Cosa fare a Roma nel weekend del 12 e 13 giugno

Cosa fare a Roma nel weekend?
La Capitale è pronta a ripartire e lo fa in grande stile con la mostra Archaeology Now di Damien Hirst alla Galleria Borghese dove il contrasto tra opere antiche e arte contemporanea colpisce e stupisce.
E se dopo un’immersione tra questi capolavori avete ancora voglia di riempirvi gli occhi di bellezza godetevi, a pochi passi, un aperitivo con vista spettacolare: all’Hotel Eden vi aspetteranno anche cocktail e cicchetti “stellati”.
Se preferite invece trascorrere il vostro tempo all’aria aperta, ecco tre suggerimenti: un picnic tra piante e fiori dell’Orto Botanico di Trastevere preparati da Yam, una passeggiata a Villa Borghese dove è tornata la rassegna di arte contemporanea Back to Nature, oppure una gita fuori porta a Tivoli per visitare Villa d’Este.
Il Lazio è ancora in zona gialla ma il coprifuoco - a livello nazionale - è stato spostato a mezzanotte.
E così ristoranti, bar, musei e sale concerti hanno potuto finalmente riaprire (con i dovuti accorgimenti - distanza dalle altre persone di almeno un metro, obbligo di mascherina e sanificazione).
Siamo felici di poter contribuire con le nostre proposte verso un ritorno alla normalità che tanto ci era mancata.
Cosa fare a Roma nel weekend del 12 e 13 Giugno
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Damien Hirst a Galleria Borghese
Oltre ottanta opere di arte contemporanea accanto a capolavori del Bernini, Canova, Caravaggio, Tiziano.
È Archaeology Now, l’attesissima mostra di Damien Hirst - a cura di Anna Coliva e Mario Codognato - alla Galleria Borghese fino al 7 novembre.
Nelle sale che accolgono capolavori della scultura classica e quadri del Rinascimento l’impatto con la serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable (sculture monumentali e di piccole dimensioni in bronzo, marmo di Carrara, malachite, corallo, pietre) e alcuni dipinti del ciclo Colour Space dell’artista britannico è di forte suggestione.
Da non perdere nel Giardino Segreto dell’Uccelliera il colossale gruppo statuario Hydra and Kali. Biglietto intero 15 euro, galleriaborghese.beniculturali.it.
Aperitivo in terrazza all’Hotel Eden
Aperitivo al tramonto con vista su tutta Roma.
Oggi finalmente anche gli ospiti esterni possono godersi questo momento al Giardino Bar sul rooftop al sesto piano dell’Hotel Eden, storico 5 stelle della Dorchester Collection a due passi da Piazza di Spagna.
Tutti i giorni (dalle 12 alle 24) si può pranzare o prendere un aperitivo nei tavolini esterni oppure all’interno dove il panorama non è da meno grazie alle ampie vetrate che permettono di ammirare il Vittoriano, San Pietro, Villa Medici e i giardini di Villa Borghese.
Vi aspetteranno cocktail artigianali preparati dall’Head Barman Mirko Simonazzi come “Ricordi di Roma” (Ketel One, lamponi, ananas, Veuve Clicquot rosé) o “Vespa Special” (Beefeater 24, limoni di Sorrento, miele d’acacia, zenzero, goccia di Lagavulin 16), veri e propri omaggi alla Città Eterna.
Ad accompagnare i drink una selezione di cicchetti a firma dell’Executive Chef Fabio Ciervo (1 stella Michelin). Via Ludovisi 49, dorchestercollection.com.
Picnic da Yam all’Orto Botanico
All’Orto Botanico di Trastevere vi aspetta una sorpresa che rende ancora più piacevole una visita a questo angolo verde nel cuore di Roma: l’arrivo di Yam.
Questo piccolo furgoncino in stile hippy prepara ottimi cestini da mangiare sul prato all’ombra di alberi monumentali e tra il profumo dei fiori appena sbocciati.
