Griselda, la nuova serie Netflix che non vi farà rimpiangere Narcos
«L'unico uomo di cui ero preoccupato era una donna chiamata Griselda Blanco». Parola di Pablo Escobar. Si apre così Griselda, la nuova miniserie Netflix disponibile dal 25 gennaio. Protagonista una Sofia Vergara in grande spolvero, nella doppia veste di interprete e produttrice esecutiva.
«Ho studiato il personaggio Griselda Blanco per 10 anni, fin da quando era ancora viva.
C'è voluto un decennio per fare la serie, ho approfondito tutto su di lei e mi sono accorta che avevamo tanto in comune», ha raccontato Vergara.
Di certo tra le cose che la legano a quella che è stata soprannominata la “Madrina” non c'è il narcotraffico, ma una grande dose di orgoglio e voglia di prendersi la scena.
Abbiamo visto in anteprima i 6 episodi che compongono la serie. Ecco tutto quello che dovete sapere.
È stata la prima donna criminale miliardaria
Nella realtà si conta che all'apice del suo impero criminale Griselda fosse arrivata a guadagnare addirittura due miliardi di dollari grazie al narcotraffico.
La miniserie Netflix ha inizio con la sua fuga da Medellin e l'inizio di una nuova vita a Miami, dove, tra gli Anni '70 e '80 costruisce il suo impero, grazie a furbizia, fascino e una fame di imporsi – da donna – in un mondo prettamente maschile.
«Griselda è un personaggio complesso, un personaggio che ho adorato fin da subito proprio per il fatto che non riuscivo a capirla fino in fondo, ma anche perché aveva quella sete di indipendenza economica e dagli uomini che ho sempre sentito di avere anche io – ha dichiarato Sofia Vergara - Sono sempre stata una persona che voleva i propri soldi, i propri lavori, ho sempre pensato di non avere bisogno di un uomo».
È prodotta dagli stessi creatori di Narcos
Casomai aveste bisogno di rassicurazioni, Griselda è stata prodotta dagli stessi creatori e produttori di Narcos e Narcos: Messico, Eric Newman e Andrés Baiz (quest'ultimo è anche regista di tutti e sei gli episodi).
«Griselda ha avuto il coraggio di essere una donna leader nel mondo del narcotraffico che era prettamente maschile all'epoca.
Lei, però, era unica e ci è riuscita perché spinta dalla voglia di provvedere per i suoi figli e di farlo senza un uomo, la voglia di affermarsi in un Paese dove era una outsider perché immigrata», ha raccontato Newman, che è stato convinto dalla stessa Sofia Vergara a partecipare al progetto.
È una cattiva con cui è difficile empatizzare
Secondo Newman, «ci si innamora di Griselda Blanco nella serie Netflix». Ma questo è solo in parte vero.
Perché se da un lato, almeno inizialmente, si fa il tifo per lei proprio in quanto outsider (e perché dall'altra parte ha a che fare con i soliti narcotrafficanti viscidi e spacconi, convinti di poter possedere tutto ciò che vogliono, donne comprese), dall'altro, con l'evolversi della situazione, diventa sempre più difficile prendere le sue parti (forse anche per via di un paio di sopracciglia improbabili, ma questa è un'altra storia).
Persino in quanto madre che farebbe di tutto per i figli, Griselda pecca di presunzione, pensando che solo il denaro e un certo tipo di vita bastino per renderli felici. Senza rendersi conto che a spingerla sempre più oltre e a compiere crimini e omicidi è solo la sua sete di potere.
«Credo che è iniziato tutto con buone intenzioni e che Griselda sia diventata così brava nel lavoro di narcotrafficante che ha iniziato a goderne e a volere sempre di più.
Anche io prima di Modern Family non avevo mai recitato e quando mi sono accorta che ero brava in quello che facevo e stavo avendo successo ho avuto la stessa sensazione.
Mi sono sentita potente e lei lo stesso, voleva sentirsi forte, indipendente e perfino tanto cattiva quanto lo erano gli uomini.
E anche questo, se pur un eccesso, è una forma di empowerment», è l'interpretazione che ne ha fatto Sofia Vergara.
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