GIORNO
NOTTE
  • In evidenza
  • GRAZIALAND

    GRAZIALAND

    GRAZIALAND

  • SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

    SHOP GRAZIA

  • Grazia Gazette Roma

    Grazia Gazette Roma

    Grazia Gazette Roma

  • GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

    GRAZIA FOOD

  • Skin Longevity

    Skin Longevity

    Skin Longevity

  • Canali
  • GRAZIALAND
  • Moda
  • Bellezza
  • Lifestyle
  • Factory
  • People
  • Casa
  • Magazine
  • Shopping
  • Oroscopo
  • Newsletter
  • Magazine
  • La cover della settimana
    ABBONATI
    • Pubblicità
    • Contributors
    • Condizioni
    • Privacy
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy
    • Notifiche push
    • Gestione dei cookie
    • © 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Legale VIA BIANCA DI SAVOIA 12 - 20122 MILANO - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata

Grazia

Stai leggendo:

Moda

Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto

Stella Jean: Haiti incontra l'Italia tra stampe, colori e styling perfetto

foto di Sara Moschini Sara Moschini — 12 Aprile 2013

Fotogallery Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto

  • Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto Occhi penetranti e un nome che riscuote sempre più successo. Stella Jean emana la stessa energia e profondità delle sue creazioni caratterizzate da colori, styling impeccabile e stampe su cotoni africani tinti a cera. Un effetto affascinante al quale noi di Grazia.it non abbiamo saputo resistere. Abbiamo incontrato Stella Jean in occasione del suo speech allo IED di Roma per il secondo appuntamento di Talking IED 2013, scoprite tutto quello che ci ha rivelato e le sue nuove collezioni. Ciao Stella, sei l'ospite d'onore del secondo appuntamento di Talking IED  2013. Qual è la cosa più importante che secondo te dovrebbe sapere uno  studente di moda oggi?
    Di limitare il copia e incolla al  pc... oggi esiste già tutto, e la globalizzazione ‘copiona’ arriva a  toccare anche i settori di nicchia, tant’è vero che ogni grande catena  sta realizzando collezioni ‘limited’ o di ricerca che dir si voglia . È  inutile percorrere strade segnate da altri a nostra volta. Quello che di  nuovo possiamo portare è la nostra storia, le nostre impronte  personali, la nostra voce: questo non ci mette al riparo dalla  riproducibilità ma aggiunge un senso  al valore di mercato. Il nostro. Non riusciamo a smettere di osservare le tue bellissime stampe. Puoi raccontarci cosa ti ispira maggiormente nel creare il mix&match di pattern e colori protagonista delle tue collezioni?
    Il mix&match non è altro che il métissage che caratterizza la mia storia personale, riflesso nelle mie collezioni che interpretano la 'Wax & Stripes phylosophy'. É il risultato del viaggio e della ricerca più lungo ed interessante che io abbia mai intrapreso, poiché è quello che ho deciso di iniziare per trovare l’equilibrio tra due culture tanto distanti e differenti quanto prepotentemente radicate, quali quella italiana e quella haitiana.Le mie collezioni allegorizzano il punto d'incontro tra il rigore accademico del vecchio continente e l'esuberanza spontanea e solare della civiltà creola che affonda le sue radici in Africa. Il viaggio continua attraverso altre culture e crea un dialogo finalmente paritario tra colonizzatori e colonizzati, tra conquistatori e vessati. Da modella a stilista, come ha influenzato il tuo lavoro precedente quello attuale?
    É stata la mia scuola: iniziare come indossatrice mi ha permesso di compiere un ‘furto con destrezza’ dei vari modi di sentire e di riflettere la moda da parte dei diversi creatori che, con le loro espressioni e i loro codici estetici, mi hanno permesso di inquadrare i molteplici punti di vista. Questo iter ben poco canonico ha istillato la necessità di dover indossare un capo per poterne convalidare l’estetica. Mi spiego, molti abiti sono belli sui manichino e ancor di più negli schizzi, ma tutt'altro discorso è vedere una creazione indossata su un fisico normale e al di fuori del contesto di una passerella. I miei styling hanno un certo impatto, ma io lavoro in modo da dare la possibilità di scomporre ogni look per adattarlo a situazioni e condizioni differenti e con ogni singolo capo comporne a loro volta altri. Strutturare ma lasciare la possibilità di destrutturare e ricomporre a misura di ognuno. Chi è la donna che veste Stella Jean?
    É una frequent flyer dello spirito, non importa che tocchi tutte le capitali della civiltà con il corpo ma è indispensabile che le sfiori, e da queste si lasci sfiorare, con l’anima, la curiosità, la capacità personale innata di miscelare geografie storiche. Sono tutti elementi che ci danno licenza di rendere un abito verbo ed in questo modo ci permettono di ‘abitare’ gli indumenti, che a loro volta si trasformano in lunghissimi racconti che s’intersecano con il bagaglio culturale di chi li incontra, arricchendoli a propria volta.Ciò che indossiamo non deve portare stampato il nome di un altro, io lascio sempre uno spazio ideale dove apporre la propria firma. La mia donna è ispirata e ha come accessorio principe una pungente ironia, al fine di non confondersi tra ‘le buone cose di pessimo gusto’. Gli accessori sono molto importanti nelle tue collezioni. Da dove viene il tuo interesse per bracciali, collane e cappelli?
    Gli accessori rappresentano la ‘firma  in calce’ che ogni donna pone al proprio look. Sebbene occupi poco spazio in percentuale in una lettera, è ciò che le permette di distinguersi e rendersi riconoscibile. Per me rappresentano il 50% di un look. E, nel caso dei copricapo, siano questi cappelli o turbanti, offrono una misura del carattere di chi li indossa. Se dovessi scegliere la colonna sonora per la tua prossima collezione quale sarebbe?
    ‘La Bohème’ di Charles Aznavour: una melodia nostalgica ma non melanconica, il racconto di una storia personale, al contempo ironica e struggente. Il tuo sito Stellajean.it è molto curato, qual è il tuo approccio al web?
