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Lifestyle

Frasi per lasciare: le scuse più usate dagli uomini

Frasi per lasciare: le scuse più usate dagli uomini

foto di Ilaria Perrone Ilaria Perrone — 20 Agosto 2015

Il pentito («Scusa, è stata una debolezza»), il fatalista («Non sono io, sono gli eventi»), il claustrofobico («Ho bisogno di spazio»): ecco le frasi più usate dagli uomini per lasciare

Essere mollati non è mai piacevole. Ma lo diventa ancora meno quando, per lasciarti, gli uomini vanno a pescare tra le frasi fatte della rottura, quelle scuse assodate che si passano di generazione in generazione, pensandole funzionali.

Sempre più uomini, poi, mettono le mani avanti, scappano o tentano di proteggersi dalle relazioni prima ancora che gli si sia chiesto niente, men che meno di far evolvere il rapporto.

Ecco quali sono le scuse migliori e quelle più esilaranti.

Le frasi più usate dagli uomini per lasciare

  • Il pentito: «Scusa, è stata una mia debolezza» Il pentito: «Scusa, è stata una mia debolezza» Dopo averci provato per mesi e mesi, aver fatto appostamenti davanti al vostro ufficio, passato interi pomeriggi a mandarvi sms, ricevuto almeno due inviti al cinema, decidete di considerarlo, ma quando finalmente riesce a strapparvi un bacio sotto casa il giorno dopo vi manda questo messaggio. Forse voleva solo la certezza di sapervi a disposizione.
  • Il fatalista: «Non sono io, sono gli eventi» Il fatalista: «Non sono io, sono gli eventi» Sono sei mesi che organizzate per vedervi e lui tira puntualmente pacco: dopo la quindicesima volta cercate di fare notare che vi siete rotte i cosiddetti e lui vi manda un sms che neanche Rossella O'Hara.
  • Il claustrofobico: «Ho bisogno dei miei spazi» Il claustrofobico: «Ho bisogno dei miei spazi» Provate a chiedergli se è preoccupato che la vostra produzione di Co2 possa contaminare l’aria che respira e causargli una peggiore qualità di vita o se invece, semplicemente, adora andare all’Ikea.
  • Il senza testa: «Non ho la testa» Il senza testa: «Non ho la testa» Nel momento stesso in cui ve lo dice, voi immaginatevi il cavaliere senza testa di Sleepy Hollow e chiedetegli dove l’ha persa e se potete per caso aiutarlo a cercarla. Prendetela come un problema serio: non avere più la propria testa, di questi tempi, è una disgrazia.
  • Il tecnologico: «Non mi segui su facebook? Non hai visto che sono fidanzato?» Il tecnologico: «Non mi segui su facebook? Non hai visto che sono fidanzato?» Avete presente l’emoticon con la gocciolina? Quella che somiglia a Sailor Moon quando rimane basita? Ecco, questa è l’unica risposta possibile. A quel punto o lo bloccate o aggiungete agli amici la sua fidanzata.
  • L’innamorato cronico: «Mi sono innamorato nel frattempo, ma se vuoi possiamo vederci lo stesso» L’innamorato cronico: «Mi sono innamorato nel frattempo, ma se vuoi possiamo vederci lo stesso» L’avete incontrato il venerdì, solo, triste, sconsolato e in cerca di amore. Poi lunedì vi scrive che si è già accasato e quel che è peggio vuole comunque vedervi. Vi fermerete in mezzo alla strada e urlerete al cielo le peggiori maledizioni.
  • L’altruista: «Devo rinunciare a darti questa parte di me» L’altruista: «Devo rinunciare a darti questa parte di me» I doppi sensi si sprecano. Non sappiamo a quale parte fisica o metafisica si riferisca ma il risultato non cambia. Non vedremo più quella parte di lui, sperando non si chiamasse Rocco.
  • L’Emo: «Non sarebbe sano, ci renderebbe infelici» L’Emo: «Non sarebbe sano, ci renderebbe infelici» Pensavamo che fossero spariti e invece no, esistono ancora. Loro vogliono soffrire ma non lo ammettono: se guardate bene potrete vedere ancora in lui il malessere del bambino nerd e sfigato del liceo. In fondo vi sta facendo un favore.
  • Lo sbadato: «Non mi sono reso conto del tempo che passava» Lo sbadato: «Non mi sono reso conto del tempo che passava» Dopo mesi e mesi di silenzio stampa lui decide di darvi una giustificazione e sceglie questa. Speditegli un cronometro o augurategli che gli cada un orologio da muro in testa.
  • Il procrastinatore: «Ti chiamo io quando posso» Il procrastinatore: «Ti chiamo io quando posso» Probabilmente poi non ha potuto più…
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