Il sushi è sorpassato, ora si mangia la pokè bowl
La nuova mania food è il pokè hawaiano: ecco cosa sapere su queste ciotole belle da vedere e buone da mangiare. E, dulcis in fundo, che non fanno ingrassare
È esplosa anche in Italia la nuova tendenza food che impazza sulla West Coast americana: il pokè, o la pokè bowl che dir si voglia.
Dopo il sushi giapponese e il ceviche peruviano, dunque, nuovo pane per i denti dei foodie.
Se non volete sfigurare né con gli amici più hipster né con quelli più glam, ecco un bigino per una full immersion veloce che vi farà imparare tutto ciò che bisogna assolutamente sapere per fingersi ferratissimi sul pokè.
Onde evitare che qualcuno vi dica “Ci facciamo un pokè stasera?” e voi portiate le fiches invece del fish (crudo) a cubetti.
Ecco le 5 cose da sapere sul pokè.
(Continua sotto la foto)
Photo Credits: Asse Communication per Mama Poke @ Roma
Perché si chiama pokè?
Innanzitutto si pronuncia poh-kay.
Dopodiché si deve sapere qualcosina sull’origine di questa parola, tanto per tirarsela un po’ mentre aspettate che arrivi il cameriere per le ordinazioni: si tratta di un termine hawaiano che significa letteralmente tagliato a cubetti.
Il pokè è infatti un’insalata di cubetti di pesce crudo, macerati e conditi con ingredienti e salse di vario tipo (solitamente a base di salsa di soia e olio di sesamo).
In poke parole, sarà il food che più si sentirà pronunciare questa Primavera/Estate 2018.
Photo Credits: Asse Communication per Mama Poke @ Roma
Da dove arriva il poké?
Questo tipo di insalata freschissima è un piatto tradizionale delle Hawaii. Da lì, il pokè ne ha fatta di strada, lasciandosi dietro una scia di fan che hanno abboccato subito all’esca del pesce crudo.
Ha infatti cavalcato l’onda della sushi-mania, sfruttando poi l’onda surfistica che arriva direttamente dalla California e, prima ancora, dalle Hawaii.
Quando è arrivato sulla West Coast statunitense, il pokè è immediatamente diventato stella: non ancora Michelin, ma di certo star della Walk of Fame su cui tutti, passeggiando, maneggiano una pokè-bowl, che ormai fa più glam di una clutch. E ovviamente ha conquistato la parata di stelle hollywoodiane. Non c'era nemmeno da chiederselo.
Photo Credits: Asse Communication per Mama Poke @ Roma
In Italia dove si può provare?
Milano e Roma hanno già il proprio Pokè Bar del cuore.
A Milano c’è I Love Poke, vera Mecca dell’insalata di pesce made in Hawaii e since pochi mesi fa.
Per la divina legge della moltiplicazione dei pani ma soprattutto dei pesci crudi, il format del poké sta dilagando e il franchise I Love Poke sta aprendo i battenti in quasi tutti i quartieri con un notevole hype per il glam.
I primissimi pionieri del pokè all’italiana sono stati Alessandro Longhin e Davide Martinelli che l’estate scorsa hanno incominciato a servirlo nei loro ristoranti fusion della catena The Botanical Club.
Roma non è da meno: è stato appena inaugurato Mama Pokè, il tempio romano di questo food nato dalle menti di Stefano Costi, Giulia Castellini e Daniele Piccolo i quali hanno ideato un Menù a dir poco delizioso che vanta la consulenza dello chef Bruno Settimi aka Basilico.
Anche a Torino si sta assistendo ai primi esperimenti in nuce mentre la bandiera della Riviera Romagnola non poteva non sventolare con orgoglio sul primato conquistato: Rimini stavolta batte Milano in materia di trend, dato che già da tempo ha il suo presidio pokè (il Waikiki Pokè).
Photo Credits: Asse Communication per Mama Poke @ Roma
Cosa c'è dentro il poké?
Questo cibo viene servito nelle cosiddette Pokè Bowl che si scelgono i 4 passaggi:
1 - scelta della base (riso sushi, riso integrale, quinoa, misticanza);
2 - scelta della proteina (salmone, tonno, gamberi al vapore, tofu);
3 - scelta della marinatura (condimenti vari per condire il pesce, con combinazioni di salsa di soia, olio di sesamo, latte di cocco etc.);
4 - scelta dei topping (edamame, cavolo viola, avocado, wakame, elementi crunchy etc.)
Photo Credits: Asse Communication per Mama Poke @ Roma
Calorie: poke ma buone!
La ciliegina sul pokè è proprio questa: l’apporto calorico è bassissimo, consentito in qualsiasi regime alimentare dietetico ma al contempo ben equilibrato grazie alle verdure presenti e alla scelta dei carboidrati meno sabotatori della linea.
Il vero peccato (di gola) quindi sarebbe quello di non perseverare diabolicamente nel mangiare pokè: potete consumarlo anche ogni giorno, senza sensi si colpa.
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