10 piscine all’aperto a Milano perfette per chi passa l'estate in città

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Dalle terrazze con vista ai centri storici ristrutturati: ecco le piscine all’aperto a Milano perfette per chi resta in città d’estate

Le piscine all’aperto a Milano sono molto più di un semplice rimedio al caldo: sono piccoli rifugi urbani quando l’afa non dà tregua e l’aria, ferma e appiccicosa, trasforma la città in una camera a vapore.

Non servono troppe parole: chi resta a Milano d’estate lo sa bene. Trovare una piscina, anche piccola, un lettino, un filo d’ombra diventa quasi un atto di sopravvivenza.

Abbiamo deciso di venire in vostro aiuto selezionando le più belle piscine all'aperto a Milano. Dalle terrazze con vista skyline alle oasi immerse nel verde, ecco dove vivere un’estate meneghina "al fresco".

**Se passerete l'estate a Milano, ecco tutti gli appuntamenti da non perdere**

Piscine all’aperto a Milano: 10 indirizzi per combattere il caldo

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bagni misteriosi

Ceresio 7, Via Ceresio, 7

Ceresio 7 non è solo una delle location più chic della città, ma un vero e proprio rifugio estivo sospeso tra cielo e grattacieli. Le due piscine all’aperto sul tetto di un edificio storico sono perfette per chi cerca un’esperienza esclusiva tra relax, vista mozzafiato e ottimo cibo. Il locale unisce il fascino di un lounge bar all’eleganza di un ristorante di livello, ed è frequentato da chi desidera concedersi una pausa glamour nel cuore di Milano. 

Bagni Misteriosi, Via Carlo Botta, 18/A

Più che una semplice piscina, i Bagni Misteriosi sono un’esperienza culturale a cielo aperto. Nati dalla riqualificazione dell’ex Centro Balneare Caimi, offrono oggi un luogo unico in cui si incontrano acqua, arte e socialità. Le due vasche, una per adulti e una per bambini, sono immerse in un contesto raffinato, dove si organizzano spettacoli, concerti e aperitivi all’aria aperta. Un luogo ideale per staccare dalla routine cittadina senza lasciare Milano, perfetto per chi ama la lentezza e la bellezza.

Piscina Romano, Via Giuseppe Zanoia, 2

Costruita nel 1929 e recentemente ristrutturata, la Piscina Romano è da decenni un punto di riferimento per chi resta in città durante l’estate. La sua grande vasca rettangolare da 4.000 metri quadrati, il prato con lettini e gli alberi che garantiscono zone d’ombra la rendono una delle piscine all’aperto a Milano più amate. Situata in zona Città Studi, è facilmente raggiungibile e perfetta per chi cerca un mix di sport, tintarella e tranquillità. Il restyling ha interessato anche spogliatoi e solarium, restituendo nuova vita a una struttura storica senza snaturarne il fascino architettonico.

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Idroscalo, Via Circonvallazione Est, 19

Chi dice estate in città dice Idroscalo. E tra le sue mille attrazioni spiccano le piscine della Riviera Est e della Valletta, vere protagoniste delle giornate d’agosto. Tre grandi vasche all’aperto immerse nel verde, perfette per chi ama l’acqua ma anche gli sport e la socialità. L’ingresso è accessibile, lo spazio ampio e l’atmosfera rilassata, adatta sia alle famiglie con bambini che ai giovani in cerca di un posto dove rinfrescarsi e divertirsi. Un vero punto di riferimento tra le piscine all’aperto Milano, con un tocco vacanziero che non delude mai.

Piscina Cardellino, Via del Cardellino, 3

Nascosta nel cuore del quartiere Lorenteggio, la piscina Cardellino è dotata di una grande vasca da 50 metri all’aperto ed è circondata da un’area verde che garantisce relax e frescura anche nelle giornate più calde. All’interno dell’impianto ci sono anche una vasca coperta, una palestra e un solarium, rendendola adatta a ogni esigenza. Il comodo parcheggio e la posizione strategica la rendono accessibile anche a chi non vive in zona. 

Piscina Sant’Abbondio, Via S. Abbondio, 12

La Piscina Sant’Abbondio è perfetta per chi ama nuotare ma anche rilassarsi all’ombra. L’impianto, ristrutturato di recente, ospita una vasca da 25 metri al coperto e una vasca all’aperto lunga 50 metri, immersa in un giardino verde e spazioso. Qui l’aria è fresca, il silenzio regna sovrano e le zone d’ombra sono ideali per chi fugge il caldo eccessivo. A differenza di altre strutture più affollate, offre un’esperienza più tranquilla e accessibile, mantenendo un buon equilibrio tra sport e relax.

