10 cose da fare per dire buona notte all’insonnia (e dormire sonni sereni)

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Tra anti-energy drink, sleeping corner aziendali e Spa del sonno, ecco le migliori armi per combattere l'insonnia una volta per tutte (e mandare via le occhiaie).

L’insonnia è una delle peggiori nemiche di sempre, lo sa bene chi è costretto a conviverci forzatamente senza trovare il modo di sfrattarla.

Un’amica detestabile da cui però è difficile congedarsi, una traditrice che ci ritroviamo quasi ogni notte nel letto ma che non riusciamo a buttare fuori dalle nostre vite.

** Quante ore bisogna dormire per dimagrire? La risposta degli esperti **

Tra stress a livelli pazzeschi, orari di lavoro diventati straordinari ma con accezione negativa, device e smartphone che catturano la nostra attenzione anche a tarda notte (e le cui luci blu sopprimono la melatonina, l’ormone preposto alla regolazione del ciclo sonno-veglia, ndr), non c’è da meravigliarsi quando ogni mattina si dà il buongiorno a una parata di occhiaie in ufficio così come al bar e sul tram.

Inoltre la società odierna sembra essersi dimenticata quanto il sonno sia di vitale importanza per l’uomo: tra supermercati aperti 24 ore su 24, palestre attive all night long, happy night hour che si consumano tra le 2 e le 5 di mattino e swap party notturni in cui comprare e vendere dal tramonto all’alba, resta ben poco da destinare al sonno.

Ecco 10 cose da fare per tornare a vivere appieno le nostre auspicabili 8 ore di sonno.

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Trattamenti wellness pro-sonno

Trattandosi oramai del nuovo lusso, il sonno non poteva certo non venire contemplato nel tempio dell'odierno luxury: la Spa.

Chi venera il proprio corpo e professa il culto estetico non dovrebbe mai dimenticare che la bellezza arriva da dentro.

Non stiamo misticheggiando: intendiamo dire che solamente il relax, le otto canoniche ore di sonno e la calma perpetua assicurano un effetto anti-age e una pelle di porcellana, altrimenti non ci sarà crema anti-rughe che tenga. Né botox per cui vi possiate sentire in una botte di ferro, al sicuro dai danni che il tempo arreca.

Sono nate a questo proposito vere e proprie Sleeping Spa, al fine di coltivare il rilassamento e il conseguente sonno.

Tra i trattamenti proposti, il più gettonato è il massaggio che vi fa russare in 3, 2… zzz! Non arriverete a terminare il countdown perché le mani olistiche imbrattate di olii rilassanti vi catapulteranno direttamente nella fase REM.

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(Photo credit: opusb.pl)

Anti-energy drink

Stanno spopolando negli States i cosiddetti relaxing cocktail a base di ingredienti naturali che favoriscono il sonno.

Spesso miscelati a vodka, gin o rum, sono elisir miracolosi nell’allentare la tensione.

A inaugurare il filone è stato Malava Novocaine, un drink rilassante nato nel 2006 durante un viaggio nelle isole Fiji in cui gli inventori (Steve Schneider e la moglie Cheryl) hanno scoperto i benefici della kava, una pianta autoctona dalle doti calmanti. Molto in voga è anche Drank, sempre di bandiera statunitense, un mix di valeriana, rosa canina e melatonina, l’ormone prodotto da una ghiandola posta alla base del cervello preposto alla regolazione del ciclo sonno-veglia.

Lo slow drink più geniale è però quello che si chiama proprio Slow: si tratta di un milk-shake il cui packaging consiste in due bottiglie tondeggianti fissate insieme al centro in maniera tale da formare una clessidra. Il contenuto passa inevitabilmente molto lentamente, costringendo a centellinare la bevanda e a godersi quindi una vera pausa di relax. Sempre che questa lentezza forzata non aumenti lo sclero di certi stressati cronici.

Da tenere bene a mente è che questi bibitoni, anche quando non sono conditi con qualche goccia di alcool, conciliano il sonno quindi sono da bere responsabilmente, evitando di mettersi alla guida di un veicolo.

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Meditate, gente!

Tra Yoga e Mindfullness, che nessuno si azzardi a dire che non ha trovato gli strumenti adatti per rilassarsi un po’!

