Best of Paris Couture Week: i 10 look che non dimenticheremo
Dal 24 al 27 gennaio sulle passerelle della Capitale francese hanno sfilato i nomi più blasonati della moda, riunendo in una manciata di giorni il gotha della moda, per celebrare quel rito pagano che, nel settore, definiamo Haute Couture. E così, fra una cavalcata regale e un front row scintillante di star come non mai, anche noi, davanti all’incedere fastoso dell’alta moda, abbiamo preso appunti per segnalarvi i dieci best of che non dimenticheremo, i look wow che ci hanno fatto sognare e riflettere.
Best of Paris Couture Week: le trasparenze di Chanel
(Credits: courtesy of press office)
A voler essere sinceri quello che probabilmente tutti ricorderanno dell’ultima fatica di Virginie Viard sarà il regale trotto di Charlotte Casiraghi in groppa al suo cavallo Cousco in apertura di sfilata, un po’ Bianca Jagger e un po’ restaurazione francese. Non che la collezione non si sia fatta notare per meriti intrinseci, però di fronte allo spettacolo concesso dalla principessa monegasca difficile riconcentrarsi adeguatamente sul resto. Difficile ma non impossibile, perché di abiti magnifici in questa sfilata se ne sono visti molti, ma a restarci impresso è uno: quello che più di tutti ricorda il tocco leggero di Chanel, quando era ancora Coco e per le donne comuni aveva in serbo progetti di liberazione, e non cavalcate verso l’Ancien Régime. #CircoEquestre
Best of Paris Couture Week: il cappotto prezioso di Valentino
(Credits: courtesy of press office)
Ne hanno parlato già tutti di questa Anathomy of Couture, e in effetti l’operazione svolta da Pierpaolo Piccioli per giungere all’anima più profonda della couture, quella capace di trasformare una donna in una dea per un giorno, ha decisamente lasciato il segno. Il cappotto indossato da Lara Stone è emblematico perché rappresentativo di questa nuova visione che prorompe - anche sulle passerelle da sempre più conservatrici - in fisicità diverse e corpi finalmente lontani da stereotipi di bellezza quanto mai superati. #LookAhead
Best of Paris Couture Week: il cut out di Alexandre Vauthier
(Credits: courtesy of press office)
Hanno un sapore decisamente beneaugurante le citazioni Anni ’20, ruggenti come si spera saranno quelli appena iniziati, della collezione proposta dall’ex pupillo di Thierry Mugler. Tra i look in passerella, omaggio alle flapper tutte frange e lustrini ma anche ai completi maschili dal sapore sartoriale, fra marabù e sontuosi velluti, è impossibile non notare l’abito effetto seconda pelle, in un’intensa sfumature verde giada, su cui mani sapienti hanno disseminato giochi di cut out strategici. #BelleEpoque
Best of Paris Couture Week: l'abito scultura di Schiaparelli
(Credits: courtesy of press office)
Se ci chiedessero qual è il connubio più riuscito nella moda - dopo quello fra il compianto Alber Elbaz e Lanvin - indicheremmo Daniel Roseberry alla guida di Schiaparelli. Una maison con un passato di grande successo e un futuro molto incerto, che è stata riportata a nuova luce dall’americano più estroso che si ricordi. E che è capace di trasformare ogni collezione in un evento surrealista dove l’oro non è mai abbastanza e i barocchismi sono all’ordine del giorno. Vedere per credere questo abito, un’opera d’arte degna di una Niki de Saint Phalle. Scultoreo come una dea dell’Olimpo e altrettanto magnifico. #FoliesBergère
Best of Paris Couture Week: i fiori e paillettes di Elie Saab
(Credits: courtesy of press office)
Magniloquente: potrebbe essere questa la parola perfetta per riassumere la sfilata Alta Moda di Elie Saab. Lo stilista libanese, che ci ha abituati a restare a bocca aperta di fronte ai suoi abiti da mille e una notte amato dalle celeb, anche stavolta non si è tirato indietro: nel Bloom Flower dress, l’esemplare più prezioso di una collezione tutta ispirata al mondo floreale, una cascata di paillettes multicolore anima di bagliori argentei la silhouette da sirena, culminante nel decoro a corolla che impreziosisce la scollatura. #InBloom
Best of Paris Couture Week: il completo total white di Dior
(Credits: courtesy of press office)
Un tailleur candido che non fatichiamo a immaginare su Jackie O’ per una cena di gala, quando era ancora la first lady e gli anni Sessanta si scoprivano ricchi di ottimismo e positività. È in questo look che la collezione disegnata da Mariagrazia Chiuri dimostra tutta la propria sapienza sartoriale al servizio del bon ton. Del resto, un saggio di questa sua nuova ricerca la stilista ce lo aveva già dato con la sfilata per la PE 2022, ricca di rimandi Sixties fra mini a trapezio e colori pop. Perché dunque non alzare il tiro tornando a proporre abiti belli da vedere e perfetti da indossare? #BonChicBonGenre
(Credits: courtesy of press office)
Nella loro impareggiabile carriera ci hanno abituati ad abiti-letto, manifesti indossabili, corsetti a forma di dolciumi e ad ogni genere di stranezza. Per questo non stupisce che, ancora una volta, il duo di designer olandesi abbia deciso di sovvertire il buon senso e le regole comuni per portare in passerella una carrellata di figure dalle proporzioni "sballate", il cui rimando dichiarato è la paura. Una paura che però va governata, e usata quasi come un’armatura. Come accade con l’abito-costruzione in seta moiré color caramella, interamente percorso da ruches e volant, e che non sfigurerebbe sulla sposa cadavere di Tim Burton. #SorryNotSorry
Best of Paris Couture Week: il corsetto+denim di Jean Paul Gaultier
(Credits: courtesy of press office)
Divertente, eclettica, ricca di citazioni eppure contemporanea: impossibile descrivere in poche parole la collezione firmata dal designer di Y/Project’s Glenn Martens per la maison francese. Un pot-pourri che mescola i rimandi alla storia dell’arte e i richiami boudoir che hanno reso celebre Gaultier con la denim couture che fatto la fortuna del brillante belga, e che è perfettamente esemplificato da questo look che strizza in un corsetto disseminato di lacci tutto l’esprit du temps di questa stralunata epoca. #CultureClash
Best of Paris Couture Week: i disegni di Fendi
(Credits: courtesy of press office)
Cos’è una collezione di Haute Couture se non un omaggio contemporaneo ai fasti imperiali della nascita della moda? Deve aver pensato a questo Kim Jones quando ha lasciato che la Storia con la S maiuscola prorompesse su alcuni dei look in passerella. Tra questi, la cappa che omaggia la statuaria classica, così comune da ammirare per chi passeggia per le antiche strade romane, eppure così distante dalla vita quotidiana di molti dei clienti dell’alta moda. Una cartolina animata per sognare ad occhi aperti. #TrompeLOeil
Best of Paris Couture Week: la sposa di Zuhair Murad
(Credits: courtesy of press office)
È la couture più couture di tutte quella in chiave medio orientale di Zuhair Murad, che affida all’incedere opulento e picaresco delle modelle in passerella la sua visione sontuosa di una moda di certo non per tutti, ma che sui sogni collettivi viaggia leggera come un avventuroso pirata nei mari. L’arte sublime del ricamo raggiunge il suo più alto grado nell’intera collezione, ma il culmine è quello proposto dall’abito da sposa, costellato di delicate incrostazioni di cristalli che si susseguono come ragnatele su strati e strati di tulle. #Wonderland
© Riproduzione riservata