10 segnali per capire se il sesso tra voi due non va (e correre ai ripari)

Il dubbio che il sesso non va si insinua nella mente e soprattutto tra le lenzuola in molte situazioni, alcune di queste risolvibili, altre meno.
Nel senso, può trattarsi di un periodo o di un problema.
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Se vi ritrovate tre o più di questi indizi, significa che qualcosa non va.
Ma niente paura: in molti casi si può rimediare e per ogni problema vi spieghiamo cosa fare per risolverlo velocemente.
10 segnali che indicano che il sesso non funziona (più)
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Vi sentite “liberi” dopo aver fatto sesso
Se appena avete finito di fare l’amore la sensazione che provate è quella di una specie di liberazione, allora c’è qualcosa da rivedere.
Il sesso non dovrebbe essere un compito da fare controvoglia, come quando si deve consegnare un lavoro e non si vede l’ora di finire.
Per dribblare questo problema, provate a svuotare la mente durante la passione.
Sforzatevi di respingere qualsiasi pensiero, ansia e motivo di stress e godetevi (letteralmente) il momento presente.
Spesso quel senso di liberazione è perché nel mentre stavate pensando a cosa dovete cucinare per cena, a quella mail che il capo sta aspettando oppure alla lista della spesa.
A volte basta sgombrare la testa dai pensieri e vivere l’attimo, ancorandovi così solamente alle emozioni, all’istinto e, non da ultimo, al piacere.
Non avete fantasie sessuali comuni
Un tempo era un continuo “Facciamo finta che…”, “Vestiti come….” e “Dimmi questo o quello…” mentre ora la sceneggiatura è terra terra. Cercate di ovviare al problema alimentando nuovamente le fantasie hot, sia le vostre sia quelle della dolce metà.
Non bisogna per forza travestirsi da cosplayer: basta riecheggiare qualcosa che vi eccitava tempo fa, chiamarlo con un nome di film o serie tv che vi fa impazzire, chiedergli quello che volete e guidarlo nel perseguimento del piacere.
Viceversa, esortatelo a condividere con voi le sue voglie per incominciare a giocare seriamente (della serie, quando il gioco si fa duro...) e vedrete che si ricreerà un feeling tale da riaccendere la fiamma.
C’è poca spontaneità e tanta programmazione su quando fare sesso
Il sesso anziché chiedervelo lui o sentirne il bisogno voi ve lo ricorda Alexa o una app per il calcolo della fertilità?
La routine già gioca un ruolo molto negativo ma se a questa aggiungete pure la calendarizzazione, ciao.
Sforzatevi di eccitarvi nei momenti più disparati, anche a orari pazzi come in piena notte. Sorprendetelo e subissatelo di passione pura.
Se la programmazione è legata alla ricerca di un figlio che si fa desiderare cercate di essere meno esigenti con voi stesse, godetevi il momento per quello che è, senza proiettarvi in un futuro che è sempre incerto e impossibile da predire.
Posto che è comprensibile, necessaria e giusta l’organizzazione in base ai propri giorni fertili, anche se vi siete stufate di sentirvelo dire, ve lo diciamo comunque: non pensarci troppo è il modo più sicuro che ci sia perché si avveri.
Non ci sono posizioni che piacciono a tutti e due
Non trovate l’incastro giusto non certo a livello anatomico ma sul piano del piacere? Cercatelo, a ogni costo.
Tra le tantissime posizioni che il Kamasutra ci insegna, ce ne sarà almeno una la cui idea alletta entrambi. Se non la trovate sperimentando con la pratica, partite dalle basi teoriche: procuratevi una copia del Kamasutra e sfogliatelo assieme, divertendovi nel farlo.
Quando trovate qualcosa che sulla carta sembrerebbe mettervi d’accordo, passate agli esercizi e continuate così fino a quando non troverete ciò che fa per entrambi.
Sarà un modo divertente ed eccitante che vi regalerà soddisfazioni a letto ma anche un bel po’ di complicità che da troppo tempo non assaporavate.
Non vi scambiate più effusioni
Il sesso non è fatto solo di un primo step di preliminari per poi passare al più bello.
La primissima fase della passione è quella delle effusioni amorose, la vera miccia che accende il divertimento. Carezze, baci voluttuosi, abbracci poderosi o anche solo un lieve sfioramento dal risvolto assai sexy, ecco cosa inaugura un sesso indimenticabile.