Panini gourmet, insalate, chips di patate, cookies, succhi di frutta sono alcune delle proposte per adulti e bambini che vengono serviti insieme a tovaglia e packaging ecosostenibile.
E con l’arrivo del caldo estivo si apprezzerà ancora di più una coppetta o un cono serviti proprio accanto – stavolta su una “gelateria su due ruote” (una Vespa vintage) – da Verde Pistacchio. Largo Cristina di Svezia 23, yamortobotanicoroma.com.
World Press Photo Exhibition al Mattatoio
Roma ospiterà fino al 22 agosto - e per la prima volta al Mattatoio - la rassegna fotografica World Press Photo Exhibition giunta alla 64° edizione.
La mostra, ideata dalla Fondazione World Press Photo di Amsterdam, promossa da ROMA Culture e Azienda Speciale Palaexpo e organizzata da Azienda Speciale Palaexpo in collaborazione con 10b Photography, ospiterà le oltre cento foto finaliste del prestigioso premio di fotogiornalismo istituito nel 1955.
Quest’anno il concorso ha visto la partecipazione di più di quattromila fotografi da tutto il mondo e a trionfare è stato lo scatto del danese Mads Nissen “The First Embrace” che ritrae l’abbraccio tra un’anziana, Luzia Lunardi, e l'infermiera Adriana Silva da Costa Souza in una casa di cura di San Paolo in Brasile.
Biglietto intero 8 euro, mattatoioroma.it.
Visita al roseto comunale
Fino a domenica (dalle 8.30 alle 19.30) si può visitare il Roseto Comunale di Roma alle pendici dell’Aventino dove si possono ammirare oltre mille specie provenienti da tutto il mondo.
Fra le più curiose la Chinensis Virdiflora, dai petali color verde e la Chinensis Mutabilis che cambia colore con il passare dei giorni.
Ogni anno, a maggio, il Roseto ospita anche il Concorso Internazionale Premio Roma riservato alle più belle nuove varietà di rose.
L'evento apre la stagione internazionale delle manifestazioni dedicate alla coltivazione di questo fiore ed è un avvenimento di grandissima importanza nel campo botanico.
Ingresso gratuito, Via di Valle Murcia 6.
Back to Nature a Villa Borghese
Dopo il successo dello scorso autunno torna il progetto espositivo di arte contemporanea Back to Nature al Parco dei Daini a Villa Borghese (fino al 25 luglio) con nuove opere a monito di un diverso rapporto da costruire con la natura.
In mostra una serie di installazioni all’aperto progettate da artisti di rilievo internazionale come Loris Cecchini, Leandro Erlich, Giuseppe Gallo, Marzia Migliora, Michelangelo Pistoletto, Pietro Ruffo, Tomás Saraceno, Marinella Senatore e dal collettivo Accademia di Aracne.
Si consiglia di farvi visita dopo il tramonto in quanto le opere saranno illuminate tutte le sere fino alle 22.30.
Ingresso gratuito, Villa Borghese.
Concerti alla Casa del Jazz
Sarà un’estate all’insegna della musica dal vivo alla Casa del Jazz nel parco di Villa Osio.
Organizzati dalla Fondazione Musica per Roma i concerti della rassegna “Si può fare” (in programma fino al 26 settembre) avranno come protagonisti grandi nomi del jazz italiano come Dino Piana, Enrico Rava, Danilo Rea, Enrico Pieranunzi, Stefano Di Battista, Roberto Gatto, Chiara Civello, Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito, Gianluigi Trovesi oltre ad alcuni nomi stranieri (tra i vari Sarah Jane Morris).
Alle 21 questo sabato lo spettacolo di Gianluca Petrella/ Pasquale Mirra + Nicola Conte dj set e domenica quello di Michael League e Bill Laurance duo.
Viale di Porta Ardeatina 55, casadeljazz.com.
