5 esperienze che si possono fare solo a Seoul

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Cosa vedere e cosa fare a Seoul? Ecco 5 cose da fare, vedere (e assaggiare) nella capitale della Corea del Sud.

Seoul, o Seul (in coreano Sŏul),  è una delle capitali da segnarsi per un prossimo viaggio in Asia perché mai come ora la Corea del Sud detta tendenze al mondo, dalla musica al cinema, dal cibo alla moda.

Schiacciata per secoli da due colossi come Cina e Giappone, per evidenti ragioni geografiche, negli ultimi anni è finalmente sbocciata rivelando al mondo la sua vera natura e le sue enormi potenzialità.

Ecco cosa non perdere.

Cinque esperienze che puoi fare solo a Seoul

(Continua sotto la foto)

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Mangiare il vero street food coreano

Una delle esperienze più autentiche da provare a Seoul è mangiare il vero street food coreano in uno dei suoi tanti mercati alimentari.

Tra i più grandi e storici c’è il Gwangjang market con più di 5.000 negozi e bancarelle di cibo e abbigliamento dove perdersi tra profumi, colori e prelibatezze che hanno anche meritato una puntata della serie tv Street Food Asia su Netflix.

La gentilissima e sorridente signora Cho Yonsoon è una delle protagoniste con il suo piccolo chiosco di kalguksu (noodle coreani tagliati al coltello serviti in brodo) e ravioli a base di maiale o kimchi (cavolo fermentato) fatti in casa: per sedersi al bancone e assistere in prima fila alla preparazione dei suoi piatti spesso c’è un pochino da attendere, ma vale davvero la pena.

Altre specialità della cucina coreana al Gwangjang market – anche questi nel sesto episodio di Street Food Asia (1ª stagione, 2019) dedicato a Seoul – sono i pancakes salati con fagioli Mung e i granchi marinati nella soia.

Anche Myeongdong è un nome che gli amanti del “cibo da strada” dovrebbero segnarsi: in questo quartiere si trova infatti un mercato notturno di street food con centinaia di bancarelle che vendono prodotti sia dolci che salati.

Un must da assaggiare è il kimbap – da kim (alga) e bap (riso) – che ricorda il sushi perché a base di alghe, riso, verdure, carne o pesce cotti.

Altro prodotto per cui i coreani vanno pazzi è l’abalone, qui proposto in diverse varianti, un grosso mollusco molto pregiato dalla conchiglia in madreperla sempre più apprezzato dall’alta ristorazione.

Dedicarsi alla K-Beauty e fare incetta di maschere viso

Sempre a Myeongdong l’atmosfera è vivace e divertente perché tutt’attorno e nelle vie limitrofe c’è un andirivieni continuo di persone, non solo turisti, per via dei tanti negozi dedicati alla skincare che vendono prodotti di bellezza e le famose maschere viso in tessuto: la cura della pelle (per ricercare in particolare l'effetto porcellana) è una delle più grandi fissazioni per le donne coreane, insieme agli interventi chirurgici alle palpebre, per rendere gli occhi più grandi, e alle mascelle, per avere un viso più triangolare.

Non a caso la Corea del Sud è il paese con il numero più alto di operazioni estetiche al mondo.

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Visitare i palazzi storici in abiti tradizionali (per entrare gratis)

A Seoul c’è una curiosa usanza: se indossi un abito tradizionale – quello che generalmente è riservato alle grandi occasioni o per il Capodanno lunare – puoi entrare gratis nei siti e nei palazzi storici in giro per la città.

E allora basta affittare un hanbok (c’è una versione sia femminile che maschile) in negozi specializzati, spesso appena fuori dai principali siti turistici, e il gioco è fatto.

Gioco si fa per dire perché è una consuetudine che sta particolarmente a cuore alle ragazze coreane – ma non solo, anche tanti turisti si vestono in questo modo – che amano mettersi orgogliosamente in posa per foto e selfie con indosso ampie gonne fino ai piedi e giacchette corte dalle maniche ampie e lunghe, spesso con ricami e decorazioni.