A lungo andare, nelle coppie si instaura la brutta abitudine di non baciarsi più, quindi se fate parte di quelle coppie il cui massimo del trasporto è diventato prendersi per mano al supermercato, correte subito ai ripari.
Un lungo bacio appassionato, un massaggio sensuale o un ballo sulle note di una canzone dai ritmi sincopati del soul o del blues vi aiuterà a ribaltare la situazione. E il sedile dell’auto.
A proposito di soul e blues, sappiate che si tratta di generi musicali la cui ritmica si basa su quella del sesso, quindi perfetta per accendere la voglia.
Se cercate di isolarvi in spazi propri
Notate che ultimamente preferite starvene da soli, senza condividere lo spazio con il partner?
Se lui è seduto sul divano allora voi ve ne andate in camera da letto a guardare la tv? Se anche lui vi sembra fare allo stesso modo, mal tollerando la vostra presenza, il problema sussiste.
Già non va bene che uno dei due tenda ad allontanarsi ma se sono addirittura entrambi ad andare uno da una parte e l’altra nella direzione opposta, la coppia rischia di sgretolarsi.
Cercate di trovare una zona franca, uno spazio in cui ritrovarvi.
Che sia in cucina davanti ai fornelli, sperimentando nuove ricette assieme, oppure sul sopracitato divano inaugurando la visione di una nuova serie tv, va bene dovunque, basta che cerchiate di tornare vicini.
Vi lamentate continuamente dell’altro
Un’altra acerrima nemica dell’intesa sessuale è la lamentela a loop. Continuare a criticare il compagno e sentirlo fare altrettanto non fa bene al cuore e nemmeno più sotto.
Anche se per molti “l’amore non è bello se non è litigarello”, le critiche non hanno mai aiutato la libido di nessuno, dunque evitatele a priori.
Al posto di quelle, provate con gli elogi: concentratevi sui pro del partner e condivideteli con lui, vedrete che ne sarà piacevolmente sorpreso.
E come ci si risponde per le rime quando si litiga, lo stesso vale per quando ci si elogia, motivo per cui lo stimolerete a dire qualcosa di carino sul vostro conto. Dalle parole passate ai fatti: un abbraccio, un bacio, una carezza e si parte!
Lo smartphone fa da terzo incomodo (anche a letto)
Il nemico pubblico numero uno del sesso è lo smartphone. Tutta la nostra vita è ormai caratterizzata dall’onnipresenza di questo accessorio che è diventato una nostra appendice, il che non fa bene al feeling di coppia.
Il cellulare, infatti, è una finestra su un mondo solo nostro: apriamo Facebook, diamo un’occhiata alle notifiche, postiamo un selfie du Instagram mentre buttiamo uno sguardo alle notizie… E intanto il momento di intesa con la dolce metà è sfumato.
Se già durante la cena dovreste farne a meno, figuriamoci in camera da letto.
Eppure spesso se ne sta sul comodino, non si sa mai che arrivi una mail o ci chiami qualcuno. Questo legame con l’esterno, con il fuori rispetto alla coppia, non fa assolutamente bene perché rende il legame interno meno forte.
Non flirtate più
Il flirt non è qualcosa da alimentare solo all’inizio, durante il corteggiamento. Bisognerebbe cercare di flirtare sempre, anche dopo anni di convivenza, fidanzamento o matrimonio.
Sembra difficile, per qualcuno impossibile, invece è facilissimo e quasi automatico dopo le prime volte in cui si prova.
Rapportatevi l’un l’altra come se fosse la prima volta, esplorandovi senza preconcetti e scoprendo qualche nuovo risvolto dell’altrui personalità.
Credete di conoscere tutto del vostro compagno? Vi sbagliate di grosso. Mettetevi alla prova, il senso di sfida aumenterà la sensualità.
Non curate più il vostro aspetto
Last but non least, l’aspetto trasandato. All’inizio di una love story ci si trucca, depila, cotona e profuma sempre.
Non si rischia mai di farsi vedere non a posto. Poi con il passare del tempo si incomincia a non curare più tanto l’aspetto quando ci si trova da sole con lui, il che potrebbe portare a una riduzione della libido.