Beach Forum Assago, Via Giuseppe di Vittorio 6

A pochi passi dal capolinea verde della metro, la piscina del Forum di Assago è una meta estiva perfetta per chi cerca ampi spazi e una giornata di puro svago. Con la sua vasca olimpionica da 50 metri, il solarium attrezzato con lettini e ombrelloni, e un servizio di ristorazione efficiente, il Beach Forum è ideale sia per le famiglie che per i gruppi di amici. Il prato curato e l’atmosfera vivace la rendono una delle mete più gettonate dell’area Sud di Milano. E per chi arriva in metro, zero stress da parcheggio.

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NH Collection Milano CityLife, Via Bartolomeo Colleoni, 14

Immaginate una piscina sul rooftop di una ex chiesa, oggi trasformata in uno degli hotel più scenografici della città: benvenuti al NH Collection Milano CityLife. Siamo nella zona più futuristica del capoluogo lombardo, e la piscina, unica nel suo genere, è affiancata da un elegante cocktail bar, The District, dove concedersi un drink con vista è quasi obbligatorio. È il luogo ideale per chi cerca una delle piscine all’aperto Milano più spettacolari, perfetta per fuggire dall’afa senza rinunciare a un tocco di lusso urbano. Per accedere occorre essere ospiti dell’hotel o partecipare a uno dei numerosi eventi esclusivi organizzati nei suoi spazi. 

QC Termemilano, P.le Medaglie D'Oro, 2

Nel cuore di Porta Romana, QC Termemilano è l’indirizzo perfetto per chi cerca un’esperienza rigenerante e sofisticata, senza uscire dai confini della città. Questa elegante oasi urbana, ospitata in un edificio in stile liberty, è nota per il suo percorso multisensoriale che combina acque termali, saune, bagni a vapore e vasche esterne immerse nel verde. In estate, il suo fascino cresce ancora di più: tra un bagno di sole e un tuffo nelle piscine all’aperto, ci si dimentica in un attimo del traffico e del caldo cittadino. Si può scegliere l’ingresso giornaliero o serale, magari abbinando anche un massaggio per trasformare una giornata qualsiasi in un momento di puro benessere. 

Novotel Milano Linate, Via Mecenate, 121

Grazie all’iniziativa Splash, anche chi non soggiorna nell’hotel può godere della splendida piscina del Novotel Milano Linate. Immersa in un grande parco alberato, è la meta ideale per chi vuole rilassarsi in un ambiente curato e riservato, lontano dal caos urbano. I pacchetti includono l’accesso alla piscina, lettino, ombrellone, wifi e pranzo leggero al pool bar. Una piccola fuga cittadina che trasforma il classico pomeriggio d’estate in un’esperienza rigenerante.

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Cosa fare a Roma a Capodanno e durante le feste

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Cosa fare a Roma la notte di Capodanno e durante le feste? Tante idee per chi arriva e anche per chi resta in città.

Dove andare e cosa fare a Capodanno a Roma?

Arte, musica, mercatini e buon cibo: sono davvero per tutti i gusti gli appuntamenti in scena nella Capitale in questi ultimi giorni del 2025. Se avete in programma di passare le vacanze di Natale e Capodanno a Roma abbiamo cercato di fare il punto su quello che c'è da fare. Qui sotto i dettagli.

Cosa fare a Roma a Capodanno

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Tananai concerto

Musica

Anche quest’anno, Roma organizzerà il tradizionale concerto di Capodanno in piazza: l’appuntamento è al Circo Massimo il 31 dicembre, a partire dalle ore 21:00. Sul palco si esibiranno Alessandra Amoroso, Fabri Fibra e Tananai; nel corso della serata non mancherà, come di consueto, la musica di Dimensione Suono Roma, con il dj set di JJ Carrozzo che accompagnerà il pubblico del Circo Massimo fino allo speciale show di Don Cash, per continuare a festeggiare l’arrivo del nuovo anno anche dopo la mezzanotte. Il concerto sarà completamente gratuito.

Christmas World a Villa Borghese

Christmas World a Villa Borghese

Fino all’11 gennaio, Christmas World farà risplendere Villa Borghese tra spettacolari installazioni luminose, allestimenti scenografici, performance dal vivo, gastronomia a tema e mercatini natalizi. I più piccoli apprezzeranno soprattutto il villaggio di Natale con Babbo Natale e i suoi elfi.

