Fuorisalone 2025: i locali da provare e i temporary da non perdere

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Dal takeover di Missoni al Principe Bar al cocktail bar di Clotilde Brera: ecco tutti i locali da provare durante il Fuorisalone 2025

Il Fuorisalone si conferma l'evento diffuso più atteso e ricco dell'anno, anche per il 2025. Milano si appresta ad accogliere migliaia di persone, tra addetti ai lavori che animeranno la Fiera di Rho e i vari distretti, ma anche appassionati e turisti.

**Qui le cose più interessanti da vedere al Fuorisalone, quartiere per quartiere**

Per questo, sempre più spesso, locali e ristoranti decidono di lanciare iniziative ad hoc legate alla Design Week, collaborando con brand di arredo e decor o inaugurando durante la settimana più vivace per la città.

Abbiamo fatto una selezione degli appuntamenti più interessanti, tra takeover, temporary ed eventi.

Dove mangiare a Milano durante il Fuorisalone

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Louis Vuitton Ristorante

Il primo ristorante in Italia di Louis Vuitton

Louis Vuitton riapre le porte della sua storica boutique, dopo tre anni di restauro. E per l'occasione inaugura anche un Cafè e un ristorante, entrambi affidati alla cura dei fratelli Cerea di Da Vittorio, tre stelle Michelin.

Il Cafè si trova dove un tempo c'era il cortile di Palazzo Taverna e si propone come "avamposto della gastronomia italiana di alta gamma", un luogo incentrato sul concetto di luxury snacking con contaminazioni tra cucina tradizionale e internazionale.

Al ristorante DaV by Da Vittorio per Louis Vuitton (in foto) si accede invece da via Bagutta. Tra pannelli in legno e servizi della collezione Art de la Table trova spazio il concetto di Casual Fine Dining di Chicco e Bobo Cerea. Il menù prevede solo piatti italiani, ma sempre con un riferimento giocoso - anche solo visivo - all'universo Louis Vuitton. Per esempio, il tradizionale risotto allo zafferano vede i chicchi di riso giallo sagomato a forma di fiore che riprende il monogram del marchio.

Il Caffè è aperto tutti i giorni dalle 8,30 alle 20, mentre il ristorante solo a pranzo e a cena.

Rana Marras Fuorisalone food

Il Temporary Rana allo Spazio Marras

Moda e sapori si uniscono, per il ritorno della collaborazione tra lo stilista Antonio Marras e lo Chef Francesco Sodano del Ristorante Famiglia Rana (1 Stella Guida Michelin) di Verona.

Dal 7 al 13 aprile lo Spazio Marras in via Cola di Rienzo, in zona Tortona, diventa luogo di contaminazione per offrire esperienze gastronomiche in una location nascosta, tra il cortile segreto colorato dai glicini e il sotterraneo che porta la firma del designer sardo. Tre i momenti della giornata in cui poter andare: dalla colazione all'aperitivo fino alla cena degustazione.

Tra le proposte: Capasanta e prosciutto, Risotto con burro affumicato alle alghe, caviale d’aringa e emulsione di ricci di mare e il desser “Mandorla, cappero e cedro liscio di Sardegna”.

Il takeover di Missoni al Principe Bar

Per tutto il mese di aprile, il Principe Bar, all’interno dell’Hotel Principe di Savoia Dorchester Collection, si veste dei pattern iconici di Missoni.

Per l'occasione è stata creata una drink list ad hoc dal Bar Manager Daniele Celli, che ha firmato quattro nuovi signature cocktail: due che vedono protagonista Malfy Gin (il Malfy Originale Negroni e il Malfy x Missoni Sunset Spritz) e poi lo Spicy Mezcal Margarita e il The White Pearl, alternativa analcolica.

Ad accompagnare i cocktail, una selezione di canapés tematici studiati dallo chef Matteo Gabrielli, pensati per esaltare i sapori e l’estetica del brand.