Mostra su Alberto Sordi
Torna la mostra Alberto Sordi 1920 – 2020 inaugurata lo scorso settembre e sospesa per le restrizioni causate dal Covid-19.
A gran richiesta si riaprono quindi le porte della villa dell’attore romano a Piazzale Numa Pompilio con vista su Terme di Caracalla.
La sua amata casa a un passo dall’Appia Antica - aperta al pubblico per la prima volta - presenta ancora gli interni così come lasciati dal proprietario oltre a conservare documenti inediti, oggetti, abiti, fotografie, video e curiosità.
La mostra potrà essere visitata tutti i giorni con obbligo di prenotazione nei weekend e nei giorni festivi.
Inoltre il 15 giugno, giorno del compleanno dell’attore, verrà anche organizzato un grande evento per l’inaugurazione dell‘archivio Alberto Sordi curato dalla Fondazione Museo Alberto Sordi.
Biglietto intero 12 euro, fondazionemuseoalbertosordi.org.
Visita a Villa d’Este a Tivoli
Patrimonio Unesco dell’Umanità, giardino “all’italiana” più bello d’Europa, gioiello del Rinascimento italiano.
Villa d’Este a Tivoli è davvero una tappa imperdibile alla porte di Roma e riapre al pubblico in tutto il suo splendore dal lunedì alla domenica (sabato e giorni festivi prenotazione obbligatoria).
Conosciuta nel mondo per le sue fontane e i suggestivi giochi d’acqua, è opera dell’architetto Pirro Logorio - su commissione del Cardinale Ippolito II d'Este - che, intorno alla metà del Cinquecento, diede inizio ai lavori durati circa venti anni.
Biglietto intero 8 euro, villadestetivoli.info.
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Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la scelta

C’è una scelta che, durante le feste, ritorna con puntualità quasi rituale sulle nostre tavole: pandoro o panettone?
Apparentemente banale, questa preferenza divide gusti e abitudini familiari da generazioni, ma può essere letta anche come un piccolo segnale del nostro modo di vivere il Natale.
Al di là delle mode e delle infinite varianti artigianali, il dolce delle feste resta un simbolo potente; legato all’idea di comfort, tradizione e piacere condiviso.
Senza voler trasformare una scelta gastronomica in un test di personalità, è interessante osservare come la psicologia attribuisca al cibo un valore emotivo e identitario.
Preferire il pandoro o il panettone non svela i nostri segreti più nascosti, ma può raccontare qualcosa del nostro rapporto con la semplicità, la complessità e il bisogno di rassicurazione o di varietà, proprio nel periodo dell’anno in cui queste dinamiche emergono con più forza.
**Le 5 personalità che si trovano durante le vacanze di Natale: quale siete?**
Pandoro o panettone? La psicologia spiega cosa c'è dietro la vostra scelta
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Se siete team pandoro
Chi è team pandoro spesso cerca nel Natale (e nel cibo) una forma di rassicurazione.
Il pandoro è lineare e senza sorprese: stesso sapore, stessa consistenza, stesso rituale ogni anno. Psicologicamente, questa scelta può riflettere una personalità che ama le cose chiare, riconoscibili, che funzionano senza troppe complicazioni.
Il pandoro piace a chi tende a preferire il comfort emotivo alla sperimentazione, a chi trova benessere nella ripetizione e nelle tradizioni così come sono. Non è una chiusura al nuovo, ma un bisogno di stabilità: in un periodo già carico di stimoli, impegni e aspettative, scegliere qualcosa di semplice diventa un modo per alleggerire.
È la scelta di chi nel Natale cerca una pausa dal rumore, più che un’esperienza da esplorare. Un dolce che non chiede di essere interpretato, ma solo gustato.
Se siete team panettone
Chi invece è team panettone tende ad avere un rapporto più fluido con la varietà e l’imprevisto.