Tra i pezzi forti, le ricostruzioni delle città più iconiche per un percorso immersivo tra tradizioni e culture diverse: dall’Ice Rink di New York, dove pattinare sotto il Ponte di Brooklyn, al The Tree of Lights di Londra. Tra le novità assolute spiccano il vertiginoso Snow Twister nell’Ice Village e la coloratissima North Pole Raceway di Parigi.

Ficus al Massimo Xmas Edition

Mercatino di Natale

Al Circo Massimo, il 21 dicembre ultimo giorno di Ficus al Massimo – Xmas Edition, dalle ore 10:30 alle 20:00. Un appuntamento ospitato all’interno di Garum, Biblioteca e Museo della Cucina – tra capitelli e sale monumentali – a due passi dal centro storico: oltre 2.000 le idee regalo, tra creazioni artigianali, pezzi unici e produzioni indipendenti realizzati da artisti, designer e creativi.

Moda e sartoria, candele, illustrazioni, ceramiche, quadri, complementi d’arredo, gioielli, cachemire, cappelli, lampade particolari, oggetti in legno, borse, zaini, agende, creazioni floreali, vintage, vinili, libri antichi e una selezione enogastronomica: tante le ispirazioni per i regali “last minute”.

Durante la visita sarà inoltre possibile ammirare la più importante, eclettica e rara collezione privata di arti e letterature culinarie esistente al mondo, aperta gratuitamente al pubblico.

Indirizzo: via dei Cerchi 87

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Arte

Il MACRO – Museo d’Arte Contemporanea di Roma è riaperto al pubblico con una proposta espositiva interamente dedicata alla Capitale, sotto la direzione artistica di Cristiana Perrella. La programmazione, fino ad aprile 2026, intreccia arte visiva, musica, cinema, urbanistica e performance per restituire l’immagine di una città intesa come laboratorio aperto e in continuo divenire. Cuore della stagione è UNAROMA, grande mostra collettiva visitabile fino al 6 aprile, che attraverso le opere di oltre settanta artiste e artisti di generazioni e linguaggi diversi racconta una Roma ibrida, intergenerazionale e in costante fermento. Accanto a questa, One Day You’ll Understand. 25 anni da Dissonanze ripercorre, attraverso materiali d’archivio visivi e sonori, l’esperienza pionieristica del festival che tra il 2000 e il 2010 ha reso Roma un punto di riferimento internazionale per la musica elettronica e la cultura digitale. Completano la stagione il nuovo video di Jonathas de Andrade, Sorelle senza nome, un intenso racconto tra memoria, politica e spiritualità, e la mostra Abitare le rovine del presente, che riflette sulle forme contemporanee dell’abitare e sulle politiche di social housing. In occasione della riapertura inaugura anche il cinema del MACRO, una nuova sala nel cuore del museo che propone una programmazione dedicata alla scena cinematografica romana. 

Indirizzo: via Nizza 138

locarno – adriana forconi

Menu delle feste: cenoni di Capodanno e brunch 

Nell’anno del suo centenario, l’Hotel Locarno – iconico cinque stelle della Capitale in stile Art Déco, insignito quest’anno della prestigiosa Chiave Michelin – celebra le Festività con una raffinata proposta gastronomica firmata dallo chef Domenico Smargiassi, accompagnata dai cocktail del bartender Nicholas Pinna. Per la Vigilia di Natale è previsto un menu degustazione di pesce tra pan brioche con caviale, antipasti classici come le alici ‘mbuttunate e l’insalata tiepida di mare, uno spaghetto vongole e bottarga, il polpo in umido e la pastiera napoletana come chiusura. Il Pranzo di Natale si arricchisce invece di piatti fuori menu che spaziano dal carciofo alla romana alle tagliatelle ai porcini con tartufo fino alle costolette di agnello alle erbe. Per San Silvestro la cena si sviluppa liberamente sulla carta serale, affiancata da specialità dedicate al Capodanno, dai crudi di pesce ai tagliolini al tartufo, mentre per il Pranzo del 1° gennaio torna il comfort food delle feste con i cappelletti in brodo, piatto simbolo della memoria familiare dello chef.