Dove sicuramente troverete tante persone vestite con hanbok è al Gyeongbokgung (che significa splendore e fortuna), il principale tra i vari palazzi imperiali della dinastia Joseon che a partire dal 1395 divenne centro della vita politica ed economica.

Il complesso, su oltre 40.000 metri quadrati (è il più grande tra i palazzi storici di Seoul), si compone di vari padiglioni dai classici tetti spioventi in legno intarsiato che all’interno però sono vuoti.

Negozi che affittano hanbok si trovano anche al Buckon Hanok Village, villaggio con oltre 900 case in stile tradizionale dove un tempo viveva la classe dirigente della dinastia Joseon dalle casette basse alcune ancora oggi abitazioni, altre trasformate in laboratori di artigianato o caffetterie – e le ripide viuzze che si arrampicano sulla cima di una collina tra i palazzi Gyeongbokgung e il Changdeokgung.

Passeggiando per questi vicoli tortuosi una delle immagini che colpisce di più è il forte contrasto tra la Seoul tradizionale e il suo volto più moderno fatto di grattacieli avveniristici, come la Lotte World Tower: alto 555 metri, è il quinto edificio più alto del mondo e ospita una piattaforma panoramica dal pavimento in vetro dove godersi una vista sulla città (10 milioni di abitanti) che si perde all’orizzonte.  

Cantare il K-pop coreano in un karaoke bar

Insegne coloratissime, neon luminosi, musica K-pop coreana sparata a tutto volume, cat cafè dove si possono accarezzare mici mentre si beve un tè o un caffè, cabine dove scattare foto tessere con scritte, filtri ed effetti stravaganti, locali che servono chi-maek (birra e pollo fritto, un’accoppiata che poco ci si aspetterebbe dalla Corea e che invece è una passione che contagia tutta la popolazione), bancarelle di street food: Seoul è la quintessenza delle caotiche metropoli asiatiche.

E se nel vostro girovagare per la città incontrerete la scritta noraebang, non mancate di provarlo: si tratta del karaoke coreano, per cui i giovani vanno pazzi soprattutto ora che il K-pop coreano è sulla cresta dell’onda.

Si tratta di locali con varie stanze da affittare ad ore con divani, schermi e luci psichedeliche dove scatenarsi con le ultime canzoni di star coreane, come i Bts, i Txt, le Twice, le Blackpink, e internazionali.

Il successo della musica coreana nel mondo – a proposito, proprio in questi giorni in vetta alle classifiche globali c’è la dj e modella originaria di Incheon Peggy Gou con il suo ultimo singolo Nanana – lo si deve a un tale Psy, che nel 2012 lanciò il suo tormentone planetario Gangnam Style (il nome di un ricco quartiere di Seoul) che è riuscito a totalizzare oltre 4 miliardi di visualizzazioni su Youtube: la città gli ha dedicato una statua con due mani giganti che si incrociano a rappresentare il famoso balletto della canzone.

Una meta di pellegrinaggio imperdibile per gli amanti del K-pop.

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Visitare il Samsung Innovation Museum

Per un coreano Samsung è motivo di orgoglio nazionale: insegne, led, gigantografie, cartelli, con il nome del brand che ha fatto conoscere nel mondo la Corea del Sud si trovano ovunque, quasi fosse un mantra.

Lungo le strade, in aeroporto, sui palazzi, nei mercati, ci sarà sempre una scritta Samsung ad accompagnare un viaggio alla scoperta della Silicon Valley d’Asia.

Sì perché se solo fino a qualche decennio fa la Corea del Sud era un paese poverissimo, messo in ginocchio dalla guerra civile scoppiata nel 1950, nel giro di poco è riuscita a trasformarsi nella patria di un colosso della tecnologia con più di 300 mila dipendenti in ogni angolo della terra, in grado di far concorrenza a giganti consolidati come Apple e Sony.

Alla storia di questa azienda e alla nascita ed evoluzione dei suoi prodotti è dedicato un museo a Suwon, città a una trentina di chilometri a sud di Seoul: il Samsung Innovation Museum (SIM).

