Viaggio da nord a sud alla scoperta dei migliori vini d'Italia (e i piatti a cui abbinarli)

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Dal Piemonte alla Sicilia, passando per la Puglia e la Sardegna, un viaggio fra i vini italiani più amati del Belpaese

Regione d’Italia che vai, vino che trovi. Si potrebbe riscrivere così il famoso detto… La vite, infatti, viene coltivata in ogni regione del Belpaese. Il che è un fatto straordinario per un paese tanto grande.

Nel mondo, l’Italia ha la più ampia varietà di vitigni autoctoni. È anche tra i più grandi esportatori a livello internazionale: può contare, infatti, su un’ampia varietà di etichette e su prodotti innovativi. Sì, perché pur rispettando la tradizione, il vino italiano e la viticoltura sono al passo con i progressi continui del settore, sia in ambito tecnologico sia dal punto di vista della sostenibilità. 

Ma quali sono le regioni più produttive? E quali i vini italiani da provare (assolutamente)? 

Scoprite tutto nel nostro articolo.

Italia terra di buon vino

Specificità del territorio, storia, cultura e clima, insieme, determinano le caratteristiche e la qualità di un vino. E poi, a fare la differenza è il tipo di vitigno. Un ambito in cui l'Italia detiene lo scettro. È, infatti, uno dei Paesi col maggior numero di vitigni autoctoni del mondo: 545 sono le varietà di vite da vino al momento registrate (di cui oltre 350 sono vitigni rossi autoctoni).

Tra le principali regioni vinicole italiane spiccano la Toscana (Sangiovese, Canaiolo), il Piemonte (Nebbiolo, Barbera), il Veneto (Corvina, Glera), la Sicilia (Nero d'Avola, Moscato d'Alessandria) e la Puglia (Negroamaro, Primitivo). Ma questo non basta a restituire la grandezza del fenomeno.

Viaggio tra i grandi vini italiani

Dal Piemonte alla Sicilia, vi portiamo allora in un viaggio a tappe tra i migliori vini italiani. E regione per regione vi sveliamo che cosa bere e quale piatto tipico o ingrediente abbinare per poterli assaporare al meglio. 

Con il suo gusto pieno ma mai aggressivo, il Barolo è il Re dei vini piemontesi. Si abbina bene alle carni rosse, ai formaggi stagionati e ai piatti a base di tartufo. Tipologia: rosso.

In Lombardia il Lugana, prodotto nella zona del Garda, è un vino fresco e sapido, perfetto per antipasti e menù di pesce di lago. Tipologia: bianco.

A contendersi il primato tra i vini veneti sono il Prosecco e il Bardolino Chiaretto. Il primo è tra i più apprezzati dagli amanti delle bollicine italiane ed è perfetto per l'aperitivo, in abbinamento a stuzzichini e formaggi. Il secondo, rosato, si accosta bene ai salumi e al pesce crudo.

In una terra in cui la viticoltura è regina, la Toscana, il Chianti Classico è senza dubbio il miglior vino rosso (forse d’Italia). Equilibrato, speziato e di buona struttura, si sposa bene con i sapori decisi come arrosti, selvaggina, piatti piccanti e ricche zuppe.

Vellutato e rotondo, il Primitivo è uno dei vini rossi simbolo della Puglia, forse uno dei più famosi. Si accompagna bene alle carni rosse e ai sapori robusti, oltre che alle buone chiacchiere essendo considerato un piacevole vino da conversazione.

Non è solo per la ricchezza del suo patrimonio storico-artistico, la Sicilia è conosciuta nel mondo anche per il Nero d'Avola, vino rosso profondo e speziato, perfetto da degustare con selvaggina, sapori fusion e primi piatti tipici regionali.

Spostandosi invece sull’altra isola, la Sardegna, è il Vermentino uno dei migliori vini bianchi italiani emergenti. Sapido e minerale, come tutti i vini di mare, si accompagna bene con zuppe e grigliate di pesce. 

Il viaggio nella straordinaria varietà dei vini italiani di qualità non si esaurisce qui; continua, sul sito Giordano Vini, l’enoteca online dedicata a tutti gli appassionati del fantastico mondo che ruota attorno a questo prodotto eccellente.

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La magia del Natale può davvero farci sentire meglio? Risponde la psicologia

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L’effetto placebo del Natale ha basi psicologiche reali: luci, rituali e ricordi attivano meccanismi che migliorano l’umore e il benessere

L’albero decorato, le strade illuminate, il profumo di cioccolata calda nei bar: dicembre ha una capacità unica di cambiare l’atmosfera delle nostre giornate. In molti sentono un piccolo miglioramento dell’umore, una specie di calma naturale, quasi una leggerezza d'animo che arriva senza un motivo preciso.