Accanto alle proposte festive, continua anche il nuovo Bloody Brunch del weekend (ogni sabato e domenica dalle 12:30 alle 16:30), ispirato all’immaginario di Pulp Fiction, con un menu che alterna grandi classici internazionali (dalle uova in diverse varianti al kebab di agnello) ai piatti della tradizione italiana (come la Amatriciana e il Filetto di baccalà in pastella) e un’ampia selezione di Bloody Mary in sei interpretazioni, dal più classico alle versioni speziate. Ma vera protagonista - e qui Tarantino docet - è appunto la sezione ‘Big Kahuna Corner' con tre varianti di burger - manzo, cipolla e coriandolo (Durwood Kirby Burger), manzo, cheddar e ananas grigliato (Big Kahuna Burger) e manzo, doppio cheddar e composta di cipolla (Bloody Burger) - da gustare davanti al camino scoppiettante.

Indirizzo: via della Penna 22

Hotel d_Inghilterra Roma

A pochi passi da piazza di Spagna, l’Hotel d’Inghilterra – Starhotels Collezione, storico cinque stelle fresco di restyling, celebra le Feste con una serie di iniziative a tema: dal Tea Time al Cafè Romano (tutti i giorni dalle 16:00 alle 18:00, fino al 16 gennaio), con un ricco carrello di dolci artigianali, lievitati della tradizione, torte fatte in casa e biscotti, accompagnati da cioccolata calda e pregiate miscele di tè, all’aperitivo al Cafè Romano Lounge Bar, con drink list natalizia (non mancano le proposte alcol free, come il Neve Fiorita con Tanqueray 0.0, Tè verde al gelsomino, cordial lime, essenza di arancia, Stillabunt Magic Velvet, soda). E dopo la cena della Vigilia e il pranzo di Natale, il culmine sarà il Cenone di Capodanno, a base di pesce ma senza dimenticare il rito beneaugurante di lenticchie e cotechino alla mezzanotte. A rendere unica la serata, il brindisi sulla nuova Terrazza Romana: un magnifico rooftop panoramico con vista sui tetti della città eterna.

Indirizzo: via Bocca di Leone 14

HOXTON – XMAS SHOOTING – @valerioquattrucci – 64

Per le Feste, The Hoxton Rome si anima con una serie di appuntamenti pensati per chi ama un’atmosfera internazionale e conviviale. Il 25 dicembre torna Lost in Hox – Xmas Edition, il tradizionale party di Natale post-pranzo che, a partire dalle 23:00, trasforma l’iconico Appartamento in un punto di ritrovo tra musica e drink, grazie alla collaborazione con la crew di Lost In Events. Il 31 dicembre, invece, l’hotel festeggia l’arrivo del nuovo anno con una serata speciale che unisce cucina d’autore e intrattenimento. Al ristorante Elio va in scena un set menu esclusivo firmato dallo chef Manuel Mistrangelo, un percorso gastronomico che inizia dai crudi di mare per concludersi con l’immancabile accoppiata lenticchie-cotechino. La notte prosegue con una lunga festa insieme alla crew di Vertigine, tra dj set, musica dal vivo e un brindisi di mezzanotte con Champagne Pommery.

Indirizzo: largo Benedetto Marcello 220

yezi

Il primo Natale di art’otel Rome Piazza Sallustio porta la firma dell’artista Pietro Ruffo: una collaborazione a tema intitolata Christmas’ Constellations 2025, dove a prendere forma sono i segni zodiacali. Anche da YEZI, il ristorante e bar ispirato alle tea house asiatiche, il viaggio sensoriale è guidato dalle stelle: proprio qui il 31 dicembre va in scena la New Year’s Eve Celestial Night con una proposta gastronomica che include ostriche, capesante e aragosta, accompagnata da dj set, musica dal vivo, performance artistiche, un angolo dedicato alla lettura dei tarocchi e numerose sorprese pensate per accogliere il nuovo anno in un’atmosfera magica. Senza dimenticare che per tutto il periodo festivo continuano anche i Yum Cha Celestial Brunch, in programma ogni domenica e in date speciali come il 26 dicembre, l’1 e il 6 gennaio.

