5 ristoranti nei musei che valgono "una visita"
L'innovazione del ristorante nel museo inizia nel 1857, con il ristorante al Victoria & Albert Museum di Londra. Nel 1954, all’interno del Metropolitan Museum of Art di New York, nasceva la prima caffetteria.
Oggi, i musei non sono più solo luoghi di cultura e divulgazione, ma spazi da vivere per la bellezza del contesto e la qualità dei servizi offerti.
La presenza di ristoranti di alto livello al loro interno non solo arricchisce la visita artistica, ma attira anche chi non aveva pianificato inizialmente una giornata immersa nell'arte.
In quest’ottica anche i musei italiani sono diventati luogo di cultura a 360 gradi, anche gastronomica.
Eccone cinque gourmet da non perdere.
Ristorante nel museo: i nostri preferiti da provare in Italia
(Continua sotto la foto)
MUDEC - Enrico Bartolini (Milano)
All’ultimo piano del Museo delle Culture, dedicato alla valorizzazione e alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo, c’è il ristorante nel museo tre stelle Michelin, di Enrico Bartolini.
Un punto di riferimento nel panorama gastronomico internazionale. È infatti lo chef più stellato d’Italia ed in seconda posizione nella classifica mondiale.
Il Ristorante Enrico Bartolini offre autentiche creazioni gourmet, apparentemente semplici ma straordinariamente raffinate al gusto.
Due i menu degustazione: "Best of", un percorso di "contemporanea italianità" in 8 portate, e "Mudec Experience" in 9 passaggi.
L'interior design riflette un lusso discreto con tonalità calde, boiserie eleganti e arredi caratterizzati da linee fluide e materiali pregiati.
Accanto alla cucina, uno spazio riservato accoglie un tavolo rettangolare esclusivo per Enrico Bartolini e una libreria vintage con una selezione di distillati.
Opere d'arte contemporanea, fotografie e pezzi di design arricchiscono l'ambiente, fondendo cibo e design nella continua ricerca dell'eccellenza e della bellezza dei dettagli, trasmettendo emozioni attraverso ogni creazione.
Museo d’Arte della Fondazione Luigi Rovati - Andrea Aprea (Milano)
All’ultimo piano di un palazzo storico in corso Venezia 52, c’è il ristorante di Andrea Aprea, due stelle Michelin. Una grande vetrata panoramica affaccia sui giardini pubblici Indro Montanelli e gli edifici simbolo di Milano, oltre a quelli che hanno ridefinito lo skyline della città.
Al centro dell'esperienza culinaria c'è la cucina a vista, dove Aprea e la sua squadra trasformano ingredienti di alta qualità in piatti di livello eccellente. La cucina di questo chef si propone di innescare un processo di scambio tra differenti luoghi dell’esperienza, nel ricordo, nello sguardo, nell’olfatto, nel palato.
Concetti che si ritrovano nei tre percorsi gastronomici proposti: Contemporaneità, un percorso di 5 portate dedicato al rapporto tra memoria e innovazione; Partenope, viaggio in 6 portate nelle suggestioni della Campania e Signature, esperienza assoluta nella filosofia dello chef in 8 portate, Nei due piani sottostanti il ristorante sono esposte opere che provengono dal mondo dell’arte etrusca a quello dell’arte contemporanea.
C’è anche una sala studio, un punto vendita della casa editrice Johan & Levi e un caffè-bistrot con affaccio sul giardino interno.
** Tutte le nostre selezioni di ristoranti a Milano **
Strozzi Bistrò - Tommaso Arrigoni (Firenze)
Questo luogo esclusivo, che affaccia sulla corte interna di Palazzo Strozzi, uno dei più noti edifici rinascimentali italiani, è stato concepito con l'intento di offrire un'esperienza culinaria e di accoglienza, improntata sull'arte del gusto e del design.
Il progetto, promosso dalla Fondazione Palazzo Strozzi, porta la firma di due luminari nel campo del design e della ristorazione di alta classe: l'architetto Fabio Novembre, responsabile del restyling degli ambienti e lo chef Tommaso Arrigoni, creatore della linea culinaria.
La cucina di Strozzi si adatta alle preferenze della clientela, con un tocco di tradizione regionale, in qualsiasi momento della giornata, della colazione al dopocena.
Nel menù ci sono alcuni signature dish dello chef Arrigoni come l’Uovo CBT, cotto a bassa temperatura, con cremoso di capra, zucchine, pesto di basilico e pane affumicato; rivisitazioni della gastronomia locale, come i Pici al ragù ricco del Bistrò, richiamo ai sapori della tradizione fiorentina.
Per il progetto l’architetto Novembre ha celebrato e valorizzato lo stile di Palazzo Strozzi e la sua ricca storia. La sala si è così trasformata in un grande osservatorio che incornicia l'imponente bottigliera in vetro, ispirata alla forma del portone originale. Il banco bar e lo spazio cucina sono rivestiti in cuoio con un motivo a mattoni che richiama il bugnato della facciata esterna. Le pareti, infine, seguendo i toni del blu, colore emblematico del museo, sono adornate con una carta da parati che raffigura le tre lune crescenti, simboli araldici della famiglia Strozzi.
MART - Alfio Ghezzi (Rovereto)
Il Museo di Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto, è una istituzione culturale in Trentino. Fondato nel 1987, il MART si distingue per la sua collezione di opere d'arte moderna e contemporanea, con un'ampia varietà di dipinti, sculture, fotografie e opere multimediali.
Negli spazi del museo lo chef Alfio Ghezzi ha plasmato una duplice offerta: un ristorante gourmet e un bistrot. La filosofia del ristorante Senso, una stella Michelin, è l'autenticità italiana, la semplicità e il gusto.
Il menu riflette il legame diretto con tutte le realtà produttive che lavorano per la sostenibilità del territorio.
Offre un menu degustazione chiamato "La Cucina del Senso" composto da sette portate, con la possibilità di optare per un percorso più breve di cinque portate, che include l'omaggio al territorio, la condivisione e il caffè moka. In alternativa, è disponibile un percorso di tre portate.
Il bistrot, invece, è più informale, aperto da mattina a sera, per colazione, per una pausa pranzo veloce, una merenda rilassata o uno snack goloso all’uscita di una mostra.
Villa Menafoglio Litta Panza - Matteo Pisciotta e Andrea Piantanida (Varese)
È una residenza nobiliare del XVIII secolo, circondata dal verde di un immenso parco. Con i suoi dettagli barocchi e i suoi spazi suggestivi e signorili, Villa Panza è celebre per la sua collezione d’arte contemporanea dell’omonimo conte.
Al suo interno c’è il ristorante gourmand Luce, con una cucina a vista e un soppalco di cristallo che consente agli ospiti di pranzare e osservare gli chef chef Matteo Pisciotta e Andrea Piantanida al lavoro. I loro piatti nascono dalla fusione tra territorialità e ricerca nelle svariate culture gastronomiche, rielaborazione di tecniche tradizionali attraverso metodi di lavorazione moderni, ricerca di nuove consistenze e temperature di servizio.
Due le sale dove poter gustare le pietanze preparate con le materie prime dell’orto e dei frutteti della villa. Durante la bella stagione si mangia all’aperto, nel cortile e il parco.
© Riproduzione riservata