E non parliamo della libido del partner, ma della propria, perché prepararsi, vestirsi bene, ingioiellarsi e truccarsi ci aiutano a sentirci sexy, più a nostro agio e belle, il che ha risvolti positivi sulla psiche.
Sentirsi meglio con se stessi è il primo passo per sentirsi meglio anche con gli altri, partner in primis.
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Ecco il motivo psicologico per cui restiamo in relazioni che non funzionano più

Ci sono relazioni che non funzionano da tempo, eppure restiamo.
Restiamo anche quando non siamo più felici, quando i silenzi fanno più rumore delle parole, quando ci sentiamo più soli dentro un abbraccio che fuori. Restiamo e intanto ci raccontiamo che è per amore, per i figli, per paura di ricominciare.
Ma spesso non è per nessuna di queste ragioni. Restiamo perché speriamo, inconsapevolmente, di aggiustare qualcosa che si è rotto molto tempo fa.
**Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)**
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Le dinamiche del passato condizionano le dinamiche del presente
Ognuno di noi porta nelle relazioni adulte le dinamiche che ha vissuto da bambino in famiglia; come è stato amato e come ha visto amarsi i propri genitori.
Si porta con sé le mancanze, gli sguardi che non ha ricevuto, l’amore condizionato — quello che dovevi meritarti con il comportamento giusto, la versione “buona” di te.
Così da adulti, senza rendercene conto, cerchiamo di riscrivere quella storia.Scegliamo persone che ci ricordano proprio chi non ci ha saputo amare, e proviamo, con loro, a ottenere finalmente ciò che non abbiamo avuto allora.
È come se l’inconscio dicesse: “Se questa volta ce la faccio, se riesco a farmi scegliere da qualcuno come lui o come lei, allora guarirò”.
E così restiamo.
Restiamo anche quando ci sentiamo invisibili, anche quando ogni discussione diventa una guerra fredda, anche quando il rispetto si è perso per strada. Restiamo perché se andassimo via, dovremmo guardare in faccia il fallimento del nostro tentativo di guarigione.
E allora preferiamo restare in un dolore conosciuto, piuttosto che affrontare un vuoto nuovo.
Ma non si guarisce dove ci si è feriti. Restare nelle relazioni che non funzionano più sperando che diventino la cura è come cercare di medicare una ferita con ciò che l’ha provocata.
Il presente non aggiusta il passato: lo ripete.
E mentre cerchiamo di sistemare l’altro, finiamo per trascurare ancora noi stessi - come abbiamo imparato a fare da bambini, quando per sopravvivere bisognava essere “bravi”, adattarsi, capire tutto prima, anche il non detto.
La verità è che certe relazioni non si aggiustano perché non nascono per funzionare: nascono per insegnarci dove fa male. E quel dolore, una volta riconosciuto, non va negato o ignorato, ma attraversato.
Capire perché restiamo è il primo passo per smettere di restare. Non per diventare più forti o più cinici, ma per diventare più liberi.
Guarire, in fondo, non è riuscire a farsi amare da chi non può o non sa farlo. È smettere di cercare in un altro la prova del proprio valore. È restare dove l’amore non chiede di essere dimostrato, ma semplicemente vissuto.
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Come capire se una relazione non vi rende felici (anche quando sembra funzionare)

Può capitare che in una relazione non ci siano particolari problemi: non ci sono litigi, crisi evidenti o grandi drammi. Eppure, qualcosa non va.
È come se la vostra energia fosse spenta, come se la spontaneità avesse perso intensità e alcune parti di voi fossero rimaste indietro senza un motivo preciso. Succede più spesso di quanto si pensi: tutto sembra “a posto”, ma dentro si percepisce una sottile sensazione di blackout emotivo.
È una sensazione che molte persone vivono senza riuscire a darle un nome, perché “sulla carta” è tutto a posto: la relazione funziona, c’è affetto, c’è routine, c’è stabilità. Ma non sempre questo basta a far sentire vivi.
Qui proviamo a raccontare proprio quella zona intermedia e difficile da definire, dove i segnali non sono immediatamente riconoscibili, ma parlano comunque di qualcosa che merita attenzione.
**“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando**
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Quando non succede nulla… ma non vi sentite più voi stesse
Le relazioni non diventano difficili solo quando scoppiano i conflitti. A volte la fatica arriva quando tutto procede in modo apparentemente tranquillo, ma voi avete la sensazione di non riconoscervi più.