Indirizzo: piazza Sallustio 18

Moon Asian Bar – gong

Per la notte di Capodanno, il Moon Asian Bar - rooftop dell’Hotel Valadier con vista meravigliosa sui tetti di Roma - propone una cena speciale ispirata alla cucina giapponese contemporanea. Il menu degustazione, ideato dall’Asian head chef Raoul Fabiani, si sviluppa in nove portate e include piatti come il crispy rice con astice, nigiri di ventresca marinata con caviale, uramaki con suzuki e tartufo, gunkan con uni e ikura, sashimi misto, noodles con granchio in stile Singapore, una selezione di tempura e un black cod al miso con caviale, per concludere con un dessert a base di litchi, pistacchio e zenzero. Il tutto accompagnato da cocktail dal twist asiatico e da una selezione di sakè e distillati.

Indirizzo: via della Fontanella 15

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Un "Corpo Libero" dall'obesità: un documentario racconta (senza retorica) la malattia

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Presentato alla XX edizione della Festa del Cinema di Roma ed ora disponibile in versione integrale su Amazon Prime Video, il documentario “Corpo libero” affronta a 360 gradi l’obesità, attraverso le voci di chi la vive e di chi la cura

Iris ha una compagna invadente, da sempre con lei, in ogni fase della sua vita, fin dall’adolescenza: è l’obesità, una prigione da cui riesce ad evadere nel momento in cui impara a volersi bene, a cercare una strada per riprendere in mano la propria vita. 

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Marco, dopo una carriera sportiva agonistica, comincia a prendere peso, finché non capisce che quel corpo gli impedisce di vivere la vita che vuole e non trova il coraggio di chiedere aiuto e di prendersi cura della sua salute fisica e mentale. 

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Maria inizia a prendere peso dopo le gravidanze e non riesce più a perderlo; dopo molte diete e molti fallimenti, si rivolge ad uno specialista, iniziando un percorso di rinascita fatto di sforzi e sacrifici, che la porta nuovamente a stare bene con il suo corpo in salute.

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Roberto si rifugia nel cibo quando i suoi genitori si separano: un evento che segna la sua adolescenza portandolo all’isolamento e alla solitudine. Ma quando nasce sua nipote qualcosa scatta dentro di lui, vuole ricominciare a vivere, e ci riesce, grazie a un supporto nutrizionale e psicologico.

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Oltre lo stigma e i luoghi comuni 

Quattro storie diverse, quattro persone ciascuna con il proprio vissuto personale, unico e speciale. Tutte accomunate da una stessa patologia: l’obesità. Una vera e propria malattia cronica, complessa e multifattoriale, affrontata e raccontata con una semantica nuova, oltre lo stigma della grassofobia, attraverso il documentario “Corpo libero”, scritto e diretto da Donatella Romani e Roberto Amato, prodotto da Telomero Produzioni con il patrocinio dell’Associazione pazienti Amici Obesi e realizzato con il contributo non condizionante di Lilly.

Il film vuole superare i luoghi comuni associati a questa malattia e incoraggiare le persone che ne soffrono a intraprendere un percorso di cura.

«Volevamo trovare un equilibrio nella narrativa sull’obesità», dicono Donatella Romani è Roberto Amato. «Da un lato c’è una società intrisa di grassofobia che giudica e stigmatizza i corpi non conformi agli standard di bellezza, generando una profonda solitudine e frustrazione in chi non riesce a perdere peso, dall’altra c’è il rischio che la pur giusta accettazione di sé, lega ta al “body positivity”, faccia dimenticare che il peso in eccesso non è una mera questione estetica, ma un problema di salute che può avere gravi conseguenze nel tempo. L’obesità come ogni patologia va diagnosticata e curata e oggi la ricerca scientifica per la prima volta mette a disposizione terapie che possono ridurre i fattori di rischio e le patologie legate all’obesità».

Le voci degli esperti

Alle voci di Iris, Marco, Maria e Roberto si affiancano quelle della professoressa Anna Maria Colao e del dottor Edoardo Mocini. I due specialisti illustrano i meccanismi biologici alla base dell'obesità e spiegano le nuove possibilità terapeutiche che possono aiutare le persone alle prese con questa malattia cronica a ritrovare la propria salute. 

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Togliersi un peso e vivere felici

“Corpo libero” è un racconto corale, appassionato, vero, intimo e sincero. E insieme, ispirazionale: passo dopo passo i quattro protagonisti e i due clinici dimostrano che con il giusto approccio e grazie a un supporto nutrizionale e psicologico è possibile guarire dall’obesità e quindi ritrovare la propria salute, la libertà di vivere appieno e con gioia. «Speriamo che il docufilm possa aiutare chi in questo momento non ha la forza di reagire», dicono i protagonisti. «Speriamo soprattutto che la società possa diventare più inclusiva e accogliente con chi ha problemi di peso».