Ormai la meditazione è a ogni angolo quindi basta cogliere al balzo l’occasione giusta per mettersi a fare OMM e prepararsi all’onirismo che sta per sopraggiungere.

Uno degli esercizi perfetti per addormentarsi in poco tempo è il Body Scan, parte fondamentale del metodo Mindfullness: bisogna concentrarsi sulle varie parti del corpo e seguirle attentamente con la mente lungo tutta l’anatomia corporea, senza permettere ai pensieri di volare a destra e a manca.

Russerete prima ancora di arrivare al bacino. Della buonanotte.

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Pisolini da ufficio

È l’era del comfort working, ossia della qualità di vita tenuta conto durante le ore di lavoro.

In molte aziende illuminate ci sono gli sleeping corner aziendali in cui schiacciare un pisolino come ai tempi dell’asilo.

Oltre a questo benefit (ben più benefico della palestra), ci sono tante realtà lavorative in cui il corso di office yoga non è una barzelletta da raccontare in pausa pranzo. Mindfullness da ufficio e pilates alle macchinette del caffè stanno diventando discipline più olimpioniche della corsa a timbrare il cartellino.

Lasciate per qualche minuto il tappetino del mouse e spiegate quello da yoga. Se il vostro capo dovesse storcere il naso, spiegate che lo stacanovismo non è direttamente proporzionale alla qualità del lavoro, anzi. Sappiamo bene com’è andata a finire la storia del Troppo lavoro e niente svago fanno di Jack un ragazzo annoiato

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(Photo credit: davidlloyd.co.uk)

Corsi di sonno-terapia e pisolini in palestra

Il sonno è talmente collegato al benessere che addirittura le palestre gli stanno aprendo le porte.

Il primo a intuire le potenzialità del sonno come disciplina sportiva è stato David Lloyd, istruttore di un centro sportivo di Londra che ha inaugurato il corso Napercise, basato su un unico esercizio: quello del pisolino.

Dura 45 minuti e i partecipanti indossano una mascherina come quella di Holly in Colazione da Tiffany, infilandosi sotto le coperte di letti preposti alla pennichella. Il risultato non è solamente rigenerante ma addirittura dimagrante: la temperatura della stanza salirà per far sì che si brucino molte calorie anche stando fermi.

È giunta l’ora di sfatare il mito che chi dorme tanto è sovrappeso perché non brucia: nel sonno vengono bruciate più di 50 calorie all'ora, per un totale di circa 400-500 kcal per chi dorme 8 ore di fila. Una pizza, insomma.

(Questa cosa brucerà molto agli insonni).

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(Photo credit: pagina Facebook ufficiale del Bar à Méditation di Parigi)

Bar per meditare

Se già la palestra non sembrava il posto più adatto in cui schiacciare un pisolo, figuriamoci al bar!

E invece per l’ennesima volta siamo costretti a ricrederci. E a sbadigliare: non per la noia ma semmai per il relax, vero piatto forte in menù nei cosiddetti yoga bar.

Nelle metropoli più caotiche e chiassose stanno spuntando come funghi questi café in cui ristorare non solo il corpo ma anche l’animo grazie all’immersione nel silenzio, alla meditazione che ne deriva e allo step finale: l’inevitabile addormentamento.

Dal pioniere, il parigino Bar à Méditation, agli ultimi neonati a Berlino, New York e perfino a Milano (un bar à méditation in nuce è la caffetteria con relax corner del centro City Zen, ndr), rilassarsi al bar non significa più prendere un bianchino o un caffè corretto grappa al bancone.

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(Photo credit: dalla pagina Facebook ufficiale di SleepBox)

SleepBox, per pisolini smart in città e in aeroporto

A chi non bastasse un break al bar, vengono in aiuto le cosiddette SleepBox.

Si tratta di mini stanzette (che ricordano gli spazi ridottissimi dei capsule hotel giapponesi) in cui ci si può concedere una dormita. I primi esperimenti sono nati in non-luoghi di transito come gli aeroporti, registrando un successo tale da far sì che queste “scatole per dormire” (traducendo alla lettera) si moltiplicassero, raggiungendo anche il centro città di metropoli mai dormienti.