Proprio qui si trova l’headquarter della multinazionale coreana, detto anche Research and Development Center: un campus da quasi due milioni di metri quadrati, composto da 130 edifici, dove lavorano oltre 37.000 dipendenti (per avere un’idea, più degli abitanti di Aosta) e si servono ogni giorno 50.000 pasti nelle trenta caffetterie e mense aziendali.

A differenza del SIM, la Digital Samsung City non è accessibile ai visitatori esterni ma già solo i numeri che la riguardano danno l’idea di quanto sia una città nella città: oltre agli uffici e all’incubatore di start up, ci sono anche un ospedale, una stazione dei pompieri, piste ciclabili, una palestra grande quando un campo da calcio, campi da squash, da tennis, da calcio, da baseball, da basket, una piscina olimpionica, una parete da arrampicata alta dieci metri e tre asili che ogni giorno accolgono più di 900 bambini.

In tutto questo non poteva dunque mancare un museo dedicato all’evoluzione della tecnologia e al “miracolo coreano” – basti pensare che Samsung, prima di lanciarsi nell’elettronica e in particolare nella produzione di televisori nel 1969, iniziò come piccola azienda che vendeva pesce essiccato – a cui vale davvero la pena dedicare una gita di mezza giornata partendo dalla capitale.

Il SIM, inaugurato nel 2014, è un (sorprendente e a volte malinconico) tuffo nel passato perché mostra in vetrine o con installazioni interattive elettrodomestici e prodotti tecnologici di vita quotidiana che ci hanno accompagnato a partire dal secolo scorso: solo per citarne alcuni, i primi modelli di lavatrice, frigorifero, televisore, il primo telefono cellulare (correva l’anno 1973 quando Martin Cooper di Motorola sviluppò negli Stati Uniti il DynaTAC), e le loro rispettive evoluzioni fino ai giorni nostri.

Se un tempo per chiamare senza fili si poteva spendere anche di più che per un’automobile – in una teca, per esempio, è esposto un Nokia del 1985 (Mobira Talkman) che all’epoca costava più di 5.000 dollari – oppure c’era bisogno di portarsi dietro una valigetta fa impressione vedere come oggi lo smartphone sia diventato tascabile, ancora di più con gli ultimi modelli pieghevoli di Samsung

Un’altra sezione interessante del museo ripercorre le origini di Samsung, con tanto di affascinanti foto d’epoca, e modelli iconici di elettrodomestici che hanno segnato la storia della multinazionale; c’è anche una vetrina dove sono conservate le torce olimpiche e i cellulari lanciati per l’occasione (Samsung è sponsor dei Giochi invernali ed estivi): da Nagano 1998, passando per Torino 2006, fino a Pyeongchang 2018, le Olimpiadi più recenti ospitate in casa dopo Seoul 1988.

Alla fine del tour si finisce in una piccola sala cinematografica dove viene proiettato un video di qualche minuto che mostra scene di vita quotidiana in una “casa del futuro” completamente automatizzata: in bagno, per esempio, c’è uno specchio con riconoscimento facciale che proietta l’agenda con gli appuntamenti della giornata.

Già qualcosa di simile si può vedere con i propri occhi nell’Experience Home all’interno della Digital Samsung City dove le tende del salotto si chiudono con un comando oppure impostando un orario sul cellulare, in camera da letto quando suona la sveglia il materasso si solleva e nel frattempo scende un proiettore con le notizie del giorno, in cucina il frigorifero ha uno schermo che mostra le video ricette dopo aver scannerizzato con un Qr code i prodotti che si vogliono preparare.

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Un anno, dodici viaggi: vi diamo la bucket list del 2026

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Dal Giappone al Messico, dalla Croazia alle Alpi italiane: ecco le mete più belle mese per mese da visitare nel 2026

C’è chi programma i viaggi con mesi di anticipo e chi aspetta l’ispirazione giusta per partire. Guardando al 2026, però, una cosa è chiara: sempre più viaggiatori scelgono quando e dove andare in base a ciò che rende unico quel momento dell’anno.

Un evento culturale imperdibile, un fenomeno naturale raro, un’atmosfera che esiste solo per poche settimane.

