Dior Fall-Winter 2024: la nuova Miss Dior di Maria Grazia Chiuri
Il nome Miss Dior è un nome noto alle masse da decenni e lo è diventato soprattutto per un motivo: un celebre profumo, il primo profumo che Monsieur Christian Dior fece produrre al naso Paul Vaucher nel 1947.
Un bouquet fresco e floreale che fa pensare alla giovinezza, e che forse non tutti sanno essere stato dedicato alla sorella di Dior stesso, la cui figura riecheggiava nella stessa boccetta in cristallo Baccarat: un flacone dalla silhouette sinuosa, femminile ma moderna, proprio come la vera signorina Dior.
C'è però un altro momento in cui questo nomignolo è stato omaggiato all'interno della storia della Maison parigina. Siamo alla fine degli anni '60, nel 1967, e l'allora direttore creativo Marc Bohan apre a Parigi, non lontano dalla sede della boutique storica di Avenue Montaigne, la prima boutique battezzata Miss Dior.
Dedicata all'omomina linea, nasceva come destinazione per le figlie delle clienti della boutique principale e, nonostante l'estrazione decisamente non proletaria, divenne il simbolo di un nuovo modo di vestire, del debutto del marchio nel pret-a-porter.
Di un atto di liberazione che si respirava nella società dell'epoca e che viene perfettamente incarnato dalle note di Je t'aime... Moi non plus, canzone scandalo interpretata da Serge Gainsbourg e Jane Birkin, colonna sonora di gran parte della sfilata.
C'è tanto di quegli anni nelle forme che vediamo in passerella: gonne ad A, abbinate a top senza maniche proprio come nei '60, con stivali alti di gamba ma con il tacco basso, comodo.
Credits: Getty Images
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A colpire maggiormente sono però le maxi scritte che come graffiti di protesta adornano giacche, gonne, completi e capispalla. Si legge "Miss Dior" anche sui trench, nero su beige, quasi a voler imbrattare la formalità e la precisione.
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La Miss svela un animo più deciso e graffiante con le stampe animalier, declinate su trench e doppiopetto, che anche qui in perfetto richiamo allo stile sixities si abbinano a scarpe basse, Mary-jane o semplici décolleté.
Maria Grazia Chiuri racconta di essersi ispirata anche a Gabriella Crespi, figura importante per l'architettura e il design a livello internazionale. Nata nel 1922, studiò al Politecnico di Milano e fu in grado di imporsi in un mondo prettamente maschile portando la propria arte scultorea, densa di riferimenti al mondo animale, ad altissimi livelli.
La parte più giocosa lascia lo spazio ad accenni che vanno ben oltre il pret-a-porter, con applicazioni gioiello, frange lucenti e ricami preziosi.
Gli abiti presentano una silhouette dritta, sempre in linea con l'ispirazione principale ma si arricchiscono di trasparenze e abbandonano slogan e loghi a vista rivelando l'anima più elegante e sofisticata di Dior.
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Anche gli accessori non sono fatti per passare inosservati: le nuove borse hanno maxi scritte, ridondanti, grandi e a effetto spray o finemente composte da borchie, completate da fibbie a loro volta massicce e parlanti.
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Gli ospiti in prima fila
Ospiti alla sfilata molte celebrities amiche del brand: da Natalie Portman, testimonial da diversi anni, alla new-entry Rosalìa, tutte rigorosamente in total look Dior.
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