È una forma di cambiamento lento, che si manifesta quando iniziate a fare meno cose che vi fanno brillare gli occhi, a parlare meno di ciò che amate, a chiudere un occhio un po’ più spesso per evitare discussioni inutili. Magari vi scoprite meno spontanee, più controllate, più attente a non disturbare che a condividere.
E mentre all’esterno tutto sembra “normale”, dentro qualcosa vi dice che la vostra energia emotiva non scorre più come prima. È quel tipo di stanchezza che non viene dalla giornata pesante o dalla mancanza di sonno, ma dal sentirvi un po’ più piccoli di come eravate. Una forma di adattamento che vi costa più di quanto vi restituisca.
I piccoli segnali che non sembrano segnali
Quando una relazione inizia a togliere più di quanto dà, di rado lo fa in modo evidente. Spesso tutto avviene in una serie di dettagli: piccole rinunce quotidiane che sembrano irrilevanti, ma che nel tempo costruiscono una distanza tra chi eravate e chi siete diventati.
Capita, ad esempio, di trovarsi a parlare meno dei propri sogni perché non si percepisce entusiasmo dall’altra parte. Oppure di sentire che ogni discussione potenziale va evitata, così da non introdurre tensioni che sembrano sempre troppo grandi per essere affrontate.
Con il passare dei mesi questa dinamica diventa quasi automatica. La voce si abbassa, i desideri si riducono, la spontaneità lascia spazio alla prudenza. Persino il corpo manda segnali: meno energia, meno iniziativa, meno voglia di condividere momenti che un tempo sarebbero stati fonte di piacere. E non perché la relazione sia “sbagliata”, ma perché la somma delle piccole cose può finire per erodere la vitalità emotiva più di quanto ci si accorga.
Quando ci si accorge che stanno cambiando i propri desideri
Il desiderio è uno dei primi elementi a risentire di una relazione che non nutre. E qui non si parla soltanto di desiderio sessuale, ma di quella forza interna che dà direzione alla vita: i piccoli progetti personali, le idee nuove, le scelte che fanno brillare gli occhi.
Se tutto questo sembra spento, se non si prova più entusiasmo per ciò che prima vi faceva saltare di gioia, forse è il momento di cercare di capire cosa sta succedendo.
A volte si tratta di un semplice periodo di stanchezza, ma altre volte ciò che si riduce non è la voglia di fare, ma la percezione di potersi permettere di esistere pienamente dentro la relazione. Quando i desideri si appiattiscono, quando i momenti di gioia diventano più rari, quando ci si sorprende a mettere in pausa parti importanti di sé “per il bene della coppia”, il punto non è trovare un colpevole, ma capire come recuperare spazio per la propria autenticità.
È davvero la relazione… o è un momento della vita?
La domanda più difficile, e spesso anche la più importante. Non sempre una sensazione di “spegnimento” è legata al partner: lo stress del lavoro, la famiglia, la salute mentale, la fatica accumulata possono trasformare anche la relazione più sana in un luogo di minor energia. Vale la pena chiedersi se, al di fuori della vita di coppia, si prova la stessa sensazione.
Ciò che può aiutare a fare chiarezza è una domanda semplice ma rivelatrice: con questa persona ci sentiamo più noi stessi o meno noi stessi?
Perché le relazioni sane non cancellano i momenti difficili, ma li attraversano creando spazi di sostegno e non di ulteriore fatica. A volte parlarne con sincerità permette di aprire una porta nuova dentro la coppia; altre volte rivela che il malessere non ha a che fare con la storia ma con il periodo della vita.
Cosa fare se non vi riconoscete più
Accorgersi di essersi un po’ spenti non significa dover chiudere una relazione. Significa, piuttosto, prendersi cura di ciò che si prova, senza minimizzarlo.
Recuperare spazi solo per sé può essere un primo passo: un corso, un'amica da rivedere, un hobby messo in pausa, un po' di tempo di qualità con la propria interiorità. Condivisione e autonomia, nelle relazioni, crescono insieme.
Parlarne con il partner – con calma, senza accuse – può essere un momento prezioso: l’altro non può intuire ciò che non viene espresso. E se serve un confronto esterno, amici di fiducia o un percorso psicologico possono dare strumenti utili.