Secondo i dati di Booking.com, il 21% dei viaggiatori italiani decide la meta in base agli eventi culturali, mentre quasi la metà dei viaggiatori europei si lascia guidare da spettacoli naturali e stagionali.

È da questa nuova voglia di viaggi “a tempo giusto” che nasce l’idea di un anno scandito da 12 destinazioni diverse, una per ogni mese. Dall’emozione di osservare l’Aurora Boreale danzare nei cieli invernali dello Yukon a gennaio, fino all’atmosfera incantata dei tradizionali mercatini di Natale di Merano a dicembre, ogni destinazione offre un motivo irresistibile per partire e la promessa di momenti memorabili, in ogni stagione.

Ecco allora un calendario che non è solo una guida, ma un invito a immaginare il prossimo anno come una sequenza di esperienze da ricordare.

**Qui tutti i nostri consigli di viaggio**

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Gennaio – Yukon, Canada

A caccia dell’Aurora Boreale e avventure invernali

Avvolto da lunghe notti stellate, lo Yukon è una delle destinazioni invernali più affascinanti al mondo. L’oscurità profonda di gennaio crea le condizioni ideali per ammirare l’Aurora Boreale che illumina il paesaggio ghiacciato, ma l’esperienza va ben oltre lo spettacolo del cielo. È possibile esplorare la natura innevata con escursioni guidate con le ciaspole, vivere l’emozione di una slitta trainata da cani o passeggiare tra le vie di Whitehorse per scoprire la cultura e la cucina locale. Tra luci danzanti e attività outdoor, lo Yukon regala ricordi indimenticabili per iniziare l’anno nel modo migliore.

Febbraio – Nanchino, Cina

Il Capodanno Lunare in una città che si accende di colore

Con il Capodanno Lunare che quest’anno cade il 17 febbraio, Nanchino, nella provincia orientale del Jiangsu, si anima di celebrazioni vibranti, fiere nei templi e spettacolari fuochi d’artificio. Durante il celebre Qinhuai Lantern Fair, le rive del fiume brillano di lanterne artistiche mentre danze del leone e del drago animano le strade. I viaggiatori possono assaggiare specialità di street food fumanti, esplorare il quartiere del Tempio di Confucio tra dimostrazioni di calligrafia e spettacoli folkloristici, oppure godersi un momento di quiete passeggiando lungo i viali alberati del Parco del Lago Xuanwu. Per un’esperienza di puro relax, le vicine terme di Tangshan offrono bagni minerali immersi in un paesaggio avvolto dalla nebbia.

Marzo – Nizwa, Oman

Alla scoperta dei paesaggi del deserto

Le temperature miti di marzo rendono questo periodo ideale per esplorare i paesaggi senza tempo dell’Oman. Nizwa, antica capitale del Paese, è famosa per il suo imponente forte e il vivace souq. Qui si può attraversare il deserto in groppa a un cammello, trascorrere notti silenziose in accampamenti beduini e ammirare il contrasto scenografico tra dune dorate e montagne rocciose. Un tour privato del patrimonio storico consente di approfondire il ruolo di Nizwa come centro di commercio, religione, educazione e arte.
Dove soggiornare: Alaqur View Inn, che unisce il fascino tradizionale omanita a una posizione strategica per esplorare il deserto, offrendo viste montane e un’atmosfera autentica a pochi passi dal cuore storico della città.

Aprile – Fukuoka, Giappone

Hanami: la fioritura dei ciliegi

Ad aprile, Fukuoka si trasforma in un delicato paesaggio dai toni pastello grazie alla fioritura dei ciliegi che colora parchi, fiumi e templi storici. I visitatori possono unirsi agli abitanti locali per i tradizionali picnic di Hanami sotto i sakura di Maizuru Park o Nishi Park, con viste panoramiche sulla Baia di Hakata. Oltre ai giardini, un tour giornaliero conduce al Santuario di Dazaifu, al suggestivo Frog Temple e alla cittadina di Yufuin, tra artigianato tradizionale e scenari rurali. Tra passeggiate rilassanti e serate nei vivaci yatai per gustare il celebre ramen Hakata, Fukuoka offre un’esperienza primaverile che intreccia natura, storia e cultura contemporanea.