Ma questa sensazione di benessere è reale o è una sorta di “illusione luminosa”?

Secondo molti psicologi, la risposta è sorprendente: la magia del Natale esiste davvero, e funziona un po’ come un effetto placebo emotivo. Non perché sia finta, ma perché è il nostro cervello a trasformare simboli, tradizioni e ricordi in una forma autentica di conforto.

**Qui la nostra selezione dei migliori regali di Natale**

(Continua sotto la foto)

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Cos’è davvero l’effetto placebo del Natale?

L’“effetto placebo del Natale” non ha nulla a che fare con la finzione. È un fenomeno psicologico molto concreto: il cervello associa gli stimoli tipici delle feste - come luci soffuse, rituali, profumi, sapori - a momenti di sicurezza e connessione vissuti in passato.

È come se dicembre attivasse una memoria emotiva capace di calmare, rassicurare e persino migliorare il nostro benessere generale.

Gli esperti spiegano che, in questi casi, il nostro sistema nervoso risponde ai segnali positivi in modo automatico: le tradizioni ripetute negli anni creano prevedibilità, e la prevedibilità riduce lo stress.

Le luci colorate influenzano aree cerebrali legate alle emozioni, i profumi della cucina risvegliano ricordi infantili, la musica natalizia stimola un senso di familiarità e appartenenza. Sono piccoli stimoli, ma insieme costruiscono un ambiente che il cervello interpreta come “sicuro”.

Anche la nostalgia gioca un ruolo fondamentale: diversi studi hanno dimostrato che ricordare momenti felici del passato aumenta ossitocina e serotonina, due ormoni con effetti calmanti e stabilizzanti sull’umore.

Non è un caso, quindi, se in questo periodo ci sentiamo più gentili, più affettuosi, persino più indulgenti verso noi stessi: il Natale apre quella parte della memoria che ci ricorda chi siamo stati e cosa ci ha fatto sentire bene.

Perché la magia delle feste ci fa sentire meglio

Una parte del potere del Natale sta nei suoi rituali. Decorare l’albero, preparare biscotti, scrivere biglietti, accendere una candela: gesti semplici ma estremamente efficaci nel dare ritmo alle giornate e riportarci in una dimensione più lenta e consapevole.

I rituali hanno da sempre una funzione psicologica: riducono l’ansia, aumentano la sensazione di controllo e rafforzano il senso di identità.

E non è tutto: il periodo festivo ci spinge, anche inconsciamente, a rallentare. A concederci pause che durante l’anno fatichiamo a trovare. A vedere amici, famiglia, a sentirci parte di qualcosa. In questo senso, svariati studi hanno mostrato che la percezione di connessione sociale è uno dei fattori protettivi più forti contro ansia e stress.

In altre parole, l’effetto placebo del Natale è la prova che il benessere non nasce solo dalle grandi decisioni, ma anche dalle piccole atmosfere che ci circondano e dai momenti che scegliamo di vivere con intenzione.

**I 5 Christmas trend di Natale da cavalcare quest'anno**

regali di natale 2025

Quando l'effetto placebo del Natale non funziona (e perché non è colpa vostra)

Non per tutti il Natale è sinonimo di serenità. Anzi: proprio perché dicembre porta con sé aspettative molto alte può diventare un amplificatore di stress.

A volte risveglia ricordi dolorosi, altre volte mette in evidenza mancanze, solitudini, fatiche emotive che durante l’anno riusciamo a tenere sullo sfondo.

Gli psicologi sottolineano che non sentirsi “felici a comando” non significa avere qualcosa che non va: significa semplicemente essere umani. I rituali possono trasformarsi in un peso, le tradizioni in un confronto continuo con ciò che non abbiamo o non siamo riusciti a costruire.

E anche questo è psicologicamente coerente: quando un’intera società celebra la gioia, chi non la prova rischia di percepire il suo stato d’animo come un fallimento, quando in realtà è solo un’esperienza valida quanto le altre.

Ecco perché parlare di “effetto placebo del Natale” aiuta anche a normalizzare chi non lo sente: le feste non funzionano allo stesso modo per tutti, e non c’è nulla di sbagliato in questo.