Qualunque sia il percorso successivo, una cosa resta vera: l’amore che fa bene è quello che permette di espandersi, non di rimpicciolirsi. È quello che accende, non quello che spegne. E nessuna relazione dovrebbe mai privare della possibilità di sentirsi pienamente vivi.
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“Se mi amassi davvero…”: 6 frasi per capire se lui vi sta manipolando

Non sempre chi manipola alza la voce. A volte, infatti, la manipolazione passa da frasi gentili, apparentemente affettuose, pronunciate con calma o con il sorriso. Frasi che sembrano normali, eppure lasciano dentro un senso di colpa sottile, la sensazione di essere sbagliate o troppo sensibili.
Un partner manipolatore non si riconosce sempre a prima vista. Lui stesso, a volte, non è nemmeno consapevole del fatto che vi sta manipolando.
Ma certe frasi, se ricorrenti, possono rivelare molto più di quel che sembrano. Spesso, infatti, non è l’intensità con cui vengono dette, ma la frequenza con cui vi fanno sentire sbagliate a fare la differenza.
E se vi fanno dubitare di voi stesse, se iniziate a giustificarle più che a sentirvi comprese… allora è tempo di fermarsi.
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6 frasi che vi aiuteranno a riconoscere un partner manipolatore
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“Ti stai inventando tutto”
È la frase classica del gaslighting: la tecnica più subdola di manipolazione emotiva. Il partner non nega un fatto con una spiegazione, ma nega direttamente la realtà che avete percepito. Vi siete sentite ignorate, sminuite, o ferite da un suo comportamento? "Non è successo", dice lui. "Te lo sei immaginato". Con il tempo, iniziate davvero a dubitare della vostra capacità di giudizio. Ecco perché è tra i segnali più pericolosi di un partner manipolatore.
“Se mi amassi davvero, non mi faresti questo”
Colpevolizzare è una delle tecniche più comuni nelle relazioni disfunzionali. In questa frase, i vostri bisogni diventano automaticamente un atto di egoismo. Se mettete un confine, se chiedete tempo per voi, se non acconsentite a qualcosa che lui desidera, ecco che scatta la trappola emotiva: siete voi le insensibili. Il risultato? Si innesca il senso di colpa, e iniziate a mettere da parte voi stesse pur di "non ferire" l’altro.
“Io sono fatto così, sei tu che devi accettarmi”
Sembra una dichiarazione onesta, ma è una scappatoia. Serve a evitare il cambiamento, a congelare le dinamiche. In una coppia sana, ci si viene incontro. Quando invece ogni discussione si chiude con un “devi adattarti tu”, c’è una chiusura al dialogo. Chi la usa spesso può rivelarsi un partner manipolatore che si sottrae a ogni responsabilità emotiva. Anche se ve lo dice con tono calmo.
“Tutte le mie ex erano pazze, solo tu sei diversa”
All’inizio sembra un complimento. Vi fa sentire speciali, scelte. Ma in realtà è l’inizio di un discorso già sentito: un racconto in cui tutte le ex sono state isteriche, problematiche, irrazionali. Questo tipo di frase crea due effetti: da un lato isola, perché vi spinge a prendere le distanze da chi c’era prima; dall’altro, vi mette sotto pressione. Perché se un giorno non sarete più “diverse” abbastanza, potreste diventare la prossima ex pazza.
“Ti dico queste cose solo perché ti amo”
Una critica mascherata da affetto. È la classica frase che arriva dopo commenti su come vi vestite, vi truccate, parlate, o vi comportate in pubblico. La manipolazione qui è sottile: si presenta come preoccupazione, ma in realtà è un modo per esercitare controllo sotto forma di amore. Un partner manipolatore può usare frasi del genere per ridurre la vostra autostima senza che ve ne accorgiate.
“Nessuno ti capirà mai come ti capisco io”
Potrebbe sembrare una frase romantica. Ma non lo è. È, al contrario, una frase che isola, che vi fa sentire al sicuro solo dentro la relazione, e inadatte a essere comprese fuori. Serve a creare una dipendenza affettiva: voi da sole non bastate, solo lui può capirvi. Ma l’amore non ha bisogno di rinchiudere. Se sentite spesso questa frase, è il momento di chiedervi: vi sentite amate o vi sentite imprigionate?