Il panettone è stratificato, imperfetto, pieno di elementi diversi che convivono insieme: dolcezza, acidità, consistenze differenti. Non è mai identico a sé stesso, e forse è proprio questo il suo fascino.
Dal punto di vista psicologico, chi lo preferisce è spesso più aperto al cambiamento, meno infastidito dalle sfumature della vita e più attratto dalle esperienze complesse. Scegliere il panettone significa anche accettare ciò che non piace a tutti (uvetta e canditi) ma che fa parte del “pacchetto”. Un atteggiamento che racconta tolleranza, adattabilità e curiosità.
Il panettone è il dolce di chi vive le feste come un momento di convivialità vera, fatta di differenze che si incontrano. Di chi ama mescolare, provare, cambiare versione ogni anno. È la scelta di chi non cerca solo conforto, ma anche stimoli, storie, contaminazioni.
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Questi comportamenti quotidiani (apparentemente normali) peggiorano l'ansia senza che ce ne accorgiamo

Ci sono giornate in cui non sappiamo spiegare bene perché ci sentiamo irritabili, sotto pressione, come se il corpo corresse più veloce della testa. Spesso diamo la colpa al lavoro, ai ritmi frenetici della vita, ai colleghi anticipatici, al meteo o semplicemente al periodo dell’anno.
Può essere però che a contribuire a questa sensazione ci siano abitudini minuscole, talmente automatiche da non farci più caso.
Secondo diversi terapeuti, molte delle nostre routine quotidiane (dal modo in cui iniziamo la nostra gioranta al modo in cui usiamo lo smartphone) attivano il sistema nervoso senza che ce ne rendiamo conto. E così un po’ alla volta, giorno dopo giorno, contribuiscono a rafforzare quell'ansia, quella tensione di fondo costante che sembra arrivare “dal nulla” ma che in realtà ha radici molto concrete.
Niente allarmismi: la buona notizia è che, una volta identificate, queste micro-abitudini si possono correggere con piccoli cambiamenti sostenibili. E gli effetti sul benessere mentale possono essere sorprendenti.
**5 frasi da non dire mai a una persona ansiosa (e cosa dire invece)**
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Il telefono al risveglio, il multitasking continuo e quelle “micro-scosse” che attivano il sistema nervoso
Molti comportamenti che ci sembrano innocui sono, in realtà, tra i principali responsabili dell’ansia quotidiana.
Il primo della lista? Guardare il telefono appena svegli. Quello che sembra un gesto normale, controllare notifiche, messaggi, social, non dà al cervello il tempo di passare gradualmente dal sonno alla veglia. Al contrario, lo espone immediatamente a un flusso di informazioni, stimoli e richieste che attivano la risposta allo stress già dal primo minuto della giornata.
A questo si aggiunge il nostro stile di vita iper-veloce: multitasking costante, pause saltate, pasti mangiati in fretta o direttamente rimandati, riunioni che si accavallano, email che arrivano a raffica. Corpo e mente non hanno mai un vero momento per rallentare e ricalibrarsi. È la condizione perfetta per alimentare ansia, stress e irritabilità.
Anche i micro-stress ripetuti, come le notifiche del telefono o l’email che lampeggia sullo schermo del pc, hanno un impatto maggiore di quanto pensiamo. Funzionano come piccole scosse al cervello; brevi, ma continue. Il risultato? Il sistema nervoso resta in iper-attivazione, come se fosse sempre pronto a reagire a una minaccia, anche quando in realtà non c’è.
Non è un caso che molte persone raccontino di “non riuscire più a rilassarsi davvero”: il corpo rimane in modalità fight or flight anche mentre siamo seduti sul divano. Una condizione sottile, invisibile, ma che alimenta anisao a lungo termine.