    A me piace fare nel web esattamente quello che faccio nella vita: per scoprire un luogo mi ci perdo, passo da una stradina all’altra senza soluzione di continuità. Questo mi permette di spaziare trasversalmente un po’ ovunque, non mi fermo, continuo a scoprire blog e siti.3 domande veloci: Haiti o Italia?
    ...gamba destra o gamba sinistra? vuoi più bene a mamma o a papà? Righe o fiori?
    Righe T-shirt o camicia?
    Camicia© Riproduzione riservata
  • 5 5 La collezione di Stella Jean per la p/e 2013
  • 4 4 La collezione di Stella Jean per la p/e 2013
  • 2 2 La collezione di Stella Jean per la p/e 2013
  • 1 1 La collezione di Stella Jean per la p/e 2013
  • Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto Stella Jean: Haiti incontra l’Italia tra stampe, colori e styling perfetto Occhi penetranti e un nome che riscuote sempre più successo. Stella Jean emana la stessa energia e profondità delle sue creazioni caratterizzate da colori, styling impeccabile e stampe su cotoni africani tinti a cera. Un effetto affascinante al quale noi di Grazia.it non abbiamo saputo resistere. Abbiamo incontrato Stella Jean in occasione del suo speech allo IED di Roma per il secondo appuntamento di Talking IED 2013, scoprite tutto quello che ci ha rivelato e le sue nuove collezioni. Ciao Stella, sei l'ospite d'onore del secondo appuntamento di Talking IED  2013. Qual è la cosa più importante che secondo te dovrebbe sapere uno  studente di moda oggi?
    Di limitare il copia e incolla al  pc... oggi esiste già tutto, e la globalizzazione ‘copiona’ arriva a  toccare anche i settori di nicchia, tant’è vero che ogni grande catena  sta realizzando collezioni ‘limited’ o di ricerca che dir si voglia . È  inutile percorrere strade segnate da altri a nostra volta. Quello che di  nuovo possiamo portare è la nostra storia, le nostre impronte  personali, la nostra voce: questo non ci mette al riparo dalla  riproducibilità ma aggiunge un senso  al valore di mercato. Il nostro. Non riusciamo a smettere di osservare le tue bellissime stampe. Puoi raccontarci cosa ti ispira maggiormente nel creare il mix&match di pattern e colori protagonista delle tue collezioni?
    Il mix&match non è altro che il métissage che caratterizza la mia storia personale, riflesso nelle mie collezioni che interpretano la 'Wax & Stripes phylosophy'. É il risultato del viaggio e della ricerca più lungo ed interessante che io abbia mai intrapreso, poiché è quello che ho deciso di iniziare per trovare l’equilibrio tra due culture tanto distanti e differenti quanto prepotentemente radicate, quali quella italiana e quella haitiana.Le mie collezioni allegorizzano il punto d'incontro tra il rigore accademico del vecchio continente e l'esuberanza spontanea e solare della civiltà creola che affonda le sue radici in Africa. Il viaggio continua attraverso altre culture e crea un dialogo finalmente paritario tra colonizzatori e colonizzati, tra conquistatori e vessati. Da modella a stilista, come ha influenzato il tuo lavoro precedente quello attuale?
    É stata la mia scuola: iniziare come indossatrice mi ha permesso di compiere un ‘furto con destrezza’ dei vari modi di sentire e di riflettere la moda da parte dei diversi creatori che, con le loro espressioni e i loro codici estetici, mi hanno permesso di inquadrare i molteplici punti di vista. Questo iter ben poco canonico ha istillato la necessità di dover indossare un capo per poterne convalidare l’estetica. Mi spiego, molti abiti sono belli sui manichino e ancor di più negli schizzi, ma tutt'altro discorso è vedere una creazione indossata su un fisico normale e al di fuori del contesto di una passerella. I miei styling hanno un certo impatto, ma io lavoro in modo da dare la possibilità di scomporre ogni look per adattarlo a situazioni e condizioni differenti e con ogni singolo capo comporne a loro volta altri. Strutturare ma lasciare la possibilità di destrutturare e ricomporre a misura di ognuno. Chi è la donna che veste Stella Jean?
    É una frequent flyer dello spirito, non importa che tocchi tutte le capitali della civiltà con il corpo ma è indispensabile che le sfiori, e da queste si lasci sfiorare, con l’anima, la curiosità, la capacità personale innata di miscelare geografie storiche. Sono tutti elementi che ci danno licenza di rendere un abito verbo ed in questo modo ci permettono di ‘abitare’ gli indumenti, che a loro volta si trasformano in lunghissimi racconti che s’intersecano con il bagaglio culturale di chi li incontra, arricchendoli a propria volta.Ciò che indossiamo non deve portare stampato il nome di un altro, io lascio sempre uno spazio ideale dove apporre la propria firma. La mia donna è ispirata e ha come accessorio principe una pungente ironia, al fine di non confondersi tra ‘le buone cose di pessimo gusto’. Gli accessori sono molto importanti nelle tue collezioni. Da dove viene il tuo interesse per bracciali, collane e cappelli?
    Gli accessori rappresentano la ‘firma  in calce’ che ogni donna pone al proprio look. Sebbene occupi poco spazio in percentuale in una lettera, è ciò che le permette di distinguersi e rendersi riconoscibile. Per me rappresentano il 50% di un look. E, nel caso dei copricapo, siano questi cappelli o turbanti, offrono una misura del carattere di chi li indossa. Se dovessi scegliere la colonna sonora per la tua prossima collezione quale sarebbe?
    ‘La Bohème’ di Charles Aznavour: una melodia nostalgica ma non melanconica, il racconto di una storia personale, al contempo ironica e struggente. Il tuo sito Stellajean.it è molto curato, qual è il tuo approccio al web?
    A me piace fare nel web esattamente quello che faccio nella vita: per scoprire un luogo mi ci perdo, passo da una stradina all’altra senza soluzione di continuità. Questo mi permette di spaziare trasversalmente un po’ ovunque, non mi fermo, continuo a scoprire blog e siti.3 domande veloci: Haiti o Italia?
    ...gamba destra o gamba sinistra? vuoi più bene a mamma o a papà? Righe o fiori?
    Righe T-shirt o camicia?
    Camicia© Riproduzione riservata
  • Stella Jean ritratto high Stella Jean ritratto high La designer Stella Jean
/ 7 Tutte le foto
ADVERTISEMENT