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Maggio – Thimphu, Bhutan

Festival spirituali e panorami himalayani

Il 1° maggio il Bhutan celebra il Vesak, il compleanno del Buddha. Thimphu, unica capitale al mondo senza semafori, invita a scoprire mercati colorati, musei etnografici e dzong monumentali, monasteri-fortezza che uniscono vita spirituale e amministrativa. Imperdibile la visita al Buddha Dordenma, una statua alta oltre 50 metri che domina la valle. Tra piatti tradizionali come il riso rosso, il formaggio di yak essiccato e le felci fritte, il viaggio diventa un’immersione nella filosofia della Felicità Interna Lorda, cifra distintiva del Paese.

Giugno – Vis, Croazia

Spiagge assolate e l’inizio dell’Euro Summer

Con l’Adriatico nel pieno del suo splendore, giugno è il momento ideale per vivere l’atmosfera dell’Euro Summer sull’isola di Vis, prima dell’alta stagione. Acque cristalline, calette nascoste e caffè sul lungomare scandiscono giornate lente e luminose. Tra borghi in pietra, konobe a conduzione familiare e pesce freschissimo, l’isola conquista con la sua autenticità. Le lunghe giornate e le serate ventilate sono perfette per vela, snorkeling e relax in riva al mare.

Luglio – Mackinac Island, Michigan, USA

Un Independence Day dal fascino d’altri tempi

Senza automobili e con un ritmo che sembra sospeso nel tempo, Mackinac Island è la cornice perfetta per celebrare il 4 luglio. Carrozze trainate da cavalli, bandiere sventolanti e strade fiorite fanno da sfondo a parate, picnic e rievocazioni storiche. Al calar della sera, i fuochi d’artificio illuminano il Lago Huron, riflettendosi sull’acqua. Tra architetture vittoriane e tradizioni senza tempo, è una delle celebrazioni estive più iconiche degli Stati Uniti.

Agosto – Wanaka, Nuova Zelanda

Inverno sulle piste dell’emisfero sud

Mentre nell’emisfero sud è pieno inverno, agosto è il mese ideale per raggiungere Wanaka, tra le Alpi neozelandesi. Affacciata sull’omonimo lago, la cittadina è un punto di riferimento per sci e snowboard, con resort di livello mondiale come Treble Cone e Cardrona. Tra piste innevate, lodge accoglienti e vivaci après-ski, Wanaka offre anche paesaggi alpini spettacolari e un centro vivace, perfetto per rilassarsi e scoprire il lato più autentico dell’inverno neozelandese.

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Settembre – Serengeti Settentrionale, Tanzania

La Grande Migrazione degli gnu

Settembre è il periodo perfetto per assistere alla Grande Migrazione, quando oltre due milioni di gnu, zebre e gazzelle attraversano gli ecosistemi del Serengeti e del Masai Mara. Nell’area settentrionale del parco, nei pressi di Kogatende, gli attraversamenti dei fiumi regalano scene di straordinaria intensità. La zona è ricca di fauna tutto l’anno, con leoni, leopardi, ghepardi ed elefanti, rendendola una meta safari eccezionale anche oltre il periodo della migrazione.

Ottobre – Bodh Gaya, Bihar, India

Diwali: il festival delle luci e della devozione

Con l’avvicinarsi del Diwali, Bodh Gaya si illumina di un’energia intensa e contemplativa. Il complesso del Tempio di Mahabodhi, luogo dell’illuminazione del Buddha, si arricchisce di lampade, fiori e decorazioni. Oltre alla spiritualità, la regione offre un patrimonio storico unico, esplorabile con visite a Nalanda e Rajgir, antichi centri di sapere e potere. I mercati cittadini, ricchi di dolci e artigianato, e il clima più fresco rendono ottobre il momento ideale per scoprire Bodh Gaya in tutta la sua profondità.