 

I takeover di Alessandro Enriquez

Nessun refuso. Si tratta di più allestimenti che coinvolgono 10 locali milanesi. Il progetto nasce dalla collaborazione con lo storico brand di biciclette Silvestrini e si sviluppa tra moda, design e mobilità sostenibile, con una capsule di biciclette e una collezione fashion ispirata agli anni ’80-’90. I locali selezionati – tra cui Pasticceria Cucchi, Eppol, Memà, Radisson Collection Hotel Touring Club e altri – sono allestiti con elementi firmati Enriquez: wallpaper, arredi tessili, fiori e grafiche coloratissime. Ogni spazio diventa una vera e propria “officina creativa” in stile Enriquez, trasformando la città in un percorso pop e immersivo, animato anche da un tour in bici e dalla distribuzione della Gazzetta Enriquez, un giornale dedicato all’iniziativa. 

Cre-Action da Eataly

Per il Fuorisalone 2025 Interni ha dato vita al concept Cre-Action (dall'incontro della dimensione di creazione e quella di azione), diffuso per la città. Da quest'idea di un processo dinamico incessante nasce l'installazione della designer Elena Salmistrato, Giardino delle meraviglie, che trova spazio a Eataly Milano Smeraldo, dove sarà allestito dal 7 aprile.

Un viaggio simbolico, un percorso cromatico scandito dalla presenza di piante ed elementi naturali, che accompagna il visitatore dall’ingresso di Eataly fino al primo piano, dove lo accoglie una prima esplosione di forme e colori, simbolo dell’ispirazione.

Da lì, il cammino prosegue fino al secondo piano, dove l’esperienza culmina negli spazi del ristorante Food&Pizza Theatre, come metafora della concretizza­zione, prima di riaccompagnarlo alla realtà e quindi all’uscita.

A suggerire e ampliare questa narrazione un grande disegno realizzato sulla facciata di Eataly che dà su Piazza XXV Aprile: un vero e proprio invito a intraprendere il cammino della fantasia.

Baratie Fuorisalone food

Baratie x Ton

Tornando in zona Tortona, dal 7 aprile Baratie ospiterà l'inedito takeover con Ton, storico marchio ceco noto per le sue creazioni in legno curvato. Per l'occasione il locale si trasforma in un temporary restaurant che unisce alta cucina e design, con un menù dedicato ispirato al tema del Salone del Mobile 2025, Thought for Humans, nel tentativo di esplorare il rapporto tra mondi fisici e digitali, tra uomo e tecnologia. Per farlo attraverso la cucina è stata scelta la tecnica di cottura della griglia.

«Trovare un filone da seguire è sembrato abbastanza ovvio: individuare una tecnologia – in questo caso una tecnica – che ci permettesse di creare un filo conduttore tra i piatti. Abbiamo scelto la griglia, il barbecue, la barbacoa e l’asado, un po’ per una mia passione personale, un po’ perché potesse dare identità e carattere a piatti che rimanessero riconoscibili come parte di Baratie, anche se in una veste un po’ diversa dal solito», ha spiegato Andrea Cicu fondatore di Baratie insieme a Giacomo Sacchetti.

Ad accompagnare questo menù, una cocktail list esclusiva realizzata con prodotti distribuiti da Pellegrini S.p.A., ispirata ai materiali e alle sfumature del legno curvato, con eleganti note affumicate, speziate e torbate.

Le Andon di Ichendorf Milano da Bon Wei

Cenare sotto la luce soffusa delle wireless lamp Andon, sentendosi in Cina anche nel pieno della Design Week milanese. È questa l'idea che ha dato vita alla collaborazione tra il ristorante Bon Wei e Ichendorf Milano. A partire dal 7 aprile (e per tutta la durata del mese) Bon Wei esporrà sui suoi tavoli Andon, le wirless lamp di Ichendorf Milano disegnate da Denis Guidone, designer milanese con studio a Tokyo che da sempre lavora inserendo nell’anima delle sue opere i forti  contrasti che esistono tra Occidente e Oriente.