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Questi 5 segni zodiacali sono allergici a dire "ti amo", confermate?

Per alcuni, dichiarare il proprio amore a qualcuno è la cosa più naturale del mondo. Per altri, invece, pronunciare quelle due parole sembra un’impresa titanica. Non è (solo) una questione di paura dei sentimenti, ma di come ciascuno dei dodici segni zodiacali vive l’amore, la vulnerabilità e il bisogno di proteggersi.
C’è chi preferisce dimostrare con i fatti piuttosto che con le parole, chi ha bisogno di sentirsi totalmente al sicuro prima di aprirsi, e chi, anche quando è innamorato, continua a nascondersi dietro battute o silenzi.
Ecco i cinque segni zodiacali che, più di altri, fanno fatica a dire “ti amo”. Non perché non lo provino, ma perché hanno il loro modo (spesso tutto da decifrare) di dimostrarlo.
**La qualità numero uno che ogni segno zodiacale cerca in un partner**
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Toro
Il Toro è uno dei segni più fedeli e concreti dello zodiaco, ma anche uno dei più lenti a lasciarsi andare. Per lui, dire “ti amo” equivale a fare una promessa che va mantenuta nel tempo: una parola che non può essere pronunciata a cuor leggero.
Prima di arrivare a quelle due sillabe, il Toro osserva, valuta, costruisce. Dimostra l’affetto con gesti quotidiani (come una cena preparata con cura, una presenza costante, un abbraccio che dura più del previsto) ma non con parole. Non è freddo, semplicemente vive l’amore come un progetto che richiede radici profonde. Quando finalmente lo dice, potete essere certi che lo pensa davvero.
Vergine
Tra i segni zodiacali più riflessivi, la Vergine tende a filtrare ogni emozione attraverso la mente. Anche in amore, analizza tutto: le parole, i gesti, le intenzioni dell’altro. Per lei, dire “ti amo” significa esporsi completamente, e questo la mette in difficoltà.
Non perché non senta le emozioni, ma perché teme di non essere ricambiata con la stessa intensità. Così preferisce restare nel territorio sicuro. Ma il suo “ti amo” è silenzioso: si nasconde in un messaggio la sera tardi, in un consiglio dato con premura o in un gesto pratico che rende la vita dell’altro più semplice.
Scorpione
Tra i segni zodiacali più intensi e misteriosi, lo Scorpione vive l’amore come una trasformazione profonda. Quando ama, ama completamente. Ma proprio per questo ha paura di dirlo. Quelle due parole, per lui, equivalgono a un’apertura totale, a un’espansione che lo rende vulnerabile.
Preferisce lasciar parlare lo sguardo, la passione, il silenzio carico di significato. Ma dietro il controllo e la diffidenza c’è un cuore che brucia. Lo Scorpione non dice “ti amo” finché non è sicuro di potersi fidare, ma quando lo fa, diventa la sua verità più assoluta. È l’amore che non ha bisogno di essere ripetuto, perché basta sentirlo.
Capricorno
Il Capricorno è l’archetipo del controllo e della determinazione, ma anche della paura di mostrarsi fragile. Spesso è convinto che i sentimenti vadano gestiti come un piano a lungo termine: con strategia, responsabilità e poca leggerezza.
Dire “ti amo” gli sembra quasi una perdita di potere, un cedimento che non si concede facilmente. Così si rifugia nel lavoro, negli impegni, nei progetti, e lascia che i fatti parlino per lui. Eppure, dietro quell’aria composta, c’è un bisogno autentico di connessione.
Acquario
L’Acquario è uno dei segni zodiacali più complessi in amore. Indipendente per natura, tende a difendere la propria libertà anche quando è profondamente coinvolto. Per lui, dire “ti amo” può sembrare una minaccia alla propria autonomia, come se quelle due parole potessero chiuderlo in una gabbia emotiva.
Spesso preferisce mostrare l’affetto con la complicità intellettuale, le lunghe conversazioni o la condivisione di ideali. È un amore cerebrale, fatto di libertà e di fiducia reciproca. Eppure, dietro la sua apparente freddezza, l’Acquario è un romantico che ama a modo suo: non dirà “ti amo” spesso, ma farà di tutto per esserci quando serve.
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