Johnny Depp: «La gente crede a ciò che vuole, ma la verità è la verità»
"Durante gli applausi ero quasi spaventato, mi pareva di essere finito dentro a un loop: l'entusiasmo del pubblico pareva non fermarsi mai, mi fa felice perché siamo tutti madri e padri del film anche se i meriti vanno soprattutto a Maiwen e alla pazienza che ha avuto con me".
A parlare è Johnny Depp, prima star della 76ma edizione del Festival di Cannes, che ha scelto in apertura Jeanne Du Barry, di e con Maiwen.
L'attore interpreta Luigi XV, sovrano sedotto dal carisma della cortigiana rivoluzionaria (nei modi e nelle azioni) Jeanne. Il film, una storia d'amore e di emancipazione, di desiderio e scalata sociale, ma anche di lotta contro i pregiudizi e le voci di corte, segna il suo ritorno al cinema dopo le vicissitudini legali e l'ostracismo di Hollywood.
"Se mi sono sentito boicottato da Hollywood? All'inizio mi sono chiesto se fosse un gioco, 'Non sta accadendo veramente' mi dicevo, ovviamente essere estromesso da un film per un mucchio di sussurri astratti campati in aria fa sentire boicottati, ma ora non mi ci sento più, sapete perché? Perché non ci penso a Hollywood" ha detto il divo, presentatosi all'incontro stampa con quasi un'ora di ritardo.
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"Viviamo un tempo strano e divertente in cui tutti vorrebbero essere se stessi e invece devono seguire la linea di chi sta davanti a loro. Volete seguire la fila? Bene, io sarò dall'altra parte della strada".
Tormentato e ribelle come nei suoi anni migliori, più lucido e presente a se stesso delle ultime apparizioni pubbliche cinematografiche (su tutte la Festa del Cinema di Roma), Depp non si trincera mai dietro a un 'No comment', ma risponde a tutte le domande su questo suo ritorno:
"La verità è che non me ne sono mai andato, ero sempre lì, è il telefono che ha smesso di squillare. Negli ultimi cinque anni ho letto su di me e sulla mia vita cose fantastiche, una narrazione da fiction scritta peraltro molto bene.
Anche quando mi chiedevano come stessi il sottotesto nei miei confronti era sempre "Ti odio". Ma se le persone odiano e insultano dall'anonimato dei loro schermi penso non sia io a dovermi preoccupare".
Quanto al rapporto con il suo pubblico ha le idee chiare:
"La gente crede a ciò che vuole, la verità è la verità, il fatto è che commentare giudizi altrui mi annoia, preferisco parlare di cinema: siamo qui perché abbiamo fatto un film, per cui mi sono impegnato anche nel cimentarmi in un francese dignitoso e spero che il pubblico giudichi quello, non tutto il resto, che è puro circo".
Sul suo personaggio, re Luigi XV, era più preparato della stessa regista e protagonista Maiwen, che lui definisce "una che va dritta al punto ed è stata coraggiosa a scegliere un tipo del Kentucky per il suo re di Francia.
Io stesso le avevo proposto di scegliere un attore francese per non appropriarmi indebitamente di un'altra cultura e storia".
Nel suo re mette tutto dentro, dalla stanchezza del divo circondato da una pletora di persone finte e compiacenti all'ira per le maglignerie di corte:
"È un film su chi siamo chiamati ad essere e chi decidiamo di essere. Il mio re ha otto personalità diverse a seconda di chi ha davanti, e un approccio ancora diverso con Jeanne, l'amore della sua vita.
Quand'è così, quando devi cambiare faccia a seconda di chi hai davanti, mantenere la sanità mentale non è facile. Anche per questo il ruolo mi interessava".
C'è una donna che ci tiene a ringraziare per la riuscita della sua performance:
"Mathilde, la mia coach di francese che ha fatto un duro lavoro su di me e ha abusato di me. Sto scherzando, è bravissima".
Una battuta di dubbio gusto che rischiava raggelare la conferenza, eppure non ha sortito effetto, anzi Depp è stato calorosamente applaudito, specie alla fine quando ha concluso con:
"Il bello del cinema è che tutti possono farsi un'idea, ma se ci si dimenticano i bagagli che ci si porta dietro nei primi tre o quattro minuti allora il film funziona davvero, e spero che il nostro Jeanne Du Barry sia così".
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