Il primo ottobre l’Italia ha varato, primo Paese al mondo, una legge che definisce l’obesità una patologia cronica, una condizione che riguarda, solo nel nostro Paese, oltre 6 milioni di persone.

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La voce narrante è quella di Stefania Rocca, attrice icona del cinema italiano, che accompagna lo storytelling con riflessioni intime e potenti. «Non tutti nascono farfalle e i bruchi non sono consapevoli che un giorno diventeranno farfalle e soprattutto i cambiamenti sono faticosi, richiedono tempo e fanno un po’ paura», dice Rocca, che nel film guida lo spettatore a riflettere sui corpi imprigionati dall’obesità. 

Dopo l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma (guarda il video story alla Festa del Cinema su YouTube), il documentario “Corpo libero” è andato in onda su LA7 ed è ora disponibile su Rivedi LA7 e su Amazon Prime Video.

"Corpo Libero", il trailer

Dall'alto, sotto la foto di copertina, alcuni volti del docufilm "Corpo Libero" (su Prime Video): Iris Sani, Presidente della Onlus AMICI OBESI, che ha patrocinato l'opera; Marco; Maria; Roberto.
Nella foto di gruppo, il cast e la produzione del docufilm Corpo Libero sul tappeto rosso della festa del cinema di Roma. Sotto, l'attrice Stefania Rocca, voce narrante nel lungometraggio.

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Come scegliere l'agenda quest'anno ce lo spiega la psicologia

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La scelta dell'agenda dovrebbe essere fatta in base a chi siamo e a cosa vogliamo dai nostri appunti quotidiani

Tutti gli oggetti che possediamo parlano delle nostre caratteristiche, dei nostri bisogni e del modo in cui funzioniamo. Ma c'è un oggetto che parla (o dovrebbe parlare) di noi in modo particolare: l'agenda.

L’agenda è il prolungamento del nostro cervello e della nostra memoria, non potremmo farne a meno e proprio per questo è lo specchio della nostra personalità.

Guardandola capiamo chi siamo e, se viene scelta secondo le nostre caratteristiche, possiamo semplificarci nettamente la vita.

Ogni personalità ha la sua agenda ideale, ecco come sceglierla.

Come scegliere l'agenda in base alla propria personalità

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Agenda digitale o cartacea?

L’agenda digitale è per chi ha bisogno di tenere tutto organizzato e sotto controllo.

È sempre disponibile, non bisogna portarsela in giro con il rischio di dimenticarla, si può modificare in tempo reale perché basterà avere lo smartphone. 

È l'ideale per chi gestisce tanti impegni familiari e lavorativi, se è frequente avere imprevisti o cambi di programma, si ha bisogno di notifiche per ricordarsi cosa fare e soprattutto se si vuole poter condividere in tempo reale i propri impegni con altre persone - a lavoro o in famiglia.

L’agenda cartacea invece è l'ideale per chi considera la considera anche uno spazio di pensiero o di riflessione, se si ha la necessità di mettere nero su bianco i propri pensieri e si prova piacere nello spuntare le liste di cose da fare - fatte.

Sceglietela anche se amate esprimervi grazie alla scrittura, o se siete nostalgici e amate l’idea di poterla riguardare tra qualche tempo.

Quella in foto qui sopra è l'agenda non datata classic di Moleskine.

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Niente vieta di averle entrambe - cartacea e digitale - scelta ideale per quelle personalità che hanno bisogno di essere super organizzate ma che vogliono anche pause dal digital per idee e riflessioni.

L'alternativa, per chi ha bisogno di segnarsi gli impegni anche mentre è in giro ma preferisce l'agenda cartacea, è l'agenda in formato mignon come la The Mini Notebook Charm disponibile anche in nero e rosa della BLACKPINK collection: è mini, ma ha lo spazio per tutto (in foto qui sopra).

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L’agenda super organizzata o creativa

Ci sono agende scritte in modo iper organizzato in cui non si ammette cambiamento e che, se ci fosse un imprevisto, manderebbe a monte una pagina interna.

Altre invece colorate, giocose, creative che raccontano di spiriti liberi che non hanno voglia di essere incasellati - in questo caso potreste pensare a "disegnarla" voi partendo da un taccuino bullet (in foto qui sopra).

L’agenda super organizzata, con il dettaglio orario giornaliero e magari anche la visione d’insieme settimanale, è l'ideale per chi ama la precisione.