...

Intervista alla designer Stella Jean in occasione di Talking IED 2013

Occhi penetranti e un nome che riscuote sempre più successo. Stella Jean emana la stessa energia e profondità delle sue creazioni caratterizzate da colori, styling impeccabile e stampe su cotoni africani tinti a cera. Un effetto affascinante al quale noi di Grazia.it non abbiamo saputo resistere. Abbiamo incontrato Stella Jean in occasione del suo speech allo IED di Roma per il secondo appuntamento di Talking IED 2013, scoprite tutto quello che ci ha rivelato e le sue nuove collezioni.

Ciao Stella, sei l'ospite d'onore del secondo appuntamento di Talking IED  2013. Qual è la cosa più importante che secondo te dovrebbe sapere uno  studente di moda oggi?
Di limitare il copia e incolla al  pc... oggi esiste già tutto, e la globalizzazione ‘copiona’ arriva a  toccare anche i settori di nicchia, tant’è vero che ogni grande catena  sta realizzando collezioni ‘limited’ o di ricerca che dir si voglia . È  inutile percorrere strade segnate da altri a nostra volta. Quello che di  nuovo possiamo portare è la nostra storia, le nostre impronte  personali, la nostra voce: questo non ci mette al riparo dalla  riproducibilità ma aggiunge un senso  al valore di mercato. Il nostro.

