Guida pratica per curare le scottature solari senza rovinarsi le vacanze (o la pelle!)


Sole, mare, aperitivi in terrazza… l’estate è il momento perfetto per godersi il tempo all’aria aperta. Ma basta una distrazione, una protezione solare dimenticata o una giornata particolarmente intensa sotto i raggi UV, e ci si ritrova con la pelle arrossata, dolente e irritata. Le scottature solari non sono solo fastidiose: sono un segnale che la pelle è stata danneggiata, e meritano la giusta attenzione per guarire in fretta e senza conseguenze.
Anche se la tentazione di tornare subito in spiaggia è forte, prendersi cura della pelle è essenziale: ci sono rimedi semplici e naturali, ma anche accorgimenti cosmetici che possono fare la differenza.
Ecco tutto quello che c’è da sapere per calmare le scottature solari e favorire una guarigione rapida e sicura.
Scottature solari: cosa fare e cosa evitare per guarire senza danni
(Continua sotto la foto)

Prima regola: idratare (dentro e fuori)
La pelle scottata ha bisogno prima di tutto di acqua. Tanta, in abbondanza, sia dentro che fuori.
Quando ci si scotta, la barriera cutanea si danneggia, con conseguente perdita di liquidi e infiammazione. Il primo passo è quindi reidratarsi bevendo spesso e utilizzando impacchi freddi, che calmano l’irritazione e abbassano la temperatura della pelle.
A livello topico, è fondamentale scegliere prodotti lenitivi, privi di alcol o profumi. I migliori amici della pelle in questi casi sono ingredienti come il pantenolo, l’aloe vera e l’allantoina: rinfrescano, idratano e stimolano la rigenerazione cellulare. Ottimi anche gli spray termali o i gel rinfrescanti da tenere in frigo, da applicare più volte al giorno. Evitate invece l’uso di creme troppo ricche, che possono creare uno strato occlusivo e rallentare il processo di guarigione.
Un altro trucco? Se le scottature solari provocano prurito, resistete all’impulso di grattare: meglio un bagno tiepido con un cucchiaio di bicarbonato o di farina d’avena colloidale, che aiuta a lenire la pelle e ridurre il fastidio.

Cosa fare (e cosa evitare) nei giorni successivi
Nei giorni successivi alla comparsa dei primi segni di una scottatura solare, è importante ascoltare la pelle e proteggerla ulteriormente. Anche se la fase peggiore è passata, la cute resta sensibilizzata per diversi giorni. Uscire senza protezione o esporsi al sole può peggiorare il danno e prolungare i tempi di recupero. Quindi: cappelli a tesa larga, tessuti leggeri e traspiranti, protezione SPF 50+ e tanta ombra.
Un consiglio utile è quello di sospendere, per qualche giorno, l’uso di cosmetici esfolianti o contenenti retinolo, vitamina C e acidi della frutta: la pelle ha bisogno di calma, non di stimoli ulteriori. Attenzione anche alla rasatura: meglio aspettare che l’irritazione si sia completamente risolta.
Per aiutare la pelle a ripararsi, l’alimentazione gioca un ruolo chiave. Via libera a frutta e verdura ricche di antiossidanti, come pomodori, carote, anguria e frutti di bosco: contrastano i radicali liberi prodotti dall’eccesso di raggi UV e favoriscono il rinnovo cellulare. Anche gli omega 3 (contenuti in noci, semi e pesce azzurro) possono contribuire a ridurre l’infiammazione.
Infine, attenzione alla fase della desquamazione: è normale che, qualche giorno dopo le scottature solari, la pelle inizi a spellarsi. Evitate assolutamente di staccare le pellicine o grattare le zone interessate. Meglio favorire un’esfoliazione naturale usando un guanto morbido sotto la doccia e continuare ad applicare una crema idratante più volte al giorno.
E se la scottatura è grave?
Nella maggior parte dei casi, le scottature solari si risolvono da sole in pochi giorni. Tuttavia, se la pelle presenta vescicole, gonfiore importante, brividi o febbre, è bene rivolgersi a un medico. In questi casi può essere necessario l’uso di pomate specifiche o farmaci antinfiammatori.
Anche nei bambini e nelle persone con pelle molto chiara è meglio non sottovalutare mai un’ustione solare: i danni provocati dai raggi UV si sommano nel tempo e aumentano il rischio di invecchiamento precoce e, nei casi più gravi, di tumori cutanei.
© Riproduzione riservata