Se vi piace la suddivisione netta e visibile, magari utilizzate colori per distinguere per categorie, potrebbero esservi utili le checklist e obiettivi settimanali o mensili.

Siete persone affidabili, razionali, pragmatiche e date molta sicurezza a chi vi sta intorno.

Attenzione solo alla rigidità: siete talmente a posto giusto che potete concedervi anche di lasciarvi andare.

L’agenda creativa invece fa per chi ha bisogno di scrivere, disegnare, appuntare idee o sensazioni, magari foto o sticker.

Siete sensibili e divertenti, non avete paura di perdervi qualcosa perché semplicemente non succederebbe niente.

Se diventa troppo però potreste intaccare anche gli appuntamenti più importante. Occhi aperti!

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L’agenda motivazionale o quella seria e professionale

L’agenda motivazionale è per chi ha bisogno di essere spronato, rinforzato e sostenuto nelle sue sfide quotidiane.

Il tempo sarà gestito ma anche utilizzato per una vera e propria evoluzione personale in cui si potranno segnare i successi e gli obiettivi raggiunti.

Se scegliete questa agenda avete sicuramente un’ottima propensione al miglioramento e dovreste provare le agende Life planner (in foto qui sopra) che consentono di mettere nero su bianco i propri progressi.

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L’agenda seria e professionale è per i più composti ed eleganti. Nessun bisogno di cose in più, vince la semplicità e il bisogno di ordine.

Non siete da giri di parole, preferite essere pragmatici e andare dritti al punto della questione e dei vostri piani.

Amate le liste da spuntare, la costanza e la pianificazione rigorosa. Anche se niente vi vieta di scegliere un'agenda classicissima dentro ma spaziale fuori (come quella NASA-inspired di Moleskine).

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A Natale sono tutti più tristi? La psicologa spiega perché

Più aumenta l’aspettativa di felicità, più stare male diventa difficile: ecco come attraversare le feste senza forzarsi a stare bene

Per molti il Natale è sinonimo di calore, famiglia, magia. Per altri – spesso silenziosamente – è un periodo emotivamente più faticoso del resto dell’anno. A dicembre, infatti, si attiva un copione sociale potentissimo: dovresti essere felice adesso; e quando non lo sei, la tristezza pesa il doppio.

È quello che la dott.ssa Angela Persico, psicologa di Doctolib.it - piattaforma digitale che consente di prenotare visite e gestire la propria salute in modo semplice e gratuito - definisce “pressione della felicità”.

“La fatica psicologica del Natale spesso non è nella tristezza in sé, ma nel peso schiacciante del giudizio che le riversiamo addosso. Siamo immersi in una narrazione di felicità obbligatoria che trasforma emozioni normali in fonte di grande disagio”.

Il “divario emotivo” che fa male

Alla base c’è un meccanismo preciso: lo scarto tra come ci sentiamo e come “dovremmo” sentirci.

“Il dolore scaturisce dalla frattura tra il nostro mondo interno, autentico, e il copione di felicità obbligatoria che la società ci consegna a dicembre”, spiega Persico.

In psicologia si parla di “emotional mismatch”, il “divario emotivo”: quando l’esperienza reale (stanchezza, malinconia, stress) collide con l’imperativo esterno (gioia, armonia, gratitudine), si attiva un “giudice interiore” ipercritico che rifiuta un'emozione legittima come la tristezza, perché percepita "fuori luogo" (a causa della vergogna di provarla in maniera dissonante al contesto).

Il paradosso è che la sofferenza aumenta proprio perché proviamo a combatterla. “Cerchiamo di fuggire da stati interni legittimi perché li consideriamo ‘inaccettabili’ in quel contesto. Più combattiamo un’emozione, più le diamo potere”, sottolinea la psicologa.

Social e “Natale editato”: quando il confronto diventa tossico

A rendere più difficile il periodo, oggi, c’è un amplificatore enorme: i social.

“A dicembre ci mostrano un Natale ‘editato’, dove ogni momento è un highlight, ogni relazione è armoniosa, ogni tavola impeccabile. Così confrontiamo il nostro dietro le quinte con il palcoscenico altrui”, dice Persico. Il risultato è un confronto sociale “truccato” che alimenta inadeguatezza e una vera e propria “FOMO natalizia”: la sensazione che “tutti stiano vivendo il Natale perfetto tranne me”.