Novembre – Sayulita, Nayarit, Messico

El Día de los Muertos in versione costiera

Sayulita offre un’interpretazione unica del Día de los Muertos, mescolando tradizione e spirito bohemien da surf town. Le strade si riempiono di altari colorati, marigold e papel picado, mentre artisti locali espongono opere ispirate alle iconiche calaveras. Parate e musica arrivano fino alla spiaggia, creando un’atmosfera suggestiva e rilassata, perfetta per celebrare la memoria dei propri cari al tramonto sull’Oceano Pacifico.

Dicembre – Merano, Italia

Mercatini di Natale tra le Alpi

Dicembre è il momento perfetto per una fuga europea all’insegna della magia natalizia. A Merano, nel cuore delle Alpi, oltre 80 casette del Mercatino di Natale offrono specialità gastronomiche, bevande calde e creazioni artigianali. Le vie illuminate invitano a passeggiate lente, mentre i dintorni regalano escursioni panoramiche e momenti di benessere nelle celebri terme.

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Viaggi da sogno per il 2026? La meta più desiderata sarà la Giamaica

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Mare cristallino, spiagge dalla sabbia bianchissima, natura selvaggia.

E, poi, una cultura gastronomica ricchissima e una rinomata tradizione musicale: ecco perché il paese caraibico sarà la destinazione più ambita dell'anno che verrà. Ma intanto, vi portiamo a conoscere in anteprima tutte le meraviglie che vi aspetteranno.

Viaggi da sogno per il 2026? La meta più desiderata è la Giamaica

(Continua sotto la foto)

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Chiudete per un attimo gli occhi. Ora, provate a immaginare chilometri di spiagge dalla sabbia di un bianco così candido che quasi potreste scambiarla per un soffice manto di neve. Un piacevole venticello a smuovere le fronde di palme alte e affusolate che crescono rigogliose a due passi dal mare, la cui palette di colori sfodera toni che sfumano dal turchese al verde smeraldo. In sottofondo, l’inconfondibile ritmo allegro della musica reggae e nell’aria un profumo inebriante di spezie, soprattutto quando è il momento di sedersi a tavola.

La vostra mente viaggia veloce, ma sappiate che tutto questo non è solo immaginazione: benvenuti in Giamaica!

E le buone notizie non finiscono qui (oltre al fatto che, sì, un paradiso del genere esiste veramente!): sono da considerare la facilità con cui si può raggiungere la destinazione grazie ai collegamenti aerei diretti, la possibilità di vivere un’esperienza di viaggio autentica – stiamo parlando di un paese ancora lontano dalla piaga dell’overtourism – e un clima che ben si presta per fughe al caldo durante tutto l’anno. Ogni giornata poi sembrerà diversa dall’altra: se cercate momenti di relax in spiaggia ma, allo stesso tempo, vorreste concedervi anche qualche avventura a contatto con la natura, la Giamaica è una di quelle mete che più di tutte riesce a mettere d’accordo proprio tutti.

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E allora da come cominciare per pianificare una vacanza in Giamaica? Un itinerario di viaggio semplice da organizzare e completo di tutte le tappe imprescindibili può partire da Ocho Rios, località lungo la costa settentrionale dell’isola caraibica. Qui la natura fa da padrona: ne sono un esempio le maestose Dunn’s River Falls. Uno spettacolo per gli occhi e non solo, perché queste cascate si possono anche scalare per poi concedersi un tuffo rinfrescante nelle loro piscine naturali. Di un azzurro intenso anche il Blue Hole (o Island Gully Falls), specchio d’acqua circondato, anch'esso, da una vegetazione tropicale fittissima.

Un ricordo speciale (e inaspettato) della vacanza sarà anche provare l’esperienza ad alto tasso di adrenalina del Mystic Mountain: un parco avventura dove vivere l’ebbrezza della velocità sfrecciando su bob che scivolano lungo binari immersi nella foresta, un omaggio alla leggendaria squadra giamaicana di bob che partecipò alle Olimpiadi invernali di Calgary del 1988.

E a fine giornata, Ocho Rios si racconta anche a tavola: Miss T’s Kitchen è un ristorante tradizionale, immerso in un giardino lussureggiante, dove assaggiare piatti giamaicani di carne e pesce.  

