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Lifestyle

Decluttering emotivo: cosa tenere, cosa lasciare andare e come farlo senza rimpianti

Decluttering emotivo: cosa tenere, cosa lasciare andare e come farlo senza rimpianti

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Fare decluttering emotivo significa scegliere con consapevolezza cosa tenere e cosa lasciare andare per ritrovare leggerezza interiore

Ci sono oggetti che occupano spazio, e altri che occupano energia. Li conserviamo senza pensarci troppo: una scatola di ricordi in fondo all’armadio, una maglia che “magari tornerà di moda”, un biglietto del cinema di una serata che non vogliamo dimenticare. 

A volte, però, più che semplici memorie, questi oggetti ci legano a ciò che eravamo - e che magari non siamo più.

È qui che entra in gioco il decluttering emotivo, un processo che non riguarda solo il riordino fisico della casa, ma anche quello interiore.

Liberarsi dal superfluo, infatti, significa creare spazio per ciò che conta davvero. Non è un gesto impulsivo né una moda del minimalismo spirituale: è un atto di cura, un modo per rimettere ordine nei pensieri, nelle emozioni e persino nei desideri.

Non si tratta neanche di buttare via tutto, ma di scegliere con consapevolezza cosa tenere e cosa lasciare andare, imparando a distinguere tra ciò che ci rappresenta ancora e ciò che invece appartiene al passato.

Ecco allora da dove cominciare: cinque categorie di oggetti che, più di altri, parlano di emozioni da cui forse è arrivato il momento di separarvi.

**Avere la casa pulita e in ordine riduce lo stress (lo conferma la scienza)**

**Il segreto per riuscire a fare bene decluttering è il metodo 1-3-5: ecco come funziona**

Decluttering emotivo: il metodo per alleggerire la mente e la casa in pochi semplici passi

(Continua sotto la foto) 

ordine casa decluttering

1. Lettere, regali e ricordi del passato

Biglietti, fotografie, lettere, regali: piccole capsule del tempo che custodiscono momenti felici ma magari anche ferite non ancora chiuse. Il decluttering emotivo comincia proprio da qui, dal riconoscere che certi oggetti, per quanto preziosi, ci ancorano a un’emozione che non ci appartiene più.

Non significa cancellare un capitolo della propria vita, ma imparare a guardarlo con gratitudine e lasciarlo andare.

Un trucco utile è chiedersi: “Questo oggetto mi fa stare bene o mi rattrista?”. Se la risposta è la seconda, forse è tempo di liberarsene. Perché non possiamo accogliere il nuovo se lo spazio, dentro e fuori di noi, è ancora occupato dal vecchio.

2. Vestiti che non rappresentano più chi siete

C’è sempre quel vestito “che magari tornerà di moda”, o quei jeans che “andranno bene quando perderò due chili”.

Ma tenere abiti che non ci fanno sentire bene è un modo per rimandare il rapporto con noi stesse. Il guardaroba è uno specchio silenzioso: deve riflettere la persona che siamo oggi, non quella che eravamo o che vorremmo essere.

Il decluttering emotivo passa dunque anche per l’armadio. Lasciare andare i vestiti che non indossiamo più non è superficialità, è un gesto di accettazione. E quando ogni capo che scegliamo ci fa stare bene nella nostra pelle, anche le mattine iniziano meglio.

3. Oggetti “di colpa” o “di dovere”

Quante volte conserviamo qualcosa solo perché “ce lo ha regalato qualcuno”? O perché “è costato troppo per buttarlo”? Ecco un’altra trappola sottile che danneggia il benessere mentale: trattenere oggetti per senso di colpa.

È bene però ricordarsi che un regalo che non ci piace o un soprammobile che non sentiamo nostro non ci avvicinano a chi ce li ha dati, né rendono giustizia al loro significato originario.

Imparare a dire “grazie e addio” a ciò che non rispecchia più il nostro spazio o la nostra energia è fondamentale. Perché ogni volta che teniamo qualcosa solo per non dispiacere a qualcuno, finiamo per dispiacere a noi stessi.

Art journal

4. Vecchi appunti, progetti incompiuti e sogni sospesi

Cassetti pieni di taccuini, fogli di appunti, bozze di idee per un futuro diverso, magari migliore: tutto questo è spesso il riflesso dei sogni lasciati a metà. E ogni volta che li vediamo, una piccola parte di noi si sente in colpa per non averli portati a termine.

Ma non tutto deve essere concluso: alcune idee servono solo a portarci dove siamo oggi.

Fare decluttering emotivo significa anche riconoscere che alcune versioni di noi non esistono più. Possiamo lasciarle andare con rispetto, sapendo che ogni progetto, anche se incompiuto, ci ha insegnato qualcosa.

5. Souvenir, soprammobili e oggetti “invisibili”

Sono i più innocui all’apparenza, ma i più difficili da eliminare. Piccoli ricordi di viaggio, oggetti decorativi, gadget senza un vero scopo: si accumulano nel tempo e trasformano la casa in un museo del passato.

Provate a guardarli con occhi nuovi. Quali vi fanno sorridere ancora? E quali tenete solo per abitudine?

Nel dubbio, potete fotografarli prima di salutarli. È un modo dolce per conservare il ricordo, senza tenerne il peso.

© Riproduzione riservata

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