Spot e film: lo “script” che promette un lieto fine garantito

Anche la narrazione cinematografica tradizionale contribuisce a costruire un modello irraggiungibile. “Spot e film ci propongono un Natale da fiction: una trama semplice con un lieto fine garantito dalla magia. Promettono che i conflitti taceranno, le assenze saranno colmate e la felicità sarà uniforme”, spiega Persico. Quando la realtà non coincide con quello script, non arriva solo delusione, ma il rischio di svalutare la propria storia: “Ci sentiamo in difetto per non corrispondere a una finzione”.

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Perché dicembre riapre ferite: il Natale come “faro emotivo”

C’è poi un altro motivo per cui le feste “riattivano” ciò che sembrava sopito. “Le feste sono marcatori temporali potenti: il Natale è un faro emotivo che illumina il divario tra ‘cosa era’ e ‘cosa è’”, dice Persico. Odori, luci, musiche e rituali diventano trigger che riportano alla mente ricordi e stati emotivi, rendendo più presente ciò che manca: lutti, separazioni, cambiamenti. Si tratta di una reazione legata al significato profondo di ciò che abbiamo vissuto.

I nuovi volti della solitudine (spesso invisibili)

Quando si parla di solitudine natalizia, si pensa subito agli anziani. Ma oggi i “volti” della fragilità sono ancora di più e spesso invisibili: “È una solitudine di transizione o di ruolo: persone perfettamente inserite nella vita sociale che a Natale si sentono psicologicamente fuori posto perché la loro verità non ha spazio nello script della festa”.

Tra chi può soffrire di più, la psicologa indica giovani fuori sede o expat, sospesi tra autonomia e bisogno di radici; genitori separati, che vivono la frammentazione dei tempi con i figli contro il mito della “famiglia unita”; chi vive un lutto, una malattia o un cambiamento importante, per cui le feste diventano un attivatore; chi affronta difficoltà economiche, amplificate dall’obbligo implicito di regali e cene; chi vive infertilità o lutti perinatali, il cui dolore è spesso reso invisibile “per non rovinare la festa”.

Tutti possono sentirsi soli, anche in mezzo agli altri

La solitudine più dolorosa non coincide con l’assenza di persone, ma con l’assenza di risonanza emotiva. “Ci si sente soli quando si è presenti con il corpo, ma il sé autentico deve rimanere nascosto. È la solitudine della performance obbligatoria: sei guardato, ma non visto”, spiega Persico. E nelle riunioni familiari si riattivano copioni antichi: ruoli infantili, aspettative, paragoni e “domande scomode” che diventano richieste di conformità.

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Domande scomode: come rispondere senza farsi travolgere

“Quelle domande spesso non cercano risposte, ma riaffermano gerarchie e aspettative. La strategia non è trovare la risposta perfetta, ma proteggere il proprio spazio emotivo”, dice la psicologa. La chiave è disinnescare e reindirizzare: rispondere con eleganza, senza entrare in un campo minato.

Un “kit di primo soccorso emotivo” per un Natale più sostenibile

La buona notizia è che non serve “farsi andare bene tutto”, né inseguire il Natale perfetto. “Il vero benessere non si costruisce aggiungendo obblighi: si costruisce con discernimento, sottraendo il superfluo per fare spazio all’essenziale”.

Tra i consigli pratici dati dalla dottoressa Persico:

Micro-ancoraggi sensoriali: un minuto sui cinque sensi o sul respiro per interrompere la spirale del rimuginio.
Auto-compassione: sostituire il “non dovrei sentirmi così” con una voce interna più gentile e realistica.
Confini: imparare a dire “no” con assertività gentile; un “no” alla pressione può essere un “sì” al proprio benessere.
Social più consapevoli: ridurre lo “scroll automatico” e ricordarsi che si stanno guardando momenti scelti, non la vita reale.
Nuovi rituali: creare un Natale “su misura”, senza colpa.
Persico propone anche un modello semplice, i “tre permessi”: il permesso di scegliere (ridurre e selezionare ciò che conta davvero), di creare (inventare rituali nuovi che rispecchino chi siamo oggi) e di riposare (pianificare il recupero, non arrivarci per sfinimento).

“La via d’uscita non è lottare per sentirsi diversi, ma riconoscere ciò che si prova con gentilezza e ridurre la pressione di aderire a copioni emotivi che non ci appartengono”, conclude la psicologa. “Un Natale sostenibile è un Natale intenzionale: non significa fare di meno, ma fare con più autenticità”.