moda da parte dei diversi creatori che, con le loro espressioni e i loro codici estetici, mi hanno permesso di inquadrare i molteplici punti di vista. Questo iter ben poco canonico ha istillato la necessità di dover indossare un capo per poterne convalidare l’estetica. Mi spiego, molti abiti sono belli sui manichino e ancor di più negli schizzi, ma tutt'altro discorso è vedere una creazione indossata su un fisico normale e al di fuori del contesto di una passerella. I miei styling hanno un certo impatto, ma io lavoro in modo da dare la possibilità di scomporre ogni look per adattarlo a situazioni e condizioni differenti e con ogni singolo capo comporne a loro volta altri. Strutturare ma lasciare la possibilità di destrutturare e ricomporre a misura di ognuno.
Chi è la donna che veste Stella Jean?
É una frequent flyer dello spirito, non importa che tocchi tutte le capitali della civiltà con il corpo ma è indispensabile che le sfiori, e da queste si lasci sfiorare, con l’anima, la curiosità, la capacità personale innata di miscelare geografie storiche. Sono tutti elementi che ci danno licenza di rendere un abito verbo ed in questo modo ci permettono di ‘abitare’ gli indumenti, che a loro volta si trasformano in lunghissimi racconti che s’intersecano con il bagaglio culturale di chi li incontra, arricchendoli a propria volta.
Ciò che indossiamo non deve portare stampato il nome di un altro, io lascio sempre uno spazio ideale dove apporre la propria firma. La mia donna è ispirata e ha come accessorio principe una pungente ironia, al fine di non confondersi tra ‘le buone cose di pessimo gusto’.
Gli accessori sono molto importanti nelle tue collezioni. Da dove viene il tuo interesse per bracciali, collane e cappelli?
Gli accessori rappresentano la ‘firma in calce’ che ogni donna pone al proprio look. Sebbene occupi poco spazio in percentuale in una lettera, è ciò che le permette di distinguersi e rendersi riconoscibile. Per me rappresentano il 50% di un look. E, nel caso dei copricapo, siano questi cappelli o turbanti, offrono una misura del carattere di chi li indossa.
Se dovessi scegliere la colonna sonora per la tua prossima collezione quale sarebbe?
‘La Bohème’ di Charles Aznavour: una melodia nostalgica ma non melanconica, il racconto di una storia personale, al contempo ironica e struggente.
Il tuo sito Stellajean.it è molto curato, qual è il tuo approccio al web?
A me piace fare nel web esattamente quello che faccio nella vita: per scoprire un luogo mi ci perdo, passo da una stradina all’altra senza soluzione di continuità. Questo mi permette di spaziare trasversalmente un po’ ovunque, non mi fermo, continuo a scoprire blog e siti.
3 domande veloci:
Haiti o Italia?
...gamba destra o gamba sinistra? vuoi più bene a mamma o a papà?
Righe o fiori?
Righe
T-shirt o camicia?
Camicia
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