Tornare a lavoro dopo le vacanze: 3 tips per gestire i colleghi (e la voglia di mollare tutto e tornare in ferie)


Tornare al lavoro dopo le vacanze è un vero e proprio trauma emotivo. Il corpo è ancora impregnato di salsedine e la mente fatica a riadattarsi ai ritmi serrati di call, scadenze e inbox traboccanti. E come se non bastasse, ci sono i colleghi. Quelli carichi a mille che parlano solo di progetti, quelli che non hanno mai staccato davvero e si aspettano lo stesso da voi, o quelli che (peggio!) sembrano pronti a riversare su di voi tutta la frustrazione accumulata nei mesi estivi.
No, non siete i soli a pensare che tornare al lavoro sia più faticoso del previsto. L’impatto del rientro, soprattutto dopo una pausa lunga e rigenerante, può innescare un senso di disorientamento e un desiderio incontenibile di mollare tutto e prenotare il primo volo per Bali.
Ma niente panico: ci sono strategie semplici (e psicologicamente efficaci) per affrontare la situazione con leggerezza, lucidità e un pizzico di autoironia.
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Come tornare al lavoro senza stress: 3 strategie da provare
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1. Non cercate di recuperare tutto in un giorno solo
Uno degli errori più comuni quando si torna in ufficio è la sindrome del “catch up totale”: l’ansia di dover rispondere a ogni email arretrata, risolvere problemi lasciati in sospeso e partecipare a ogni riunione come se non foste mai partiti.
Ma c’è di più. Quando si torna al lavoro, si tende anche ad assorbire, in modo quasi automatico, gli stati d’animo e le pressioni di chi non ha mai smesso di correre. E così ci si ritrova schiacciati, nel giro di poche ore, dalla frenesia collettiva.
Il consiglio? Concedetevi una "zona cuscinetto": pendetevi almeno uno o due giorni di “riambientamento consapevole”, in cui filtrate le richieste esterne con più calma, mettendo dei limiti chiari e rispettosi.
Va bene aggiornarsi, va bene farsi trovare presenti, ma ricordate che avete tutto il diritto di mantenere (almeno per un po') il vostro ritmo. E che non siete obbligati ad assorbire l’energia degli altri.
2. Quando tutto vi infastidisce, partite dalle parole giuste
Quando tornare al lavoro scatena quella voglia improvvisa di sparire in una baita senza Wi-Fi, spesso la causa non è solo lo stress, ma l’irritazione sociale. Vi irrita il collega che parla troppo? Quello che minimizza le vostre ferie? O quello che vi chiede “hai riposato?” mentre vi sbatte addosso una scadenza?
In psicologia si parla di labeling emotivo: dare un nome preciso a ciò che si prova aiuta il cervello a gestire meglio la reazione. Quindi, fermatevi un attimo e chiedetevi: cosa sto provando esattamente? Fastidio, senso di colpa, rabbia, frustrazione? Una volta identificata l’emozione, riuscirete a non reagire in modo impulsivo, e magari a rispondere con lucidità o con una battuta che stemperi la tensione.
Non è solo un esercizio di consapevolezza: è un modo per proteggersi e per scegliere che tipo di presenza volete essere nel vostro ambiente lavorativo, senza farvi trascinare da dinamiche che non vi appartengono.
3. Create piccoli rituali di benessere nella vostra giornata
Se il contrasto tra i ritmi delle vacanze e il ritorno alla routine vi sembra troppo brusco, provate a portare con voi una piccola parte dell’estate. Non serve stravolgere la giornata: basta creare micro-momenti piacevoli che rendano il rientro più sostenibile.
Un caffè lungo in terrazza prima di accendere il computer, una passeggiata all’aria aperta nella pausa pranzo, una playlist rilassante nelle orecchie mentre sistemate l’agenda. Tornare al lavoro non deve significare rinunciare al benessere: al contrario, può essere l’occasione per ridefinire le priorità, dando spazio a quei gesti semplici che ci aiutano a restare presenti e sereni.
E no, non è vietato contare i giorni che mancano al prossimo break: anche questo fa parte del gioco. Ma nel frattempo, rendere le giornate più piacevoli è il modo migliore per restare, senza desiderare di fuggire.
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