Non c’è dubbio: la performance che ha chiuso lo show di Coperni durante questa edizione della Paris Fashion Week resterà negli annali della moda - complice anche una certa assonanza con un momento iconico della sfilata Primavera Estate 1999 di Alexander McQueen e che aveva per protagonista la top model Salom Harlow.
Il video di Bella Hadid e dell’abito spruzzatole addosso in tempo reale ha fatto il giro dei social, diventando uno dei trending topic degli ultimi giorni.
«È nostro dovere di stilisti provare cose nuove e mostrare un futuro possibile. Non faremo soldi con questo ma è stato un momento bellissimo, un'esperienza emozionante», hanno dichiarato i co-fondatori del brand, Sébastien Meyer e Arnaud Vaillant, al termine della sfilata.
Sfilata che ha senz’altro contribuito ad amplificare la notorietà del marchio parigino di prêt à porter. Ma di cosa si tratta? Com'è nato? Ecco tutto quello che dovreste sapere su Coperni.
Da dove arriva il brand Coperni?
Sébastien Meyer e Arnaud Vaillant si sono conosciuti durante gli studi alla scuola Mod'Art di Parigi nel 2009. È amore a prima vista, sia sul piano personale che professionale: i due cominciano a collaborare sin da subito, unendo le forze e i loro diversi background (il fashion design e la modellistica per Sébastien e il fashion business e management per Arnaud) prima nei progetti scolastici e poi nella loro etichetta, fondata nel 2013 dopo alcune esperienze da Chanel e Balenciaga.
Il rilancio
Nel 2015, a seguito della nomina a direttori artistici della maison Courrèges, il progetto Coperni finisce in stand by. Verrà rilanciato a distanza di qualche anno, nel 2018. Il ritorno sulle passerelle è un successo: quello stile minimal chic ma allo stesso tempo sexy ed elegante - très parisienne, insomma - incontra perfettamente i gusti delle Millennial e soprattutto delle giovanissime consumatrici della Gen Z. Gli oltre 270 milioni di views per l’hashtag #Coperni su Tik Tok ne sono una dimostrazione lampante.
La Swipe bag
Nel 2019 Coperni lancia la Swipe bag, un accessorio che nel giro di pochissimo diventa il suo item più iconico. Contraddistinta da un design ad arco e ispirata all'icona di sblocco dell’iPhone, questa borsa scultura rientra a pieno titolo tra le it bag delle ultime stagioni. Basti pensare che tra le sue fan figurano celebrities del calibro di Dua Lipa, Doja Cat e Kylie Jenner.
Lo scorso anno il brand ha lanciato una speciale capsule edition in collaborazione con l’attrice e filmmaker Maisie Williams, composta da due modelli in una fibra innovativa - alternativa alla pelle - ottenuta dagli scarti della produzione delle mele. Per l’Autunno Inverno 2022 è stata proposta una Swipe bag in vetro soffiato ma l'esemplare più prezioso è sicuramente quello disegnato per la collezione Primavera Estate 2023, in oro massiccio. Questo pezzo unico verrà poi fuso e rivenduto al suo fornitore, per essere eventualmente ricreato su ordinazione.
Tra moda e tecnologia
Com’è intuibile, Coperni prende il nome da Nicolaus Copernicus, padre della teoria eliocentrica secondo la quale i pianeti del sistema solare ruotano intorno al sole. Le idee rivoluzionarie e innovative dell’astronomo e matematico polacco affascinano da sempre il duo creativo, che nelle proprie collezioni mescola design, scienza e arte. «Siamo molto interessati a tutto ciò che circonda la tecnologia, sia per quanto riguarda le nostre ispirazioni che le silhouette e i tagli dei nostri capi. Sarebbe bello inventare nuove tecniche di produzione», hanno dichiarato in una delle loro prime interviste.
Coperni, Bella Hadid e lo spray dress
L’abito spruzzato su Bella Hadid ha richiesto sei mesi di lavoro. Per renderne possibile la realizzazione, i fondatori della casa di moda si sono rivolti all’azienda Fabrican Ltd e al ricercatore spagnolo Manuel Torre, inventore dello spray composto da fibre sospese in una soluzione di polimeri che evapora a contatto con le superfici.
La performance non ha mancato di suscitare critiche e polemiche: come dicevamo, in molti vi hanno visto una citazione non esplicitata della sfilata Primavera Estate 1999 di di Alexander McQueen - conclusasi con due bracci meccanici per la verniciatura delle auto a spruzzare l’abito in candido tulle di Shalom Harlow, una tacita accusa al sopravvento delle macchine sull'umano - mentre altri l’hanno trovata un mero espediente per catalizzare l’attenzione della stampa.
Di certo, di fronte a tutto questo non si può fare a meno di chiedersi: è questo il futuro della moda?
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