Il fondatore dell'omonimo brand se n'è andato stamattina. Noi lo ricordiamo così...

Ottavio Missoni , capostipite della famiglia sinonimo dello zig-zagging è mancato stamattina 9 maggio, nella sua casa di Sumirago, in provincia di Varese, dove si trova anche l'azienda fondata nel 1953.
L'INFANZIA
Nato nel 1921 a Ragusa (Dalmazia) da Teresa de Vidovich, contessa di Capocesto e di Ragosniza, nobildonna che non lesina sui vizi, e dal capitano "de mar" Vittorio, che si narra avesse tra i suoi avi un pirata, vive l'infanzia a Zara, per trasferissi poi a Trieste e infine Milano.
UN GIOVANE CAMPIONE
Sportivo e atletico, diventa un "campioncino" (all'età di 16 anni) dei 400 metri con un tempo che ancora oggi è la miglior prestazione italiana di un sedicenne.
Nel 1937 è nella nazionale italiana di atletica leggera e vola a Parigi dove batte i francesi, nel 1939 è Campione Mondiale Universitario a Vienna e nel 1941 Campione Italiano dei 400 metri a ostacoli.
La seconda guerra mondiale lo porta sul fronte Nord africano, dove viene catturato dagli Inglesi che lo tengono prigioniero in Egitto fino al 1946; rientrato in Italia non si perde d'animo e avvia una piccola attività di produzione di tute sportive, le Venijulia, adottate poi dalla Nazionale Italiana per le Olimpiadi del 1948.
L'INCONTRO CON LA MOGLIE ROSITA E L'ESORDIO NELLA MODA
E' il 1948 l'anno cruciale per Ottavio, a Londra per i giochi olimpici conosce Rosita Jelmini, studentessa di lingue, in vacanza studio nella capitale britannica. Dopo 5 anni si sposano e allestiscono un piccolo laboratorio di maglieria nel seminterrato della loro abitazione di Gallarate: Rosita canalizza l'estro di Ottavio nella nuova impresa e il successo non tarda, la boutique Biki di Milano commissiona loro la prima produzione di capi, seguita a ruota da la Rinascente.
LA NASCITA DELLA MAISON MISSONI
Nel 1958 fanno il loro ingresso le etichette Missoni e nel 1966 portano in passerella la loro prima sfilata che segna il punto di rottura rispetto agli schemi tradizionali legati alla maglieria: i colori si fondono, le trame si diversificano e i capi assomigliano ad opere d'arte indossabili. Nel 1967 portano le collezioni a Palazzo Pitti e mandano in passerella le mannequins senza reggiseno, trovandosi all'ultimo momento con un intimo di colori non adatti, e scoppia la polemica: mentre a Parigi Yves Saint Laurent lancia il nude look, Tai e Rosita vengono banditi dalla manifestazione fiorentina. Nel 1969 aprono lo stabilimento di Sumirago «…per lavorare in un luogo considerato ideale per il weekend... Semmai in città si va per il weekend», dice Ottavio, nello stesso anno conquistano Diana Vreeland, direttrice di Vogue America, che li porta oltreoceano nei department store più importanti e a distanza di pochi anni il pullover patchwork Missoni diventa parte della collezione permanente del Costume Institute del Metropolitan Museum di New York.
LO SVILUPPO DEL BRAND E I SUCCESSI
Nel 1975 le collezioni si diversificano e fanno il loro ingresso i tessuti d'arredamento, la biancheria per la casa, gli accessori e i gioielli, nel 1979 ampliano ulteriormente il loro lavoro introducendo le collezioni maschili. Nel 1993, anno del 40° anniversario di matrimonio e di inizio attività, Ottavio riceve dal presidente della Repubblica l'onorificenza di Cavaliere al Merito del Lavoro e pochi anni dopo insieme a Rosita vengono insigniti della Laurea ad Honorem del Central Saint Martin College of Art and Design di Londra.
Un vita di successi, una storia fatta di amore e passioni, quelle che fanno tremare le gambe e portano lontano, un percorso non sempre fatato, ma superato con l'entusiasmo da eterno ragazzo e il giusto allenamento di un uomo abituato a saltare gli ostacoli.
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