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Capodanno a Napoli: un rito collettivo che diventa visione

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Al Real Albergo dei Poveri al via la grande mostra “Napoli Explosion” di Mario Amura

A Napoli il Capodanno non è una semplice notte di festa: è un rito collettivo, un gesto identitario che coinvolge l’intera città. Allo scoccare della mezzanotte, migliaia di fuochi d’artificio accenderanno il cielo, e così anche i quartieri, le colline, il mare e il Vesuvio diventeranno un unico palcoscenico luminoso.

Il Capodanno è un evento che appartiene alla storia urbana, alla cultura popolare e all’immaginario visivo della città. Da questo rito nasce Napoli Explosion, la nuova grande mostra di Mario Amura, in programma al Real Albergo dei Poveri fino all’8 marzo 2026.

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La mostra è il risultato di quindici anni di documentazione del Capodanno napoletano: ogni 31 dicembre, dal Monte Faito, Mario Amura (nella foto sotto) osserva e registra l’immenso spettacolo luminoso che avvolge la città. Un’azione collettiva, anonima e simultanea che, fissata attraverso la fotografia, diventa forma, ritmo, materia visiva. Attraverso un uso magistrale del tempo di esposizione e del movimento della camera, le immagini superano il reportage per assumere una dimensione astratta e pittorica, dove la luce diventa linguaggio.

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Napoli Explosion - mostra a cura di Sylvain Bellenger, storico dell’arte ed ex Direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, prodotta dalla Casa delle Tecnologie Emergenti Infiniti Mondi del Comune di Napoli, in collaborazione con il creative tech studio Napex di Mario Amura e con il patrocinio di Napoli 2500 - propone un’indagine che intreccia fotografia, pittura, scienza e poesia, restituendo la complessità percettiva e culturale dei fenomeni luminosi che caratterizzano Napoli.

«Le immagini di Amura – sottolinea il curatore Sylvain Bellenger – superano la descrizione per diventare forme autonome. Ne emerge una riflessione sul rapporto tra luce, tempo e percezione, che rimette al centro la fotografia come linguaggio conoscitivo».

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La mostra si inserisce nella tradizione visiva di Napoli, città storicamente legata allo sviluppo della fotografia e del cinema grazie a condizioni luministiche uniche. Nell’anno in cui Neapolis celebra i 2.500 anni, “Napoli Explosion” diventa anche una meditazione sul tempo: il tempo lungo della civiltà napoletana, quello geologico del Vesuvio e l’istante infinitesimale dello scatto fotografico.

«Ho immaginato un’esposizione capace di provocare la nostra idea di tempo – racconta Mario Amura – immergendo le opere in un rosso incandescente, lo stesso della camera magmatica del vulcano e della camera oscura del fotografo».

Il percorso espositivo presenta trenta opere inedite, una sala cinema, un catalogo scientifico è un programma pubblico dedicato ai rapporti tra arte, percezione e cultura visiva contemporanea. Completa la mostra l’area immersiva NYA – Now Your Art, che permette al visitatore di assistere alla festa dei fuochi dalla stessa prospettiva dell’artista e di creare la propria opera, immediatamente condivisibile.

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«Napoli Explosion è un’opera autobiografica, un inno di Napoli a se stessa», afferma Salvatore Settis, sottolineandone la dimensione corale. 

Erri De Luca scrive: «Qui Mario Amura ha impresso l’orma di un popolo, calcata dentro alcuni minuti di spensierata gloria».

“Napoli Explosion” trasforma il Capodanno a Napoli in una potente esperienza visiva e culturale: non solo una festa, ma una visione collettiva che interroga il nostro modo di vedere, di percepire il tempo e di abitare la città.

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Informazioni sulla Mostra “Napoli Explosion RAP”

Dal 15 dicembre 2025 all’8 marzo 2026, tutti i giorni (mercoledì giorno di chiusura), dalle ore 9.00 alle ore 18.00 nel Real Albergo dei Poveri di Napoli, in piazza Carlo III, 1, a ingresso libero. Info sul sito

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5 trucchi per non ammalarsi mai (provare per credere!)

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Come rafforzare il sistema immunitario nel quotidiano: le abitudini che aiutano davvero il corpo a difendersi meglio durante tutto l’anno

Con l’arrivo dei mesi più freddi e il moltiplicarsi di raffreddori, influenze e malanni stagionali, una domanda torna a girarci costantemente per la testa: come rafforzare il sistema immunitario per non ammalarsi?  

La risposta onesta è che il sistema immunitario non funziona come un interruttore da accendere quando serve. Pensare di rinforzarlo solo quando arriva l’inverno o quando siamo già stanchi è un errore comune.

