La sindrome dell’impostore: come superare l’insicurezza


Quante volte vi è capitato di sentirvi inadeguati, come se tutti i vostri successi fossero frutto del caso o di una sorta di abbaglio collettivo? Non siete soli. La sindrome dell’impostore è una condizione molto più diffusa di quanto si pensi, soprattutto tra le donne.
Non importa quante qualifiche, premi o riconoscimenti si possa aver accumulato: quella vocina interiore continua a sussurrare che, in fondo, non si è davvero all’altezza. Che prima o poi qualcuno smaschererà il bluff. E ci si ritroverà con le spalle al muro, senza scampo.
La sindrome dell’impostore colpisce anche le personalità più in vista: attrici, manager, imprenditrici di successo e persino psicologhe che si occupano di benessere altrui. Ma la buona notizia è che esistono delle strategie per affrontarla e, piano piano, superarla. Vediamo come.
Riconoscere la sindrome dell’impostore
Il primo passo per affrontare questo fenomeno è imparare a riconoscerlo.
Spesso, chi ne soffre è convinto di essere l’unica persona a sentirsi così.
In realtà, la sensazione di "non essere abbastanza" è comune, soprattutto in ambienti altamente competitivi.
La chiave è riuscire a distinguere tra l’auto-critica costruttiva e quella distruttiva. La prima può spronare a migliorare, mentre la seconda blocca.

Accettare il proprio valore è il primo passo per superare la sindrome dell'impostore
Molto spesso, la sindrome dell’impostore nasce da una distorsione della percezione del proprio valore.
Tendiamo a minimizzare i nostri successi, attribuendoli a fattori esterni, come la fortuna, mentre sovrastimiamo gli errori e le debolezze. Imparare a riconoscere e accettare il proprio valore è un processo che richiede tempo, ma che si può sviluppare praticando l’autocompassione e il riconoscimento delle proprie capacità.
Tenere un diario dei successi
Un ottimo esercizio per contrastare la sensazione di inadeguatezza è quello di tenere traccia dei propri successi, grandi o piccoli che siano.
Ogni volta che si raggiunge un obiettivo, annotatelo.
Potrebbe essere la conclusione di un progetto, il superamento di una difficoltà, o anche solo un feedback positivo ricevuto da qualcuno. Tornare a leggere questi appunti nei momenti di dubbio può aiutare a ricordare che non si è impostori, ma persone capaci che meritano i risultati ottenuti.
Confrontarsi con chi ci stima
Parlare dei propri dubbi con persone fidate è un altro modo per combattere la sindrome dell’impostore.
Spesso, ci accorgiamo che le persone che ammiriamo e che consideriamo di successo hanno provato, o provano ancora, le stesse insicurezze.
Condividere le proprie paure con un’amica, un mentore o anche con un terapeuta, può aiutare a dare una prospettiva più equilibrata alla propria realtà. Gli altri vedono in noi quello che a volte non riusciamo a vedere da soli.

Abbracciare l’idea che nessuno è perfetto
La perfezione non esiste, e l’idea che un giorno "saremo finalmente all’altezza" è una trappola mentale.
Ogni persona, anche quella che sembra impeccabile, commette errori, ha insicurezze, e attraversa momenti di dubbio. È importante accettare che essere imperfetti fa parte dell’essere umani. Anzi, è proprio da queste imperfezioni che si cresce e si evolve.
Fare pace con il successo e mettere a tacere la sindrome dell'impostore
Uno dei nodi cruciali della sindrome dell’impostore è il rapporto complicato con il successo. Spesso ci sentiamo a disagio nel riconoscere i nostri traguardi perché temiamo di essere percepiti come arroganti o presuntuosi.
Ma c’è una differenza tra il sano orgoglio e la vanità. Riconoscere con gratitudine i propri successi non solo è legittimo, ma è anche fondamentale per mantenere alta l’autostima e la motivazione.
Quando affidarsi alla terapia
Se la sindrome dell’impostore diventa particolarmente invalidante, può essere utile cercare l’aiuto di un professionista. La terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, si è rivelata efficace per affrontare i pensieri negativi legati all’autosvalutazione e per sviluppare un’autostima più sana e stabile.
Superare la sindrome dell’impostore richiede impegno, pazienza e, a volte, il supporto di chi ci circonda. Ma soprattutto, richiede che impariamo a cambiare il modo in cui vediamo noi stessi. Riconoscere il nostro valore, abbandonare l’idea di perfezione e accettare che siamo tutti un work in progress. Perché in fondo, non è la perfezione che ci rende autentici, ma il coraggio di accettare le nostre vulnerabilità e continuare a crescere, passo dopo passo.
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