E se provassimo la crioterapia (come le star)?

Da Lady Gaga, che fa il bagno in una vasca piena di ghiaccio, a Bella Hadid, che immerge il viso in una ciotola piena di cubetti di ghiaccio, fino a Michelle Hunziker, che su Instagram fa vedere che per ridurre gonfiori e occhiaie appena sveglia si passa sul viso una confezione di minestrone surgelato. La crioterapia accomuna le star attraverso tutto il globo.
Ma perché tutte le celeb vanno pazze per questa pratica di benessere?
** Vi sveliamo tutti i segreti di bellezza delle star **
La crioterapia sfrutta le basse temperature per ridurre le infiammazioni e migliorare lo stato di salute.
I benefici del ghiaccio sono utili nella cura di tutto il corpo tanto che è usata da anni dagli sportivi, perché diminuisce la tensione muscolare ed è molto efficace nel trattamento delle infiammazioni acute e croniche, permettendo a chi pratica un’attività sportiva intensa, o a livello agonistico, di abbreviare i tempi di recupero muscolare.
E se ancora non bastasse dà anche un boost al metabolismo e favorisce il corretto funzionamento del sistema immunitario.
Ecco come funziona (e perché funziona).
A cosa serve (e dove provare) la crioterapia
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A cosa serve la crioterapia
Al contrario di ciò che si potrebbe pensare, non è un trend contemporaneo, bensì ha origini antichissime: risale addirittura ai tempi degli antichi Greci, i primi a sperimentare gli effetti positivi della terapia del freddo. Anche Ippocrate l'aveva capito e nelle terme romane il frigidarium non mancava mai.
Ma fu nel 1970 che il medico giapponese Toshima Yamauchi si accorse che i suoi pazienti, afflitti dall'artrite reumatoide, al rientro dai loro villaggi di montagna, mostravano un netto miglioramento delle condizioni. Che sarà mai, si chiese? Il freddo! Nacque così la moderna crioterapia
I vantaggi del freddo sul viso
Le temperature fredde permettono a pori e vasi sanguigni di contrarsi, con il risultato di un aspetto più sodo e tonico. In più il freddo migliora la qualità della pelle, grazie al suo effetto antiossidante, che combatte i radicali liberi. Un migliore scambio di fluidi linfatici decongestiona la zona. Risultato? Il viso si sgonfia. Ma se infilare il viso nel ghiaccio per voi è troppo estremo, potete lavarlo per un paio di minuti con l'acqua molto fredda ogni mattina. Si attiva così il sistema nervoso simpatico e si inviano impulsi elettrici al cervello. La sensazione è quella di essere immediatamente più concentrati e vigili. Per lo stress fisico causato dall'esposizione al freddo aumenta l’ossigeno nelle cellule e nel corpo. Lo shock termico dovuto al freddo è un ottimo metodo per distrarsi da ansie e preoccupazioni, e concentrarsi sul presente.
I benefici della crioterapia sul corpo
Raffreddando una zona adiposa tra -3°C e -5°C, si eliminano le cellule di grasso.
Si sono osservati anche benefici sul sonno e sul rilassamento mentale. Lo shock termico, dovuto all'abbassamento improvviso della temperatura della pelle, produce una grande quantità di endorfine, l’ormone del benessere, e una stimolazione di certe zone del sistema nervoso. In sintesi: rimodella la figura
Si può applicare anche ai capelli
È l'ultima novità, una volta scoperto che il freddo oltre a svolgere un’azione detossinante, in combinazione con prodotti studiati appositamente, rigenera e ripara il cappello. Tramite una piastra fredda le cui temperature possono raggiungere i -16°C, si congelano le ciocche bagnate, una ad una. Il risultato? Le fibre ben nutrite, rafforzate dall'interno, hanno una lucentezza strabiliante per almeno 1 mese.
8 spa resort dove provare la crioterapia
Sul Lago d'Orta
Laqua by The Lake è la casa al Lago d'Orta di Cinzia e Antonino Cannavacciuolo, a pochi passi dal Relais Villa Crespi. Al suo interno la spa del gruppo The Longevity Suite®, che propone diversi percorsi di antiage e benessere che si basano sulla Crioterapia Total Body e sulla Crioterapia Localizzata. La prima prevede di entrare in una camera fredda con temperature che vanno dai - 85° ai – 95° C. per un intervallo di tempo che varia tra i 3 e i 5 minuti. La Crioterapia Localizzata, invece, si concentra su aree specifiche del corpo.
A Fiuggi
Palazzo Fiuggi Wellness Medical Retreat è una delle icone storiche dell'ospitalità italiana, a cui è strettamente legata la fama internazionale della destinazione termale di Fiuggi, in provincia di Frosinone, che è rinata dopo un completo restauro. In diversi programmi c’è il trattamento di crioterapia sistemica che prevede l’esposizione totale e controllata al freddo, dalla testa ai piedi, in una “criocamera” all’interno della quale ogni singola percezione enfatizzata e ogni capacità sensoriale accentuata, porta ad una sorta di risveglio corporeo.
