The House of Vinted: quando il vintage diventa esperienza di stile


Alzi la mano chi non conosce Vinted o non ha mia sbirciato online cliccando sulla classica icona della “V” bianca su fondo verde acqua. I fashion victim aprono l’App per trovare un capo non più disponibile nei negozi, mentre le mamme la prediligono per rifare il guardaroba ai figli. La usano i manager alla ricerca del pezzo unico, e tutti quelli che vogliono risparmiare tempo negli acquisti o che vogliono rifarsi il look senza spendere un capitale.
Vinted, l'App che ha cambiato l'esperienza con il lusso
Insomma, Vinted è ormai entrato nelle nostre vite con una missione molto chiara e ambiziosa: fare del second-hand la prima scelta a livello globale. «Vinted ha avuto un ruolo significativo nell’aumento della popolarità del mercato second hand –ci racconta Adam Jay, CEO dell'azienda - in particolare nel settore del lusso. Alcune ricerche, infatti, ci suggeriscono che l'80% delle persone che rivendono i loro articoli lo fa tramite la nostra App».

Alla ricerca del pezzo perfetto
Se, infatti, all’inizio il percorso dell’azienda era tutto concentrato sulla moda accessibile – un concetto che ha permesso la creazione di una community di fedelissimi – «da circa tre anni, invece, il brand ha fatto un salto di qualità, spostandosi verso il segmento del lusso e introducendo un servizio di autenticazione per garantire l'originalità degli articoli accolto molto bene da chi acquista capi di alto valore». Francia e Regno Unito sono i mercati più forti ma l’Italia gioca un ruolo chiave perché «curiosamente gli italiani tendono a vendere più di quanto acquistino, esportando capi di lusso verso paesi come Francia e Germania». Il risultato? Vinted è diventato un mercato “virtuale” interessante, vivace, in grado di coinvolgere utenti molto diversi e dove anche i marchi di nicchia trovano finalmente il loro spazio. Al di là dei numeri, «ciò che rende speciale questo marketplace è anche il senso del divertimento - conclude Jay-. Acquistare e vendere non è soltanto un’operazione commerciale, ma una vera e propria avventura alla ricerca del pezzo perfetto”.
The House of Vinted: l'evento a Londra
Un altro passo avanti in questa dimensione più ludica è stata la fusione tra esperienza digitale e fisica. Il primo evento dal vivo, "The House of Vinted", che si è svolto lo scorso weekend a Londra, «è stata l’occasione per presentare fisicamente una serie di guardaroba luxury curati da influencer e creator di moda provenienti dall’Italia, dalla Francia e dal Regno Unito – ci racconta Emma Sullivan, Creative Director Vinted- permettendo ai membri di vivere il marchio di persona, girando fra queste stanze allestite con articoli second hand unici». I temi dei guardaroba (tutti in vendita con una parte del ricavato che sarà devoluto in beneficenza, ndr) si sono ispirati allo stile personale dei creator coinvolti e ai trend rilevati dai dati della piattaforma, che mostrano una crescente tendenza di ricerca per termini come art déco, gingham, vintage, scandi, statement piece, maniche a sbuffo e maglioni a trecce.

Giulia Valentina e il suo guardaroba per "The House of Vinted"
L’evento ha avuto molto successo per cui, secondo Sullivan, in futuro potrebbero esserci altre occasioni di questo tipo. Portare il virtuale nel reale è sempre un’esperienza da vivere, soprattutto se in ballo c’è una passione, quella per la moda, come conferma la creator italiana Giulia Valentina. Coinvolta nel progetto The House of Vinted, ha fatto una selezione di alcuni suoi capi in vendita da oggi sulla piattaforma: «Sapere che alcuni miei capi finiscono nel guardaroba dei miei follower mi rende felice – ci racconta la creator-. È come lasciarli in buone mani. Gli articoli che ho selezionato sono principalmente pezzi che ho comprato in passato e che sono rimasti praticamente nuovi perché non ho mai avuto l’occasione di indossarli».

La regola di Giulia
«Per me la regola è: se non ho indossato un capo per almeno tre anni, inizio a considerare di metterlo in vendita su Vinted – continua-. Non mi piace l’idea di accumulare cose nel mio armadio che non uso, e sono molto più felice sapendo che qualcun altro può godersele». L’esperienza su questa piattaforma è decisamente positiva per la creator che consiglia di «seguire il venditore, quando trovate pezzi che amate, perché se condividete lo stesso gusto, è probabile che in futuro troverete altri articoli fantastici nel suo guardaroba».
Tre capi, ognuno con una sua storia
Tra i pezzi principali della collezione di Giulia su Vinted c'è una borsa Balenciaga acquistata impulsivamente durante una giornata di shopping con le amiche. Poi c'è un cappotto Versace che faceva parte di un completo scelto per un evento speciale («ho indossato l’intero outfit per la prima volta a un evento, solo per vedere un’altra ragazza arrivare pochi minuti dopo con lo stesso identico look. Di solito non mi dà fastidio abbinarmi a qualcun altro, anzi, penso che significhi semplicemente che entrambi abbiamo ottimo gusto!»). Inifne, una camicia Jacquemus comprata come regalo di compleanno per sua sorella (che ha confessato, aprendo il pacco, di averla già acquistata).

Il futuro della moda
Insomma, The House of Vinted ci ha insegnato una cosa. Che sia online o dal vivo, il futuro della moda passa dalla sostenibilità, dalla fiducia e dal piacere di trovare (e dare) una seconda vita ai capi più belli – e Vinted sembra essere davvero pronto a scrivere il prossimo capitolo di questa rivoluzione.
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