Poco sonno, troppi schermi e una routine che non rispetta i ritmi naturali
Un altro fattore chiave è il sonno. Quando dormiamo troppo poco (o male) le aree del cervello che regolano le emozioni diventano più reattive. E così, ciò che in un giorno normale sarebbe un piccolo fastidio (una mail urgente, un imprevisto, una discussione) diventa un detonatore emotivo. Siamo più suscettibili, più stanchi, più vulnerabili allo stress.
Il problema è amplificato dal tempo passato davanti agli schermi, soprattutto nelle ore serali. La luce intensa del computer o della televisione comunica al cervello che “non è ancora ora di dormire”, interferendo con la produzione di melatonina e con la capacità di disattivare gradualmente il sistema nervoso. E quando andiamo a letto con lo smartphone in mano, portiamo con noi anche tutte le sue notifiche, informazioni e stimoli non elaborati. Il risultato? Un sonno meno profondo, più risvegli notturni e maggiore anisao al mattino.
Infine, c’è un elemento spesso sottovalutato: il sovraccarico decisionale. Tra lavoro, messaggi, social, email, appuntamenti, scadenze e notifiche, ogni giorno prendiamo centinaia di micro-decisioni. Questo crea un affaticamento mentale che il nostro sistema non è progettato per sostenere a lungo senza pause. E quando il cervello si sente “sovraccarico”, l'ansia trova terreno fertile.
Cosa possiamo fare per controllare e ridurre l'ansia
La buona notizia è che per ridurre l'ansia non servono cambiamenti drastici: spesso bastano piccoli aggiustamenti inseriti nella routine quotidiana.
Gli psicologi suggeriscono, ad esempio, di evitare di iniziare la giornata con il telefono in mano. Concedersi anche solo dieci o quindici minuti di “risveglio lento”, senza notifiche né stimoli digitali, aiuta il sistema nervoso a non attivarsi subito in modalità allerta.
Allo stesso modo, introdurre brevi pause durante la giornata (anche solo una manciata di secondi per fare stretching, chiudere gli occhi e fare un paio di respiri profondi) permette al corpo di ritrovare un ritmo più regolare e meno reattivo.
Un altro accorgimento utile riguarda le notifiche: limitarle significa ridurre quel flusso costante di micro-sollecitazioni che mantiene la mente in tensione.
Anche la gestione degli schermi serali può fare una grande differenza: tenere il telefono lontano dal viso o ridurre il tempo trascorso online prima di dormire aiuta il cervello a produrre melatonina e a prepararsi al riposo.
Infine, muoversi un po’ ogni giorno, anche per pochi minuti, contribuisce a sciogliere la tensione accumulata e a rimettere in circolo energie più equilibrate. È un modo semplice per ricordare al corpo che non deve restare sempre in modalità emergenza: può rallentare, respirare, ritrovare il proprio centro.
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Ecco il segreto per impacchettare i regali di Natale in 4 mosse

Impacchettare i regali di Natale per molti è un task più difficile e impegnativo che scegliere e comprare un pensiero per tutti.
Nonostante la sua apparente semplicità, l’idea di carta stropicciata, scotch visibile e fiocchi sbilenchi può mettere in crisi tutti, ma soprattutto gli amanti della precisione con poca dimestichezza coi lavoretti manuali.
La buona notizia però è impacchettare i regali di Natale in modo ordinato ed elegante non richiede talento artistico né materiali costosi, ma solo un po’ di metodo e qualche accorgimento pratico.
Con pochi passaggi mirati e un approccio più attento ai dettagli, anche il pacchetto più semplice può trasformarsi in una confezione curata e armoniosa, capace di valorizzare il regalo e di fare la una bellissima figura sotto l’albero, senza l’effetto improvvisato dell’ultimo minuto.
**5 trucchi per scrivere bigliettini di auguri di Natale originali (senza chiedere a ChatGPT)**
Come impacchettare i regali di Natale: i consigli da seguire passo dopo passo
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1. Scegliere carta e materiali (pochi, ma giusti)
Il primo errore quando si cerca di capire come impacchettare i regali è pensare che servano mille decorazioni. In realtà, meno materiali si usano, più il pacchetto risulta elegante.