Adesso in quasi tutti i luoghi degni del neologismo coniato da Marc Augé (non-luoghi, appunto) trovate una SleepBox in cui inscatolarvi e rannicchiarvi.

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Il revival del pigiama party

Lo si dava per disperso assieme al My Magic Diary ma invece è tornato in tutto il suo splendore.

Direttamente dagli anni Novanta, l’appuntamento più anelato dai bambini (ma soprattutto dalle bambine, come del resto succedeva per il My Magic Diary della Casio) di quegli anni torna sulla bocca di tutti. Ma soprattutto sul nome di gruppi WhatsApp di mamme molto pazienti.

Eppure il party con il dress code più tenerone che ci sia non è più appannaggio degli under 10 ma è diventato un modo per vivere la noche in maniera social (nel vero senso del termine) anche per gli Young Adult.

Trentenni e perfino quarantenni si divertono a organizzare pijiamas night a casa propria o altrui, molti per fare divertenti after in compagnia, d’accordo, ma tanti anche per dormire davvero.

Il salutismo che oramai scorre a fiumi ha battuto lo champagne perfino ai party così i wellness-addict si ritovano armati di peluche e compresse di melatonina, per una notte davvero buona.

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Metodo 4-7-8, per addormentarsi in meno di un minuto

Credevate che soltanto una botta in testa potesse assicurare una riuscita del genere? E invece no.

A smentirvi stavolta è il medico statunitense Andrew Weill, padre putativo del Metodo 4-7-8. Pochi secondi di profonda respirazione controllata e sarete k.o., andando davvero al tappeto per schiacciare lì a terra un pisolino subitaneo.

Basta inspirare profondamente e poi espirare; inspirare di nuovo tenendo la bocca chiusa e contando mentalmente fino a 4; trattenere il respiro per 7 secondi; espirare contando mentalmente fino a 8.

Ripetete per 3 volte e sogni d’oro.

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Letture per addormentarsi

Non s’intende libri-mattone che sbattono sul naso da quanto sono noiosi bensì titoli che conciliano il sonno per la trama o la scelta oculata delle parole.

Di quest’ultima categoria sono soprattutto le pubblicazioni destinate alla nanna dei bambini ma anche gli adulti possono contare su una folta raccolta di romanzi perfetti da leggere a letto.

Da Cent’anni di solitudine di Gabriel García Márquez ad Alice nel Paese delle meraviglie di Lewis Carrol, quelli con le trame più assurdamente ricche e coinvolgenti stimoleranno l’attività onirica e vi accompagneranno mano per mano fino al cospetto di Morfeo.

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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

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La preferenza tra pandoro e panettone dice molto del nostro rapporto con semplicità, complessità e cambiamento: cosa dice la psicologia

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone? 

Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.

Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.

Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.

Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.

**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**

Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta 

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pandoro o panettone

Se siete team pandoro

Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.

Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.

Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.

È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.

Se siete team panettone

Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.

Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.

Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.

Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.

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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

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Molti comportamenti che consideriamo normali possono attivare ansia e stress continuo: ecco cosa accade al nostro sistema nervoso

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.

Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso. 

Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.

Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.

**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**

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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso

Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.

Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.

A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.

Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.

Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.

Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali

Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.

Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.

Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.

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Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia

La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.

Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.

Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.

Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.

Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.

Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.

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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

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Una guida pratica per capire come impacchettare i regali di Natale in modo ordinato, elegante e senza stress inutile

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.

Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.

La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.

Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.

**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**

Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo

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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)

Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.

La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.

Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.

2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)

Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.

Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.

Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.

3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)

Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.

Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.

Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.

4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo

L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata. 

Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.

Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.

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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

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È il SUV più grande, confortevole e tecnologico mai prodotto da Citroën. Il compagno di viaggio più comodo e versatile della sua classe, pensato per chi desidera vivere ogni viaggio all’insegna del benessere

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.

Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.

Nuovo SUV C5 Aircross Citroen

Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.

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Design più maturo e scolpito

Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.

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Un "tappeto volante"

Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.

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Come nel salotto di casa

Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva. 

Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.

A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.

Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.

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Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna. 

Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.

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Tutto a portata di mano

L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale. 

La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante. 

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Gamma completamente elettrificata

Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.

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