«Ci chiamiamo Bon Wei - spiega Zhang Le, proprietario del ristorante - e già nel nostro nome che unisce la parola bon (buono) francese e la cinese wei (gusto), è annunciata questa sottile commistione tra cultura occidentale e tradizione orientale cinese che ci caratterizza. Quando ho visto le Andon di Ichendorf, ho pensato che potevano essere un’originale reinterpretazione delle nostre lanterne rosse».

Le opere di Broken Bottles da Cactus

In occasione della settimana dedicata al design, Cactus, il ristorante healthy dello chef Alessio Sebastiani diventerà una galleria espositiva delle opere di recupero in vetro di Broken Bottles che hanno creato alcuni soggetti ad hoc a tema vegetale, tributo alla cucina vegetale dello chef Sebastiani. Le opere potranno essere acquistate o commissionate. L'esposizione proseguirà fino al 30 aprile.

Autem Fuorisalone food

Autem, tra cucina e arte

In occasione della Design Week prende avvio la speciale collaborazione tra Luca Natalini di Autem* e l’artista di fama internazionale Paola Paronetto, che per rendere omaggio allo chef toscano ha realizzato in esclusiva l’opera omonima Autem*, esposta per l’intera durata della manifestazione fino alla fine del mese di aprile.

L’incontro tra Luca Natalini e Paola Paronetto nasce da una visione comune, dalla sensibilità e dalla passione di entrambi per l’arte e la natura che diventa fonte di grande ispirazione.

Luca Natalini - che da sempre pone una particolare attenzione alla sostenibilità, circolarità e qualità stagionale delle materie prime - definisce la cucina la più alta forma di espressione creativa, attraverso cui esplorare e oltrepassare i confini del gusto e dell’arte.

Paola Paronetto realizza opere ispirate al mondo floreale, ai suoi colori e alla sua leggerezza ed esprime il suo delicato e intimo mondo poetico, creando oggetti simbolici e animati, pezzi unici al confine fra arte e design, proprio come l'opera “Autem”, contraddistinta da una colorazione bianco opaco, superfici fluide e dinamiche in un gioco infinito di riflessi e ombre, che si trasformano nel corso della giornata, regalando emozioni diverse ad ogni sguardo.

L’opera è ulteriormente impreziosita dal tocco dello chef Natalini che vi ha riposto elementi della sua Cucina di Mercato.

Clotilde Brera e il corner mixology nel dehor

Per non perdersi neanche un minuto dell'atmosfera euforica del Fuorisalone, Clotilde Brera ha pensato di trasferire un angolo del cocktail bar nel dehor del locale con vista su Piazza San Marco.

Così, tra un evento e un'installazione, è possibile concedersi una pausa con un drink o - se preferite rilassarvi e staccare dall frenesia - rifugiarvi nella terrazza (foto di copertina) e concedervi un piatto della tradizione, circondati dalla bellezza che solo il quartiere di Brera può offrire.

La Design Week experience di Quadri Bistrot

Restando nel Brera Design District, zona must-visit del Fuorisalone, segnaliamo anche le iniziative di Quadri Bistrot, che dall'8 al 12 aprile sarà aperto tutto il giorno, dalla colazione al dopocena, con un menù ad hoc.

All’esterno del locale, lo Champagne Bar firmato Lallier: un angolo dove brindare con stile in qualsiasi momento della giornata. E poi una nuova carta dei signature cocktails 

Il locale ospita poi un'esposizione di opere dell’artista tedesco Klaus Prior, che ha conquistato i cuori dei milanesi 15 anni fa con la sua collezione esposta in Brera. Chef Riccardo Quadri ha voluto riportare a Milano le opere di Prior, offrendo il Quadri Bistrot come luogo di esposizione per i suoi dipinti, che sono inoltre disponibili per l'acquisto.