La scelta della carta è fondamentale: meglio una carta leggermente più spessa, facile da piegare e meno soggetta a strapparsi. Le carte troppo sottili o lucide, invece, tendono a segnarsi subito e a rendere le pieghe imprecise.
Per andare sul sicuro, puntate su colori neutri o naturali (come carta kraft, bianco, verde bosco, rosso scuro) e abbinate un solo elemento decorativo: uno spago, un nastro in tessuto, un filo dorato. Anche materiali semplici come carta da pacchi e spago da cucina possono diventare molto chic se usati con coerenza.
2. Tagliare e piegare con precisione (il passaggio che fa la differenza)
Uno dei segreti di come impacchettare i regali bene è la precisione. Prima di tutto, misurate la carta appoggiando il regalo al centro e assicurandovi che i lati coprano completamente l’oggetto senza eccessi. Troppa carta rende difficile gestire le pieghe, mentre troppo poca vi costringerà a rattoppare all’ultimo minuto.
Quando piegate, fatelo con calma: passate il dito lungo i bordi per segnare le pieghe e ottenere linee nette. Anche i lati corti vanno chiusi con ordine, piegando prima verso l’interno e poi verso il centro.
Questo passaggio, spesso sottovalutato, è quello che trasforma un pacchetto “fatto in fretta” in uno visivamente pulito.
3. Chiudere bene (e nascondere lo scotch)
Un altro punto chiave di per impacchettare i regali di Natale alla perfezione è la chiusura. Lo scotch serve, ma non deve mai essere protagonista. Usatelo solo dove serve davvero e cercate di nasconderlo all’interno del pacchetto o sotto le pieghe. Se la carta è stata tagliata correttamente, basteranno pochissimi pezzetti.
Il resto del lavoro può farlo il nastro o lo spago: un giro semplice, un nodo ben stretto e magari un doppio passaggio intorno al pacchetto sono più che sufficienti.
Evitate fiocchi troppo grandi o complessi se non siete pratiche: un nodo pulito risulta sempre più elegante di un fiocco sproporzionato.
4. Il dettaglio finale che personalizza davvero il regalo
L’ultimo passaggio è quello che rende il pacchetto unico. Non serve esagerare: un solo dettaglio basta. Un bigliettino scritto a mano, un rametto di pino, una fettina d’arancia essiccata, un’etichetta in carta riciclata.
Il consiglio è di scegliere un dettaglio coerente con il resto del pacchetto e ripeterlo su tutti i regali: questo crea un effetto armonioso sotto l’albero e dà subito l’idea di cura e attenzione.
Alla fine, imparare come impacchettare i regali di Natale non significa puntare alla perfezione, ma dedicare qualche minuto in più a un gesto che parla di tempo e presenza. Ed è proprio questo, spesso, il regalo più bello da ricevere.
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Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, più comfort, più tecnologia

Chi è al volante, guida rilassato. I passeggeri a bordo, intanto, si godono il viaggio in classe extra-comfort. Un’alchimia perfetta, frutto delle qualità distintive del Nuovo SUV C5 Aircross: più spazio, comfort, tecnologia, sostenibilità e accessibilità, il tutto made in Europe, a Rennes, in Francia, nello storico stabilimento del marchio.
Se nel sovraffollato mercato dei SUV farsi notare non è facile, la nuova ammiraglia Citroën non passa di certo inosservata. Non è solo per il restyling estetico, è anche per quell’evoluzione di sostanza che ha portato la vettura verso un’idea di funzionalità e di utilizzo superiore. In un mercato dove spesso ci si concentra solo sulle prestazioni o sul design delle linee, infatti, Citroën punta sull'ergonomia.
