10 dolci giapponesi da conoscere per fare bella figura al prossimo sushi
Per essere davvero chic quando andate a mangiare sushi, non potete non conoscere questi 10 dolci giapponesi da leccarsi i baffi (quasi tutti)
Avete mai provato i dolci giapponesi? Se la vostra risposta è no, non sapete cosa vi state perdendo. Sia come livello di gusto sia come livello di glicemia.
Nel caso la vostra conoscenza in materia gastronomica giapponese si fermi al sushi & sashimi, sappiate che, così come la cucina italiana non è fatta di sola pizza, quella nipponica è ben più assortita di quello che il menù del vostro ristorante giapponese di fiducia vorrebbe farvi credere.
E tra i capitoli più lunghi, spicca quello dei dolci.
Per non farvi trovare impreparati la prossima volta che andrete a mangiare jap, ecco i 10 dolci giapponesi tradizionali da conoscere assolutamente.
E da gustarsi fino all’ultima gelatinosa briciola!
(Continua dopo la foto)
Photo Credits: Wikipedia
Dango
I dango sono gnocchi di riso che vengono infilzati a tre o quattro su uno spiedo.
Sono aromatizzati con tè verde, farina di miglio, semi di sesamo oppure fagioli azuki.
Photo Credits: Wikipedia
Mochi
Il mochi è un tipico dolce nipponico a base di riso glutinoso che viene plasmato in diverse forme, sferica e cubica soprattutto.
Viene consumato da solo oppure come componente aggiuntivo di altri dolci più complessi (ad esempio il daifuku).
Tipico di festività come il capodanno giapponese, molti abitanti di Tokyo lo consumano anche ogni giorno come snack dolce.
Photo Credits: Wikipedia
Dorayaki
Il dorayaki è una specie di morbido hamburger ripieno di anko, una crema a base di fagioli azuki e zucchero.
Questo companatico imbottisce due specie di pancake tondeggianti fatti di kasutera, un impasto giapponese molto simile al pan di Spagna.
La carie è un tantino assicurata ma anche la soddisfazione totale, quindi non abbiate remore.
Photo Credits: Wikipedia
Taiyaki
Si chiama taiyaki e non è un pesce d’aprile ma un pesce fritto che viene guarnito solitamente con la marmellata di fagioli azuki.
Esistono anche varianti ripiene di crema o cioccolata.
Photo Credits: Wikipedia
Manjū
I manjū sono dolci tradizionali giapponesi cotti al vapore.
L’esterno è composto da farina, riso in polvere e grano saraceno mentre il ripieno è una marmellata di fagioli anko (i fagioli anko sono il prezzemolo della cucina dolciaria giapponese, insomma).
Molto buoni, a conferma di quanto esorta a fare il nome.
Photo Credits: Wikipedia
Daifuku
I daifuku sono mochi riempiti con fagioli anko.
Esistono anche le varianti ripiene di frutta o di confetture varie.
Anche le colorazioni sono varie e virano dal bianco al rosa, un po’ come i nostri confetti.
Photo Credits: Wikipedia
Anmitsu
Si chiama anmitsu ed è un dolce formato da cubetti di gelatina alla frutta che vengono realizzati sciogliendo nell’acqua l’agar (un gelificante naturale ricavato dalle alghe rosse).
I cubetti gelatinosi sono serviti assieme a una marmellata dolce composta da fagioli azuki (te pareva!), piselli lessati, frutta a fette e uno sciroppo chiamato mitsu.
Photo Credits: Wikipedia
Kuzumochi
Il kuzumochi sembra una parolaccia ma in realtà è una carezza dolcissimissima.
Si tratta di un dolce a base di mochi e kuzuko (una polvere derivata dalla radice di una pianta chiamata kudzu) che viene servito freddo, guarnito con lo sciroppo.
Avete letto bene: niente fagioli azuki qui. Ma è buono comunque.
Photo Credits: Wikipedia
Anpan
L’anpan è un panino dolce arrotolato pieno di anko, una marmellata preparata con confettura di fagioli rossi.
Può essere proposto anche con altre farciture, ad esempio quella di fagioli bianchi (shiro-an), di sesamo (goma-an) o di castagne (kuri-an).
Photo Credits: Wikipedia
Kasutera
Il kasutera è il principe delle cosiddette sponge cake, le torte spugnose che in Giappone vanno per la maggiore.
Si presenta in forma rettangolare ed è preparato con farina, uova, zucchero e sciroppo di amido.
Lo chiamano kasutera oppure castella, nome che ne svela l’origine: castella deriverebbe da Castiglia e infatti leggenda vuole che l’abbiano portata a Nagasaki i mercanti portoghesi.
Correva il sedicesimo secolo, quindi di strada ne ha fatta parecchia questa torta. Vale la pena assaggiarla.
© Riproduzione riservata