Proseguendo da Ocho Rios in direzione ovest, in poco meno di due ore di macchina si può raggiungere Montego Bay: città dall’affascinante mix tra glamour e cultura, ma senza dimenticare lo spirito d’avventura tra il rafting a bordo di zattere di bambù sul Martha Brae River oppure le nuotate nelle acque limpide di Doctor’s Cave Beach. Anche di sera, Montego Bay riesce a sorprendere: a Luminous Lagoon si può fare un bagno in acque che di notte si illuminano di una luce blu-verde brillante emessa da organismi microscopici (dinoflagellati). Proprio questo spot della Giamaica è uno dei migliori al mondo per assistere allo spettacolare fenomeno della bioluminescenza.

Per entrare davvero nell’anima dell’isola, da non perdere è poi il Montego Bay Cultural Centre che offre uno sguardo profondo sulla storia, l’arte e l’identità giamaicana. Poco distante, la Rose Hall Great House è una dimora del XVIII secolo in stile georgiano, famosa per la sua architettura coloniale e i bei giardini tropicali che sfoggiano il meglio della flora autoctona. Leggenda vuole che le sue stanze siano abitate dallo spettro di Annie Palmer, conosciuta come la “Strega Bianca”: non abbiate paura, durante il tour sarete accompagnati da una guida che racconterà aneddoti curiosi e vi dispenserà interessanti pillole di storia.

E dopo una giornata memorabile e intensa, sarà un piacere rientrare all’S Hotelpremiato nel 2025 da TripAdvisor come miglior all-inclusive della Giamaica – è un boutique hotel adults-only nel pieno della vibrante Hip Strip, con accesso diretto alla leggendaria Doctor’s Cave Beach. Stile contemporaneo e anima caraibica si incontrano in un elegante ambiente curato, con camere e suite affacciate sull’oceano e pensate per il massimo comfort. Non mancano ben due piscine all’aperto: quella sul rooftop Sky Deck, è perfetta per godersi il tramonto cocktail alla mano. La proposta gastronomica spazia tra sapori locali e cucina internazionale, mentre l’Irie Baths and Spa è un rifugio di quiete dedicato al benessere.

Ancora una settantina di chilometri lungo la costa e si arriva a una delle località più iconiche del paese natio di Bob Marley: Negril. Qui ci si può rilassare con lunghe passeggiate lungo la Seven Mile Beach, una delle spiagge più belle della Giamaica e considerata tra le dieci più spettacolari al mondo. Questa splendida distesa di sabbia bianca, che si estende per oltre 11 chilometri, offre numerosi bar e ristoranti, oltre a un mare cristallino perfetto per lo snorkeling. Tra i ristoranti da non perdere c’è Miss Lily’s (dello Skylark Negril Beach Resort), che regala grandi soddisfazioni a tavola: qui si possono assaggiare i più apprezzati classici della cucina giamaicana rivisitati in chiave moderna, dal Jerk chicken all’Escovitch fish, passando per l’oxtail (coda di bue). 

Al tramonto la tappa amata da tutti i local è il Rick’s Café, in cima a una scogliera alta 35 metri. Dove proseguire a cena? L’Azul Beach Resort, albergo all-inclusive da 283 suite fronte mare lungo la leggendaria Seven Mile Beach – qui vi aspetteranno sabbia chiara, acqua calma, giornate che scorrono tra sport acquatici e yoga– può vantare ben nove ristoranti con cucine diverse: dalla quella caraibica all’internazionale.

Poco distante, nella verdissima Nassau Valley, si può finalmente entrare in contatto con un altro caposaldo di un viaggio in Giamaica: il rum. Appleton Rum Estate è un tour (firmato Campari Group) attraverso la storica distilleria dove assaggiare una delle etichette più rappresentative di tutti i Caraibi e conoscerne l'intero filiera di produzione: dalla raccolta della canna da zucchero alla distillazione.

"Could you be loved and be loved?", cantava Bob Marley: della Giamaica ci si innamora ancora prima di partire.

Per maggiori informazioni: visitjamaica.com.