Il risultato? Un SUV diverso da tutti gli altri, progettato per chi vive l’auto come un’estensione della propria casa, per chi affronta il traffico quotidiano o lunghi trasferimenti stradali e cerca un ambiente che "ammortizzi" non solo le buche, ma anche lo stress della giornata. Il modello è ideale per le famiglie, ma anche per il mercato B2B/fleet.
Design più maturo e scolpito
Rispetto alle linee arrotondate del passato, il Nuovo SUV Citroën C5 Aircross adotta un volto più deciso e aerodinamico. Il frontale è stato completamente ridisegnato, sono nuovi i fari a LED e altri dettagli eleganti che ne esaltano il carattere e fanno la differenza.
Un "tappeto volante"
Uno dei punti di forza della vettura è il sistema di sospensioni con smorzatori idraulici progressivi (Progressive Hydraulic Cushions®). In parole semplici? Significa che l’auto assorbe le buche e le irregolarità del terreno in modo fluido, regalando quella sensazione di "tappeto volante" tipica della tradizione Citroën.
Come nel salotto di casa
Se il design esterno cattura l’occhio, è l’abitacolo del Nuovo SUV C5 Aircross a convincere definitivamente chi cerca un’esperienza di guida decompressiva.
Citroën ha lavorato per trasformare l’interno in un vero e proprio "salotto". Il concetto di Sofa Design si traduce in sedute ampie e accoglienti, un’illuminazione ambientale estesa, la presenza di elementi d'arredo e l’uso di tessuti che riprendono i codici dell'interior design.
A seconda degli allestimenti, l’uso dell’Alcantara o della pelle con impunture a contrasto non serve solo all'estetica, ma trasmette una sensazione tattile di calore.
Sotto il rivestimento superficiale, i sedili nascondono uno strato di 15 mm di schiuma strutturata che evita l'effetto di "affossamento" tipico delle sedute troppo morbide, garantendo sostegno posturale anche dopo ore di viaggio.
Accanto alla comodità, il sistema di Ambient Lighting - illuminazione d’ambiente - definisce l’atmosfera desiderata a bordo: i punti luce discreti posizionati nei vani portaoggetti, nel tunnel centrale e lungo la plancia creano una luce soffusa che riduce l’affaticamento visivo durante la guida notturna.
Questa "bolla luminosa" esalta i volumi dell'abitacolo e aumenta la percezione di spazio e protezione, rendendo l'ambiente accogliente come una stanza ben illuminata.
Tutto a portata di mano
L’ottimizzazione dell’ergonomia sul Nuovo SUV C5 Aircross passa per una riprogettazione della console centrale, ora più pulita e razionale.
La seduta è alta per dominare la strada, ma qui è stata affinata per garantire che ogni comando sia dove il conducente si aspetta di trovarlo. Il nuovo posizionamento dello schermo da 10" è studiato per essere perfettamente in linea con lo sguardo, riducendo i movimenti della testa e permettendo di mantenere la massima concentrazione sulla guida. L'obiettivo è semplice: fare in modo che il conducente abbia tutte le informazioni davanti a sé e a portata di mano, in modo da poter guidare in tranquillità e ridurre lo stress, con l'ausilio di schermi digitali che offrono chiarezza e grafica accattivante.
Gamma completamente elettrificata
Per la prima volta anche 100% elettrico, Nuovo SUV C5 Aircross è disponibile in due versioni, la più equilibrata e accessibile Comfort Range, dotata di un motore da 210 CV / 157 kW abbinato a una batteria da 73 kWh, per un'autonomia di 520 km, e la Long Range, con motore da 230 CV/170 kW e una batteria da 97 kWh, presto ordinabile, che offrirà un’eccezionale autonomia di 680 km.
Non mancano Nuovo SUV C5 Aircross Hybrid 145 Automatic, la porta d'ingresso all'elettrificazione offerta a 28.900 euro, e Nuovo SUV C5 Aircross Plug-In Hybrid 195 Automat
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