A Firenze
Il Four Seasons Hotel Firenze è un rifugio urbano immerso nel più grande giardino privato della città. A pochi passi dal centro, con un ristorante italiano stellato Michelin e una Spa ispirata alle tradizioni locali dove trascorrere pomeriggi all'insegna del relax e del benessere. Tra i diversi trattamenti c’è l’Ultimate-Radiofrequenza e Crioterapia, che contrasta i segni del tempo sul viso con un risultato botox-like. Le sostanze funzionali favoriscono l’attenuarsi delle rughe e la compattezza della pelle, che appare distesa e levigata. Grazie all’utilizzo delle tecnologie di radiofrequenza e crioterapia l’effetto lifting è immediato.
Principato di Monaco
Thermes Marins Monte-Carlo: 6600 mq dedicati al benessere, una parentesi di lusso e salute nel cuore di Monaco, proprio di fronte al Mediterraneo. Dalla piscina riscaldata, la vista a strapiombo sul mare, la Jacuzzi esterna di fronte al Porto e alla Rocca, solarium, hammam, sauna & sala fitness panoramica.
Gli esperti in wellness e salute delle Terme sono stati pionieri in Francia per quel che riguarda l’utilizzo della crioterapia per trattare patologie muscolari, insonnia e affaticamento. Il trattamento prevede di entrare per 10 secondi in una camera a -60 °C, poi 3 minuti a -110 °C, per il massimo recupero energetico e per incrementare le capacità fisiche e intellettuali.
Efficace anche per il jet-lag e i problemi di sonno.
Saturnia
Il resort Terme di Saturnia Natural Destination, tra le suggestive colline toscane, in un parco naturale di 120 ettari, “abbraccia” la Sorgente Naturale la cui acqua termale sgorga da oltre 3000 anni, dalle viscere della Terra, a una temperatura costante di 37,5°C.
Tra i tanti trattamenti c’è la Cryosuite Total Body, che prevede la permanenza di tutto il corpo in una camera fredda con temperature che vanno da -85° C a -95° C, per 2/4 minuti. Il raffreddamento, a breve termine, favorisce un gran numero di reazioni positive nel corpo grazie alla maggiore risposta circolatoria del sangue e del flusso linfatico.
Sul Lago di Garda
Lefay Resort & Spa Lago di Garda sorge in un grande parco, immerso tra le colline e le terrazze naturali di boschi e uliveti sulla Riviera dei Limoni. Presso la Spa di oltre 4000 mq, tra gli innumerevoli trattamenti legati alla salute e benessere percorsi ad hoc integrano medicina occidentale e cinese, è possibile provare la Crioterapia.
Si entra in una camera fredda con temperature da - 85° a -95° C per un intervallo di tempo tra i3 e i 5 minuti. Il raffreddamento fa reagire positivamente il corpo, andando a tonificare la “sostanza interiore”, in Medicina Classica Cinese detta “Yin”.
Nel centro benessere si può provare anche la Crash Ice, a base di frizioni di ghiaccio per stimolare la rivascolarizzazione e la Ice Pool, con acqua alla temperatura di 12°/17°C, che chiude i pori e incentiva la vascolarizzazione cutanea. Le sollecitazioni al sistema nervoso aumentano, producendo impulsi positivi benefici per il battito cardiaco, la respirazione e la circolazione sanguigna.
In Svizzera
Chenot Palace Weggis è un retreat di avanguardia nel cuore della Svizzera, sulle rive del lago di Lucerna. Un’oasi di salute, benessere e wellness dal design unico, realizzata tra il 2018 e il 2020. Il complesso di 20mila mq ospita il più nuovo centro medico Chenot, la wet area dove si svolgono i rituali signature del Metodo Chenot®, una spa panoramica di 5000 mq e una palestra di ultima generazione.
Tre i programmi benessere integrati che includono tra l’altro, una camera criogena per esposizioni total body per 3 minuti fino a -110°C. L’obiettivo è rafforzare il sistema immunitario e i meccanismi di difesa e di auto-guarigione del corpo
In Sardegna
Iconico resort a Santa Margherita di Pula, una vera destinazione nella destinazione, il Forte Village Resort è immerso in 50 ettari di giardini, affacciato su una lunga spiaggia della costa meridionale sarda, e si compone di cinque hotel a 5 stelle e tre hotel a 4 stelle, oltre a 13 ville di lusso con piscina.
Il percorso talassoterapico della sua Acquaforte Thalasso & Spa potenzia gli effetti benefici dell’acqua grazie all’azione combinata di diverse gradazioni di temperatura e concentrazione salina. Sei le vasche di cui, quella unica ed esclusiva al mondo di sali di magnesio. Compresi nei due programmi di rafforzamento immunitario 3 sessioni di Criosauna, in cui il corpo, fino all’altezza delle spalle, viene esposto per pochi secondi a temperature comprese tra -110°C e i -160°C. con un conseguente shock termico che innesca una serie di benefici per l’organismo.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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