Talented youth: Birthh e la musica che culla i pensieri
Alice Bisi è un nuovo talento da tener d'occhio. Scopritela tra fotografie, abiti e, chiaramente, musica
Una musica che è come culla per i pensieri, tra momenti di riflessione e altri in cui si prende coscienza di verità, anche non gradite. Queste sono le sensazioni che la musica di Alice Bisi, in arte Birthh, suscita a chi l’ascolta.
Con Alice abbiamo trascorso un intero pomeriggio, tra chiacchiere, fotografie e vestiti. Ci ha raccontato del suo primo disco, Born in the woods e del suo obiettivo principale, quello di arrivare a più persone possibili.
Il risultato sono una serie di immagini moda, che sottolineano la versatilità e lo stile di Birthh, artista di cui siamo certi sentiremo molto parlare nei prossimi mesi.
Lo stile di Birthh
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Il tuo disco s’intitola Born in the woods. Il bosco ha un significato metaforico?
“Sì e no. Io abito in collina, vicino a un bosco dove vado spesso a camminare, mi rilassa. Durante la stesura del disco ci andavo tutti i giorni. Dall’altro lato, invece, c’è un mio forte interesse verso la natura e il modo in cui trasforma in razionale il caos”.
Sei molto giovane (20 anni, ndr) e hai un’età particolare: fuori dall’adolescenza, ma non troppo fuori, e dentro l’età adulta, ma non troppo dentro. Questo limbo secondo te influenza la tua musica?
“Sì, sicuro. Il futuro è una cosa che mi spaventa moltissimo, mi angoscia. Credo che in quello che canto sia evidente questo limbo tra il non essere ancora del tutto indipendenti -soprattutto emotivamente- e allo stesso tempo l’avere bisogno di inquadrare la vita”.
L’angoscia verso il futuro come cerchi di superarla?
“Cerco di pensare molto alle cose che faccio e di considerare le opzioni che ho. Andare in giro suonando aiuta, mi dà la sensazione di costruire qualcosa”.
Quali sono le cose che ti ispirano?
“Adoro la letteratura: Virginia Woolf, Joyce e Sylvia Plath sono tra i miei preferiti. Mi piace anche il cinema, come quello di Jeunet e Gondry. Per la musica, invece, tra gli ascolti che mi hanno più segnato ci sono Nina Simone, e Nick Drake”.
Nessun italiano nella lista. È per questo che hai scelto di cantare in inglese?
“Non è stata una scelta, è stata una cosa naturale. Il mio scopo è quello di arrivare a più persone possibile e l’italiano sarebbe stata una barriera linguistica difficile. Ultimamente, però, mi sto avvicinando molto alla mia lingua”.
In che modo?
“Di recente mi sono cimentata nella scrittura in italiano per altri artisti e mi è piaciuto molto. Ho anche scoperto che cantare in italiano è una cosa che mi riesce, cosa che non credevo!”.
Cos’è la moda per te?
“La moda è un’arte, proprio come la musica. Trovo molto interessante il modo in cui certi visionari riescono a far diventare artistici oggetti e separarli dalla loro utilità pratica”.
Com’è il tuo stile?
“La cosa più importante per me è sentirmi bene nei vestiti. Ho bisogno di piacermi nelle cose che indosso. Vado a mio gusto personale”.
Hai delle ossessioni?
“Sì, i cappotti. Nell’armadio ne ho un’infinità, eppure continuo a comprarli!”.
« La moda è un'arte, proprio come la musica. »
Il tuo umore condiziona quello che scrivi?
“Certo, sono proprio l’umore e lo stato mentale a condizionare quello che scrivo. Born in the woods è nato in un momento difficile, adesso sto scrivendo cose meno pesanti… sono giorni più felici”.
Mi dici una frase di un tuo pezzo che rappresenta quella che sei oggi?
“Non c’è. Questo disco è stato scritto in un periodo totalmente diverso da quello che sto vivendo adesso. Quando canto i pezzi è come se mettessi delle lenti diverse rispetto a quelle con cui vedo di solito: in quel momento, quando suono, ritorno a essere la persona che ero prima. Quando finisce il concerto me le tolgo”.
Quali sono i 3 pezzi che ascolti di più in questi giorni?
“Solange, Don’t touch my hair; Frank Ocean, Self control; Pop X, Secchio”.
* Birthh aprirà per Andrew Bird nelle 2 date italiane:
28 ottobre – Milano @Teatro dal Verme
30 ottobre – Roma @Auditorium Parco della Musica
Words by Sabrina Patilli
Fotografia: Paolo Colaiocco
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