Perché la camminata lenta è la forma più semplice (ed efficace) di movimento quotidiano
La camminata lenta migliora l’umore, riduce lo stress e fa bene a cuore, ossa e sistema nervoso: ecco come integrarla nella routine quotidiana
Non serve correre per stare bene. Anzi, a volte basta, letteralmente, rallentare. La camminata lenta, quella che non ha l’urgenza di arrivare ma solo la voglia di esserci è una delle pratiche di movimento più benefiche e accessibili che esistano. Non solo per il corpo, ma sopratutto per la mente.
Negli ultimi anni, sempre più studi hanno confermato ciò che molti già intuivano: camminare a ritmo dolce, con passo consapevole, ha un effetto calmante sul sistema nervoso, riduce lo stress e migliora la qualità del sonno. È una forma di attività fisica a bassa intensità, certo, ma con un impatto sorprendentemente alto sul benessere generale.
Che sia al parco o semplicemente nel quartiere di casa, la camminata lenta è un invito a riconnettersi con il proprio respiro, con la natura e con quel tempo “lento” che nella vita quotidiana dimentichiamo spesso di abitare.
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Cosa si intende con camminata lenta
La camminata lenta non è una passeggiata distratta né un esercizio “minore”. È un modo di muoversi più consapevole e intenzionale: un ritmo dolce, intorno ai 2-3 chilometri orari, che permette di respirare profondamente e percepire il corpo in movimento.
A differenza della camminata veloce, in cui l’obiettivo è aumentare il battito cardiaco o il numero di passi, nella camminata lenta conta la qualità dell’esperienza. È una forma di attività fisica che, proprio perché non spinge ma accompagna, aiuta a regolare il sistema nervoso, a favorire la digestione e a migliorare la circolazione.
Il suo segreto è l’equilibrio: è leggera, ma non passiva. È rilassante, ma attiva. È perfetta per chi trascorre molte ore seduto, per chi si sta riprendendo da un infortunio, ma anche per chi vuole integrare un movimento più gentile nelle giornate più stanche.
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I benefici fisici
Dal punto di vista fisico, la camminata lenta agisce su più fronti. Aiuta a mantenere una buona salute cardiovascolare, migliora la circolazione e favorisce l’ossigenazione dei tessuti.
Uno studio del 2019 condotto su pazienti ipertesi e pre-ipertesi ha mostrato che camminare regolarmente a bassa intensità riduce la pressione sanguigna e la frequenza cardiaca, migliorando la salute del cuore nel lungo periodo.
Ma non è tutto. Il movimento dolce e continuo stimola le articolazioni senza stressarle, rinforza i muscoli delle gambe e favorisce la densità ossea. Per questo motivo la camminata lenta è consigliata anche durante la gravidanza, nel post-partum o in caso di dolori articolari.
Infine, muoversi lentamente favorisce la digestione e il metabolismo, specialmente dopo i pasti, quando il corpo ha bisogno di energia controllata e ossigeno per assimilare meglio i nutrienti.
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Effetti sulla mente (e sull’umore)
È però sul piano mentale che la camminata lenta rivela la sua forza più sorprendente.
Camminare lentamente riduce i livelli di cortisolo e adrenalina (gli ormoni dello stress) e stimola la produzione di dopamina e serotonina, le molecole della calma e della felicità. Questo accade perché rallentare il passo aiuta a bilanciare la frenesia della giornata e ad accedere a uno stato mentale più lucido e stabile.
Quando poi si cammina immersi nella natura, l’effetto diventa quasi meditativo: ascoltare il fruscio delle foglie, osservare la luce che filtra tra gli alberi, percepire il ritmo del proprio respiro… tutto contribuisce a riportarci al momento presente.
Uno studio del 2023 condotto su studenti universitari ha confermato che una settimana di camminate consapevoli migliora la qualità del sonno e riduce lo stress percepito; sia che la camminata avvenga in un parco, sia in città. In altre parole: non serve un bosco per ritrovare calma. Basta rallentare.
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Come praticare la camminata lenta
Integrare la camminata lenta nella routine quotidiana è più facile di quanto sembri. Non servono scarpe tecniche né una pianificazione precisa: bastano pochi minuti al giorno e la volontà di staccare, di concedersi una pausa che sia solo vostra.
Potete, per esempio, decidere di parcheggiare la macchina un po’ più lontano e percorrere quel tratto a piedi, trasformando un gesto banale in un momento di respiro. Oppure dedicare dieci minuti dopo pranzo o cena a una passeggiata tranquilla, che aiuti la digestione e favorisca il rilassamento.
Chi trascorre molte ore davanti al computer può provare ad alzarsi ogni tanto per camminare qualche minuto, anche solo dentro casa o in ufficio: basta poco per riattivare la circolazione e alleggerire la mente.
La sera, invece, può diventare un piccolo rituale di benessere: una camminata lenta sotto le luci della città o lungo un viale alberato, magari accompagnata dalla vostra musica preferita o dal silenzio, lasciando che i pensieri si sciolgano piano, passo dopo passo.
Per chi desidera un’esperienza ancora più consapevole, la camminata lenta può trasformarsi in una pratica di mindfulness: basta concentrarsi sul ritmo del respiro, sui suoni intorno, sull’aria che accarezza la pelle. È un gesto semplice, ma potente, che riconnette al corpo e al momento presente.
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