Non riusciamo a smettere di osservare le tue bellissime stampe. Puoi raccontarci cosa ti ispira maggiormente nel creare il mix&match di pattern e colori protagonista delle tue collezioni?
Il mix&match non è altro che il métissage che caratterizza la mia storia personale, riflesso nelle mie collezioni che interpretano la 'Wax & Stripes phylosophy'. É il risultato del viaggio e della ricerca più lungo ed interessante che io abbia mai intrapreso, poiché è quello che ho deciso di iniziare per trovare l’equilibrio tra due culture tanto distanti e differenti quanto prepotentemente radicate, quali quella italiana e quella haitiana.

Le mie collezioni allegorizzano il punto d'incontro tra il rigore accademico del vecchio continente e l'esuberanza spontanea e solare della civiltà creola che affonda le sue radici in Africa. Il viaggio continua attraverso altre culture e crea un dialogo finalmente paritario tra colonizzatori e colonizzati, tra conquistatori e vessati.

Da modella a stilista, come ha influenzato il tuo lavoro precedente quello attuale?
É stata la mia scuola: iniziare come indossatrice mi ha permesso di compiere un ‘furto con destrezza’ dei vari modi di sentire e di riflettere la moda da parte dei diversi creatori che, con le loro espressioni e i loro codici estetici, mi hanno permesso di inquadrare i molteplici punti di vista. Questo iter ben poco canonico ha istillato la necessità di dover indossare un capo per poterne convalidare l’estetica. Mi spiego, molti abiti sono belli sui manichino e ancor di più negli schizzi, ma tutt'altro discorso è vedere una creazione indossata su un fisico normale e al di fuori del contesto di una passerella. I miei styling hanno un certo impatto, ma io lavoro in modo da dare la possibilità di scomporre ogni look per adattarlo a situazioni e condizioni differenti e con ogni singolo capo comporne a loro volta altri. Strutturare ma lasciare la possibilità di destrutturare e ricomporre a misura di ognuno.

Chi è la donna che veste Stella Jean?
É una frequent flyer dello spirito, non importa che tocchi tutte le capitali della civiltà con il corpo ma è indispensabile che le sfiori, e da queste si lasci sfiorare, con l’anima, la curiosità, la capacità personale innata di miscelare geografie storiche. Sono tutti elementi che ci danno licenza di rendere un abito verbo ed in questo modo ci permettono di ‘abitare’ gli indumenti, che a loro volta si trasformano in lunghissimi racconti che s’intersecano con il bagaglio culturale di chi li incontra, arricchendoli a propria volta.

Ciò che indossiamo non deve portare stampato il nome di un altro, io lascio sempre uno spazio ideale dove apporre la propria firma. La mia donna è ispirata e ha come accessorio principe una pungente ironia, al fine di non confondersi tra ‘le buone cose di pessimo gusto’.

Gli accessori sono molto importanti nelle tue collezioni. Da dove viene il tuo interesse per bracciali, collane e cappelli?
Gli accessori rappresentano la ‘firma  in calce’ che ogni donna pone al proprio look. Sebbene occupi poco spazio in percentuale in una lettera, è ciò che le permette di distinguersi e rendersi riconoscibile. Per me rappresentano il 50% di un look. E, nel caso dei copricapo, siano questi cappelli o turbanti, offrono una misura del carattere di chi li indossa.

Se dovessi scegliere la colonna sonora per la tua prossima collezione quale sarebbe?
‘La Bohème’ di Charles Aznavour: una melodia nostalgica ma non melanconica, il racconto di una storia personale, al contempo ironica e struggente.

Il tuo sito Stellajean.it è molto curato, qual è il tuo approccio al web?
A me piace fare nel web esattamente quello che faccio nella vita: per scoprire un luogo mi ci perdo, passo da una stradina all’altra senza soluzione di continuità. Questo mi permette di spaziare trasversalmente un po’ ovunque, non mi fermo, continuo a scoprire blog e siti.

3 domande veloci:

Haiti o Italia?
...gamba destra o gamba sinistra? vuoi più bene a mamma o a papà?

Righe o fiori?
Righe

T-shirt o camicia?
Camicia

© Riproduzione riservata

© Riproduzione riservata

Scopri altri articoli di Tendenze
  • IN ARRIVO

  • Regali di Natale: i gioielli e i bijoux da mettere sotto l’albero quest’anno

  • Carnitina: come fare scorta del nutriente amico del metabolismo

  • Cappotti animalier: 7 modelli perfetti per dare un tocco “wild” ai look di stagione

  • Quanto aspettare per avere una nuova relazione quando ci si lascia?

Grazia
  • Privacy Policy
  • Cookie Policy
  • Contributors
  • Pubblicità
  • Opzioni Cookie
© 2025 REWORLD MEDIA S.R.L. - Sede Lagale Via Fantoli 7, 20138 Milano - Codice Fiscale e Partita IVA: 12693020963 - riproduzione riservata