Artisia Fuorisalone food

Artisia x 5Vie

Artisia, pasta impastata a mano e poi stampata in 3D per creare forme dal design scultoreo, debutta alla Milano Design Week come partner del design district 5VIE e come ingrediente di Prendete e Mangiate, la mostra curata da Carolina Levi che esplora intese, design, connessioni e ispirazioni intorno alla tavola e all'arte di stare insieme.

Ma non solo, perché per tutta la settimana del Fuorisalone, da Tommasi Milano in Piazza Giovini D’Italia 2, è di scena Artisia Aperitivo d’Autore. I finger food firmati Artisia si abbinano ed esaltano i cocktail mixati dai bartender del famoso locale, offrendo una percezione completamente nuova del rito dell’aperitivo, in un percorso che attraversa l’evoluzione dell’esperienza gustativa contemporanea.

Lo street food alla Fabbrica del Vapore

Fino al 13 aprile la Fabbrica del Vapore è luogo di contaminazione, in cui design, arte e musica si incontrano.
Per tutta la settimana del Salone, in esposizione installazioni e personali, oltre a due palchi in cui si alternano giganti dell'elettronica. A condire il tutto, una selezione di street food e bevande, tra cui il Mannarino, che servirà le sue specialità per tutta la manifestazione.

 

De Longhi tram design week

De' Longhi Coffee Lounge

Un tram storico trasformato in salotto itinerante, dove poter partecipare a degustazioni e workshop. Si tratta dell'iniziativa firmata da De' Longhi per la Design Week: le grafiche che colorano l'esterno del tram sono firmate da Antonio Colomboni (aka ScombinAnto), che firma anche la Rivelia Limited Edition, lanciata per l'occasione. Arte e design si incontrano poi nel Perfetto District: 9 location simbolo di Milano in cui le macchine De'Longhi diventano installazioni esperienziali.

 

Caffè Moak e Seletti

Altra iniziativa legata al rituale più amato dagli italiani, quella di Caffè Moak, che per presenta presso il Cafè Voyeur by Moak il Vermouth al Caffè, allestito all’interno dello showroom Seletti, in Corso Garibaldi 117, in occasione della presentazione di "Hotel Voyeur", la nuova lampada Seletti realizzata in collaborazione con l'artista americana Tracey Snelling.

Fino al 13 aprile, i visitatori potranno personalizzare la lampada, aggiungendo il proprio filmato, creando così un pezzo unico.

 

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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

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La preferenza tra pandoro e panettone dice molto del nostro rapporto con semplicità, complessità e cambiamento: cosa dice la psicologia

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone? 

Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.

Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.

Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.

Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.

**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**

Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta 

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pandoro o panettone

Se siete team pandoro

Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.

Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.

Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.

È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.

Se siete team panettone

Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.

Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.

Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.

Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.

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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

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Molti comportamenti che consideriamo normali possono attivare ansia e stress continuo: ecco cosa accade al nostro sistema nervoso

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.

Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso. 

Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.

Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.

**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**

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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso

Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.

Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.

A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.

Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.

Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.

Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali

Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.

Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.

Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.

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Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia

La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.

Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.

Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.

Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.

Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.

Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.

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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

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Una guida pratica per capire come impacchettare i regali di Natale in modo ordinato, elegante e senza stress inutile

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.

Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.

La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.

Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.

**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**

Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo

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regali di natale 2025

1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)

Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.

La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.

Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.

2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)

Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.

Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.

Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.

3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)

Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.

Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.

Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.

4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo

L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata. 

Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.

Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.

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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen DESKNuovo SUV C5 Aircross Citroen MOBILE
È il SUV più grande, confortevole e tecnologico mai prodotto da Citroën. Il compagno di viaggio più comodo e versatile della sua classe, pensato per chi desidera vivere ogni viaggio all’insegna del benessere

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.

Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen

Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.

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Design più maturo e scolpito

Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.

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Un "tappeto volante"

Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.

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Come nel salotto di casa

Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva. 

Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.

A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.

Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.

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Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna. 

Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.

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Tutto a portata di mano

L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale. 

La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante. 

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Gamma completamente elettrificata

Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.

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