Questo perché il sistema immunitario è piuttosto una rete complessa che reagisce a ciò che facciamo ogni giorno: come dormiamo, cosa mangiamo, quanto stress accumuliamo, quanto ci muoviamo.  Le difese funzionano meglio quando il corpo si sente continuamente al sicuro, regolare, sostenuto.

Per questo parlare di prevenzione significa parlare di costanza, non di soluzioni drastiche o last minute.

Ecco allora 5 azioni pratiche da fare quotidianamente per rafforzare il sistema immunitario e migliorare la propria salute in generale. 

**Cosa mangiare quando si ha il raffreddore per stare meglio e guarire prima**

Ecco come rafforzare il sistema immunitario

(Continua sotto la foto)

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1. Dormire bene è una forma di prevenzione sottovalutata

Il sonno è uno degli alleati più potenti del sistema immunitario, eppure è spesso il primo sacrificato. Dormire poco o male non rende solo più irritabili: mette il corpo in una condizione di allerta continua, riducendo la capacità di reagire a virus e infezioni.

Non conta solo quante ore dormiamo, ma anche la regolarità. Andare a letto sempre a orari diversi, guardare il telefono fino a tardi e addormentarsi con la testa ancora piena di stimoli impedisce al corpo di entrare davvero in modalità recupero.

Migliorare la qualità del sonno, anche con piccoli aggiustamenti serali, è uno dei modi più efficaci per rafforzare le difese senza fare nulla di straordinario.

2. Alimentazione quotidiana: più equilibrio, meno perfezionismo

Quando ci si chiede come rafforzare il sistema immunitario, bisogna considerare l'importanza dell’alimentazione quotidiana. Ma attenzione: più che inseguire superfood miracolosi o diete rigidissime, conta la regolarità.

Mangiare in modo vario cercando di eliminare cibi ultra-processati, e rispettare i pasti per non arrivare sempre affamati a fine giornata aiuta il corpo a mantenere stabile l’energia e a ridurre l’infiammazione di fondo.

Un ruolo chiave lo gioca l’intestino, che è strettamente collegato alle difese immunitarie. Saltare pasti, mangiare sempre di corsa o affidarsi a alimenti non salutari può indebolire questo equilibrio. 

**Come non ammalarsi questo inverno? 8 cibi per rafforzare le difese immunitarie**

3. L'importanza del movimento costante 

Rafforzare il sistema immunitario non significa allenarsi duramente ogni giorno: il movimento aiuta quando è sostenibile, non quando diventa un’ulteriore fonte di stress.

Camminare, muoversi con regolarità, spezzare la sedentarietà quotidiana con esercizi di stretching aiuta il corpo a scaricare tensioni e a mantenere attivo il sistema di difesa.

Vivere sempre “di corsa”, senza pause, tiene il corpo in una modalità di allerta costante che, nel tempo, abbassa le difese. Ridurre lo stress non significa eliminarlo, ma imparare a creare piccoli spazi di recupero nella giornata.

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4. Gli integratori come supporto, non scorciatoia

Gli integratori possono essere utili in alcuni momenti specifici, ma non sostituiscono uno stile di vita equilibrato. Prenderli pensando di compensare sonno scarso, alimentazione disordinata o stress eccessivo raramente funziona.

Il loro ruolo è quello di supportare, non di risolvere.

È allora importante considerarli come un aiuto mirato, soprattutto in periodi di maggiore stanchezza o cambi di stagione, ma senza perdere di vista la base: le abitudini quotidiane.

5. Come rafforzare il sistema immunitario con piccoli gesti quotidiani

Rafforzare il sistema immunitario non significa inseguire l’invincibilità, ma prendersi cura del corpo con continuità.

Dormire un po’ meglio, mangiare con più regolarità, muoversi anche quando non ne abbiamo voglia e concederci pause reali sono scelte che, sommate nel tempo, fanno la differenza.

Non esiste un trucco per non ammalarsi mai, ma esiste un modo più gentile e intelligente di sostenere il corpo, riducendo la frequenza dei malanni e recuperando più in fretta quando arrivano. Ed è proprio da qui che inizia il vero benessere.

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Escort Boys: gratis su Mediaset Infinity la serie che sdogana il piacere femminile

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L’irresistibile comedy-drama che ha già conquistato mezzo mondo è disponibile gratuitamente su Mediaset Infinity. Ma è solo una ragione in più per cui valga la pene vederla subito. Ecco le altre nell'articolo

Sei episodi, quattro affascinanti protagonisti, una fattoria di api sull'orlo del fallimento e un'idea audace. Sono questi gli ingredienti di base della prima, divertente e sensuale, ironica ma anche toccante è profonda, stagione di Escort Boys.

