Silvia e Vincenzo: matrimonio a Venezia
Il sole di maggio su un'isoletta veneziana, sfondo perfetto (e romanticissimo) per dirsi di sì
Silvia e Vincenzo sposi a Venezia
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«Ci siamo sposati a Torcello, un'isola veneziana che ha una grande storia e che oggi è abitata da appena dieci persone. Abbiamo scelto di sposarci lì perché è un luogo che amiamo molto, di grande fascino e tranquillità. La cerimonia è iniziata alle 16.30, nella chiesetta di Santa Maria Assunta. Era una splendida giornata di sole».
«Abbiamo organizzato tutto da soli e ci siamo divertiti! Abbiamo aperto un sito internet per spedire gli inviti e per dare agli ospiti tutte le informazioni sugli spostamenti, i posti auto che a Venezia sono piuttosto complicati, e gli orari delle barche».
« Il tragitto attraverso i canali del centro storico di Venezia e il Canal Grande è stato emozionante »
«Gli invitati, con lo sposo, hanno raggiunto Torcello a bordo di una barca turistica partendo dall'approdo del Tronchetto, passando per il Canale della Giudecca, sfilando davanti ai Giardini della Biennale, alla Basilica di San Giorgio e alle isole di Murano e Burano. Io sono partita da casa, nel cuore storico di Venezia, in taxi acqueo, accompagnata dai genitori e dai testimoni. Il tragitto attraverso i canali del centro storico di Venezia e il Canal Grande è stato emozionante: dai ponti e dalle fondamenta i turisti fotografavano la sposa e chiedevano un saluto. Questo accade solo a Venezia, è fantastico».
«Non abbiamo seguito uno stile in particolare o scelto un colore dominante. Abbiamo puntato sulla semplicità, perché Torcello e la sua Basilica riempiono già di bellezza gli occhi e il cuore. Così, per l'allestimento in chiesa abbiamo scelto le margherite, e lo stesso fiore decorava i tavoli dell'Osteria Ponte del Diavolo, dove abbiamo festeggiato con gli ospiti. Insieme allo staff avevamo studiato tutto, dall'aperitivo alla torta nuziale: abbiamo trascorso con loro ore piacevolissime durante la preparazione della festa».
5. Parliamo dei fiori e delle bomboniere...
«Tornando ai fiori, dire "margherite" non basta: l'allestimento curato da Morris Marigo della Fioreria Roma di Jesolo era veramente splendido. Per le bomboniere ci siamo affidati all'artigiana veneziana Lauretta Vistosi che per noi ha realizzato a mano dei portachiavi colorati, ognuno diverso dall'altro, decorati con una murrina veneziana degli anni Sessanta proveniente dall'ex vetreria Vistosi di Murano. Volevamo regalare un po' di Venezia ai nostri ospiti, molti di loro sono venuti da molto lontano, anche dall'estero, per vivere con noi questa giornata».
6. La scelta dell'abito da sposa: quale designer? Che caratteristiche aveva?
«L'abito della sposa era della casa di moda spagnola Jesús Peiró. Incredibile ma vero, ci sono voluti solo cinque minuti per sceglierlo e il merito va soprattutto ad Anna (titolare dell'Atelier Anna Maretti di Padova). Quando mi ha visto ha capito subito cosa stavo cercando» racconta Silvia «Mi ha proposto un abito in seta e tulle, lungo, leggero e morbido con lo scollo all'americana. Esattamente quello che cercavo per sentirmi vestita lasciando però le spalle scoperte. Lo chignon studiato dal parrucchiere veneziano Umberto Corrà era semplicissimo e raffinato, e metteva nel giusto risalto il particolare del collo del vestito, veramente bellissimo».
7. Come descrivereste l'organizzazione? Easy, stressante...
«Adesso, quando la descriviamo diciamo "easy"! Ma è inutile nasconderlo: nei mesi precedenti il 28 maggio ci sono stati alcuni momenti di stress. Il "lavoro" si è concentrato nei fine settimana e alcune cose le abbiamo fatte all'ultimo momento. Fino a un'ora prima della partenza per la cerimonia si ha l'impressione di non avere fatto tutto, ma l'importante è non farsi prendere dal panico, e andare!».
8. Più agitata la sposa o lo sposo?
«Probabilmente lo sposo: ha confessato di aver vissuto momenti di grande agitazione durante il mio ingresso in chiesa. Pare che sia rimasto impietrito e le immagini della nostra fotografa, Grazia Fiore, lo testimoniano. Io invece ho iniziato a rilassarmi proprio quando sono entrata in chiesa: il mio terrore più grande era che il taxi non arrivasse a prendermi! Se accadese una cosa del genere, a Venezia sarebbe un grosso guaio. Una volta approdata ho iniziato a godermi il momento a che avevo immaginato così a lungo».
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