Dimenticate i soliti cliché. La produzione francese, creata da Ruben Alves e ispirata a una serie israeliana, non è solo muscoli scolpiti e scene piccanti. È una vera e propria dramedy - crasi tra comedy e drama - che usa l'escorting maschile come lente d'ingrandimento per esplorare la mascolinità contemporanea e, soprattutto, il desiderio femminile.

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La soluzione per salvare le Api

Il palcoscenico è un’assolata Camargue. Al centro della vicenda c'è Ben, costretto a tornare a casa dopo la morte del padre per salvare l'apicoltura di famiglia. Tra debiti e l'ansia dei servizi sociali, l'idea salvifica (e rischiosa) arriva quando scopre che un ex lavoratore arrotondava facendo l'escort. Insieme agli amici Zak, Ludo e Mathias (tutti affascinanti, tutti al verde), Ben si lancia in un'impresa inaspettata.

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A dirigere le operazioni c'è la scaltra e maliziosa sorellina di Ben, Charly, che trasforma i quattro "inesperti" ragazzi in veri e propri stalloni pronti a soddisfare le richieste più inattese. Nel mirino? Donne d'affari sole, signore che cercano un'evasione, gruppi per addii al nubilato.

L'ironia pungente e le situazioni al limite dell'assurdo si mescolano a momenti di vera vulnerabilità emotiva, rendendo la serie più profonda di quanto sembri.

Escort Boys la serie

Casting wow

Ciò che rende Escort Boys irresistibile è un mix di elementi perfettamente armonizzati. Innanzi tutto, il cast, non solo per la chimica tra i protagonisti, ma anche per la sfilata di cameo stellari che interpretano le esigenti clienti.

Tra queste, l'eterna Amanda Lear, la carismatica Rossy De Palma e la ex Bond girl (Solange, in Casino Royale, accanto a Daniel Craig) Caterina Murino.

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Il messaggio (quasi) rivoluzionario

L’altro punto di forza - verrebbe da dire “rivoluzionario” - della serie è il suo tentativo di sdoganare il piacere femminile e raccontarlo senza tabù. Gli "escort boys" imparano a mettersi al servizio delle donne, comprendendo i loro desideri e le loro complessità. È un gioco di ruoli ribaltato, che costringe i protagonisti a mettere in discussione il concetto di mascolinità tossica e il mito dell'amore romantico.

Ne esce una narrazione profondamente attuale, un cocktail esplosivo di dramma, risate, sensualità e riflessioni sociali e sulle dinamiche di genere. Una dramedy in cui l'esuberanza della commedia si combina perfettamente con la profondità del dramma, creando una narrazione coesa e strutturata tra registri opposti.

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L'accostamento, per esempio, tra il glamour del lavoro sessuale maschile e il mondo rurale delle api e del miele genera immediatamente una frizione ironica. Come ironica è l'imbranataggine iniziale dei ragazzi che, per quanto fisicamente avvenenti, appaiono in principio goffi, inesperti e pieni di preconcetti quando si interfacciano con le clienti.

Le prime "lezioni" impartite da Charly o le loro reazioni degli escort boys alle richieste inattese delle donne sono una combinazione insieme sexy e imbarazzante, con un umorismo che spesso si basa sullo smascheramento della mascolinità.

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Ma sotto la superficie luccicante e i muscoli (in bella mostra), la serie affonda le sue radici in questioni profondamente drammatiche che danno peso emotivo a ogni episodio. Come la faccenda del debito e della responsabilità di Ben verso la famiglia in lutto; ma anche la crisi identitaria, le fragilità, le insicurezze che i protagonisti si trovano a fronteggiare quando iniziano l'attività di escort creano un alone drammatico, serio e credibile, che da' alla serie un tocco di unicità.

In un mondo dove l'industria del sesso, infatti, è quasi sempre raccontata dal punto di vista maschile, Escort Boys ribalta il canone.

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Fa anche un ulteriore passo in più: oltre a mostrare donne che pagano per il sesso, va a scavare nelle ragioni per cui lo fanno, trasformando l'atto della transazione in un momento di intensa e spesso di malinconica verità. Questo uso maturo ed efficace del tema eleva la serie ben oltre la semplice commedia erotica. E anche per questo imperdibile.

Non resta allora che vederla tutta di un fiato, gratis, su Mediaset Infinity. La prima stagione completa è finalmente disponibile!